Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ilcantastorie    02/07/2012    2 recensioni
Salve a tutti! Il protagonista di questa storia è Daniel. No! Non Daniel Rad... insomma quello che interpreta Harry Potter nei film. Giuro, non c'entra niente. Infatti il suo nome è Daniel Woodstryke. Ed è un normale studente di Hogwarts. Normale... insomma. Fin da piccolo è sempre stato sfortunato. Sfortunato... sfigato sarebbe il termine più appropriato. E, infatti, uno sfigato di tale proporzioni di che casa può fare parte? Di Tassorosso, ovviamente! E, per finire, possiamo dire che il nostro Daniel è un Magonò! Come può un Magonò ricerevere la lettera da Hogwarts? Aspettatevi quindi una Hogwarts più vecchia di trenta anni dagli eventi narrati nel settimo libro. Di un mondo più vecchio di trenta anni. Aspettatevi nuovi professori e poi... i suoi amici. La versione sfigata dei Malandrini, se vogliamo! Degni di Tassorosso, quindi! Riuscirà Daniel a dimostrare che la perseveranza vale più del talento? Riuscirà a dimostrarlo... durante il Torneo Tremaghi?
Ps: Il nome dell'opera è un omaggio al capolavoro di Alexandre Dumas, ma non ha nulla in comune con essa!...credo!
Inoltre... il Silenzio si sta avvicinando... (Revisionati Primi tre capitoli)
Genere: Commedia, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rubeus Hagrid, Sorpresa, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Victorie Weasley? Ovviamente a Daniel quel nome non fu per niente nuovo. Dopotutto era uno dei pochi a scuola che si era preso la briga di leggere “Storia di Hogwarts” di Hermione Granger. Ma in realtà non serviva aver letto quel mattone fatto di carta, per sapere del nome Weasley. Poco meno di trenta anni fa, durante la seconda grande guerra, proprio lì, ad Hogwarts, la famiglia Weasley era in prima linea a combattere contro Voldemort. Sapeva delle tragiche perdite che la famiglia aveva subito... insomma, i Weasley, durante la seconda guerra, avevano un ruolo importante quasi come lo stesso Harry Potter. Che poi il libro che aveva letto era stato scritto dalla moglie di Ronald Weasley... contribuiva un po'.
 
“Quindi voi siete del quinto anno, eh? L'anno dei G.U.F.O. . Ricordo quando li feci anch'io, ai tempi la professoressa Mcgra...” tossì “Dicevo, non sarò io a farvi discorsi sull'importa del G.U.F.O., sarebbe quasi stupido visto che è il mio primo anno qui. E sicuramente gli altri professori ve lo hanno ricordato e ve lo ricorderanno per tutta la sacrosanta settimana. Ma passiamo subito all'argomento di oggi: I dissennatori”
 
La classe sussultò.
 
“Chi sa dirmi perchè sono così temuti?”
 
Daniel alzò la mano.
 
“Sì, signor...?”
 
“Daniel, Daniel Woodstryke. Beh, penso che prima di tutto sia dovuto al fatto che non possono essere uccisi, ma solo allontanati con un Incanto Patronum, che è comunque un incantesimo di difficile esecuzione. Inoltre quando si avvicinano, risucchiano i pensieri felici della gente. Senza contare la loro arma più potente... il Bacio del Dissennatore”
 
“E cosa fa, esattamente?” chiese lei, con uno strano sorriso
 
“Ti succhia via l'anima. E puff. Peggio che morto. Un involucro vuoto. Un guscio senza tuorlo o albume”
 
“Dieci punti a Tassorosso per la risposta esatta. E altri dieci per le belle metafore del senz'anima” e questa volta fece un sorriso normale “Ora, quelle dette da Daniel, qui, sono le informazioni più facilmente reperibili. Però, andremo più affondo nell'argomento, facendoci domande che normalmente non ci facciamo. Come ad esempio: Cosa sono esattamente i Dissennatori?”
 
Sinceramente, Daniel non se l'era mai chiesto.
 
“Insomma” continuò “Non si riproducono, non hanno sesso, sono creature con un potere incredibilmente malvagio e cosa più inquietante, non possono essere uccisi”
 
Ci furono attimi di silenzio.
 
“Ci sono varie ipotesi sulla loro nascita. Forse sono manifestazioni della cattiveria della gente. Forse sono fantasmi di persone che in vita è stata particolarmente malvagia. O forse sono demoni esiliati dall'aldilà. Ovviamente queste ipotesi non sono che ipotesi visto i Dissennatori stessi rifiutato di rispondere a domande del genere”
 
“Perchè possono comunicare?” chiese Isa, riavviandosi i capelli dietro l'orecchio.
 
“Sì” rispose “Comunicano scrivendo brevi frasi quando c'è bisogno, ma niente più dello stretto indispensabile. Ovviamente capiscono tutto quello che gli si dice, ma solitamente obbediscono solo al Ministero. Chi mi sa dire quando i Dissennatori tradi...”
 
“Due volte, durante le due guerre contro Vold...contro Colui-che-non-deve-essere-nominato, tradirono il Ministero”
 
“Bene” disse Victorie “Dieci punti a Tassorosso... ma prova ad interrompermi di nuovo e ti ritroverai a combattere Mollicci per il resto della tua vita”
 
Daniel deglutì. Senza bacchetta non poteva fare niente ai Mollicci. Forse poteva prenderli a pugni? chissà... e chissà che forma avrebbe preso il suo molliccio...?
 
“Scusi...”
 
“Bene. E come ben sapete, nonostante i due tradimenti, sono ancora a guarda di Azkaban. C'è stato un periodo in cui dopo la sconfitta definitiva di Voldermort” E Daniel sentì alcune voci, dietro di lui, sussultare “i dissennatori non vennero più usati. Purtroppo l'allora ministro Kingsley Shacklebolt si rese conto di non potevano essere lasciati liberi e né c'era modo per tenerli in qualche modo imprigionati, indi per cui, li rimandò dove potevano fare relativamente poco danno, ad Azkaban” concluse con gravità.
 
“Ora” e toccò la lavagna con la bacchetta “Copiate quello che c'è scritto: le varie ipotesi sull'origine dei dissennatori...”
 
