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Autore: B Rabbit    02/07/2012    6 recensioni
Chissà per quale capriccio divino, guardare quella creatura rendeva felice l’animo del ragazzo che sospirava continuamente, mentre i suoi occhi erano posati su quel fiore di ciliegio caduto per lui, attirati come un ape. ~
Tratto dal Capitolo 1. ~ «Beginning» ~
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Len Kagamine, Miku Hatsune, Rin Kagamine, Un po' tutti | Coppie: Len/Rin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Fatal Mistake

~ «Kagamine Twins Cest» ~
«First Steps»





Era domenica mattina e la prima settimana di scuola era finalmente finita, regalando agli studenti il riposo dovuto.
I raggi del sole filtravano prepotentemente dalle fessure delle persiane, colorando di un dorato brillante il viso del giovine.
Gli occhi si aprirono lentamente, feriti dalla luce mattutina, così forte quanto debole.
Una mano si alzò dalle candide lenzuola per difendere gli zaffiri blu dalla belva dorata, proteggendoli con la propria ombra, per poi ricadere pesantemente nel bianco una volta vinto.
Un sospiro uscì dalle labbra rosee del biondo e, alzandosi stanco dal letto, aprì la porta della camera, dirigendosi in bagno.
Si tolse lentamente la maglietta bianca, lasciando nudo il busto. Fece lo stesso con i pantaloncini blu e l’intimo, ed entrò nella doccia.
Il getto d’acqua colpì il ragazzo, scorrendo freddo sulla sua pelle, lasciando delle scie trasparenti, prove del suo passaggio.
Quel giorno, Len sarebbe andato al luna park insieme a Miku ed a… Rin.
Sin dal primo giorno, il biondo aveva mangiato insieme a lei, a volte nell’aula, unendo i banchi, sopportando le chiacchiere di Miku, oppure sulla terrazza, da soli, contemplando l’immensità cielo, in silenzio.
C’erano delle accomunanze che lo univa a lei, come l’amore per la musica e per il canto, o l’odio per l’inglese.
Il ragazzo alzò lo sguardo e chiuse gli occhi, cercando di dare un ordine ai suoi pensieri, cercando di rilassare le membra, mentre l’acqua lo accarezzava con le gelide gocce con fare materno.
Nonostante l’avesse conosciuta solo pochi giorni fa, Len si sentiva legato a quella ragazza, e il suo solo pensiero attanagliava l’animo, uno strano turbamento scuoteva il suo cuore, privando l’aria ai polmoni.
Il quindicenne posò i palmi sulle piastrelle della cabina e abbassò lo sguardo, i capelli caddero ai lati del viso e le ciocche dorate aderirono alla pelle, come le ventose di una fantomatica creatura marina.
Cosa gli stava succedendo?
Chiuse con violenza il getto d’acqua e uscì dalla doccia, un asciugamano intorno al bacino e uno sulla spalla.
Si diresse in camera e, mentre si asciugava i capelli con il canovaccio, scelse i vestiti dall’armadio: indossò una maglietta bianca a maniche corte e pantaloni neri stretti, a vita bassa, con una giacca grigia a maniche corte con il cappuccio.
Si legò i capelli ancora bagnati e indossò polsino nero e collana con la medaglietta militare.
Scese le scale velocemente, afferrò la tracolla nera e si diresse in cucina per prendere il bento e la tovaglia da picnic per il Yozakura.
Si infilò veloce le converse grigie e aprì la porta, pronto per uscire.
«Io vado!»




