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Autore: Sara Scrive    03/07/2012    3 recensioni
"Non ho mai voluto cambiare città, stavo cosi bene a Roma, ma mi sono dovuta ricredere... Los Angeles non è poi così tanto male!"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.Arrivo
 
Era una bella mattinata, anzi era la mia ultima bella mattinata qui a Roma… tra qualche ora io e la mia famiglia ci saremmo dovuti trasferire a Los Angeles , più precisamente nel quartiere di Beverly Hills… 
Dovrei essere felice per mio padre che ha guadagnato abbastanza con la sua Agenzia di viaggi tra Italia e Stati Uniti, da potersi permettere di trasferire la sede in L. A . (cosi viene chiamata la città) e trasferire quindi tutta la famiglia con lui…
Lati positivi? Be ce ne sono tanti, ad esempio qui ci vivono tante “star”, non che me ne importi nulla visto che sono tutti scorbutici e sempre sulla difensiva, e anche li c’è il sole 
Lati negativi, invece, non vedrò i miei amici
Ho dovuto fare un corso avanzato di inglese per poter comunicare almeno con le persone che incontro, e per essere in grado di fare la spesa e frequentare le lezioni di scuola 
La scuola…Il mio incubo.. sarà veramente difficile potersi adattare a un nuovo ambiente , soprattutto essendo di un altro paese 
Non so neanche come reagiranno i miei compagni, se riuscirò a fare amicizia con qualcuno.
Iniziare il primo quadrimestre, sarà certo più semplice di frequentare le lezioni a scuola già iniziata, Avrei avuto un po’ di tempo per adattarmi.
Mi incuriosiva parecchio il futuro, di cui non conoscevo nulla .
So solo che nella mia famiglia chi soffrirà di più per questo trasferimento sarò io!
Sono sempre stata attaccata al mio quartiere e separarmene proprio adesso non mi va giù neanche un po’.
Di sicuro quello che mi mancherà di più sarà la pizza, sembra stupido ma è come una droga per me: pizza today, pizza tomorrow, pizza forever! 
Avevo discusso spesso con i miei genitori a riguardo, cercavo alternative  ma niente da fare! 
Avevo cercato di spiegargli che avrei potuto rimanere a casa dai nonni o da qualche amica che si era dimostrata disponibile.. ma si concludeva tutto con < Non sei maggiorenne! Non puoi decidere tu e quindi farai come diciamo noi. Chiaro? >
Ero molto in conflitto con loro per questo, a volte pensavo “Ma perché io? ”, dovevo farmene una ragione… 
Cercavo di convincermi pensando che magari mi sarei divertita, mi sarebbe piaciuto stare a Beverly Hills.
Tutti i miei amici mi avevano salutato incoraggiandomi < Vedrai, starai bene ! Mandaci una cartolina! > io sorridevo, ma in realtà ero triste come a un funerale…
< Ricordati di noi! > aveva anche aggiunto, scherzando, la mia migliore amica, Francesca, ma sapeva anche lei, che  recitare non era il suo forte e vedere che era triste mi faceva stare peggio…
Ieri sera, ero un cadavere che vagava per le stanze in cerca di un buon motivo per convincere all’ultimo minuto i miei genitori, a lasciarmi rimanere… 
Ma non avevo idee… Cosi mi ero addormentata piangendo…
Indossavo  dei Jeans corti  e le miei immancabili scarpe da ginnastica della Nike… avevo una  maglietta a maniche corte  bianca  con scritto “I love Italy ” e dietro c’era scritto “La mia casa è qui” e c’era il disegno del Colosseo, era il mio gesto di “addio”
< Sara, sbrigati , le valigie sono in macchina… prendi la bambola  di tua sorella che ha scordato in camera >Mi interruppe  una voce mentre ero immersa nei miei pensieri 
< Si,mamma >
Stavo partendo…tra qualche minuto saremmo stati sull’aereo. Non potevo crederci.
Quello che dovevamo fare noi, era soltanto fare l’ultimo viaggio… portare le ultime cose e trasferirci definitivamente
La casa era mezza vuota, c’era qualche mobile qua e là ma la maggior parte delle “decorazioni” erano già state  trasferite nell’altra casa 
Corsi a prendere la bambola Barbie di Ilaria ,la mia sorellina di 2 anni,Salutai anche la sua camera…
Appena uscii di casa, in giardino, mia madre chiuse la porta dietro di me  e insieme entrammo in macchina.
