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Autore: nessunoinparticolare    02/07/2012    1 recensioni
Alison lasciò andare la sua mano, come spesso succedeva per paura di essere vista da qualcuno. Segreti, segreti, segreti. La sua vita era questo ma, quella volta le dita sciolsero l'intreccio per quella che sarebbe stata l'ultima volta.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alison DiLaurentis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sovrappensiero, Alison uscì veloce dalla caffetteria dopo l’incontro con Lucas. Avevano concordato che sarebbero usciti in momenti diversi, giusto per non destare sospetti. Il rumore che i suoi stivaletti producevano sul marciapiede era l’unico suono che riempiva una stradina secondaria di Rosewood nel tardo pomeriggio di una giornata di settembre. Fissando i suoi piedi che, ormai automaticamente, procedevano a passo spedito pensò a come risolvere la questione.
Courtney aveva giurato che non avrebbe fatto parola di ciò che lei e Lucas le avevano fatto perché dopo quell’episodio la madre decise di lasciarla vivere a casa invece che al centro d’igiene mentale. “Dopotutto le ho fatto un favore” cercò di autoconvincersi. Ma adesso le cose erano cambiate con Mona. Ormai lei e la sorella erano diventate inseparabili e da quanto Courtney le aveva fatto capire, Mona sapeva. Alison era del tutto consapevole che la sorella era vendicativa almeno quanto lei e che quindi la faccenda non sarebbe rimasta impunita e dopo quello che era successo alla Marshall  lei aveva tratto le sue conclusioni.
Inoltre Courtney adesso aveva cominciato a ricattarla e a inseguirla e aveva scoperto di lei e Caleb. Se Hanna lo avesse saputo sarebbe stata definitivamente nei guai. Troppo stava venendo a galla. Molti abitanti di Rosewood erano in possesso di un tassello del passato di Ali che, messi insieme, l’avrebbero rovinata. Nel migliore dei casi, si capisce. Ebbe l’impulso d fuggire, di lasciarsi Rosewood alle spalle, magari anche gli USA, mandare tutto a farsi fottere, forse sarebbe potuta fuggire con Caleb.
Alison fu infastidita nel percepire un rumore di tacchi che non fosse il suo e alzò lo sguardo. Al rumore dei tacchi si aggiunse anche quello di un bastone. Il bastone di Jenna Marshall.
“Alison?” chiese la voce curiosa di Jenna.
“Si, sono io” rispose Ali turbata ma sicura di sé.
“Ti riconoscerei ovunque, sai?” sorrise divertita. Gli occhiali neri che portava per via della cecità riflettevano una tiepida luce di fine giornata ed erano esposti un po’ più a nord rispetto a dove si trovava Ali. Lei lo trovò inquietante, pensò di parlare per spingerla a ruotare leggermente.
“E come faresti?” chiese, sinceramente curiosa.
“Vedo più di quel che sembra, sai?”
In quel momento il cellulare nella tasca di Ali vibrò e lei velocemente rovistò nella borsa per leggere il messaggio.
“Anche io vedo più di quel che pensi, sai?
A.”
Alison si guardò intorno, ancora Courtney?
Non era possibile, stava diventando una situazione insostenibile persino per lei.
“Ali, tu cosa pensi che sia successo la notte dell’incidente?”
La ragazza rabbrividì. Jenna era diventata cieca dal momento che qualcuno aveva dato fuoco al capanno dove si trovava.
“Credo che sia stato un incidente, per l’appunto”.
“Io credo invece che non lo sia stato. In un certo senso. Non ci si può più fidare di nessuno, non trovi? Neanche della propria famiglia..”
In quel momento Ali ringraziò il cielo per non aver dovuto subire lo sguardo tagliente di Jenna.
“Non c’è nessuno. Puoi dirlo, vai al sodo”.
“Alison, dov’è tua sorella?”
UN ANNO DOPO
Emily Fields non era particolarmente popolare, ma teneva molto al suo aspetto: si truccava, cercava di vestirsi bene ed era anche molto carina.
Camminava svelta tra i corridoi della Rosewood Day, controllando ogni cinque minuti l’orario per essere sicura di non arrivare tardi a lezione. Prese posto al suo banco e cominciò a sistemare le sue cose in vista dell’inizio della lezione.
“Hey, ciao. Scusa se ti disturbo credo che abitiamo nella stessa via, ora. Vivo nella vecchia casa dei Di Laurentis”.
Il volto di una ragazza sconosciuta fece capolino nel suo campo visivo. Aveva grandi occhi scuri e profondi, che riflettevano intelligenza e sicurezza. Emily penso che avrebbe voluto guardarli ancora.
“Ah, ciao. Piacere, io sono Emily”.
“Io Maya. Mi fa piacere vederti qui, magari potresti essere la mia prima amica a Rosewood, sai mi sono trasferita due settimane fa”.
“Hai detto che vivi nella casa di Alison?” Emily aveva cancellato momentaneamente il pensiero sugli occhi di Maya.
In quel momento il professore iniziò a spiegare e Emily continuò ad osservare per tutte e due le ore Maya. La casa di Ali, cristo santo.
