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Autore: LaCla    03/07/2012    15 recensioni
Raccolta di ministorie demenziali, con tentativi di comicità ed ironia su Marco, un povero personaggio con poteri fantastici, ma brutalizzato da tutte le fan con soprannomi improbabili! Premetto che adoro Marco, che appare tra i miei personaggi preferiti, ma ispira demenzialità, quindi ecco a voi le mie sciocchezze! xD Dalla chirurgia alla cucina, dalla Disney alle fanart, dal cannibalismo ai tentativi di conquista! Insomma, di tutto un po'! (povero Marco xD)
1. Extreme Makeover
2. Sinonimi vari, ipotetici e casuali per definirlo "Uccello"
3. Cento modi per cucinare una fenice
4. La fame fa brutti scherzi!!!
5. La patata di Marco
6-9. Marcunzel
7. La sirenetta e il gabbiano (+ Extra "Les poissons")
8. Bird or Fruit?
Dedicata ai lettori di Fire of Love, Grazie di cuore!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marco
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Marcunzeeeeeel, sciogli i tuoi capelliiii!» Gridava ogni sacrosanto giorno la vecchia befana, costringendo la fragile fanciulla ad issarla dalla torre, quando sarebbe bastato mettere una scala.
«Marcunzel, non mi va di diventare vecchia qua sotto!» Incalzò la befana, come se non fosse già decrepita. La fanciulla calò la sua bionda e folta chioma (continuate ad essere cattive persone se state ridendo), ed issò la madre.
Dopo i soliti convenevoli, la ragazza iniziò a borbottare, sperando di trovare il coraggio di chiederle di accompagnarla a vedere le lanterne. Ma la vecchia continuava ad interromperla, scherzando sul suo aspetto e sui suoi modi di fare, chiedendole poi di cantare per lei, in modo da ringiovanirla! Marcunzel, convinta che prima avesse cantato, prima sarebbe riuscita a parlarle, prese alla svelta poltrona, sgabello e spazzola, facendo sedere la madre e lasciandole in grembo la sua chioma fluente.
«♪Ananasdammiascolto, serisplenderai, conituoipoteri, miproteggerai, conlatuamagia, tumiaiuterai, enondirmiche, permeetardiormai!♪» Cantò in fretta e furia, tramutandosi in supersayan per qualche secondo,  dando una botta di vita alla madre, che rimase leggermente sconvolta.
«Marcunzel!» La rimproverò la donna, ma lei la ignorò!
«Dunque madre, ti dicevo che domani è un giorno molto importante, ma non mi hai chiesto perché! Quindi ora ascolta, è il mio compleanno!! Ta daaa!!!» Esclamò la fanciulletta tutta contenta, abbracciando con slancio la vecchia, ormai ringiovanita.
«No, no, no, non può essere. Ricordo la cosa perfettamente, il tuo compleanno è stato l’anno scorso!» Esclamò sicura di se Kureha, guardando la figlia con lo sguardo di chi la sa lunga, ma Marcunzel non demordeva!
«La cosa buffa dei compleanni è questa, eh! Ogni anno ritornano! Madre, compirò diciotto anni, e volevo chiederti… Quello che vorrei tanto per questo compleanno, in realtà quello che sqausdortusdada» Bofonchiò incomprensibilmente la biondina, alterando la madre.
«Marcunzel smetti di borbottare! Bla bla bla, è davvero irritante! Sto scherzando, sei adorabile! Ti voglio tanto bene cara!» Disse la vecchia, con evidenti problemi di personalità multipla, allontanandosi.
La ragazza allora trovò finalmente il coraggio di chiederle delle luci fluttuanti, argomentando le sue teorie con carte astronomiche (e qui il lettore si chiede, come diavolo ha fatto una ragazzina a disegnare la mappa delle stelle, sempre rigorosamente sul muro? Altro mistero che rimarrà irrisolto), ma la madre è irremovibile, e chiudendo le finestre, creando così un’atmosfera buia e tetra, indovinate un po’ cosa iniziò a fare? Ma a cantare ovviamente! Perché quale metodo migliore di spiegare la pericolosità del mondo, se non cantando?