Passarono l'ora e mezz'ora successiva a copiare le varie opinioni e ipotesi sui Dissennatori. Alla fine delle quali Daniel non si di sbilanciò in favore in nessuna delle esse. Tuttavia non era quello l'argomento di cui parlarono non appena uscirono dall'aula.
 
“Ma avete visto che forte la professoressa?” esclamò Isa “Ma avete visto ad inizio lezione come ha mandato via minacciato David?”
 
Julio annuì. “Già, sembrava essere uscita da un episodio di Charlie Angel!”
 
“Spero tanto che David si becchi quello che si merita” dichiarò Char “Ma poi... cosa gli è successo? Quel lanciare incantesimi così, quasi senza motivo...”
 
“Forse si è arrabbiato perchè avevo detto la realtà sulla sua ragazza...” disse Dan, con un sorriso enorme, mentre tutti si facevano una breve risata.
 
Si diressero tutti verso il loro dormitorio, finalmente le lezioni di quel giorno erano finite.
 
“Finalmente!” disse Julio “Libertà! Ho bisogno di succo di frutta alla pera e di vedermi con la mia morosa...”
 
“Julio!Abbiamo dei compiti da fare!” lo rimproverò Daniel “E ne abbiamo un casino! Poi anche la nuova prof ci ha dato tutte quelle pagine da fare... ma a lei la posso perdonare. Muoio dalla voglia di sapere che punizione si è beccato David Myles...Anzi, vado a farmi un giro per la scuola per vedere...”
 
“Ehi!” disse Julio “Hai appena rimproverato me! Ora che mi hai fatto venire i sensi di colpa facciamo i compiti insieme!”
Ma Daniel era già sparito dietro la porta, uscito dalla sala comune.
 
“Ehi, aspetta!” urlarono quasi in coro, Char, Isa e Julio.
 
Julio, però, provato ad alzarsi dalla poltrona dalla quale era seduto, ci rinunciò e iniziò a prendere un libro, studiando da solo.
 
Al contrario di Isa e Char che iniziarono a seguirlo.
 
L'entrata alla sala comune di Tassorosso si apriva su un corridoio sotterraneo ma i due, pur rivolgendo la teste verso sinistra e verso destra non lo videro. “Dove diavolo è andato a finire?”
 
Non era possibile. Cosa era successo? Avrà mica imparato a smaterializzarsi? No, non avrebbe potuto. Daniel gliela aveva ripetuto un paio di volte che non si poteva materializzarsi o smaterializzarsi nei confini di Hogwarts.
 
Quello lasciava spazio a sole poche opzioni... tra cui un mantello dell'invisibilità che ovviamente Daniel non aveva e non poteva permettersi, un incantesimo di disillusione, che non poteva lanciare, e, l'ultima ipotesi, forse la più probabile, le tecniche Ninja che aveva imparato quando era stato in Giappone.
 
“Dannazione a lui e alle sue tecniche Ninja! La prossima volta che lo trovo, lo prendo e lo ammazzo!” urlò Isabell, con accanto uno Char che aveva un'espressione neutra.
 
“Beh, magari voleva stare un po' solo...” e entrambi rientrarono in sala comune.
 
Ovviamente Daniel non aveva assolutamente usato tecniche Ninja. Il Giappone l'aveva visto solo in cartolina e l'unica tecnica ninja che conosceva era quella del Calcio in Culo Cinese... che non era nemmeno una tecnica ninja. Anzi, non era nemmeno Giapponese.
 
Come Isa e Char avrebbero dovuto pensare, Daniel si era rifugiato nelle vicine cucine dove aveva trovato i servizievoli elfi domestici che gli offrirono vivande di ogni tipo. Ma lui non era venuto lì per mangiare. Era venuto lì per fare Arte!
 
“Daniel!” Dal nulla, attraversando il muro, apparve il Frate Grasso, il fantasma di Tassorosso. Il Frate Grasso, come diceva il nome, ere come dire, grasso. Più grosso decisamente di Julio, con un grande pancione che sporgeva, aveva un faccione rotondo e pieno che sicuramente in vita era stato di un rosa acceso. Nonostante fosse un Fantasma, si poteva notare il colorito leggermente più acceso del naso e sulle guance. Era vestito con una tonaca che probabilmente era stata marrone. Ad Daniel aveva sempre ricordato tanto, fin troppo, il prete di Robin Hood, Fra Tuck.
 
“Frate Grasso! Alla fine sei venuto!”
 
“Beh, certo, come posso lasciare solo il mio pupillo? Nel giorno del suo compleanno, tra l'altro?”
 
“Grazie mille” Daniel stava quasi piangendo. Sì, per le dimostrazioni di amicizia aveva la lacrima facile.
 
“Bene, allora cosa vogliamo fare qui?”chiese il Frate Grasso
 
“Volevo ringraziare i miei amici. Ma non avendo soldi né incantesimi pensavo di cucinargli qualcosa da mangiare”
 
“Sai che se è davvero questa la tua intenzione non ci andrò piano, lo sai?”
 
“Sìsignore, signore” urlò Daniel, spaventando parecchi elfi domestici, mettendosi sull'attenti.
 
“Bene!” disse mentre la sua faccia rotonda assumeva una espressione determinata “Che si accendino i fuochi”
 
Come un sol uomo, gli elfi domestici risposero ai suoi ordini, accendendo fuochi e forni.
 
“Lasciate fare a me!” disse Daniel, tirandosi su le maniche e mettendosi un grembiule con su scritto sopra il suo nome che un gentile elfo domestico gli porgeva “Ora sono ca**i amari per tutti!”
 
Sinceramente, neanche lui sapeva il perchè di quella frase, visto che stava solo cucinando, senza fare del male a nessuno tra l'altro.
 
Ma, ora che ci ripensava, i ca**i amari erano per gli elfi domestici che lo aiutavano. Perchè Daniel diventava intrattabile quando cucinava. Forse era il sangue francese del suo bisnonno che lavorava come cuoco a Parigi, o forse no, ma fatto sta che Daniel sembrava un'altra persona mentre cucinava.
 
“Daniel, allora il cioccolato...”
 
“A bagnomaria, lo so!” gli urlò, già stressato
 
“E la panna...”
 
“Sì, la faccio per ultima!”
 
“Ma l'impasto...”
 