*
In qualità di rappresentante di istituto, Spencer Hastings aveva un’enormità di mansioni da svolgere. Aveva appena finito di leggere il programma dell’assemblea del prossimo mese quando una timida ragazzina del primo anno che faceva parte del club di fotografia le si avvicinò.
“Tu sei Spencer, vero? Tieni questa è la bozza per l’annuario, una ragazza mi ha detto di dartelo per fartelo approvare”.
“Ok, grazie” rispose Spencer distrattamente e appoggiò il librone sul banco.
Finì di sistemare gli inviti per il ballo d’autunno che si sarebbe svolto due settimane dopo nella palestra della scuola e prese posto a gambe incrociate su un sedia. Cominciò a sfogliare la bozza, diversi volti sorridenti le apparivano su ogni pagina e le sembrò ingiusto che il mondo si fosse già scordato di Alison. Era sparita da quasi un anno ormai e si erano perse le sue tracce. Il giorno che era scomparsa, si diceva, nessuno l’aveva vista. Era uscita presto di casa e da allora non si sapeva più nulla. L’avevano interrogata per ore come tutte le sue amiche, senza che le indagini portassero a nulla.
Sfogliando, arrivò alla sezione del club degli scacchi e lì trovò un biglietto:
“Hey Spence, oggi sei la rappresentante d’istituto. Domani sarai la criminale o la pazza o…entrambe? A volte due personalità non corrispondono a DUE  persone,
A”.
Sconvolta, si guardò intorno. Dei ragazzi della squadra di hockey su prato ridevano guardando dei video sul cellulare e una ragazza del terzo anno stava compilando dei moduli. Nessuno sembrava interessarsi a lei o all’annuario.
Impallidì e si chiese chi potesse aver scritto una cosa del genere. Solo Ali. Solo lei sapeva a parte ovviamente…no. Non era possibile.
Quel messaggio si riferiva sicuramente a ciò che lei e Ali avevano fatto, dieci anni prima a sua sorella Courtney. Finirò all’inferno, pensò.
All’età di cinque anni, i Di Laurentis si erano appena trasferiti a Rosewood da Philadelphia e Spencer aveva subito fatto conoscenza con le gemelline che erano diventate sue vicine di casa. Una era spavalda e divertente, mentre l’altra timida e riflessiva. A lei stava molto più simpatica la prima, Alison. Erano identiche, stessi lunghi capelli biondi, stessi occhi verdiazzurri, stesso sorrisetto incantatore. Ben presto Spencer diventò molto amica di Alison, che detestava sua sorella, essendo Courtney sempre stata la preferita da tutti –tranne quella di Spencer. Cominciarono a vedersi nei rispettivi giardini e insieme inventarono mille giochi, quando un giorno inventarono il 1001.
“Hey, ti piacciono gli scherzi?” chiese Ali all’amica.
“Si certo, basta che non sia io la vittima! A chi vuoi farne uno?”
Alison sfoderò il suo sorriso beffardo. “A Courtney! Facciamole credere di essere me!”
Spencer sul momento si rifiutò, dato che era sicura che non avrebbe funzionato. Dopo qualche minuto, però, lei e Alison andavano tranquillamente incontro a Courtney sorridendole.
“Ali, andiamo a prendere un gelato?”
Lei, che se ne stava da sola a fare un puzzle sulla veranda, le guardò infastidita limitandosi ad un” Sono Courtney, per tua informazione”.
Entrambe le bambine si guardarono meravigliate e cominciarono a tenderle la trappola.
“Mi hanno preso per un’idiota” , pensò Courtney. Eppure, dopo qualche giorno che Alison dormiva nel suo letto e che si faceva chiamare Courtney, la bambina cominciò a confondersi. La signora di Laurentis era troppo presa dal suo lavoro per accorgersi dello scambio e Jason accettò di buon grado di partecipare allo scherzo.
L’innocente scherzo però si dilungò a tal punto che Courtney si convinse di essere Ali e cominciò a sbizzarrirsi nell’inscenare il ruolo di sua sorella, che si rivelò essere perfetto per lei. Dopo una settimana, Ali era stufa di dover fare puzzle e le rivelò la verità. Courtney esplose. Prese un paio di forbici e minacciò la sorella di essere pazza, accusandola di volerle rubare il posto. Jessica Di Laurentis aprì gli occhi in tempo per vedere la scena e per portare la bambina da uno psichiatra, che le diagnosticò una sindrome bipolare. Da allora Courtney Di Laurentis fu solo un piccolo nome sbiadito a penna sulla porta di una cameretta, e niente di più. Quel giorno fu portata al centro di igiene mentale e rimase laggiù fino a quando la sua vita prese un’altra piega…
“Hey, che fai?”
Spencer aveva gli occhi sbarrati e la testa decisamente altrove, quindi non aveva notato lo svuotarsi della classe e l’arrivo di Caleb.
“Hey, ciao. Sai qualcosa di Courtney?”

Angolo dell'autrice.
Grazie mille per le visite! Se lasciaste anche qualche piccola piccola recensione mi fareste davvero felicissima!
Eccolo qua il capitolo dove un po' di segreti vengono a galla. Ho preso come base degli avvenimenti della storia originali ma li ho scritti in un'altra chiave, spero vi piacciano! fatemi sapere!
M-
  
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