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Autore: JJane    18/01/2007    21 recensioni
Ecco a voi un ipotetico settimo anno per il Magico Trio ormai molto poco Trio...Buona lettura!
Il voltafaccia dell’erede di casa Malfoy
Il diciassettenne Draco Malfoy, figlio del noto Mangiamorte Lucius Malfoy, ora detenuto nel carcere di massima sicurezza di Azkaban sembra essere direttamente convolto nelle misteriose circostanze che portarono alla morte di Albus Silente, stregone del Wizegamot e preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Secondo recenti indiscrezioni trapelate dal Ministero e da fonti certe, pare che l’erede dei Malfoy fosse stato incaricato da Colui-che-non-deve-essere-nominato di uccidere il defunto preside, ma proprio all’ultimo momento si sia tirato indietro. Pare che sia proprio a causa del suo voltafaccia che Severus Piton, professore di Pozioni ad Hogwarts, ex Mangiamorte ora latitante e probabilmente tornato tra le file dei seguaci di Colui-che-non-deve-essere-nominato, abbia ucciso Silente al suo posto. E’ quasi certo che Draco Malfoy si sia unito all’ex professore di Pozioni nella fuga, subito dopo l’omicidio, ma fonti certe ci hanno confermato che, in un secondo momento, il mago diciasettenne sia stato protetto dal Ministero della Magia che crede nella sua innocenza e gli ha immediatamente procurato un programma di massima sicurezza per la sua incolumità e ritiene il suo gesto una prova di grande devozione al Mondo Magico ed di grande coraggio, poiché si è ribellato al volere di Colui-che-non-deve-essere-nominato…
Malfoy staccò gli occhi dall’articolo, infuriato come non mai:
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Milk & Chocolate -parte II-

Non ne sentiva la mancanza. Forse quei sinceri occhi verdi così vivi ed espressivi stavano consolando la sua sofferente anima. Lenire le ferite che, inconsapevolmente, la sua condanna amorosa le aveva provocato non era impresa facile, ma sembrava proprio che era stato incaricato qualcuno per quel particolare e delicato compito…

-Blaise non trovi che Daphne e Potter siano in sintonia?-.

-Già e prima Harry ha rischiato di fare i conti con Draco per questo-.

Zabini e la Parkinson erano usciti a fumare una sigaretta e ne stavano approfittando per parlare un po’.

-Lui non può pretendere che lei gli sia fedele, dopotutto la sta trascurando da settimane ormai-.

-Il punto è che non vuole affatto che lei lo faccia: le vuole un bene infinito, ma non nel modo che vorrebbe-.

-Facile per lui…Daphne è innamorata, ma lui no!-.

-Non possiamo neppure fargliene una colpa, però-.

-Su questo mi permetto di obiettare, amore-.

-Sentiamo-. Temeva che avrebbe toccato il nervo scoperto.

-La colpa delle sue fughe con la Mezzosangue non è certo di Daphne-. Appunto. Tasto dolente.

-Lui dice che è una come tutte le altre. Solo un’avventura-.

-Perché non riesco a crederci, Blaise?-. Rispose la sua ragazza alzando un sopracciglio con fare scettico.

-Perché non ci riesco neppure io-. Si arrese. Era inutile lottare con lei. Avrebbe perso miseramente.

-Lo conosciamo. Io e te sappiamo bene com’è fatto: una come la Granger potrebbe cambiarlo sul serio-.

-A mio parere lo sta già facendo-.

-Senti: sono d’accordo sulla scelta che ha fatto mesi fa, sono felice che tu e lui siate riusciti a scampare dalla crudele verità, ma questo non implica che lui debba sconvolgere i piani-.

-Non mi sembra il caso di parlarne qui, Pansy, potrebbero sentirci-.

Il bel moro abbracciò la propria ragazza.

-Io non voglio perderlo: è il mio migliore amico ed è l’unico, oltre a te, che possa aiutarmi-. Disse lei appoggiando la guancia al petto del suo ragazzo.

-Non lo perderemo: Draco sa quello che fa e Daphne riuscirà a tenerselo stretto, puoi scommetterci-.

 

 

-Ginny vuoi spiegarmi dov’è andata Herm?-.

-A dire il vero non lo so-. Ammise la rossa.

-Ha detto che aveva degli impegni nel pomeriggio e doveva scappare-. Spiegò Dean.

-Di sicuro c’è riuscita a scappare…-. Commentò Luna con tono divertito.

-Vorrei proprio sapere cosa doveva fare di tanto importante!-.

