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Autore: Alyx    02/07/2012    8 recensioni
Al mio raggio di sole, Trich, perchè grazie a lei ho scoperto il meraviglioso mondo di Percy Jackson.
Quando ero più piccola mi ero iscritta a un corso di danza ma ero stata espulsa dopo che, mentre ero da sola nello spogliatoio, uno scomparto di armadietti aveva preso fuoco.
Poi a dodici anni mia mamma mi aveva rivelato la mia vera natura.
Avevo scoperto di essere una Semidea.
(...)
Ero ancora piccola e non presi troppo male il fatto di essere figlia di un Dio Greco.
Ok.
Diciamo che ero passata dalla fase '
Mamma, non credo più alle favole.' a quella 'Ok. Tutto questo è impossibile!', per poi passare a quella di 'Che figata! Sono figlia di un Dio leggendario!'.
  ***
-Oh, scusa. Disturbavo?
Sorrisi ironica mentre dentro di me la mandavo a fare una cosa non anatomicamente possibile.
-No figurati.- risposi, dolce come l'aceto.
Lei mi diede le spalle e tornò a parlare con Louis, mentre sbuffavo sonoramente e incrociavo le braccia al petto.
Alzai gli occhi al cielo, disgustata dalla lunghezza, se così si può ancora definire, della sua minigonna.
Forse Louis se ne accorse perché ridacchiò sotto i baffi.
Non mi sforzai di ascoltare fino a che non sentii qualcosa come -Dolcezza, a presto- e allora mi strozzai con la saliva.
Cominciai a tossire e Louis la scostò per iniziare a darmi delle pacche sulla schiena, mentre la piccola Afrodite mi fulminava con lo sguardo.
-Louis non potremmo andare a parlare da un'altra parte?- chiese acida mentre davo gli ultimi colpi di tosse.
Come se volesse davvero parlare con Louis.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Essere unMezzosangue è una faticaccia



                                                         Capitolo 13
 

                                  Scopro di avere una sosia nel passato






Non c'erano dubbi.
Da come fissava il luogo Louis capii che era il covo di Pitone.
Dai vestiti di Emily accasciati in un angolo.
Da una pallida imitazione di un altare di pietra in mezzo alla grotta.
Da delle scaglie verdastre sul terreno.
Noi ci guardammo negli occhi, sconcertati.
Certo. Che fosse il covo del mostro, non c'era dubbi.
Il problema era che non c'era nessuno.
Pitone ci aveva anticipati.
Ci aveva ingannati.
Eravamo soli.
Pitone se n'era andato.


 