< Che bello ! siete contenti di lasciare Roma? > chiesi ironicamente
< Smettila di fare cosi, se ti risento prenderò seri provvedimenti > Mi ammonì mio padre, che era stufo delle mie incessanti proteste.
< Sai che paura… > aggiunsi sottovoce, per non farmi sentire.. ma mia madre ci riuscii lo stesso e  mi incenerì con lo sguardo dallo specchietto retrovisore.
A Roma c’erano 29 gradi o forse di più, il cielo era blu, terso e perfetto, non che Los Angeles fosse da meno.
Mi avevano già iscritto ad una scuola:la Beverly Hills High School era un liceo prestigioso, a confronto  quello dove andavo io sarebbe sbiancato.
C’era di tutto: dalla biblioteca alla piscina, ovviamente avevano prezzi altissimi, ma mio padre poteva a permetterselo. 
Il percorso da fare non  è molto lungo, tredici minuti di autobus, solo 2 fermate.
La scuola finisce  alle 14 e non bisogna andarci il sabato. 
Arrivati all’aeroporto di Fiumicino, dovemmo aspettare 15 minuti prima di fare il Check in e prendere posto sull’aereo.
Come al solito c’era sempre molta fila, la gente non si sbrigava, ogni volta che era il loro turno le persone perdevano tempo con domande, richieste e altro…
Sembrava lo facessero apposta!
Erano esattamente le 9.20.
Salimmo sull’aereo e  allacciamo le cinture di sicurezza
Stavamo per decollare
 
Quando capii che stavamo prendendo il volo, mi scese una lacrima che mi rigò la guancia
Salutai dal mio finestrino le case che man mano si facevano sempre più piccole
< Ciao Roma, ci rivedremo presto… >Dissi
Ero davvero giù di morale!Sembrava un addio per sempre
Ma sapevo che ci sarebbe stata un’altra occasione per Tornare a casa 
Accesi il mio Mp3 e cominciai ad ascoltare un po’ musica.
Di solito la gente nei momenti tristi ascolta musica deprimente, io invece, preferisco ascoltare qualcosa che mi dia la carica per affrontare i miei problemi…
Rimasi a riflettere sugli anni passati, su quelli che dovevano ancora venire
Pensavo sempre a le persone che avrei incontrato li, Gli americani mi sono sempre stati molto simpatici: Sempre  a ridere e scherzare, ma sono molto seri e professionali nel loro lavoro…
Negli U.S.A. inoltre ci sono molte possibilità di lavorare e di farsi un futuro 
Magari mi sarei trovata un lavoro li 
Avrei fatto l’avvocato? Chi lo sa? E pure io ci speravo perché è il lavoro che sogno da fare sin da quando ero una bambina
Dopo un po’ la musica s’interruppe, presi il lettore e vidi che la batteria era scarica.
Perfetto! Non potevo ascoltare la musica, non potevo neanche leggere perché sennò mi sarei sentita male
Non sapevo che fare.. non avevo neanche sonno
Mi guardai attorno. 
Le persone dormivano  o chiacchieravano fra di loro…
Mia sorella , come al solito dormiva, e i miei genitori si facevano i fatti loro nei sedili davanti!
Le hostess passavano ogni tanto a chiedere se avevi bisogno di qualcosa … ma io rispondevo sempre che non volevo nulla
Il  viaggio  durò 13 ore circa   ma a me  sembrò molto  di  più  visto che mi stavo annoiando a morte.
Non c’era nulla da fare!
La steward annuncio di allacciare bene le cinture di  sicurezza : stavamo per atterrare.
L’orologio dell’aereo segnava le 15 e un quarto,  tenendo conto del fuso -8 rispetto a quello italiano.
Meno male che  il volo era finito, un altro minuto e mi sarei messa ad urlare.. tanto per fare qualcosa…
Il L.A.X.( Los Angeles International Airport) era affollatissimo pieno di persone di ogni nazionalità che camminavano in tutte le direzioni dicendo parole quasi incomprensibili .. per me…
105 South Bedford Drive, Beverly Hills, era l’indirizzo della nuova casa.
Prendemmo un taxi e arrivammo dopo 20 minuti circa.
Io intanto contavo i numeri civici: < 103, 104, 105… >
< Eccolo!  > esclamò mio padre.
L’auto si fermò davanti ad un incrocio, poi mio padre si fece aiutare a far scendere le valigie e insieme entrammo nella stradina privata che portava davanti ad un grande cortile.
