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Autore: ermete    02/07/2012    10 recensioni
"Le nuove matricole erano sedute davanti al palco allestito dal college universitario, alzandosi in piedi solo alla conclusione del discorso del Magnifico Rettore che annunciava l’inizio dei corsi auspicando ai nuovi e ai vecchi studenti un sincero augurio per la loro carriera accademica.
In piedi davanti al palco, i tutores didattici davano le spalle al spalle al Rettore, rivolti verso le matricole in primis, e agli studenti più grandi nelle file più indietro: c’era un vuoto tra le sedie dei nuovi iscritti, un nome spiccava sul foglietto di carta poggiato sullo schienale della seduta, ed era quello di Sherlock Holmes.
Mike Stamford, un giovane sorridente con piccoli occhiali poggiati sul naso a patata, sgomitò il collega tutor che aveva affianco a sè, indicandogli con un gesto secco del capo il posto vacante “E’ uno dei tuoi. Manca all’appello già dal primo giorno, non sei contento?”
“Cominciamo bene.” rispose il giovane a denti stretti, sbuffando un po’ dell’aria che aveva inspirato poco prima: sul badge appuntato alla camicia bianca era segnato il suo nome, John Hamish Watson."

Note: AU!School, con John!tutor e Sherlock!matricola all'Università
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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***Ciau ragazze! Come promesso ecco il nuovo capitolo :D volevo ringraziarvi per il vostro calore, soprattutto per quello delle mie fedelissime che continuano a leggermi da BTA fino a questa mia ultima(a livello temporale, non è che poi non scrivo più u.u)pubblicazione :D Ringrazio nuovamente Mrs Teller(mi ricordo persino come ti chiami su EFP ora u.u), Jessie e RosiePosie77 per il loro lavoro di incoraggiamento/betaggio XD senza di voi ci sarebbe sicuramente qualche errorino qua e là, quindi tanti bacini e tanti ringraziamenti! Bonci, vi lascio alla lettura e spero che non indovinerete la sorpresa finale perchè mi piacerebbe che arrivaste al 4 così O.O ahahah 1 su 3 ha capito cos'è XD vedremo voi altre! BACIO!!!***

La persona definitiva
John alzò la testa dai libri, portando le mani fin sui capelli che spettinò in un massaggio tutt’altro che delicato: decise di prendere una piccola pausa, quindi mise la matita tra le due pagine del manuale per non perdere il segno e lo chiuse causando un pesante tonfo.

Si alzò, e nel tragitto per raggiungere la finestra passò davanti al tavolo sul quale Sherlock stava studiando Chimica sbirciando all’interno del microscopio ed annotando i risultati su un quadernone: la matricola alzò lo sguardo seguendo i passi del tutor, carezzandone il profilo con gli occhi che si schiusero in un’espressione addolcita.
John si fermò quando con le gambe toccò il termosifone sul quale poggiò poi anche le mani, giocando con le dita, alzandole a turno come se stesse pigiando i polpastrelli sui tasti di un pianoforte “Pensi di fare qualcosa questa sera?” domandò poi a Sherlock, pur tenendo lo sguardo rivolto verso il cortile universitario e verso la neve che cadeva abbondate dal cielo.
Sherlock si strofinò gli occhi stanchi: aveva decisamente osservato attraverso le lenti del microscopio per troppo tempo “Perchè? Dovrei fare qualcosa?” quando rimise a fuoco, osservò divertito le dita di John che danzavano sul calorifero.
“Beh, è l’ultimo dell’anno.” John s’appoggiò con la spalla sinistra sul vetro della finestra, voltandosi per metà verso il proprio compagno di stanza “Tu cosa fai di solito l’ultimo dell’anno?”
Sherlock sembrò ricordarsi solo in quel momento che, tendenzialmente, i normali esseri umani cercavano continuamente delle scuse per festeggiare e, spesso, ubriacarsi “Ah. Vero, per voi è una serata speciale.”