-Camille?
Mi fischiavano le orecchie.
Piano piano tutta quella carica, energia, rabbia che sentivo si estinse come una fiamma sotto la pioggia.
-Camille? 
Fissavo la stanza difronte a me, come se fossi stata folgorata. 
Il mio cervello pulsava fastidiosamente.
Non era possibile.
Non poteva essere vero.
Percy mi si avvicinò, mentre Louis e Annabeth cominciavano a girare in cerca di indizi, borbottando tra loro.
-Camille?
Era la terza volta che il figlio di Poseidone mi chiamava. La sua spada era tornata nella forma di penna e gli spuntava dalla tasca dei jeans.
Vendetta, invece, era ancora tesa difronte a me, ancora pronta per attaccare.
-Camille?
Indietreggiai di qualche passo, capendo improvvisamente il nostro fallimento, fino a quando non sentii la parete ruvida contro la mia schiena.
Percy non fece in tempo ad allarmarsi e venirmi accanto che mi lasciai scivolare contro il muro fino a trovarmi rannicchiata, la testa tra le mani.
-Camille!
Louis corse da me, scansando Percy.
-L'abbiamo persa.- sussurrai più a me che agli altri. -L'abbiamo persa.
Il figlio di Atena tentò di rimettermi in piedi.
-E' colpa mia. E' colpa mia. L'abbiamo persa- ripetei.
-Camille! Alzati! E smettila di dire queste cose.
Scossi la testa. Vendetta cadde ai miei piedi, tintinnando e tornando nella sua forma di moneta.
-Dov'è, Louis?- sussurrai lentamente -Dov'è Emily? Abbiamo fallito non vedi? Tra una settimana dobbiamo essere al Campo. E non abbiamo idea di dove sia finito Pitone. Apollo non ci aiuterà. Siamo solo dei ragazzini. Abbiamo perso.- terminai allontanandomi dalla sua presa.
Ma lui mi afferrò il braccio, tirandomi verso di se'.
-No! Non dirlo! Non pensarlo nemmeno! Dov'è finita la Camille di cui...- si interruppe bruscamente per un attimo come se si fosse accorto di essersi spinto troppo oltre. Ma fu solo un attimo. -...di cui mi fido ciecamente?
Improvvisamente mi sentivo vuota. Svuotata di tutte le mie emozioni. Scossi la testa. Poi, presa la moneta da terra e girando sui tacchi, uscii di lì.
Mentre giravo l'angolo oltre al peso dello sguardo di Louis sulla mia schiena, il ricordo delle parole di Harry mi spezzò.
-Mi dispiace Harry.- sussurrai al vuoto, gli occhi troppo lucidi, ancora una volta. -Mi dispiace. Non sono stata abbastanza. Non sono stata all'altezza.
Quasi mi parve di sentirlo sospirare e andarsene da me, deluso e arrabbiato.