«-n…»
La ragazza strinse il cuscino tra le braccia, nascondendo il volto in quella morbidezza.
«-in…»
La piccola dormigliona mugugnò qualcosa di incomprensibile, per poi girarsi dall’altra parte del letto, stringendo ancor più il cuscino.
«Rin!!!»
La poveretta si ritrovò sul pavimento, portata via dal suo confortevole letto da un mostro con i codini e amante dei porri, o almeno dal punto di vista della vittima.
«Miku! Perché l’hai fatto?»
Gattonando sul parquet, la ragazza cercò di risalire sul letto, la sua ancora di salvezza, scappando dalla bestia, ma fu presa per i piedi e trascinata verso la porta con forza dall’azzurrina.
«Ti sei dimenticata dell’appuntamento? Dobbiamo andare al luna park insieme a Len!»
Nel sentire quel nome, Rin si riprese, realizzando la situazione, e si alzò dal pavimento senza preavviso, facendo cadere a terra la povera Miku.
«Oddio! Dimmi che non ho dormito troppo!»
«Hai dormito troppo»
«Aaaaaaaaaaaah!»
La bionda uscì di corsa dalla camera e si diresse in bagno, sbattendo la porta con forza.
«Ma guarda te…»
Miku si diresse verso l’armadio e prese una bandeau playsuit blu con gli shorts, un fiocco al petto e dei merletti sulla parte superiore e indossò un paio di infradito con un fiore azzurro sui lacci.
Dopo aver rifatto il letto, la ragazza scese giù con lo zaino in spalla per prendere i due bento per il Yozakura e la bottiglia d’acqua, insieme ai bicchieri.
Nel frattempo Rin uscì dalla doccia e si diresse in camera, indossò una maglietta a maniche corte dal giallo pallido con uno sterno e le costole raffigurate di nero, un gilet grigio chiaro e degli short neri, con converse verdi a stelle smeraldo.
La bionda si avvicinò allo specchio ovale e incominciò a pettinarsi i capelli lentamente, con attenzione, sistemando le ciocche ribelli nate durante la notte.
Sistemò il fiocco nero pece dalla stoffa strappata e i fermagli bianchi alternati dal nero, abbelliti con delle stelle del medesimo colore.
Dopo aver controllato il tutto, scese velocemente le scale, quasi saltando.
«Rin, siamo in ritardo di mezz’ora!!»
«Cosa!?»
La bionda si diresse verso l’uscita, seguita a ruota da Miku, e aprì la porta con forza saltando fuori… addosso a qualcuno!
«Rin!»
La ragazzina si massaggiò lentamente la testa, sedendosi sopra qualcosa di morbido che si alzava e si abbassava a ritmo. Quando riaprì gli occhi, notò che sotto di lei c’era qualcosa di bianco, una maglietta.
«Ehm, Rin… potresti… alzarti?»
Alzando lo sguardo, la bionda incontrò degli occhi blu che scrutavano il suo viso sorpresi, abbelliti da due guance colorate di rosso.
Una volta fatta mente locale, Rin si alzò di scatto, sgranando gli occhi, mentre il viso diventava sempre più purpureo.
«Oddio! Len, stai bene!? Scusa! Andavo di fretta, ed ero anche in ritardo, quindi…»
Rin si coprì il viso imbarazzato con le mani tremanti ed abbassò leggermente lo sguardo per non incrociare quei frammenti di cielo che, sicuramente, la guardavano con dolcezza.
Il biondo si alzò da terra dandosi una spinta di reni e si avvicinò alla fanciulla, posandole la mano sulla tempia sinistra, per poi scendere lentamente, accarezzandole lo zigomo e la mano con tenerezza, le dita fra il dorato.
«Tranquilla, non dovevo aspettarvi sulla porta, non era un comportamento idoneo poi, no?»
Rin abbassò lentamente le mani, accolta dal sorriso fiorito sulle labbra del ragazzo che le accarezzò la guancia con il pollice della mano.
L’animo della ragazza venne attaccato dal disagio, il suo cuore macchiato dalla timidezza che pian piano invadeva il suo corpo, mentre il rossore sulle gote tardava a sparire.
Il viso del ragazzo era abbastanza vicino da poter percepire debolmente il suo respiro e il cuore di lei reagiva, battendo più forte, quasi volesse abbandonare quella gabbia ossea.
Gli occhi blu erano così simili ai suoi, come i colori del mare che rifletteva quelli del cielo, uniti dalle similitudini ma separati dal sottile orizzonte, ancora ignoto per i due ragazzi. Così straordinariamente vicini ma allo stesso tempo inesorabilmente separati.
Il calore regalato dal contatto con la mano del quindicenne svanì, spezzando il fugace legame.
«Ne, Rin… è da un po’ che volevo chiedertelo, ma-»
«Luna Paaaark!!»
I due sgranarono gli occhi, voltando lo sguardo verso la terza persona, momentaneamente seccata per l’essere stata ignorata.
«Dai, forza!!»
L’azzurrina prese i due ragazzi per mano e incominciò a correre per la strada, lasciando il cancello del giardino aperto.
«Mi-Miku!?»
«Miku-chan, aspetta!»
Ma la ragazza continuava a correre imperterrita, ignorando le richieste dei compagni.
«Silenzio! Il Luna Park ha già aperto, e non voglio aspettare un’ora per andare sulle giostre!»
«Miku… sei la solita…»
«Silenzio Len!»
La bionda rise per la scena divertente e il ragazzo non poté non sorriderle; le loro mani si avvicinarono e si strinsero delicatamente, mentre i due si sorrisero, quasi fossero complici di un crimine.
Di un crimine che, forse, sarebbe avvenuto, per il volere del fato meschino.













Chiedo venia per il mega ritardo, ma tra uscite, compiti e la linea che va in chiesa per farsi benedire dal parroco, non sono riuscita a postare prima XD
Chiedo inoltre ancora venia per questa schifezza che mi è uscita (per Woff non lo è, ma per me si).
Dovreste diventare santi, cari lettori XD
All'inizio, questo capitolo doveva parlare dell'Hanami, ovvero l'usanza giapponese in cui si ammirala bellezza della fioritura primaverile degli alberi di ciliegio, mangiando sushi all'aperto. Però, mentre scrivevo stavo ascoltando la versione di Len di "World is mine" (bella e divertente U.U) e ci ho aggiunto il Luna Park, e l'Hanami è diventato Yozakura, che sarebbe la stessa cosa, solo di sera XD
Alla fine però, ho separato il capitolo, non volevo farlo lungo XP
Ringrazio Nuirene ( ci sei sempre *-*) Vocal_Dreamer e karikeehl per aver recensito il precedente capitolo, ancora Nuirene per aver aggiunto la storia nelle preferite e ancora karikeehl e Vocal_Dreamer per averla messa nelle seguite, grazie *-*
Bye
  
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