«♪ Vorresti uscire dalla torre? Oh, che dici Marcunzel? Cara, sei un fuscello delicato… E mi ascolti sempre, sei un amore! Sai che ti ho protetto e tutelato, e guarda, tu sei il più raro ananas…♪» Iniziò la befana, facendo piroettare la ragazza e strusciando lascivamente il suo viso, stirato come quello di una donna reduce da un lifting.
«♪È una delusione che vuoi darmi? Vuoi lasciare il nido e andare via? Sì, ma non ora! Non ancora, stai qui, con me! ♪» Continuò con fare drammatico Kureha, accasciandosi su rossi tendaggi e dando colpi d’anca portentosi alle pareti, attivando strambi meccanismi. Sorvoliamo poi sul riferimento al “lasciare il nido”, visto e considerato che il nostro prot.. hem, la nostra protagonista ha evidenti tendenze.. Piumate.
«♪Resta con me, non ti allontanare, è il consiglio che ti do! Resta con me, se ti lascio andare me ne pentirò, lo so! Ladri in libertà, piante velenose, antropofagia, la peste! Sì! Grossi e grandi ratti, facce spaventose! Ahhh, io muoio, non lasciarmi!!!♪» Cantava la donna, terrorizzando Marcunzel comparendole alle spalle, nelle tenebre della stanza e destreggiandosi abilmente con le ombre cinesi. Per non parlare di bambole in padella, Moci Vileda trasformati in topi, grotteschi disegni sulle piastrelle (a quanto pare è un vizio di famiglia dipingere ovunque capiti) e tetre lanterne verdi, da far invidia alle candele di Mihawk! Con teatralità poi, la donna si accasciò a terra, provata dalle fatiche del canto lirico, per poi riprendersi alla svelta e torturarci i timpani con un’altra strofa.
«♪Mamma è qui, sai che ti proteggo, cara veglio su di te! È un bel dramma, senza mamma, ma seeei, con me! Resta con me, stai con la tua mamma, sola tu cosa farai? In desabilié, senza alcun programma, cara finiresti nei guai!!!♪» tuona la vecchia, srotolando Marcunzel dal bozzolo di capelli in cui si era rifugiata e confondendola con numeri di magia ed effetti scenici con le candele. Come se non bastasse poi, la donna inizia a mettere il dito nella piaga, sottolineando lo stile osceno di Marcunzel, ponendola davanti ad uno specchio. Come negare che quel vestitino di pizzo e raso rosa, non le stesse bene? La cattiveria della donna non aveva confini, e così iniziò ad arrotolare la fanciulla come una bobina, facendola rotolare sul pavimento. Alla faccia dell’amore materno.
«♪ Sei un po’ svampita, piena d’ansia e dubbi, anche un po’ distratta! Vedi? In più non sei bella, senza che ti arrabbi, sai mia cara che ti adoro! Mamma sa chi sei, mamma ti capisce, mamma è sempre accanto a te!♪» Continuava imperterrita, srotolando la ragazza e deprimendola ulteriormente, evidenziando ancora una volta che la sua “bellezza” non era proprio convenzionale. L’autostima di questa fanciulla rasentava sicuramente il pavimento, ma almeno la canzone volgeva al termine.
«Marcunzel, non devi mai più chiedere di lasciare questa torre, d’accordo?» Chiese imperativa la madre alla ragazza, che triste e timorosa acconsentì.
«♪Non scordare, cosa fare… Stai qui, con mee!♪» No, non aveva ancora finito a quanto pare!!! Ma ora ve lo assicuro, ha smesso e non canterà più per un po’!
La vecchia si cala dalla torre (continuo a chiedermi il motivo dell’assenza di una scala), salutando Marcunzel e promettendole di tornare presto, con varie moine e smancerie, e lasciando la ragazza da sola, con i lunghi e fluenti capelli biondi al vento, cullati da una melodia strappalacrime suonata dal solito non so chi ( e non mi riferisco a quello stupido popolo natalizio del Grinch).

Nel frattempo, nella foresta, il rinomato piratuncolo dal volto lentigginoso e i brutti fratelli Declavan, correvano a perdifiato, scappando dalle guardie! Ma un manifesto attira l’attenzione del giovane, facendolo piagnucolare disperatamente! I suoi compari, ansimanti per la corsa, lo guardano perplessi, non capendo a cosa sia dovuta la sua disperazione. La risposta arrivò dallo stesso pirata, che voltando verso di loro il manifesto afferma con disdegno:
«Non riescono a farmi il naso giusto!»
