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Autore: LaUrA43587    02/07/2012    3 recensioni
Questa fiction è il seguito della storia "Innamorata Di Una Stella"... Non pensavo di farne un seguito, e invece eccolo qua. Ania e Jennifer ora sono felici, hanno una nuova vita e due figlie meravigliose. Ma delle vecchie ombre del passato torneranno a fare loro visita, tormentandole e strappando loro una delle cose più importanti
"Ti prego non farle del male, è piccola, ha bisogno della sua mamma!"
"Questa è la mia vendetta"
"RIDAMMI MIA FIGLIA!"
Può il male lasciarsi abbindolare dall'amore?
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi sei mancata,Isabel.

Tu sei il mio vero amore, anche se i nostri hobby sono differenti, anche se i nostri pensieri sono diversi

le nostre abitudini sono diventate simili, il nostro modo di parlare è diventato simile

siamo diventanti una cosa sola 

Cit."Love's Way"

 

Inarcò le sopracciglia e sorrise quasi divertito pensando “wow, non sono stato in grado di tradurre nulla di quello che c’è scritto”. Ripiegò la lettera con cura mentre s’incamminò verso il salotto con l’idea di far leggere il tutto ad Ania, ma quando la vide lì, sdraiata sul divano con gli occhi chiusi e quell’aria stanca decise di non svegliarla e arrivò alla conclusione che gliel’avrebbe fatta leggere più tardi. Ora pure lui non desiderava altro che andare a farsi una bella dormita, quindi salì silenziosamente le scale per sopraggiungere al secondo piano dove passò davanti alla stanza della piccola Serena che ora dormiva come un angioletto, dopodiché il leader arrivò nella propria camera dove appoggiò la lettera sulla scrivania e si accasciò a peso morto sul letto.

La loro vita era davvero bella, felice, entusiasmante e commovente, ma era anche piena d’impegni nei quali bisognava fare concerti, interviste, partecipare a diversi show, e nel caso di Taemin e Jonghyun c’era pure da occuparsi delle bambine e anche per Ania e Jennifer non era troppo rilassante badare alle rispettive figlie, fare i lavori domestici, andare a lavoro ecc… perciò almeno un’ora di sonno durante il pomeriggio non poteva fare altro che bene.

Purtroppo però dopo soli dieci minuti il telefono di casa squillò e la mora fu costretta ad aprire gli occhi e correre verso l’oggetto cercando di farlo suonare il meno possibile per paura che Serena si potesse svegliare.

< Pronto? … Ehm… non lo so, penso sia andato con Minho e Taemin a comprare il vestito per le nozze. Prova a richiamare tra mezz’oretta, dovrebbero arrivare a momenti. > e buttò giù senza neanche salutare. Chi era al telefono vi starete chiedendo. Bhè la verità è che non lo sapeva neanche Ania, sapeva solo che era una ragazzina con una voce piuttosto irritante che chiedeva di Kibum.

La ragazza non si chiese neanche come facesse ad avere il numero di casa degli SHINee a causa di tutta quella stanchezza, il suo unico pensiero era quello di riuscire a farsi almeno mezz’ora di dormita, ma proprio appena si risedette, le squillò il cellulare.

< Ma porca di quella…. Pronto? > rispose cercando di essere lieta di ascoltare la voce dell’interlocutore.

< Scusi se la disturbo signorina, sono un suo collega di lavoro e la sto chiamando dal suo ufficio. Le volevo dire che qui davanti a me c’è una ragazza italiana che continua a chiedere di lei. Dice di essere una sua vecchia amica d’infanzia. > disse l’uomo dall’altra pare della cornetta.

Ania corrugò la fronte e cercò di ricordare delle sue amiche italiane che potessero farsi un viaggio Italia-SudCorea solo per poterla vedere, ma non le venne in mente nessuno.

< Come si chiama? > domandò incuriosita.

< Dice di chiamarsi Isabel.. Mi sta parlando proprio in questo momento di un braccialetto doro regalatole per il suo quindicesimo compleanno. > continuò senza neanche prender fiato.

Ania spalancò gli occhi sorpresa.

Stava parlando dello stesso braccialetto che Taemin aveva cercato sul fondale marino sette anni fa, la prima volta che erano andati in spiaggia assieme, in Italia.* Lo stesso braccialetto che proprio in quel momento portava al polso, senza mai toglierlo, come se fosse sacro.