“Sì! La farina è quella giusta!”
 
“Ma erano 10 uova...”
 
“12 andranno bene ugualmente, piacciono a tutti le uova! Wonki!” urlò, nervoso, con voce imperiosa “il forno a 180 gradi, non 160! Ma è possibile che debbo fare tutto io in questa cavolo di cucina, ma non lo so...”
 
In breve la cucina si riempì di varie odori, fumi, calore e urli. Tanti urli. Il Frate Grasso gli dava le istruzioni, mentre lui, o alcuni degli elfi che accettavano di aiutarlo, cucinavano, infornavano e impastavano.
 
Al termine di tre estenuanti ore, il grosso era fatto e non rimaneva che preparare gli inviti. E guardò le varie pietanze che aveva cucinato: ne era discretamente soddisfatto.
 
“Ok, bravi tutti” esclamò Daniel, adesso calmo “Davvero bravi, complimenti! E grazie per la pazienza! Spero sia così anche per la prossima volta!”
 
Ci furono vari inchini e ampi sorrisi da parte dei vari elfi domestici e, quindi, lui fece lo stesso.
 
Chiese a Wonki di dare a Julio, Roger, Char, Xylia, Hagrid, il professor Drake e Isabell un fogliettino che gli chiedeva di trovarsi al settimo piano della statua di “Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll” tra un'ora esatta.
 
E un'ora era poco, per fare quello che doveva fare. Forse doveva chiedere più tempo.
 
Prima di tutto doveva mandare un gufo a Stan e Sam. Poi doveva lavarsi... che era la terza volta quella giornata? C'era davvero bisogno? Chi diavolo era, il signorino Perfettini? Tra poco avrebbe anche iniziato a truccarsi, a mettersi lo smalto sulle unghie e a chiamare le persone “Tezoro” con un accento corroborante? Ma chi era il Professor De la Sand?Ok, questo gli era uscita un po' omofoba
 
Non aveva bisogno di lavarsi, per Osiride e per Ra! Si odorò le ascelle e se ne andò verso i bagni con un'espressione che sembrava dire: “Mi rassegno all'evidenza”.
 
Ovviamente non voleva incontrare i suoi amici prima del tempi, quindi non andò nel suo solito bagno.
 
Salì in Guferia dove prese in prestito dalla scuola un grosso Barbagianni grigio che usava sempre quando stava lì a scuola: lo chiamava Moonlight Knight, ma nessuno lo chiamava con il suo nome completo...
 
Lo indirizzò a Stan e Sam, chiedendogli loro la stessa cosa che aveva chiesto ai suoi amici.
 
Poi, quasi di corsa, con uno scatolone in mano, andò al settimo piano, sperava di non doversi fare un'altra doccia dopo, ne aveva abbastanza di docce, quel giorno!
 
Passò davanti all'arazzo di Barnaba: “La sala. La sala. La sala”
 
Alla terza volta apparve una porta, proprio accanto all'arazzo.
 
Daniel l'aprì e ci si trovò davanti la Sala. Era un posto segreto di Hogwats, quello, solo lui e qualche elfo domestico ne sapeva l'esistenza. Se si pensava per tre volte di fila “la sala” appariva davvero una sala.
 
La sala era appunto una sala. Ampia, pareti bianche e alcuni tavoli... effettivamente era piuttosto spoglia per essere una sala.
 
Questo gli riportò in mente del perchè aveva in mano quello scatolone. Doveva addobbare la stanza.
 
Con la solerzia che gli era solita, Dan iniziò ad abbellire la stanza. Un festone con su scritto “Buon Compleanno”... ma doveva essere lui a montarlo? Non era come augurarsi da solo quelle cose? Bah! Che importava?
 
Mise palloncini qua e là, qualche filo che penzolava da soffitto e gonfiò un Gundam grande quanto la stanza e lo attaccò al soffitto.
 
Guardò l'orologio: l'ora era quasi passata! E non aveva ancora portato su le cibarie... erano altri nove piani al piedi... non avrebbe mai fatto in tempo! Doveva sbrigarsi, doveva...
 
Un vento improvviso – un vento? In una stanza senza finestre? - mise fine ai suoi pensieri, e alle luci di quella stanza, rappresentate da delle candele.
 
Era in un buio completo. Chi o cosa era stato a spegnere...? Poi, in lontananza, vide una dozzina di ...fuochi fatui? Cosa diavolo ci facevano i fuochi fatui lì? E cosa diavo...
 
“TANTI AUGURI A TE...”
 
...Immediatamente realizzò il numero dei fuochi fatui. Erano 16.
 
“TANTI AUGURI A TE...”
 
E vide anche nelle delle ombre umane dall'aria assai famigliare illuminate dalla tenue luce delle candele.
 
“TANTI AUGURI A DANIEL”
 
Il suo volto si illuminò del solito sorriso idiota ed ebete.
 
“TANTI AUGURI A TE...”
 
I suoi occhi si bagnarono appena. Non poteva. Non poteva piangere! Erano la seconda volta che gli facevano gli auguri in quel modo. Dai, un minimo di dignità, Daniel WoodStryke! Non puoi... anzi! Non devi... assolutamente... in alcun modo...
 
“Esprimi un desiderio!!” esclamarono in coro
 
Guardò le candeline al buio e pensò al desiderio. Cosa voleva di più?... in realtà niente. Forse, quello, era uno dei momenti più felici della sua vita.
 
Ecco, eccolo il desiderio. Voleva che per almeno altre due volte, almeno fino al suo settimo anno, stessero tutti insieme.
 
Soffiò, con quel desiderio così banale eppure così bello, sperando con tutti il cuore che la semplice ricorrenza e il semplice spegnere quelle candeline potesse realizzare il suo desiderio.
 
Fu nel completo buio.
 
“BRAVO!WOW!” seguito da uno scoppio di grida ed urli più o meno in farsetto e più o meno eccitati
 
Le luci si riaccesero.
 
Davanti a lui, a reggere la torta che lui stesso aveva preparato, c'erano Julio, Char e Isabell. Dietro a loro c'erano Xylia, Roger, Sam, Stan, il professor Drake, Hagrid e il Frate Grasso.
 