«E allora?» chiede con disprezzo e mal celata rabbia uno dei gemelli, che giustamente non comprendeva la disperazione del moro per uno stupido disegno, quando erano inseguiti dall’intero corpo di guardia!
«È facile per voi vero? Voi siete venuti perfetti!» afferma sconsolato ed offeso il pirata, osservando il manifesto di cattura dei fratelli.
Un nitrito agguerrito spezza la quiete della foresta, facendo rabbrividire i fuggiaschi, ed ecco arrivare il fiero cavallo Sengoku (fermamente convinto di essere un cane da caccia, e mi raccomando, nessuno gli dica che è un cavallo!), cavalcato da Garp, il capo delle guardie!
I ladri scappano, ma la sfortuna vuole che si ritrovino davanti ad un’altissima parete rocciosa, impossibile da scalare.
«Va bene, d’accordo, voi spingete me, ed io vi tiro su!» Propose convinto il più giovane, che pur essendo aitante e con il fisico scultoreo, magnifico e maledettamente sexy, bello oltre ogni dire e muscoloso, splendidamente sublime e.. Hem… Scusate… Era comunque la metà della metà dei due brutti gemelli, che infatti si guardarono dubbiosi.
«Prima dai a noi il cappello.» Affermò minaccioso uno dei due, sottolineando la poca fiducia riposta nel ragazzo, che rimase profondamente offeso da quell’affermazione, da quella mancanza disumana di fiducia, da quella brutale rivelazione di celata inimicizia, ma accettò, consegnando il suo, già amato, cappello. I bruti crearono una scala umana, dove Ace Ryder si arrampicò, arrivando finalmente in cima alla scarpata.
«Ora facci salire bell’imbusto!» Disse il fratello posto più in alto, tendendo una mano ad Ace, che però aveva le mani impegnate a tenere ben stretto il suo cappello, rubato durante la salita. Il moro li lasciò lì urlanti ed arrabbiati, mentre scappava nella foresta. Purtroppo però fu intercettato dalla divisione comandata da Garp e dal fiero destriero Sengoku, che iniziarono l’inseguimento!
Frecce, denti, schiaffi, pugni, mazzate, salti acrobatici e piroette; alla fine solo Garp riuscì a stare dietro al pirata, ma un’abile mossa alla Tarzan di Ace, disarcionò la vecchia guardia, mentre il pirata iniziava a cavalcare selvaggiamente Sengoku (non pensate male, ricordate che è un cavallo! Maliziosi/e!), che però appena si accorse del cambio di cavaliere, inchiodò tirando il freno a mano, lasciando solchi nella terra e guardando con odio Ace.
«Avanti sacco di pulci, muoviti!» Esclamò Ace arrabbiato, tentando di far muovere l’animale, che però aveva portato la sua attenzione sul cappello del moro, obbiettivo finale della sua missione. Tentò così di recuperarlo con i denti, iniziando a girare pericolosamente su se stesso ed ingaggiando una patetica lotta con il pirata. Un tiro di troppo però fece volare il cappello verso la classica pianta, posta a strapiombo su un dirupo altissimo, con un unico stramaledetto ramo, dove casualmente va ad incastrarsi il laccio del tesoro di Ace. Dopo un attimo di blocco immagine, i due riprendono la lotta, atterrandosi più volte a vicenda e tentando di avanzare verso il tanto agognato pezzo di stoffa. Con passi di danza ed acrobazie improbabili, si ritrovarono insieme sul fragile ramo,  a scalciare e pestarsi i piedi a vicenda. Ace riuscì a raggiungere il cappello, ma proprio mentre guardava trionfante verso Sengoku l’equino, un netto e preoccupante “Crak” li fece zittire. Ma dico io, è tanto difficile capire che un cavallo di 400 kg ed un uomo di 80 kg non possono essere retti da una cazzo di pianta a strapiombo su uno stupido dirupo? Idioti! Tutti e due!