< Si, si, Isabel! Arrivo subito, restate lì. > terminò la telefonata, si mise le scarpe, si legò i capelli ed uscì lasciando un post-it con su scritto “cerco di tornare il prima possibile.

Decise di prendere la moto di Jonghyun così da poter evitare tutto l’ingorgo di macchine presenti sulle strade di Seoul e difatti arrivò davanti ai cancelli della clinica psichiatrica in meno di un quarto d’ora.

Si, Ania si era laureata in psichiatria e psicologia, sapeva che il suo mestiere non era uno dei migliori al mondo e Taemin la supplicava spesso di cercarne un altro, ma lei era una cocciuta e non l’ascoltava mai. Le piaceva aiutare la gente, con qualsiasi mezzo e raramente si dava per vinta con i propri pazienti. Era ancora alle prime armi, ovvio, ma per una ragazza della sua età era un gran bel traguardo poter lavorare in quel campo con persone molto brillanti.

Scese dalla moto tenendo il casco sotto braccio e fu sorpresa nel trovare un suo gran collega e caro amico seduto su una panchina lì vicino con una ragazza bruna accanto a sé. Senza dire nulla gli si avvicinò e quando riconobbe il volto della ragazza si mise a correrle incontro urlando < Isabel! > e appena la raggiunse si abbracciarono per la prima volta dopo sette lunghissimi anni.

Nessuna delle due riuscì a proferire parola, semplicemente si abbracciarono teneramente com’erano solite fare quando erano ragazzine.

< Che ci fai qui? > chiese Ania sorridendole con le lacrime agli occhi dalla felicità.

< Che domanda è? Sono venuta a trovarti. > rispose l’altra.

Era bello poter finalmente comunicare in italiano con qualcuno che non fosse Jennifer. Era bello rivederla dopo tutti quegli anni.

Isabel era una ragazza bruna, poco più bassa di Ania, carnagione piuttosto scura e occhi color nocciola. Era stata una grande amica di Ania in Italia e si vedevano tutte le estati visto che Isabel aveva una casa anche in Liguria (luogo di nascita di Ania), ma finita l’estate Isabel doveva tornare nella sua vera abitazione, dai suoi parenti, ovvero a Roma. L’ultima volta che si erano viste, Isabel aveva regalato il bracciale ad Ania dicendole che i propri genitori non potevano più pagare la casa in Liguria e che perciò sarebbe stato quasi impossibile rivedersi, ma invece eccoli lì, di nuovo insieme, dopo tanti anni.

< Come hai fatto a trovarmi? >

< E’ la congrega delle domande stupide? Sei su molte riviste italiane, sei la signora Lee, sei moglie di un cantante celebre che lavora in una clinica per pazzi > ironizzò divertita ed entusiasta.

< Ahaha! Quanto rimani? > domandò sciogliendo l’abbraccio.

< Mi piacerebbe restare fino alle nozze di Jennifer. Si ricorda ancora di me? >

< Ma certo che si ricorda. A proposito, dovrebbe essere ritornata da poco in casa. Monta sulla moto, ti faccio conoscere delle persone. > disse facendole l’occhiolino e rimettendosi il casco voltandosi dalla parte del proprio collega ringraziandolo di tutto cuore per la pazienza e dicendogli che si sarebbero rivisti la mattina successiva.

< Aspetta, Ania. Ho lasciato le mie valigie nel tuo ufficio e non ci stanno tutte sulla moto. Avevo in mente di andare in un hotel…  >

< Ma cosa dici?! Tu vieni con me, la casa è grande abbastanza. Le valigie invece le prendo domani quando torno con la macchina. Per stasera t’impresto le mie cose, stai tranquilla. Sali. > pronunciò mettendo già in moto il motore.

Mi ero dimenticata di aggiungere che la moto di Jonghyun non era una moto qualunque, ma bensì una Cagiva Mito nera, quindi tanto rumorosa quanto magnifica su strada.

Isabel la guardò con aria leggermente spaventata: da quel che Ania si ricordava, l’amica aveva sempre avuto un po’ paura delle moto, figurarsi quelle così.

< Non ho manco il casco… > disse salendo ugualmente e tenendosi ben stretta ad Ania.

< Pazienza, al massimo ci becchiamo una multa. Tieniti forte perche vado veloce. > manco il tempo di finire la frase che già era partita con una certa velocità.