 Mi fermai, non sapendo dove andare, perché c’erano molte entrate e i palazzi erano tutti uguali .
< dove si va?  > Chiesi e mia madre 
Lei si limitò a precedermi e a proseguire dritta in direzione del palazzo di fronte a noi.
Abitavamo al 2 piano… 
il nostro appartamento era molto grande, c’erano tre camere da letto molto spaziose, una cucina, e 3 bagni e un salone. La cucina e il salone erano praticamente una stanza intera solo che era divisa da una  piccola parte di muro , che partiva dal corridoio.
I miei genitori avevano una camera all’inizio del corridoio, dopo il bagno per gli ospiti, che aveva la porta  di fronte a quella di mia sorella. 
Nella loro stanza avevano un bagno privato piccolino.
La  mia camera era in fondo al corridoio: aveva una finestra che si affacciava sulla strada sotto casa e un grande armadio era contro la parete opposta al mio letto enorme.
Anche io avevo un bagno in camera, si trovava tra il letto e la finestra.   
La casa era arredata  benissimo,  il  pavimento  era  in  parquet  e  invece le pareti erano color panna.
La casa era completa di tutto: televisore al plasma in salone, frigorifero maxi in cucina e il computer che avevo sempre desiderato era in camera mia, su una scrivania  ad aspettarmi.
In più nella mia stanza c’era una Tv con la presa per la mia PS2 !! 
So che sembra strano ma io adoro la Play Station!
< Allora che ve ne pare? > chiese mio padre speranzoso mentre sistemavamo le cose.
< Perfetta!  > disse mia madre
< La mia stanza è ok…. > dissi, anche se volevo rispondere diversamente, però dovevo ammettere che mi piaceva…
Una delle qualità che i miei genitori non hanno è che non sono capaci di farsi i fatti loro…
 ogni 5 minuti mi facevano domande stupide come al solito, e io non potevo disfarmi in santa pace le valigie.
Li era giorno, ed io mi sarei voluta godere la giornata, ma cominciavo a chiudere gli occhi, e dormivo in piedi da sola… 
“Gli effetti del fuso orario” pensai mentre cominciavo a sdraiarmi sul letto..
Per un po’ dimenticai i lati negativi.. ero troppo contenta, stavo iniziando una nuova vita,migliore di quanto mi aspettassi.
Passavano i giorni, per quanto mi sembrava strano riuscivo ad abituarmi a questa nuova routine: la mattina mi alzavo  presto presto perché ho l’abitudine di fare Jogging, tornavo a casa stavo con mia sorella mentre i miei genitori andavano al loro nuovo lavoro .
Non uscivo granché solo  per fare la spesa , correre e fare qualcos’altro ma erano poche le volte in cui uscivo di casa senza fare niente..
Era settembre e mancava poco all’inizio della scuola, ci ero stata spesso per vederla fuori, dall’esterno…
Il mio primo giorno? Non so come descriverlo, è stato un inferno o poteva andare di peggio?.
Quella mattina mi sveglia prestissimo e mi preparai più in fretta del solito,  non volevo arrivare tardi ed era meglio se cominciavo a imparare bene i luoghi per non arrivare Tardi alle lezioni…
 Mi fermai in segreteria, la signorina mi consegnò un foglio da far firmare ai miei professori  che dovevo riconsegnare al termine della giornata.
Era un  po’ difficile  capire  al  volo  le  indicazioni per arrivare in ogni  aula  e  la  maggior parte  degli  studenti   mi  fissava  e  rideva,  ma   per fortuna c’era qualcuno  che  si  presentava (anche se resettavo subito il suo nome ) e cercava di parlare piano per  farmi capire  bene  tutto quello che diceva. 
Uno dei nomi che mi ricordai fu quello  di   Angela:  era una ragazza bassina ,  con i capelli neri e gli occhi marroni,  si  era  dimostrata  molto  gentile nei miei confronti.
Non era molto chiacchierona, ma non era neanche molto timida.
Per fortuna la incontrai alla seconda ora perché stavo andando nel panico:
< Hi! I’m  Angela. You’re Sara, right? >
< Yes, i’m Sara. >Risposi
< Nice to meet You! > Mi tese la mano e la strinsi mano rispondendo < Il piacere è mio >
< Sei nuova? >
< Si… > riposi guardando la piantina della scuola
< Can i Help you? >  mi chiese.