Il ramo cede. I due dementi cadono. Il cavallo che si crede un cane e che viene chiamato “Buddha” inizia ad annusare il terreno, tentando di fiutare l’odore del pirata per catturarlo. Il pirata e il suo cappello di nascondono dietro un masso e poi scappano dentro una grotta coperta da edera, trovandosi davanti un’altissima torre. Il pirata iniziò a scalarla, così da potersi nascondere dal cancavallo, ma quando arrivò finalmente in cima, entrando dalla finestra e chiudendosela velocemente alle spalle e dicendo al suo cappello, con voce suadente, che finalmente erano soli…
DONG!
Una padellata potentissima lo colpì in testa, facendolo cadere a terra svenuto.
«Ooooohhhhh» Starnazzò l’ananasina spaventata, allontanandosi svelta dal corpo del giovane, e riavvicinandosi solo più tardi, con circospezione, tastando e muovendo il moro con la padella, controllando che non avesse denti aguzzi. Quando appurò, assistita dal fedele Satch, che il pirata non aveva le zanne, gli scostò, sempre con il manico della padella ovviamente, una ciocca di capelli, scoprendone il bel volto. La fanciulla si avvicinò ad ammirare quei lineamenti dolci, ma quando gli occhi del ragazzo si aprirono di scatto si spaventò e gli diede un’altra potentissima padellata!
Marcunzel avvolse rapida il corpo di Ace nei suoi capelli, trascinandolo verso il grande armadio e tentando di chiudercelo dentro. Dopo cadute, pugni, manici di scopa infilati non si sa dove, lanci, riflessioni, Tetris, botte e gridolini equivoci (provate ad ascoltare senza guardare le immagini; non sembra un film Disney), finalmente riuscì a serrare le ante, bloccandole con una grande sedia.
«Ok, ok. Ho chiuso una persona, dentro al mio armadio, eh. Ho chiuso una persona, dentro al mio armadio, eh! Ah Ah Ah! Troppo debole, eh? Raccontatelo alla mia padella!» Blaterava la ragazza, dandosi poi una padellata sulla testa da sola, davanti allo specchio. Un frutto che donava intelligenza, invece che una folta chioma, non era forse meglio? E a proposito di intelligenza, la fanciulla si accorse dello strano cappello, ed iniziò a provarselo. Lo mise ad un piede, ma Satch scosse sapientemente la testa; almeno uno intelligente in quella casa.
Lo provò su una spalla, ma ancora una volta il povero coso verde dovette farle cenno di no con la testa. Alla fine, finalmente, lo provò in testa! Gli occhi del camaleonte si sgranano, la musica di sottofondo diventa gloriosa e trionfante, la ragazza sembra avere capito tutto ma…
Lo stupido coso verte nega con la testa e la magia svanisce. Mi rimangio tutto ciò che ho detto in favore di Satch, è uno stupido rettile con il QI pari a quello della padrona.
«Marcuuunzeeeelllll!!! Sciogli i tuoi capelliiiii!!!» il grido della madre, che tornava dalle sue faccende, fece correre la ragazza alla finestra, gettando il cappello in un vaso (vorrei sapere cosa ci fa un vaso vuoto proprio a misura di cappello, lì), smaniosa di rivelare la sua impresa alla vecchia!
«Arrivo madre, ho una sorpresa per te, eh!» Gridò di rimando, gettando i suoi capelli come una fune alla vecchia Kureha, brutta anche se giovane e non più attempata.
«La mia sarà più grande!» Rispose la befana.
«Ne dubito…» Sussurrò Marcunzel.
Tentò più volte di spiegare alla donna che aveva un uomo rinchiuso nell’armadio, provando così a convincerla a lasciarla uscire, dimostrandole che era in grado di cavarsela da sola nel mondo esterno, ma Kureha si arrabbiò tantissimo e nemmeno la lasciò finire, intimandole che mai e poi mai, avrebbe lasciato quella torre.
Marcunzel rimase molto ferita da quella reazione, così decise di ingannare la vecchia, convincendola ad allontanarsi per tre giorni, in modo da poter costringere il ragazzo imprigionato nel guardaroba, a condurla alle lanterne. E come fece a convincerla? Ovvio, le domandò come regalo un colore per dipingere, in modo da poter imbrattare la parete, che si trovava in un villaggio disperso a giorni e giorni di cammino; quale madre non lo farebbe?