“Scendi dal piedistallo, matricola. Tu sei un normale essere umano come noi.” ridacchiò John che, pur non prendendosela per le bizzarre uscite di Sherlock, non poteva fare a meno di fargliele notare.
“No, non lo sono.” Sherlock si alzò in piedi raggiungendolo alla finestra, sul vetro della quale si appoggiò, mimando a specchio la posizione assunta da John “E tu lo sai.”
“Vero.” ammise John, con semplicità, pur non specificando oltremodo cosa intendesse dire “Allora, fai qualcosa?”
“Non lo so, non dò importanza a questo genere di eventi.” Sherlock fece spallucce “Cosa potrei fare secondo te?”
“Non so, gli anni scorsi cosa facevi?” John alzò la mano sulla fronte di Sherlock, spostandogli un ricciolo che gli cadeva proprio davanti all’occhio destro “Devi accorciarteli o rischi di farti venire gli occhi storti.”
Sherlock si bloccò qualche istante, impegnato a respirare il profumo trasportato dalla mano di John: abbassò un poco la fronte fingendo un contatto casuale con le dita dell’aspirante medico “Gli anni scorsi? Le stesse cose che facevo le altre sere(1), rimanevo chiuso in camera. A chiave, possibilmente.” aggiunse alla fine, prima di chiedere “Tu?”
“E’ capitato molto spesso che lavorassi, quindi festeggiavo da dietro il bancone di un locale. Proprio quest’anno che non avevo da lavorare, Sarah è fuori città.” sbuffò John, creando un piccolo alone opaco sul vetro, all’altezza del proprio viso.
Sherlock buttò gli occhi all’indietro sentendo nominare la ragazza di John, ma evitò di palesare quella sensazione di fastidio “Non capisco cosa ci sia da festeggiare.”
“E’ simbolico, Sherlock.” John sorrise di fronte all’ingenuità del ragazzo che aveva di fronte “Magari una persona ha passato un brutto anno ed ecco che finisce, da domani ‘Anno nuovo, vita nuova’, come si suol dire.”
“Ma se una persona sta passando un brutto periodo, non è che questo passa solo perchè domani cambiamo il calendario.” ribattè Sherlock, armato della sua adorata logica.
“E’ un modo di dire, Sherlock!” insistette John “Ad esempio una persona può decidere di stilare una lista di buoni propositi. Ad esempio tu potresti decidere di impegnarti a trovare dei nuovi amici e a uscire un po’ più spesso da questo buco.”
“E tu potresti lasciare il vecchio per il nuovo.” rilanciò Sherlock, osservando fuori dalla finestra.
“Ad esempio?” domandò John, interessato a quella proposta, provando ad immaginare a cosa Sherlock si stesse riferendo.
“Sarah.” suggerì la matricola che quando vide il tutor sbuffare e accigliarsi in un’espressione adirata, spiegò la propria scelta “Non state bene insieme, te l’ho già detto tante volte.” Sherlock lo pensava sul serio, oggettivamente, ma l'avrebbe detto anche in caso contrario, ancora infantile ed immaturo nel pretendere le attenzioni di John tutte per sè.
“E io ti ho già detto tante volte che non sono affari tuoi.” John intrecciò le braccia al petto, allontanandosi dalla finestra “E poi che ne sai tu se stiamo bene insieme! Scommetto che non sei mai stato con nessuno.”
“Vi ho osservati, John.” Sherlock rimase attaccato alla finestra, ma si voltò per seguire i movimenti dell’altro “Davvero è lei la persona con cui vorresti passare il resto della tua vita? La persona che la tua mente visualizza non appena chiudi gli occhi?(2) Quella che ti fa sussultare quando posa lo sguardo su di te? Quella alla quale vorresti raccontare tutto ciò di nuovo che hai scoperto durante il giorno? O quella con la quale a volte basta stare in silenzio nella stessa stanza per sentirti a tuo agio?” trovò incredibilmente e stranamente facile fare quella lista, ma d’altronde Sherlock stava osservando proprio la sua fonte di ispirazione, quindi non dovette fare altro che leggere ad alta voce ciò che vedeva in John.