< Oh yes! Thanks. I need it so much! >
< What’s your first lessons? >
< Trigonometria > risposi
Mi accompagnò nell’edificio 5  e cercai di memorizzare il percorso da fare.
Invece di andarsene, entrò con me  e mi fece sedere vicino a lei.
< Ho letto il tuo orario, alla 4 ora avremmo scienze insieme… vengo a prenderti io, tu aspettami, cosi possiamo andare li >.
Annuii, ero d’accordo anche perché avevo proprio bisogno di una mano…
A ricreazione  mi presentò ad un gruppo di sui amici, presi  solo un succo di frutta, e cercai di capire di cosa parlavano.
Non erano tanti solo 3 persone: Mike,Jessica & Ben (Il ragazzo di Angela) .
Ben era un ragazzo altissimo, aveva i capelli neri e gli occhi piuttosto scuri, era molto timido all’inizio ma dopo un po’ cominciò anche lui a rivolgermi la parola.
Jessica ,invece, aveva i capelli castano chiari che le arrivavano alla spalle, i suoi occhi erano color cioccolato ed era alta almeno quanto Angela, o forse un po’ più alta, però lei  era una  chiacchierona e le piaceva mostrarsi in pubblico con me (quella nuova) e dire che eravamo amiche… 
Preferivo Angela questo era evidente, cosi Mike e Ben non si comportarono come lei, ci andarono piano e parlarono lentamente per farmi capire.
Mike aveva la mia età (17 anni) come Angela e Jessica, Ben era un anno più grande.
Con Mike scoprii di avere Inglese l’ora dopo, cosi si offrii lui di accompagnarmi.
< Allora l’Italia com’è? >
< Come paese da visitare è fantastica, ci sono bei luoghi e si mangia bene ! ma per quanto riguarda l’economia  e la  politica è uno schifo!  >
< Però Dovresti andarci un giorno! > sorrisi per cercare di essere convincente, ma  ricordare Roma, mi faceva sentire un po’ triste; forse Mike se ne accorse e cambiò discorso.
< Ti piace Los Angeles? >
< Abbastanza!Penso che Non sia tanto diversa da dove vengo io, ma non posso fare  commenti visto che non ho ancora visto nulla.. >
Appena finii di dire quella frase notai una scintilla passare negli occhi di Mike.
Continuammo a chiacchierare finche non ci sedemmo sui banchi.
Mike era  un ragazzo molto simpatico e  anche carino! Aveva  i capelli biondi non troppo lunghi, gli occhi azzurri ed era abbastanza alto , se si vestisse con lo smoking potrebbe passare per un principino viziato
Non ebbi occasione di conoscere meglio Ben, ma penso fu meglio visto che forse saremmo rimasti in silenzio, nell’imbarazzo totale.
Alla fine feci un sospiro di sollievo! Prima di andare  mi avvicinai ad Angela: 
< Ti andrebbe di farmi da insegnante di inglese? Come vedi non lo parlo molto bene e  mi servirebbe proprio qualcuno con cui esercitarmi, sempre se ti va... >chiesi timidamente
< Yes, i’m very glad! Mi piacerebbe molto! > esclamò con entusiasmo.
< Se ti va iniziamo domani pomeriggio a casa tua > propose
Accettai: Avevo  bisogno di qualcuno disposto ad aiutarmi per inserirmi meglio.
< L’indirizzo è 105 South Bedford Drive > dissi, ricordandomi che lei non sapeva ancora dove abitavo.
Le giornate passavano velocemente, non appena mi fui abituata a  quel tipo di Routine…
La mattina la casa è deserta: i miei genitori dopo aver accompagnato Ilaria all’asilo nido (che finisce alle 17) vanno nel loro ufficio al 9601 Wilshire Blvd che si trova al 1 piano; io, invece, vado a scuola.
Il pomeriggio sono da sola e trascorro il tempo facendo compiti ed  altro fino a quando verso le 18 tornano i miei genitori insieme ad Ilaria.
Il sabato invece lo trascorro praticamente da sola… 
I miei lavorano e la piccola peste, va al baby parking che dura tutta la giornata.
Può  sembrare un tipo di vita noioso, solitario e difficile da sopportare , ma io lo preferivo , stare da sola a schiarirmi le idee mi rilassava.
Non c’era niente di nuovo ormai mi ci ero abituata, il mio inglese stava migliorando e riuscivo a parlare con le persone più facilmente, a tal punto da riuscire a fare amicizia con qualcuno oltre a Ben, Mike , Angela e Jessica; grazie a quest’ultima mi ero fatto un altro paio di amici ma speravo di allargare le mie conoscenze.