Quando fui fuori, la luce del giorno mi accecò.
Mi portai una mano sugli occhi che lacrimavano.
Non mi fermai al furgone ma cominciai a camminare senza una meta precisa.
Tentai di scorgere qualche traccia ma il terreno era troppo arido e non scorsi orme di nessun tipo.
Dopo un tempo che mi parve infinito mi lasciai cadere su un sasso esasperata.
Mi misi le mani nei capelli, chiudendo gli occhi.
-Camille.
Mi alzai di scatto, prendendo Vendetta.
Ma le mani mi tremarono e la moneta cadde e rotolò lontano da me.
Quasi mi parve di sentirla appoggiarsi nella polvere dopo aver girato su se stessa per qualche secondo.
Mi girai verso la voce.
Apparteneva ad una bambina, una ragazzina di circa 12 anni.
Aveva i capelli ramati intrecciati e gli occhi grigi come la luna.
Un arco d'argento le pendeva al fianco.
L'avevo vista pochissime volte, veniva raramente al Campo, ma ero quasi sicura che fosse lei.
-Divina Artemide?
Mi guardò, poi improvvisamente mi sorrise con nostalgia, come se avessi fatto qualcosa di cui mi ero dimenticata. Qualcosa di bello.
-Ciao Camille.
Mi venne vicino e mi si sedette di fronte.
-Che cosa ci fa qui?- chiesi sorpresa.
-Ti devo parlare.
-È qui per suo fratello, vero? 
Lei annuì con un cenno impercettibile del capo.
Strinsi involontariamente i pugni.
Ero più arrabbiata con Apollo di quanto volessi credere.
E delusa. Terribilmente delusa.
-So come ti senti.
-No che non lo sa.- parlai forse senza pensare.
Ma d'altra parte erano fratelli, no? Ci si difende sempre quando si fa parte della stessa famiglia.
-Camille, non puoi sapere...
-È suo fratello.- le dissi, esprimendo a voce alta i miei pensieri. -È ovvio che venga qui a difenderlo. 
-Non sono qui per questo.
Incassai il colpo in silenzio.
-Perchè allora?
La dea sospirò.
-Apollo ha fatto e fa, molti sbagli. Spesso agisce senza pensare. Per soddisfare i propri desideri, senza contare quelli degli altri. Avrà anche milioni di anni, ma rimane comunque un bambino. Non crescerà mai.
Mi stupì molto questo discorso.
-Ma è mia amica.- pigolai. -Emily. È mia amica. 
Artemide sospirò ancora.
-Tutti amiamo qualcuno. O qualcosa. Il nostro cuore ci guida sempre. Ci porta sempre a difendere ciò che più amiamo.
Come prima mi sembrò che mi stesse sfuggendo qualcosa. Mi sembrava che la dea stesse alludendo a qualcosa, qualcosa che chiaramente mi sfuggiva.
-Temo di non capire...
Artemide sospirò.
-Apollo è più umano di quanto pensi, Camille. Commette degli errori.
-Perchè non glielo dice, allora?
-Pensi che io non ci abbia provato? Lui è così. Da tremila anni. 
-Non mi è d'aiuto, divina Artemide.
Mi fissò.
-Camille. Devi cavartela da sola. Combattere per ciò che ami. Contare sulle tue proprie forze. E non arrenderti mai. 
Non capivo, maledizione.
Non capivo perchè parlasse così.
Così, con quell'aria malinconica.
Come se avesse già fatto quel discorso.
Come se l'avesse già fatto, a me.
-Emily è una delle cose più belle della mia vita. Non permetterò a nessuno di rubarmela.
A quel punto, alla ragazzina di fronte a me, luccicarono gli occhi.
Le sue labbra sottili si stesero in un sorriso malinconico, senza smettere di guardarmi tra il fiero e il nostalgico.
-Le somigli così tanto...- disse in un soffio, tanto che feci quasi fatica a sentire.
-A chi?- chiesi piano, ipnotizzata da quell'estasi in cui era entrata Artemide.
-A Camilla. Le somigli così tanto.- ripeté lei.
Camilla.
Quel nome non mi diceva niente.
Solo che era il mio omonimo in italiano, latino, quel che è.
Non feci in tempo a chiederle spiegazioni che la dea cominciò a parlare, presa dai ricordi, l'emozione che le aleggiava intorno come un aura.
-Era una giovane regina, nelle terre del Lazio. Ma prima di essere regina era una combattente. Una guerriera. E una Cacciatrice. Mi era devota come poche ho mai visto in tutta la mia lunga esistenza.
Amava tutto ciò che apparteneva al mio mondo, a quello di Pan, la natura e gli animali, ma sopratutto amava con tutta se stessa la sua patria. E quando il giovane Enea arrivò nel suo territorio...
Seguii la storia, ipnotizzata, chiedendomi se fosse quel Enea di cui stava parlando, ma non ebbi il cuore di interromperla per chiederlo.
La dea sospirò come se le costasse continuare.
-...Quando lui arrivò, fu guerra. Guerra contro il suo paese. La sua patria. E lei è stata sciocca. Ha perso di vista l'ampia visuale della battaglia, come non avrebbe mai fatto, per vedetta personale contro il guerriero Cloreo. E non si è accorta di Arunte che si preparava a colpirla. E sai chi ha invocato, a chi a chiesto aiuto il suo assassino? A mio fratello, Camille. Arunte, grazie all'aiuto di Apollo, l'ha uccisa. Apollo ha ucciso Camilla. Apollo mi ha tradita, mio fratello. Ha fatto cadere la mia più preziosa e valorosa compagna, e amica. 
Ci fu un momento di silenzio in cui quelle parole mi pesarono sulle spalle come macigni.
-Ma non è questo che conta. - riprese Artemide. - Tu sei così simile a Camilla, per un altro semplice motivo.
La mia giovane guerriera ha sacrificato se' stessa, ha dato la vita, per la sua patria. Per ciò che amava. Non ha mai dubitato, non ha mai smesso di tentare, di sperare, di arrivare alla fine di quella guerra da vincitrice. Ha messo davanti a tutto il suo desiderio più grande. Il suo amore. 
E anche se siete in diverse circostanze, in diverse epoche, siete così simili. Perchè sapete per chi combattere. Sapete cosa conta alla fine. E cosa di cui si può fare a meno.
La dea terminò la sua storia con gli occhi lucidi ma con orgoglio.
-Divina Artemide io...
Lei alzò una mano e piegò la testa di lato. 
-Non scusarti, Camille. Non scusarti. Non è nella tua natura. Tu sei nata per combattere. Non per parlare.
Annuii con un cenno del capo.
Mi guardai intorno, poi, leggermente imbarazzata, boccheggiando per trovare la forza per parlare.
-Mi dica solo un'ultima cosa, Divina Artemide.
La dea piegò leggermente il capo in avanti.
-Mi dica. Emily... Emily voleva...?
La dea annuì. -Sì, Camille. Emily è venuta a chiedermi cosa fosse necessario per diventare una Cacciatrice.- disse con voce grave, non adatta alla ragazzina di cui portava le sembianze. -Ed è stata molto vicina a diventarlo. Ma poi, si è accorta che non poteva andare avanti senza il suo amico, Louis. E sopratutto senza la speranza che un certo ragazzino si accorgesse di lei...
Parlava di Harry.
Harry che senza accorgersene, era stato più utile di me. Più utile persino di Louis.
Perché Harry era diventato il suo obbiettivo, da un po' di tempo. La sua speranza. E forse alla fine, sparendo, era riuscita ad attirare definitivamente la sua attenzione.
Artemide si alzò, sistemandosi meglio la faretra sulle spalle e l'arco sottobraccio.
-Ti saluto, ragazza.
Mi affrettai ad imitarla.
-Grazie Divina...
Mi interruppe, e sorrise.
-Torna dai tuoi amici, e soprattutto dal tuo... amico speciale.
Arrossii. Artemide sapeva che io e Louis ci eravamo baciati? Aveva visto tutto? Gli Dèi potevano farlo?
Borbottai un ringraziamento, gli occhi bassi.
-E buona fortuna, Camilla.
Alzai di scatto lo sguardo ma lei era già sparita.
Mi guardai intorno, cercando la dea.
Quando mi resi conto che era troppo tardi, presi a fissarmi le mani che tormentavo tra di loro.
Mi aveva chiamata Camilla.