La stizza di John fu completamente smontata dalle ultime domande di Sherlock: come poteva una persona che si definiva priva di sentimenti tirare fuori quelle particolari parole? John ripetè nella mente ogni singola frase, ogni singola opzione presentata dal compagno di stanza e si convinse, non solo di non provare nessuna di quelle preferenze per Sarah, ma anche del fatto che Sherlock provasse di persona quelle stesse emozioni che aveva descritto. Ne era convinto, perchè una persona che non ha mai provato nulla del genere, non può avere la fantasia e la sensibilità di inventare scenari di quel tipo, neanche il particolare e geniale Sherlock Holmes.
“Sei... sei stato innamorato da ragazzino?” domandò John, recuperando un cioccolatino da una scatola di plastica.
“Non hai risposto alle mie domande.” Sherlock incalzò, muovendosi fino a fermarglisi di fronte.
“Non sono affari tuoi.” John ripetè la propria risposta, a bocca piena, gustandosi il cioccolatino, lottando con la lingua per rompere la superficie fondente alla ricerca della crema nascosta all’interno.
“Quindi è un no.” concluse Sherlock, avvicinandosi a John il tanto che bastava per percepire il profumo della crema al rhum provenire direttamente dalla sua bocca.
John sospirò “Anche se è un ‘no’ continuano a non essere affari tuoi e non dovresti parlarne.” gli sbuffò addosso il profumo alcolico del rhum prima di spostarsi e buttarsi sul divano in posizione prona.
Sherlock chiuse gli occhi quando John gli sbuffò addosso l’alito che sapeva di rhum, ingerendo quell’aria con un suono gutturale che non riuscì a fermare “Non capisco, John.” lo seguì, sedendosi sul bordo del divano, all’altezza del fianco del proprio compagno di stanza.
“Cosa non capisci?” la voce di John era ovattata, poichè il volto era immerso nel cuscino del divano.
“Come puoi stare con una persona di cui sai già che non sarà quella definitiva.” Sherlock si morse le labbra, osservando John con una punta di desiderio che era totalmente nuova per lui: la tentazione di alzare una mano verso il tutor e affondarla nei corti capelli color biondo cenere era fortissima, così come l’idea di carezzargli le spalle, ogni muscolo ed ogni osso sporgente.
“Sherlock, non me la devo sposare!” sbuffò John, alzando la testa il tanto che bastava per poter parlare senza che la voce filtrasse attraverso il cuscino del divano “Siamo giovani, ci divertiamo. La maggiorparte delle persone si mette insieme ad altra gente senza sapere se sarà quella definitiva, eppure lo fa.”
“Perchè lo fa?” domandò Sherlock a bassa voce, deglutendo la saliva in eccesso, formatasi all’idea di toccare il corpo del tutor: le mani agguantarono i cuscini, sentendo il bisogno impellente di aggrapparsi a qualcosa pur di non dar vita a quella fantasia. Si sentiva a disagio, almeno in parte: era come se, una volta ammessa l’idea di poter provare un sentimento che non riusciva a capire del tutto data la sua inesperienza in quel campo, tutte le sensazioni si fossero amplificate in maniera quasi imbarazzante.
“Per farsi delle esperienze. Per divertirsi.” spiegò John pazientemente “E poi quando ci si mette insieme si pensa davvero che quella potrebbe essere la persona definitiva, poi, col tempo si capisce se lo è o se... non lo è.” si girò su un fianco, poggiando la guancia sinistra sul palmo aperto, il cui gomito poggiava sul bracciolo del divano “Finchè non si prova non lo si può sapere, non trovi? Metodo empirico, scienziato dei miei stivali.” inarcò gli angoli della bocca in un piccolo sorriso per dare a quell’epiteto una cadenza scherzosa, e con la mano destra andò a stuzzicare la pancia di Sherlock con un pizzicotto.