Ovviamente, per quanti sforzi potesse fare, non riuscì a trattenere le lacrime. Gli occhi gli si bagnarono e si asciugò immediatamente quel paio di lacrime che gli erano cadute furtive sulle guance.
 
“Grazie, ragazzi, davvero...”
 
“Ma che ringraziare! Hai preparato la più bella torta che abbia mai visto!”
 
Daniel, preparando quella torta, aveva dato il meglio di se stesso. E quando Daniel dava il meglio di sé stesso, solitamente riusciva discretamente bene. In questo caso il suo talento come cuoco e una conoscenza della ricetta e un del sano olio di gomito si era aggiunti con il risultato di una splendida torta.
 
Sembrava uscita da una di quelle trasmissioni che sua madre amava e che lui odiava, anzi in realtà, quella in particolare non la guardava perchè l'odiava ma non la guardava perchè gli stuzzicava la sua vena culinaria.
 
E quando quello succedeva, lui doveva cucinare.
 
E se lui doveva cucinare qualcosa di complesso, diventava intrattabile e nervoso. E i suoi genitori non sopportavano così bene la sua intrattabilità come facevano gli elfi domestici di Hogwarts... in breve a casa non gli era permesso di cucinare niente di più complicato di un piatto di pasta al sugo.
 
Il programma in questione era “il boss delle torte”. E la torta che Daniel aveva preparato sembrava uscita proprio da quel programma. Alta, almeno fino alla metà di Daniel, ricoperta di panna e ripiena di strati di cioccolata, crema e panna, quella torta era era la fine di ogni dieta. La sola vista ti faceva ingrassare di tanti chili di quanti secondi la osservavi. Il solo assaggio era un biglietto di andata per il paradiso del palato. E l'inferno delle diete,ovviamente!
 
Poi, come un serpente, entrarono.
 
Gli elfi che l'avevano aiutato in cucina erano saliti fin lì, con le cose che Daniel, con il loro aiuto, aveva preparato.
 
Vestiti, come il costume di Hogwarts imponeva, con dei piccoli ma eleganti abiti bianchi neri, gli elfi entrarono e posarono le varie portate sui vari tavoli ai lati della sala.
 
Poi, dopo un leggero inchino, fecero per andarsene.
 
“Ma che fate! Rimanete anche voi! Non riusciremo a mangiarci tutta questa roba insieme!”
 
“Ma, no signore, non potremo...” dissero
 
“AVETE PREPARATO ANCHE VOI QUELLA COSA! OGGI E' IL MIO COMPLEANNO, NON FATEMI ARRABBIARE!”
 
E quelli si affrettarono a prendere un pezzo di là e un pezzo di qua, con un sorriso in faccia.
 
“E voi che state a fare? Prendete subito un pezzo di qualcosa o Julio si mangia tutto!”
 
“Ehi!” urlò Julio, con un espressione imbronciata
 
“Già! Neanche Julio riuscirebbe...” incominciò Xylia, difendendo il suo ragazzo
 
“No, non è quello” contestò Julio “Dan mi sta sottovalutando! Potrei mangiare dieci volte tanto!”
 
Tutti risero. Iniziarono a mangiare e cenare, complimentando con Dan per la sua cucina, era venuto tutto molto buono.
 
La serata fu allegra e spensierata. Si parlò. Si fecero giochi. Ci si divertì, insomma, si raccontarono storie, sopratutto quelle su Daniel, visto che era il festeggiato.
 
“E vi ricordate quando venne smistato? Penso almeno da 50 anni che non si vedeva un Testurbante...” ricordò il professor Drake, con un pezzo particolarmente grosso di torta in mano
 
“Un testa de che...?” chiese Julio, facendo finta di avere un apparecchio per l'udito
 
“Matsu...che?” gli fece eco Roger
 
“Tetsurbante” ripeté calmo “è il termine che si riferisce a tutte quelle persone a cui lo Smistamento è durato più di cinque minuti...”
 
Un coro di “Oooh...” si alzò nella sala.
 
“Essì” disse Hagrid “ L'ultima volta che lo fece fu per la Professoressa Mcgrannit... sapete, la preside precedente. E sia Hermione Granger che Neville, cioè, il professor Paciock ci misero quasi quattro minuti... E quindi...sono più di... “ Hagrid si grattò la testa “Ottanta anni che non c'era un Tetsurbante a Hogwarts...”
 
“...” ci furono alcuni secondi di silenzio “Hagrid, ma tu quanti anni hai?” chiesero tutti in coro.
 
“Suvvia ragazzi” rispose Daniel “Non sta bene chiedere l'età ad una signora!”
 
Tutti risero. Hagrid arrossì di botto sotto la barba irsuta e borbottò qualcosa tipo: “Non provarci mai più o tolgo i punti a Tassorosso”.
 
Fu solo alle undici di sera che tutti si accorsero che era tardi.
 
“Voi dovreste essere nelle vostri sale comuni!” disse il professor Drake “il coprifuoco è già scattato da un sacco di tempo! Se ci becca il Custode saranno cavoli amari per tutti...”
 
Daniel rabbrividì.
 
“Ma lei è un professore! Può tranquillamente riaccompagnarci alle nostre case senza nessuna conseguenza!”
 
“Va bene...”
 
In poco tempo si decide che Drake avrebbe accompagnato i Tassorosso, mentre Hagrid gli altri... ovvero solo Xylia, alla casa di Corvonero.
 
Dopo un bacio lungo una quaresima, Xylia li salutò sorridendo mentre precedeva Hagrid per i corridoi, trotterellando come Pippi Calzelunghe.
 
Se qualcuno oltre noi l'avesse vista così, la sua aria di Fémme Fatale sarebbe andata inevitabilmente distrutta... ma cose del genere le faceva solo quando c'era Julio.... ah, l'amour...
 
Vive dentro un miliardo di cuori e non si può più fermare...
 
Gli elfi domestici si congedano con un inchino e anche Daniel fece un inchino di ricambio, dopodiché il moro e i suoi amici, guidati dal professor Drake, si incamminano nei sotterranei, fino alle solite botti.
 
Il professore, che durante il tempo libero suonava anche la batteria, battette a tempo la marcia di Tassorosso e li fece entrare, dopo avergli augurato buonanotte.
 