Non ci vollero neanche dieci minuti questa volta per arrivare davanti alla stupenda villa degli SHINee.

Il viaggio in moto era stato piuttosto “scioccante” per Isabel che scese dal mezzo piuttosto scossa, con i capelli abbastanza spettinati. Guardò l’abitazione davanti a sé e rimase totalmente colpita dal sapere che lì abitavano le sue vecchie amiche, insieme una famosissima band.

< Wow….è …immensa! > disse meravigliata rimanendo immobile.

< Ahah! Aspetta di vedere l’interno, mia cara. > la prese per una mano e la guidò fin davanti all’ingresso. Cercò le chiavi nella tasca, ma si ricordò che a causa della fretta si era scordata pure delle chiavi, perciò fu costretta a suonare il campanello attendendo che qualcuno aprisse. Sapeva che come minimo si sarebbero degnati di aprire dopo un minuto visto che ogni volta che il campanello suonava, nessuno aveva voglia di andare dalla porta.

< Se vuoi comunicare con gli SHINee, sappi che sanno poco e niente di italiano, quindi parlagli in inglese. > informò l’amica che sembrava piuttosto agitata.

Finalmente qualcuno si degnò di aprire la porta e davanti alle due amiche si parò la figura di Kibum che guardò Isabel con aria piuttosto confusa. Si voltò poi a guardare Ania e le domandò < E’ qualcuno che dovrei conoscere? > - < No, non la puoi conoscere. E’ una vecchia e cara amica, la ospiteremo qui fino al matrimonio di Jonghyun e Jennifer. >

Kibum sorrise al pensiero di una nuova coinquilina: oh, si che ci sarebbe stato da divertirsi.

< Ok! Molto piacere sono Kim Kibum l’Almighty degli SHINee, ma puoi chiamarmi Key. > si presentò parlando un perfetto inglese e porgendo la mano alla bruna che rimase incantata ad ammirare forse cotanta perfezione.

< P-piacere Isabel… >

< Ok, basta con le presentazioni! Dai, entra. > intervenne Ania, superando Key che richiuse la porta con un calcio.

< Ohi, Ania, ti va di giocare alla play?! Jennifer non è capace. > urlò Minho dalla sala giochi < Non è vero!!! Ci sono troppi pulsanti in sto coso! > rispose Jennifer.

< Ragazzi, un po’ di attenzione! Abbiamo una nuova ospite! > gridò Ania, ma nessuno l’ascoltò. Key la superò, la guardò per un po’ e le disse < Non hai proprio imparato niente… si fa così : PORCA PUTTANA VOLETE MUOVERE IL CULO E VENIRE IN SALOTTO O C’E’ BISOGNO DELLA MADONNA PER UN PO’ DI ATTENZIONE!?!?! >

Isabel portò una mano all’orecchio credendo di aver perso l’udito proprio in quel momento.

Il primo ad arrivare fu Taemin che sorrise in modo raggiante appena vide la moglie: le si avvicinò subito e la baciò notando solo dopo la nuova presenza femminile. Jennifer e Minho uscirono dalla sala giochi e vennero subito raggiunti da Onew e Jonghyun che teneva in braccio Serena, mentre Misaki (la bambina di Jennifer e Jonghyun) teneva la mano del leader.

Non appena Jennifer vide Isabel le corse incontro e l’abbracciò facendola cadere a terra. < Sei proprio tu! Oddio quanto mi sei mancata! > disse Jennifer ancora sopra l’amica.

< Quante volte ti ho detto di non urlare le parolacce con Misaki in casa, eh? > chiese Jonghyun rivolto a Kibum che fece spallucce. < Tanto ci sono abituata. > disse la bambina.

< Ragazzi vi presento Isabel: sarà nostra ospite per poco più di un mese. Spero che andiate d’accordo. > pronunciò Ania tenendo Taemin per mano.

 

 

Note dell’autrice: rieccomi qui ^.^

Quando ho scritto Innamorata di una stella, avevo già in mente di far entrare Isabel nella storia, ma poi ho pensato che con tutto quello che già dovevo descrivere, poi sarebbe venuto fuori un casino.

* In quanto riguardo il braccialetto, Taemin lo “salva” nel quinto capitolo di Innamorata.

Grazie mille e un  bacione grande grande!!!

Alla prossima!!

  
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