Sherlock si inarcò un poco, e subire quel pizzicotto ebbe l’effetto di calmare almeno in parte le fantasie che stavano tappezzando i muri del suo Palazzo Mentale “Sì, ma tu sai di per certo che Sarah non è la tua persona definitiva. Quindi perchè continuare?”
“Touchè.” ammise John, senza neanche accorgersi di essersi soffermato con la mano poco sopra il fianco sinistro di Sherlock, sopra il bordo della maglietta, strizzandogli lo stesso lembo di pelle tra pollice e indice “Te l’ho detto, ci divertiamo.”
“Cioè fate sesso.” tagliò corto Sherlock, sforzandosi di non dare importanza al costante tocco di John sul proprio fianco: si chiese inevitabilmente se John avesse quel livello di intimità anche con tutti gli altri amici, le matricole, i tutor, e quel pensiero gli agitò le pareti dello stomaco in una morsa che ipotizzò potesse essere gelosia.
John buttò gli occhi all’indietro, quindi sbuffò un consenso “Sì.”
“E non potresti, invece, lasciarla e dedicarti alla ricerca della tua persona definitiva?” incalzò la Matricola, intrecciando le braccia al petto, continuando a perorare la propria personalissima causa.
“Non ho tempo.” John sbuffò nuovamente, chiedendosi non senza una punta di fastidio il motivo per cui stesse assecondando quel discorso che dovrebbe essere puramente intimo e personale “Ho lo studio, il tironocio, il tutorato...”
Sherlock lo interruppe prontamente “Quindi stai usando Sarah, con la quale ti lascerai sicuramente, perchè non hai tempo di cercare la tua persona definitiva e per avere una costante fonte di sesso?” non che gli importasse che stesse usando Sarah, anzi, la conferma che John non la considerasse importante a livello sentimentale lo fece trionfare interiormente.
“Una costante fonte di sesso!” ripetè John, sgomento, allontanando la mano dal fianco dell’altro “Sherlock, stai cercando di farmi sentire in colpa?”
“No, sto cercando di farti lasciare Sarah.” osservò di sottecchi la mano che s’allontanava dal proprio fianco, mugugnando un piccolissimo lamento come protesta: era questo dunque l’amore? La necessità di un contatto fisico unita ad un interesse a livello mentale, intellettuale, psicologico?
“Perchè?” John era esasperato, scrollò più volte il capo, coprendo il viso con entrambe le mani.
“Perchè finirà comunque.” si giustificò Sherlock, accavallando la gamba sinistra sulla destra, il cui piedi si alzò sulle punte, dando vita ad un leggero dondolio “Allora... tanto vale che finisca subito.”
John sospirò nuovamente “Cosa mi incavolo a fare, lo fai solo per stuzzicarmi. Tanto che diavolo te ne frega di quel che faccio con Sarah...” si girò sull’altro fianco e nascose il volto schiacciandolo sullo schienale del divano, stringendosi nelle spalle “La prossima volta che mi viene in mente di chiederti cosa hai intenzione di fare in serata, mi faccio gli affari miei.”
Sherlock decifrò la voce ovattata di John interpretando una leggera offesa nel tono: alzò gli occhi verso l’alto riscontrando ancora una volta quanto fosse complicato relazionarsi con le persone normali. Eppure con John ogni sfida era piacevole, perchè da parte di entrambi c’erano sia il desiderio di vincere, che la voglia di dimostrare all’altro che loro convivenza, in principio forzata, potesse risultare piacevole ed accattivante ogni giorno di più.
Così, quando con chiunque altro si sarebbe indispettito, con John fece lo sforzo di comportarsi dall’adulto quale era: lasciò passare qualche minuto, quindi, prima di alzare la mano verso la spalla destra dell’altro, scuotendolo delicatamente “Potremmo fare qualcosa insieme questa sera, per festeggiare l’anno nuovo.” propose a bassa voce, come se essere da soli in tutto l’Ateneo, rinchiusi nel proprio appartamento, non desse loro abbastanza intimità “Come abbiamo fatto per Natale.”