Salutò il Frate Grasso (che, Dan pensò, forse si era dimenticato che da umani si suole dormire) che gli fece un sorriso e un occhiolino e sparì dietro un muro.
 
Augurò poi la buonanotte a Isa, che si diresse verso il dormitorio femminile, nonostante Donna avesse sempre sostenuto che in realtà Isabell fosse un mago potentissimo per poter ingannare addirittura il sensore che non faceva passare i maschi... Dopo questo, ovviamente, si era beccata un pugno sul naso dalla rossa.
 
Vennero beccati dal professore di Trasfigurazione, Merv Johnson, mentre Isa dava quel fatidico pugno in faccia a Donna. A lei e a Dan, che la stava trattenendo, vennero prenotati per una settimana a disincrostare calderoni senza magia.
 
Non che lui potesse fare altrimenti, eh! E quando Isa aveva provato a protestare con il professore sul fatto che Daniel non c'entrasse niente, lo stesso Daniel l'aveva bloccata, pestandole un piede e una premendo una mano sopra la bocca di lei.
 
Quando gli chiese il perchè, lui le rispose semplicemente che sarebbe stato davvero frustante fare una cosa del genere da soli, mentre in due potevano almeno alleggerire la tensione con qualche battuta. Poi aggiunse anche il fatto che lei era un disastro con i lavori casalinghi e che lui, Daniel Woodstryke, in quanto provetto pozionista, aveva il dovere di mantenere intatto ogni calderone del mondo dalle mani di Isabell che, secondo lui, portavano “Morte e Distruzione” qualunque cosa facesse. Quel giorno lei non aveva smesso di chiamarlo stupido.
 
Salutò anche Roger, diretto al dormitorio di quelli del settimo anno, e si avviò con Char e Julio verso i loro letti.
 
Dan e Julio si cambiarono in fretta e si stesero sul letto, mentre Char, come ogni dannata notte, si chiuse nelle tendine del suo letto per cambiarsi, distogliendo lo sguardo imbarazzato quando lui e Julio avevano iniziato a cambiarsi.
 
Aveva provato varie volte a chiedergli del perchè di tutto questo, ma lui ogni volta era evasivo e se ne usciva con una scusa come : “Non ci posso fare io se mi vergogno, non ci sono abituato”. Ma dopo 5 anni quella scusa sembrava non reggere più...
 
Si buttò sul suo letto, ripensando alla giornata appena trascorsa. Era stata intensa, in modi differenti da quella ieri.
 
Tuttavia... no, non aveva davvero la voglia di ripensarci. Questo avrebbe portato magari a pensieri spiacevoli e magari ad incubi. Domani ci sarebbero state pozioni e incantesimi... e non era il caso di arrivare lì ancora più stanco più di quanto non fosse già...
 
Qualcosa di piacevole a cui pensare prima di dormire?...ah, i compiti! L'avevano caricato, non è vero? Anche Derick non c'era andato piano, vero? No! Aveva detto cose piacevoli! I compiti non sono cose piacevoli...
 
E, mentre sentiva una canzone che uscita dal Walk-man di Julio che parlava di far casino nella giungla, Daniel si addormentò.
 
“E allora c'erano questi enormi fogli di carta, erano dieci volte tanto me! E io sapevo che dovevo riempirli tutti!”
 
“L'incubo di ogni studente, direi”
 
“Poi, proprio mentre iniziavo a prendere in mano la penna, i fogli mi circondano e fanno calotta su di me. Poi vedo come se qualcuno disegnasse sopra quei fogli, ma un disegno dannatamente realistico. Una foresta. Ecco cosa si stava disegnando sui fogli e dove mi ritrovai. Era una foresta pluviale, di quelle che si trovano in sud America, avete presente? Lì c'era qualcuno che assomigliava molto a Voi-sapete-chi che suonava con i Red hot chill peppers qualcosa che non riuscivo a sentire. Poi,ad un certo punto uno dei Red Hot, in particolare il chitarrista ha porso un calice a Voi-sapete-chi e ne estrae un foglietto di carta. Quindi, lui legge il fogliettino, mi guarda negli occhi, e con voce sibilante mi dice: “Rubeusssssss Hagrid!” e poi mi sveglio.”
 
“Ma che razza di sogno...”
 
Erano in Sala Grande, la mattina dopo. Stavano facendo colazione. Dan stava raccontando a Char, Julio e Isabell il sogno che aveva fatto quella notte. Niente di traumatizzante, per carità, ne aveva fatti di più strani.
 
“Freud avrebbe tanto di quel lavoro da fare con te...” commentò distrattamente Isa, mettendosi una cucchiaio di Porrigde in bocca.
 
“Beh, non c'è bisogno di scomodare Freud. I fogli sono i compiti che devo fare... la Giungla c'entra con la canzone che ascoltava Julio... e credo c'entrino con la musica di Julio anche i Red Hot e Colui-che-non-deve-essere-nominato... vi ricordate, quella canzone? The one who must be nominated?”
 
“E il calice...?” chiese Char
 
“Ah, non ne ho idea”
 
“Sicuramente un simbolo fal...” ma si interruppe. Isabell arrossì violentemente e finì il suo porridge con due poderose cucchiaiate “Sbrighiamoci! Tra poco abbiamo doppie Pozioni con i Serpeverde!”
 
“E sono così ansioso di vedere i Serpeverde...” ghignò Dan “Voglio vedere Taylor che fine ha fatto. Non oso immaginare come il preside McPower potrebbe averlo punito...”
 
Trascinati dalla più o meno instancabile Isabell, che gli ripetette più volte se volesse ripetere la figuraccia di ieri a Trasfigurazione, arrivarono al primo piano, dove c'era l'aula di pozioni.
 
C'erano già alcuni ragazzi fuori dall'aula ad attendere che la lezione iniziasse: loro si misero lì fuori a chiacchierare.
 
“Vedi? Siamo addirittura in anticipo!” era Daniel a lamentarsi “E io non ho neanche finito la mia colazione, per seguirti! Ma non so io, sei proprio una donna che non fa finire le colazioni....”
 
“Ma che insulto è donna che non fa finire le colazioni?”
 
Isabell non lo seppe mai. Ancora prima che nel corridoio squillasse la dolce voce della professoressa Esperanza augurando loro “Buongiorno!”, le teste di molti maschi si girarono si girarono.
 