Non appena la madre fasulla fu partita, Marcunzel usando i suoi fluenti capelli (siamo tutti cattive persone) come lazzo, aprì l’armadio, facendo rovesciare rovinosamente a terra il moro, ancora addormentato. Cadde carponi, per poi scivolare pateticamente, trascinando la faccia sul pavimento. L’ananasina svelta lo avvolse nei suoi capelli, immobilizzandolo alla sedia e facendolo svegliare da Satch.
Il piccolo camaleonte iniziò con coraggio a prendere a ceffoni e codate il moro, ma non ottenendo risultati usò la sua arma più micidiale: la lingua. Fulmineo leccò l’orecchio del moro, che rabbrividendo schifato si svegliò. Quando il ragazzo si accorse di essere legato ed immobilizzato con dei fluenti capelli biondi, andò nel panico più totale, ma quando finalmente Marcunzel uscì dall’ombra, rimase estasiato dalla sua.. bellezza? Mah.
«Chi sei tu, e come hai fatto a trovarmi, eh?» Chiese minacciosa la biondina, impugnando la sua fedele padella, pronta a colpire nuovamente il pirata, che allora si decise a parlare, con voce soave e carezzevole, stregato da quella… fruttacea apparizione.
«Io non so chi tu sia, ne so dirti come ho fatto a trovarti, ma una piccola cosa posso dire… Ciaaaao!» Terminò ammiccando e guadagnandosi un’occhiata perplessa della nostra protagonista, «Come andiamo? Io mi chiamo Portuguese D. Ace Ryder, come procede la vita?» continuò affabile il moro, ignorato dalla biondina.
«Come sei arrivato qui?» stridette l’ananas.
«Beh, stavo facendo delle cose, vagavo per la foresta e.. dov’è il mio cappello? Dov’è finito il mio cappello????» Sbraitò Ace, preoccupatissimo per la scomparsa del suo amato accessorio arancione.
«L’ho nascosto, in un posto che non potrai mai scoprire!» affermò con superiorità l’ananasina, non tenendo conto però delle doti da pirata del moro, che infatti, poco dopo, guardandosi attorno indicò con sicurezza il vaso nel quale era effettivamente nascosto il suo nuovo, amato compagno di viaggi.
DONG!
Un’altra padellata lo colpì in pieno, oscurandogli la vista.
Poco dopo si risvegliò, sempre con la lingua camaleontica di Satch conficcata nell’orecchio e sempre maledettamente schifato dalla cosa. La biondina intanto aveva nascosto nuovamente il cappello, e minacciava il moro con la padella.
«Allora, cosa ci vuoi fare con i miei capelli? Vuoi tagliarli? Venderli?» Ringhiava minacciosa, girando attorno al pirata legato alla sedia.
«Senti, l’unico desiderio che ho verso i tuoi capelli, è di vederli sparire. Letteralmente!» Affermò, con una certa esasperazione, il bellissimo pirata, alludendo alla sua prigionia.
«Aspetta, tu non vuoi i miei capelli?» Domandò dubbiosa l’ananasina, probabilmente convinta di avere i capelli più belli e richiesti di tutto il reame. Oltre che brutta pure egocentrica, di bene in meglio; come se non bastassero cancavalli e camaleonti con la passione per le orecchie.
«Perché mai dovrei volere i tuoi capelli? Quelli mi stavano inseguendo, ho visto questa torre, l’ho scalata. Fine della storia.» Sbraitò disperato il pirata, non capendo cosa volesse da lui quella cosa capelluta.
Marcunzel però non era convinta, allora il prode Satch si sporse dalla padella, fissando intensamente Ace e suggerendo a Marcunzel di allontanare lentamente la padella dal suo viso, per creare un effetto scenico degno di Steven Spielberg.
Dopo una fitta confabulazione con il coso verde, Marcunzel si voltò minacciosa verso il pirata, proponendogli un patto e girando bruscamente la sedia su cui era legato, facendolo finire con la faccia spalmata a terra. La ragazza intanto scostò la tenda, mostrando al moro il suo disegno sulle luci fluttuanti, e chiedendogli che cosa erano. Il pirata, sempre con la guancia spiaccicata sul pavimento, riferì alla ragazza che si trattava di lanterne.
