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Autore: Faerie Aire    02/07/2012    2 recensioni
Dorian era un dandy alla costante ricerca del bello.
Un giorno, guardando oltre il vetro d'una finestra in un salotto, circondato dallo snobismo della finta borghesia, trovò quel giovane dalle sembianze statuarie.
Martin si chiamava...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dandy

 

 

Ad Aika,
perché è dolcissima, anche se non lo sa.

 

"Non c'è niente di sano nel culto della bellezza. Esso è troppo stupendo per essere sano."

(Oscar Wilde, Intenzioni)

 

 

La sua figura predominava su tutto.
Elegante, vestito d'un nero completo, l'algida presenza di Dorian affascinava i presenti.
Era in disparte, isolato dalla borghesia che lo circondava, appoggiato ad un tavolino quasi nascosto, tuttavia non vi era sguardo che non si fosse posato su di lui.
Aveva un'aura di mistero intorno a sé, delimitata dal profumo di giglio, suo perenne compagno. Nessuno osava infrangerla avvicinandosi, timorosi che qualche meccanismo invisibile s'attivasse richiamando la sua attenzione.
Ciò che i presenti in quella sala temevano maggiormente, erano i suoi occhi. Non erano occhi normali, erano gli occhi d'un folle, d'un amante della Bellezza più pura.
Un cavaliere fedele solo al Sublime, seguace dell'arte rimasta inviolata nei secoli.
Era questo ciò che cercava, il Bello.
Dorian amava circondarsi d'arte, amava toccarla, sentirla nel profondo a tal punto che fece della sua stessa vita una serafica composizione. Mancava solo un uomo dalle sembianze statuarie per completare quell'opera d'immensa beltà.
Sapeva che l'aspettava, era lì, fugace e nobile, leggiadro come il lieve soffio della brezza mattutina.
Guardava fuori dalla vetrata dell'ampia sala, la luce del giorno gli illuminava il volto, entrava nei suoi occhi; pareva un dipinto in quel momento, una creatura fantastica, pura, intoccabile da chiunque per timore di sporcarla con l'umile vita umana.
In quei momenti, Dorian, sembrava volersi innalzare per volar via, lasciando di sé solo un vago ricordo. Eppure rimaneva lì, fermo, vincolato a quella vita, circondato dalla volgarità degli snob e dei finti borghesi.
Non poteva ancora andar per luoghi lontani, mancava una piuma alle sue ali dorate, la più bella, mancava quel corpo perfetto dalla bellezza d'altri tempi.
Era certo che in quel ricco soggiorno, non l'avrebbe mai trovato. Una bellezza pura, rimasta inviolata nei secoli, non era cosa da cercare tra nobili e snob.
Il tempo – quel saggio vecchio – la preservava negli posti più remoti, proteggendola dal mondo, concedendola solo agli osservatori più attenti.
Continuava la sua ricerca guardando il mondo oltre quelle mura riccamente decorate con i più futili degli oggetti. Aveva persino preso un binocolo da teatro che una dama, aveva lasciato sul tavolino di ciliegio. Osservava vigile ogni dettaglio della realtà popolare.
Gli pareva quasi di sentire le grida dei pescatori e dei mercanti, le narici riempirsi dell'odore acre del mare, gli occhi colmarsi del giubilo dei bambini.
E fu lì, in quel mondo a confine con l'ipocrisia borghese, che trovò la sua piuma.
Era un giovane dai capelli biondi, il fisico scurito dal sole e temprato dal duro lavoro. Negli occhi la gentile prezza degli anni gaudiosi.
Martin era il suo nome.
Leggiadre lettere che, negli anni a seguire, si sarebbero intrecciate ricordandogli la sua sconfinata malinconia.
Ma fu solo quando vide il suo volto da vicino, che si rese conto della bellezza di quel giovane uomo.
Era uscito correndo da quell'opprimente soggiorno pieno di spiriti dall'oscuro colore, il cui compito era solo quello di vociare vanamente.
Martin, con gran stupore, riconobbe in Dorian, quel dandy stravagante, l'amico di qualche tempo remoto.
Eppure, a dir la verità, i due non si erano mai incontrati. O quanto meno, non in quel tempo.
Furono pochi i gesti da lì a quel momento, l'unica certezza erano le tende di seta di quell'elegante tenuta appartenente al ricco giovane.
Di quel pomeriggio, Dorian, ricordò solamente di essersi ricongiunto con la sua piuma e, per un momento senza tempo, giurò di essere tornato nel suo mondo fatto d'antica Bellezza.
Tuttavia, in qualche posto recondito della sua mente, rimase solo il ricordo delle blande carezze di quel giorno, dell'ardore con cui quel giovane l'aveva preso, penetrando, oltre che nella carne, nella mente.
Solo qualche anno dopo, in punto di morte, quando la Nera Signora lo chiamò nel suo regno, ricordò in ogni suo dettaglio, quel crepuscolare giorno in cui Martin se ne andò.
Ricordò il suo volto su cui le rughe si erano impresse invecchiandolo, ma la cui fanciullezza ne preservava l'innocenza.
Ricordò anche il suo corpo, il torso simile ad una statua greca dalle proporzioni perfette, e la schiena nuda delimitata dalla morbida curva delle sue natiche.
La sua intera aulica figura pareva creata da uno scultore d'altri tempi, rispettando quell'antico canone elaborato da Policleto, cercando quella perfezione divina con cui avrebbe sfiorato un mondo divino.
E come una statua dall'immutabile bellezza, Dorian, ricordò sempre così quel giovane pescatore.
Non vide mai quella nobile figura vizza, né gli fu concesso di rivederla mai.
Solo il ricordo di quella carezza mancata, rimpiazzata vagamente dal lieve fumo di una sigaretta, gli fu riconosciuto.
L'attese a lungo, la carezza, ma mai arrivò.

 

***

 

Oh, che bello, siete arrivati alla fine ^^. Grazie mille per aver letto questa storia ^^.
Dunque, parliamo un po' dei dandies e di ciò che avete letto ^^.
Erroneamente, spesso, la figura del dandy viene associato allo snob, a colui che disprezza chi ha intorno, credendosi superiore. In realtà, i dandy erano e sono degli amanti della Bellezza. Fanno della loro stessa vita arte e se ne circondano ^^.
Dorian è un dandy a tutti gli effetti ^^. Si potrebbe anche pensare che il suo nome sia riferito a Dorian Gray, noto personaggio inventato da Wilde, anch'egli dandy ^^.
In realtà ho pensato al romanzo di Wilde solo dopo ^^.
Detto questo, ho cercato di darvi un'idea molto leggera dell'universo dandy, quasi un'introduzione a qualcosa che avverrà dopo ^^.
Volevo anche creare il concetto Bellezza-rovina, incarnato da Martin.
In effetti, sto pensando se fare di questa storia una piccola long, ma è ancora in fase di elaborazione ^^.
Ovviamente se mi fate sapere tramite una recensione cosa ne pensate e se vale la pena farla diventare una storia più lunga ed elaborata, ne sarei felice ^^. Tuttavia se non avete tempo non vi costringo ^^.
Concludo col dire che questa storia è nata da quest'immagine (che poi sarebbe Dorian), trovata per caso parlando con Aika, a cui ho anche dedicato la storia ^^.
Con questo vi saluto e vi mando un bacione immenso ^^.
Alla prossima ^^.

P.s il nome di Martin deriva dal martin pescatore, l'omonimo uccellino, da questo deriva anche il suo mestiere :P.

   
 
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