Tra le teste di maschi che non si girarono c'erano quelle di Julio, Char e Daniel.
 
I biondi capelli volteggiarono nel corridoio, il sorriso smagliante mise in vista i denti perfettamente bianchi. Il fisico dalle curve mozzafiato, che pur si notavano sotto le spesse vesti da strega e gli occhi azzurri cielo che sembravano magnetici, la facevano l'idolo di tutti gli studenti maschi della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
 
Nella stessa misura in cui si era guadagnata l'amore incondizionato di quasi tutto il genere maschile di Hogwarts, allo stesso modo aveva l'astio di quasi tutto il genere femminile.
 
Voci, che Dan riteneva abbastanza veritiere, dicevano che in lei scorreva sangue di Veela.
 
Tuttavia, né lui né Char né Julio ne subivano gli effetti. Per Dan era normale e Char era normale, mentre Julio aveva avuto la stessa reazione del resto della classe fino ad un anno fa... e aveva smesso nel bel mezzo dell'anno scorso.
 
Dan, Char e Isabell erano concordi nel ricordare che il periodo corrispondeva al momento in cui Julio aveva iniziato a fare gli occhi dolci ad una certa ragazza al tavolo di Corvonero.
 
Indi per cui erano arrivati alla conclusione che le persone pazzamente innamorate erano quasi immuni al fascino esercitato dalle Veela.
 
Char aveva avanzato anche un'altra opzione sul perchè lui ed Daniel fossero immuni al fascino Veela senza essere palesemente innamorati di nessuno: secondo il biondo c'erano persone che naturalmente erano resistenti a cose del genere. Fortuna volle che sia Char che Daniel avessero questa predisposizione.
 
Daniel si riteneva oltremodo fortunato: non sapeva perchè, ma era maledettamente sicuro che questa sua qualità gli avesse evitato cinque anni di piedi pestati e di “stupido!” durante l'orario di pozioni.
 
Dai, non poteva sempre essere sfortunato, no? Qualcosa bene doveva andargli... come non detto.
 
Daniel, muovendosi, era inciampato in una mattonella fantasma (Quella che tutti, tranne lui, schivavano d'istinto), e cadde per terra. Riuscì a mettere le mani davanti a lui per evitare di sbattere il suo brutto grugno per terra, ma proprio nel momento in cui credeva che il peggio era passato, arrivò il carico da novanta.
 
In questo caso in particolare corrispondeva ad un calderone.
 
UN CALDERONE.
 
Quanto cavolo di possibilità c'erano che... UN CALDERONE gli cadesse in testa e gli facesse sbattere la faccia contro il pavimento?
 
PRATICAMENTE NESSUNA!
 
Ma lui aveva questa particolare capacità di far diventare “Possibile L'Impossibile”... bella roba! Bella roba davvero!
 
“AHAAHAH! DANIEL STUPIDELLO SE NE VA PER IL CASTELLO E IL CALDERONE IN FACCIA PRENDERA'! AHAHAHAHAAH!”
 
Daniel riconobbe all'istante quella voce.
 
“PIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIXXXXXXXXXXXX!”
 
Si alzò in piedi, incurante del dolore e agitò un pugno di direzione della voce, che andava scomparendo dietro un angolo del corridoio.
 
“TI UCCIDERO'! TI ESORCIZZERO'! ESTRARRO' OGNI SINGOLO FRAMMENTO DI ECTOPLASMA DA QUEL TUO CORPO DI FANTASMA!” urlò Dan, senza un minimo di ritegno.
 
Quel piccolo... stupido... idiota... figlio di... che aspetti soltanto che nel mondo dei babbani inventino lo Zaino Protonico. Allora si che ne avrebbe visto delle belle!
 
“Daniel stai calmo!” gli disse Char mettendo una mano sulla spalla “Abbiamo lezione!”
 
“Già, mio pozionista” la dolce voce della professoressa Esperanza “Calmati o non riuscirai a fare con la solita calma la lezione di pozioni”
 
La rabbia che aveva nel petto, instancabile e implacabile, si materializzò sulla tua spalla nella dimensione di un Daniel più piccolo con le ali e la coda da pipistrello.
 
“Falla stare zitta! Sei incazzato nero! Non si rende conto che ti sei appena preso UN DANNATO CALDERONE IN TESTA?”
 
“Daniel” a questo punto è il suo corrispondente buono a parlare “Stai calmo e ragiona. Non puoi urlare addosso alla professoressa! E' una delle poche materie in cui eccelli! Poi il resto della popolazione maschile ti ucciderebbe! E non hai bisogno di essere ucciso! Fai un respiro profondo...”
 
E respira. Cose del genere erano all'ordine del giorno per Daniel, non era vero?
 
Doveva dare ascolto al suo io buono.
 
“E poi... guarda cosa so fare!” disse il suo io buono, facendo una spaccata.
 
Ma lui non credeva che c'entrasse...
 
“No, no, è un valido argomento.” contestò il suo io diavolo
 
Ma perché i suoi io interiori si prendevano la briga di fare citazioni alle Follie dell'imperatore?
 
Era passato un millisecondo da quando la prof gli ha fatto quella domanda. Il suoi io inferiori lavorano velocemente! Non come quando si immaginava cose e persone in circostanze diverse...
 
“Ha ragione, professoressa” disse Daniel, calmo, tenendosi la testa che non gli faceva poi così male “Vedrò di urlagli dietro dopo aver finito la lezione”
 
“Bravissimo, Daniel” e gli sorride. Oh-oh. Questo gli farà guadagnare altro rancori tra i compagni di classe.
 
La professoressa aprì la porta ed entrò.
 
Cedendo il passo con garbo prima ai suoi amici, Daniel entrò nell'aula e notò che dove si metteva di solito insieme ai suoi amici, il fuoco sotto il calderone era già acceso.
 
Benedetta quella professoressa! Gli faceva sempre quella cortesia! Sin dalla seconda lezione del primo anno, ovvero da quando si era dimostrato più o meno ( togliamo il meno) di fare qualunque tipo di incantesimo.
 
Un altro motivo per cui era discretamente odiato, era il cocco della professoressa.
 