«Lanterne? Lo sapevo che non erano stelle! Allora, ecco il mio patto: domani queste lanterne risplenderanno nel cielo, e tu mi porterai a vederle, facendomi da guida, riportandomi poi a casa, sana e salva; solo allora riavrai il tuo cappello!» Affermò sicura di se Marcunzel, osservando con superiorità il pirata che, intanto, con la sola forza delle sue magnifiche mani, era riuscito a ribaltare di lato la sedia, ottenendo almeno di non avere la faccia stampata sulle mattonelle.
«Non se ne parla! Sfortunatamente tra me e il grande imperatore che lancia quelle lanterne, non c’è simpatia; perciò non ti porterò da nessuna parte!» Disse spavaldo il pirata, evitando di dire alla ragazza che il cappello in verità, l’aveva rubato proprio vicino a dove era ancorata la Moby Dick, e che il regno era sotto la protezione dell’immenso Barbabianca. Erano dettagli.
La ragazza, spaesata da rifiuto, guardò il suo fedele amico verde, per ottenere consiglio. Il rettile di rimando, suggerì chiaramente di pestare a sangue il pirata, al fine di convincerlo a collaborale, ma Marcunzel aveva ben altri piani per convincerlo (e qui il panico si diffonde!).
Agguantò i suoi lunghi capelli, tirando e raddrizzando la sedia del pirata, fino a portarla a pochi centimetri dal suo volto.
«Qualcosa ti ha fatto arrivare fin qui, Ace Ryder. Chiamalo come preferisci: fato, destino…» sibilava l’ananasina, tirando a se il bel pirata.
«Un cavallo» commentò sarcastico il moro, sempre più stufo della situazione.
«Ecco perché ho deciso di fidarmi di te!» continuò la bella (??) Marcunzel.
«Una pessima decisione» commentò con convinzione lo splendido pirata, continuando a guardare la ragazza con perplessità.
«Ma tu fidati di me quando ti dico questa cosa… Se vuoi puoi fare a pezzi la torre, smontarla mattone per mattone, ma senza il mio aiuto non riuscirai a trovare il tuo prezioso cappello. »  Sibilò la ragazza, inclinando la sedia verso di se e fermandola con un braccio, gli occhi minacciosi e furenti. Il pirata era dubbioso, non si fidava certo della brutt.. Hem, bellissima fanciulla che aveva davanti; dopotutto chi gli assicurava che poi lei avrebbe mantenuto la promessa? Per Marcunzel le promesse erano sacre ed inviolabili, ma questo Ace non lo sapeva ancora, così tentò di usare la sua arma segreta.
«D’accordo senti, io non volevo arrivare a questo, ma ormai non mi lasci scelta... Sguardo che conquista…» Disse con voce soave il moro, concentrandosi e risollevando il volto con un espressione… Da perfetto idiota. Marcunzel non si lasciò ingannare dal bel visino del pirata, che allora, disperato, acconsentì ad accompagnarla a vedere le lanterne. Tutto pur di riavere il suo cappello!
La ragazza scoppiò di felicità, e mollando la sedia saltellò urlando: «Davvero?».
Peccato che la seggiola cadde rovinosamente, facendo spiattellare nuovamente la faccia del moro sul pavimento. Ennesima botta in testa per il nostro pirata dal viso monello.
«Lo sguardo che conquista si è appannato!» Bofonchiò dolorante il povero pirata, inconsapevole dell’avventura che stava per vivere.



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Eccomi qui ^_^ Allora, come al solito preciso che il disegno non è mio, ho solo messo il titolo della storia (Grazie a Cola23 per avermi indirizzato alla ricerca du questo disegno esilarante xD) ^_^
Allora, dal mio rifugio anti-fenice, posso solo ringraziarvi! Sono contentissima che la storia vi faccia ridere, e spero che anche questo "episodio" vi sia piaciuto ^_^
Come di consueto questo aggiornamento precede l'altro di un'oretta circa (Sito permettendo, visto che oggi pare abbia problemi)!
Un bacione e alla prossima!!!! ^_^

Immagini e personaggi non sono di mia proprietà e non sono a scopo di lucro

   
 
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