Angolo dell'Autrice:-oggi mi va il verde :)
BENEEEE!
Ciao mondo! :)
Allora domani parto per il mare e come vi avevo già detto non potrò pubblicare normalmente.
Non vi prometto niente ma spero di riuscirci comuque.
Per qualsiasi altra cosa però ci sono, mi collegherò dall'iPad tutte le sere per rimanere collegata col mondo :)

Alloooora, ecco il capitolo.
Come vi avevo già detto la scorsa volta sono particolarmente contenta di questo.
Non c'è niente di che come azione, o battaglie, o svolgimenti importanti ma, quest'anno, come avrete capito ho fatto a scuola l'Eneide e ho scoperto, con mio grande stupore di qusta Camilla, una ragazza combattente.
Me ne sono innamorata e ho voluto assolutamente fare questo collegamento tra le due.
Spero di non avervi annoiate. 


Che dire? 
Novità?
Mio fratello scambia il mio cane con Zayn Malik, ho litigato come al solito con l'editor perchè lui mi odia e sono di fretta, e ho scoperto da poco che a Firenze ci sarà a settembre un Flash Mob in onore dei One Direction e sono al settimo cielo
Lo so, non ve ne frega  un accipicchia, ma avevo voglia di dirlo a qualcuno xD

Ringrazio come al solito le recensioni, 7 questa volta :). The_Owl_99, Trich, Aryelle, Dafne Rheb Ariadne, mnemosines, AleJackson e JupiterEj.

Grazie grazie grazie a tutte! 
Vi voglio bene!
Grazie ovviamente a chi segue, legge e le 10 preferite.
Grazie mille!!!

A presto!
Un bacione e buon proseguimento di Vacanze e buon inizio per chi ha appena finito gli esami! Auguroni!
Alice :)



 
   
 
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