Iniziò la lezione salutandoli, mentre tutti si mettevano davanti ai calderoni e mettevano a posto di borse.
 
Continuò ricordandogli l'importanza dei G.U.F.O. E dicendo che non avrebbe accettato nessuno con meno di Oltre Ogni Previsione nel suo prossimo anno.
 
Dopo aver detto ciò sospirò profondamente.
 
“Dunque, oggi inizieremo con la Bevanda della Pace! Questa squisita bevanda mette di buon umore chi la beve! Durante le conferenze di pace e in negoziazioni ufficiali viene spesso servita prima dell'incontro in modo che le trattative finiscano per il meglio. Bene! Iniziate!”
 
E con un gesto teatrale fece girare la lavagna di 180°, sull'altro lato c'erano scritte le istruzioni. Lo pozione era insidiosa, la si doveva mescolare un certo numero di volte in senso orario e poi antiorario, poi si doveva mettere certi ingredienti, tra cui la pietra di luna, in un momento esatto durante l'ebollizione della pozione.
 
Mentre sentiva imprecare a bassa voce sia Julia che Isabell, per lui quella pozione era una passeggiata. Non era stato forse lui che, al suo terzo anno, era riuscito a mescere di nascosto la Felix Felicis al suo secondo tentativo?
 
Che poi il primo fallimento non era stato nemmeno colpa sua. Non poteva farci niente se proprio quel giorno Mirtilla Malcontenta aveva deciso di far capolino nella Sala, al settimo piano, dove la pozione era nascosta, mettendoci dentro quel poco di acqua che era bastato per mandare tutta la dannata pozione a putt... a simpatiche donnine che girano per le strade a tarda notte. O meglio che stanno in case specificatamente adibite a loro e gestite dal governo... seconda l'ultima legge del Primo Ministro Inglese.
 
Per non parlare delle conseguenze disastrose quando gli era esplosa addosso. Quel mese fu forse il più sfortunato e peggiore della sua intera vita. Poi ci aveva riprovato. E, oh, se ci aveva riprovato! Prendendo anche più precauzioni di quante ne avesse prese prima. E ci riuscì, o sì che ci riuscì! Ma... venne scoperto dal Custode e la pozione gli venne confiscata tutta. E dovette sgobbare per la prossima settimana sui corridoi a pulire, per punizione. E il giorno dopo il Custode aveva avuto quello che amava definire “Il giorno più fortunato della sua vita”.
 
Bastava fare 2+2... Per un attimo si infuriò di nuovo, ma nuovamente il suo interiore gli disse di calmarsi, e Daniel gli diede ragione.
 
Sospirò nuovamente.
 
Iniziò dunque, con la calma che gli era solita, a mescere la pozione.
 
Fischiettando iniziò, a mettere i vari ingredienti, fino a che non sentì uno scappellotto che lo colpì sulla tempia. Si girò, ma non riuscì a capire chi era stato. Il suo posto si trovava nel mezzo della via tra i banchi e l'armadio dove erano riposti gli ingredienti, quindi poteva essere stato chiunque dei ragazzi che ora stavano davanti all'armadio a prendere gli ingredienti... E non gli andava di fare la figura del moccioso, quindi lasciò stare e riprese come se non se ne fosse neanche accorto.
 
Poi sentì un altro scappellotto. Ma fece finta di nulla, come se non l'avesse nemmeno percepito. Forse se avesse fatto finta di non sentirli l'avrebbe smessa. Era forse quello il prezzo da pagare per aver ricevuto un sorriso e una lode dalla professoressa più amata della scuola?
 
Daniel sospirò di nuovo. A quanti sospiri era arrivato? Se continuava così avrebbe potuto mettere su un impresa di gonfiaggio palloni aerostatici... se aveva tanto fiato per sospirare, allora avrebbe potuto usarlo in maniera più redditizia... come anche quell'altra storia quella dello smaltimento corpi dopo una crisi zombie... basta mettere gli zombie su un tappeto mobile! Energia pulita virtualmente infinita!
 
Daniel continuò a fare la pozione, dando di tanto in tanto suggerimenti ai suoi amici senza essere visto dalla Prof.
 
Ma poi gli arrivò l'ennesimo scappellotto. Questo, mentre aveva appena finito di dare l'ultima mescolata anti-oraria... il problema è che lo scappellotto fu così forte che gli fece finire le braccia che stavano sul mestolo e la faccia dritti dritti nel calderone.
 
Daniel iniziò a espirare aria dentro la pozione, provocando alcune bollicine. CALMATI DANIEL! CALMATI DANIEL! CALMATI DANIEL!
 
Quindi, con tutta la calma che gli era permessa dalle sue lunghe meditazioni che aveva fatto per reprimere la rabbia, se ne uscì come avrebbe fatto solo un Buddha pienamente illuminato:
 
“CHI CA**O E' STATO IL FO**U*O IDIOTA?”
 
Certamente Daniel non aveva raggiunto l'illuminazione ma certamente l'avrebbe raggiunta il tizio che gli aveva dato quello scappellotto: avrebbe picchiato così tanto che si sarebbe illuminato!
 
Tutta la classe si gira verso di lui, guardandolo malissimo. E nessuno era all'armadio o abbastanza vicino a lui da poterli tirare uno scappellotto.
 
Divenne rosso come un peperone.
 
“Oh” sussurrò “Scusate”
 
E tornò sulla sua pozione, aggiungendo l'ennesimo ingrediente.
 
L'ora e mezza prevista per la pozione infine scadette e vennero tutti pregati di imbottigliare il risultato della loro pozione e di scrivere sull'etichetta il proprio nome.
 
Daniel era sicuro di aver fatto tutto perfettamente, la pozione era anche del colore descritto alla fine.
 
Poi aveva seguito la pozione alla lettera. Alla fine non c'era molta differenza tra un bravo cuoco e un bravo pozionista.
 
Mentre metteva apposta la roba, si guardò intorno e notò che Myles non era venuto a lezione e che Donna era rimasta con due sue amiche tutto il tempo. I suoi scagnozzi, Dixie e Pixie, lì, chiamati così visto che non si ricordava, né si sarebbe mai ricordato (e né aveva intenzione di farlo), i loro nomi, erano andati anche peggio del solito senza che il loro capo gli desse i soliti consigli.
 