Angie (come la chiamo io) era l’unica vera amica che avevo.
Le mie tre prime settimane di scuola furono le più dure ma piano piano mi adattai.
 
Era inizio ottobre,  stavo facendo  ricreazione ed ero appena uscita dall’aula di Storia.
Il primo che vidi fu Mike che mi venne incontro e poi Jess,Ben   ed Angela che  era in fibrillazione: voleva andare al cinema per vedere questo film : “Abduction”, interpretato dal suo attore preferito, di cui non ricordo il nome.
< Sarà un film fantastico! Pieno di azione e anche con un po’ di romanticismo!e… >
< Si Angela abbiamo capito!!  > la interrompemmo tutti. Ne eravamo davvero esasperati! 
< Se la smetti di parlarne ti accompagno io ok? > mi proposi
 < Davvero? >
< Si, ma basta che la smetti di parlare di Questo Loner ! >
< Non si chiama Loner si chiama Taylor Lautner > 
Tanto era inutile se me lo ripeteva 50 volte me lo scordavo lo stesso…
Era cosi ansiosa di vederlo che concordammo  che appena uscite da scuola saremmo andate subito al cinema.
Non avevo niente da fare e il pomeriggio restavo da sola quindi cambiare aria mi faceva bene.
Sinceramente non sapevo se mi sarei divertita, non sapevo neanche se il film mi sarebbe piaciuto.
Appena suonò la campanella delle 14, Angela mi venne incontro  in cortile e disse < Ben ha saltato un’ ora di lezione per questi  > e mi sventolò sotto il naso i biglietti per quel film, lo spettacolo sarebbe iniziato alle 15:30.
Esattamente un’ora e mezza dopo la fine della scuola, cioè a partire da quel momento.
< Tu sei pazza! >
< Grazie > e mi fece l’occhiolino.
Povero Ben! Costretto a marinare la scuola per degli stupidi biglietti!
< Allora non sei contenta? > dissi mentre prendevamo l’autobus per andare al cinema 
< Di più! Non vedo l’ora di entrare nella sala  e mangiarmelo con gli occhi! >
< Ti ricordo che sei fidanzata > le ricordai  facendo una faccia stupita.
< Lo so, ma lui è cosi Bello!! >
< Come vuoi! > le concessi
Più ci avvicinavamo al cinema più lei diventava nervosa, si eccitava per niente.
Prima di prendere posto decidemmo di fermarci al bancone per prendere 2 panini e 2  confezioni maxi di Pop-corn. Con quello avremmo di sicuro sostituito il pranzo “normale”, non che qui in si mangiasse diversamente da Patatine Fritte,hamburger, hot dog, crocchette e altre schifezze.
Il film cominciò, Angela urlo cosi forte che quelli di dietro ci intimarono silenzio! Che figuraccia!
Quando diceva che questo attore era carino,  dovetti constatare che aveva ragione.
Era più che carino, molto attraente, solo che non mi importava più di tanto, non era la mia vita…
Il film era pieno d’azione gli attori erano molto bravi , era ricco di colpi di scena, una parola : Fantastico! 
Con mia sorpresa mi accorsi che avevo capito tutto quel che dicevano, tutti i dialoghi, senza perdere il filo del discorso , nonostante parlassero, molto velocemente li avevo compresi tutti; questo era un buon segno.
Mentre guardavamo   il film, io ero normale, Angela invece si muoveva come una biscia sulla sedia, senza staccare gli occhi dallo schermo.
< Allora ti è piaciuto? Ti è piaciuto? > me lo ripeteva talmente tante volte che, mi faceva dimenticare la risposta che avevo in mente per lei.
Alla fine riuscii a rispondere 
<  Sarò buona… SI mi è piaciuto molto… avevi ragione… >
< Io te l’avevo detto perché lui è… > Le feci cenno di tacere < Non parlarne più l’avevi promesso! >
< UFFA > rispose.
< I patti sono patti! > dissi ridendo della sua faccia imbronciata.
Tornammo a casa mia e lei mi aiutò a fare i compiti.
Qualche minuto prima che arrivarono i miei genitori, Angela  uscii di casa con un sorriso stampato in faccia.
Cenai in silenzio mentre i miei erano troppo impegnati a discutere di affari.
 
   
 
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