John apprezzò lo sforzo, quindi scostò il volto dallo schienale del divano, girandosi verso Sherlock “Tipo? Suoneresti musica folk col violino allo scoccare della mezzanotte?”
“John, ti prego, non approfittare della mia apertura mentale per dire queste scempiaggini.” spostò la mano sul volto dell’altro, tratteggiando con la punta dell’indice il segno della cucitura del divano, sorridendo per lo strano disegno che aveva formato sul viso dell’altro “Mi è venuta in mente una cosa che penso possa piacerti. Così posso ricambiare il tuo regalo di Natale.”
Il volto di John si accese di curiosità, tanto che dovette fermare la mano di Sherlock con la propria per cercare nuovamente la sua completa attenzione “Che cosa ti è venuto in mente?”
Sherlock sorrise divertito di fronte alla genuina curiosità di John, beandosi della stretta della sua mano attorno alla propria “Sarà una sorpresa. Mi aiuterà la Signora in Nero.” bisbigliò ermeticamente, volutamente criptico in quella risposta, desideroso di mantenere una meraviglia costante nel volto dell’altro “Ma mi ci vorrà tempo per prepararla, quindi io ora sparisco per un po’, va bene?”
John scattò fino a portarsi seduto sul divano: il suo volto era una maschera di gioia mista a curiosità, sembrava un bambino al quale un genitore aveva promesso una giornata intera al Luna Park “Mi hai messo addosso una curiosità pazzesca!” ammise senza poter in alcun modo nascondere l’eccitazione del momento “La Signora in Nero? Chi è?”
Sherlock stava per scoppiare: non aveva mai visto John reagire in quel modo, non aveva mai letto sul suo volto tutto quell’entusiasmo e sapere di essere la causa di quelle emozioni rendeva il quadro ancora più idilliaco “Una signora molto pericolosa, ma io so come sedurla.” continuò a parlare per metafore, scoprendo di desiderare la possibilità di diventare un poeta pur di continuare a stupire John.
“Non devo preoccuparmi, vero?” John abbandonò la mano di Sherlock, facendo salire la propria sulla capigliatura dell’altro, spettinandogli qualche riccio.
“No, te l’ho detto, so come ammaliarla.” ruotò il capo assecondando la mano di John, sforzandosi di non chiudere gli occhi per godersi al meglio quel contatto, fermandoli sul quel viso che era così vicino da desiderare di baciarlo come mai prima di quel momento: dovette imporsi di alzarsi per sfuggire da quelle tentazioni “Ci vediamo a mezzanotte meno un quarto nel cortile posteriore, nello spiazzo vicino al campo da calcio.”
“Così tardi? Ti ci vuole così tanto a preparare questa... cosa?” John si alzò a sua volta, osservando l’ora: erano appena le sette di sera.
Sorpresa, John. ‘Cosa’ è riduttivo.” Sherlock iniziò a vagare per la stanza, cercando prima la propria giaccia, poi una curiosa scatoletta nera il cui interno era ignoto anche a John “Te l’ho detto, mi serve tempo, ma vedrai che ne varrà la pena.”
“Va bene, allora nel frattempo vado a prendere qualcosa da bere, così possiamo brindare.” anche John andò a recuperare le proprie scarpe e la giacca, pronto per uscire “Allora, a dopo.”
Dopo che Sherlock ebbe ricambiato il saluto, entrambi si congedarono sulla porta della stanza  numero 221, per poi dirigersi in direzioni opposte, ciascuno a prepararsi per la grande serata.

_______

(1) mi sono veramente sforzata per non scrivere "tentare di conquistare il mondo", lo so che è una cavolata, ma siccome sono la Regina delle Caxxate dovevo assolutamente condividerla con voi °_°
(2) "
La persona che la tua mente visualizza non appena chiudi gli occhi?" ringrazio rosieposie77 per questa chicca!
   
 
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