Che gli era successo a Myles? E diavolo era stata a dargli tutti quelli scappellotti?...Sentì come se le cose fossero collegate.
 
Ma forse non lo erano. O forse sì.
 
“E ricordate, Cari, che di stilare un compendio sugli usi della pietra lunare e sugli utilizzi nelle pozioni diverse da quella della Pace! La pergamena deve essere lunga almeno 30 cm! So, che sono tanti, cucciolottini, ma fatelo per me e per il vostro futuro!”
 
“Sì, professoressa! Grazie Professoressa!” risposero in coro e ne andarono.
 
Avevano almeno tre ore prima del pranzo e la prossima lezione sarebbe stata nel pomeriggio, quindi avevano un po' di tempo libero.
 
“Beh, potremmo fare i compiti” suggerì Char “Siamo pieni”
 
“Beh, non sarebbe una cattiva idea” gli accordò Daniel “Ma sapete, adesso proprio non mi va... sto discretamente cascando dal sonno... e ho anche paura di quello che potrebbe aver combinato Myles. Avete notato che non era a lezione?”
 
“A proposito di lezione... che diavolo ti è successo? Perchè ti sei messo ad urlare?”
 
“Qualcuno continuava a tirarmi scappellotti!”
 
“Daniel” disse Char “Stavo accanto a te a pozioni, se qualcuno ti avesse tirato uno scappellotto me ne sarei accorto!”
 
“Già, anch'io” disse Julio
 
“Beh, lo stesso qui” confermò Isa
 
“...e allora proprio non me lo spiego! Ah, è vero! Che diavolo! La magia! Se c'è un incantesimo che ti fa diventare la bacchetta una forchetta – ho fatto la rima, visto che figo? - ce deve essere un altro che ti tira scappellotti a distanza! Non pensate?”
 
“A parte la rima, sono d'accordo...” commentò Julio “e tra l'altro era un cucchiaio, non una forchetta...”
 
“Vabbè, sempre lì a puntualizzare...”
 
***
 
Ok, ok scusatemi per il capitolo in cui non avviene..praticamente niente di rilevante. Scusatemi davvero. In realtà doveva essere unito con il capitolo dopo, ma visto che sarebbe venuto di una 30 di pagine, ho deciso di spezzarlo in due.
Nel prossimo capitolo, che posterò a breve, credo, inizierà a vedersi le prime avvisaglie della “parte seria” della trama. In effetti penso di aver messo troppa carne sul fuoco, tra questo, il torneo Treamghi, il Quiddich, il corso del professor Drake...
 
Quindi ci sono due alternative, o la cucino bene, oppure brucio tutto! Il mio è un po' un progetto ambizioso, e vediamo se ci riesco!XD
 
E adesso proviamo a descrivere altri 3 personaggi!
 
Sam e Stan: Sinceramente, li ho ideati insieme. Nei vari Harry Potter vengono sempre citati, sia un macchinista sia un capotreno... che non vengono mai fatti vedere Quindi decisi di farli vedere io. Fighi, vero? Sono ispirati un po' a Stalio e Olio, a Bud Spencer e Terence Hill e un po' alla “strana coppia” dove Sam è quello ordinato e Stan quello disordinato. Sono entrambi scapoli e la loro sfortuna con le donne è leggendaria. Condividono un appartamento sulla periferia di Londra e, in realtà, sono i proprietari di un importante società ferroviaria inglese... ogni tanto si divertono ad infiltrarsi tra i loro dipendenti e lavorare come macchinista e capotreni, inseguiti dalla loro vecchia e terribile segretaria, la signora Gark. Stan è appassionato di modellismo di treni, mentre Sam è un provetto cuoco. Attualmente entrambi sono alla ricerca di mogli, come i loro genitori non fanno che ricordargli, sono verso i quaranta e se non si sbrigano non li prende più nessuno! Chissà se non troveranno l'amore...
 
Loro mi piacciono un sacco! Mi diverto davvero tanto a scrivere i loro litigi improbabili! Spero di riuscire a farli apparire di più...
 
Derick Drake: In realtà è ispirato ad un mio amico, che è più o meno la copia esatta di Drake: appassionato di film americani e sembra uscito da uno di essi. L'ho praticamente preso e cambiato di contesto... anche lui mi diverte un sacco... e mi permette di fare tra lui e Julio, un infinità di citazioni che tanto amo! Bwahahaha!
 
@Fiammettablade: grazie per il commento! ma davvero è così lungo? O_o sto cercando di contenermi! Sia il prof di Difesa che quello di Babbanologia, sono dei fighi, mi piacciono un casino tutti e due. E i suoi particolari ci hai azzeccato in pieno, complimenti!XD
 
@Elizabeth_Lovegood: grazie per i commenti e i complimenti. Vedrai il prof di Babbanologia non ti deluderà... spero! Beh, io sono un Tassorosso e mi sento in dovere di portare alla ribalta questa casa così bistrattata e dimenticata!
 
@Lady_Dreamer:Grazie per il commento immenso!:) Quella di Mula come citazione mi piace un sacco, poi ho fatto la bella cosa di mischiare la versione inglese a quella italiana... perchè quella italiana fa: “E sarai, veloce come è veloce il vento! E sarai potente come un vulcano attivo!Quell'uomo sai che adesso non... sei tuuuuuuuu!” ma l'ultima parte stonava un po' e quindi ho messo la parte inglese “Mysterious like the dark side of the moooooon!” Grazie ancora per i complimenti: faccio del mio meglio per dare ad ognuno, anche ai secondari, una parvenza di personalità. I professori, in particolare, sono quelli che cerco di rendere più distintivi di tutti...con il risultato che sta uscendo una scuola di matti... Poi hai ragione sull'insulto, sinceramente sono stato indeciso fino all'ultimo se metterlo o meno, ma alla fine ho deciso di sì. Comunque non penso mi spingerò di nuovo così lontano con gli insulti, era una specie di prova, devo dire. La situazione sentimentale è tremenda lo so... anch'io, devo ammettere, non so che pesci pigliare, si è formata senza che io l'avessi prevista, conta!
 
Ok, gente, scusatemi ancora per il capitolo moscio, prometto che aggiornerò al più presto! Quindi... a... a più presto!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ilcantastorie