-Dai Ron…anche lei ha una vita privata e poi cosa ti importa?!-. Lo rimbeccò Ginny.

Il Grifondoro raggiunse una tenera colorazione scarlatta che raggiungeva l’apice nelle orecchie. Provò a dire qualcosa. L’unica cosa che ottenne fu una simpatica imitazione di un pesce rosso!

-Che ne dite di fare un salto da Mielandia? Ho voglia di Api Frizzole!-. Propose la Corvonero.

-Io ci sto!-. Concordò Dean.

-Io anche-. Si unì Neville.

I cinque amici si avviarono al negozio di dolci, quando a Ron venne in mente una cosa.

-Luna ti ricordi quell’articolo su Malfoy?-.

-Parli di quello che diceva del programma di sicurezza?-.

-Si! Hai chiesto a tuo padre chi è quella giornalista-.

-Giusto! Come abbiamo fatto a dimenticarcene?-. Esclamò Ginny.

-Oh, io non l’ho dimenticato affatto- esordì soddisfatta la Corvonero -si, mio padre ha fatto ricerche e ha detto che non la conosce, non ha trovato da nessuna parte notizie su suoi lavori precedenti. Sembra che sia spuntata dal nulla-.

-Che strano…-. Commentò il rosso.

-Ti ha per caso mandato una sua foto?-. Domandò Ginny.

-Si! Però è a scuola: appena arriviamo ve la mostro-.

-Mi chiedo per quale motivo il Profeta abbia preso una giornalista senza esperienza e le abbia permesso di scrivere un articolo tanto importante-. Commentò Ron.

-Magari non è affatto senza esperienza, potrebbe aver già fatto la giornalista, magari è straniera-. Propose Neville.

-Questa potrebbe essere un’ipotesi!-. Concordò Ginny.

-Quando ho visto la foto, però, mi sembrava un viso conosciuto…-. Disse Luna distratta.

-Dobbiamo scoprire di chi si tratta e poi potremo indagare su chi accidenti ha parlato-. Disse Ron.

-Già-. Rispose Neville.

-Ora pensiamo a rimpizzarci di dolci, però!-. Ribattè allegro Dean.

 

 

 

 

-Bè a me importa, invece! Devi smetterla di credere che ciò che faccio sia solo per uscire sempre bene da ogni situazione, perché non è così…- lo stava fissando intensamente. Si morse la lingua, ma le parole le sfuggirono senza chiedere il permesso -…altrimenti non sarei qui a sperare in un tuo bacio-.

Quel sussurro appena percettibile trapassò come una freccia l’indifferenza che ostentava il bel biondo. Un’espressione di piacevole sorpresa si dipinse sul volto diafano del Serpeverde.

-Ma bene: una parvenza di emozione sul tuo viso…-. Lo schernì lei.

Attaccava per difendersi. Si era esposta troppo.

-Hai finito?-. Domandò Draco riprendendo la sua maschera e alludendo al latte.

-Si-. Fu la risposta secca di Hermione.

Il Caposcuola si alzò e, dopo essersi coperto bene, passò a pagare e uscì, seguito dalla riccia. Quando furono fuori lui non disse una parola e iniziò a camminare.

-Dove vai?-.

Niente. L’unica risposta che le arrivò fu il rumore sordo dei loro passi. Sospirando rumorosamente lo affiancò e mantenne il silenzio.

-Se ti scoccia tanto seguirmi…-.

-No! Non mi dire di andarmene perché lo farei per non tornare più-. Lo anticipò lei. Arrabbiata.

Draco si fermò tranquillamente. Puntò le sue idiri d’argento negli occhi fiammeggianti della Grifondoro.

-Non credere di sapere quello che penso: non volevo dirti nulla di tutto ciò, Granger-.

Stupida. Si sentiva immensamente ridicola.

-Oh- era stupita -meglio, perché non ho idea di dove siamo e mi sarei persa-.

Si guardarono per un istante. Poi Hermione scoppiò a ridere di gusto. Il Serpeverde la fissò: era davvero buffa. E aveva una risata contagiosa. La Grifondoro non si sarebbe mai aspettata che Draco Malfoy sapesse ridere, ma il suono cristallino di quella risata sincera la costrinse a rivedere le sue aspettative.

-Wow: qualcosa che la nostra miss-so-tutto-io non sa- disse tornando serio -oops! Mi correggo: so-quasi-tutto-io-. Aggiunse cercando di trattenersi dal ridere.

-Non gioire tanto, probabilmente è l’unica cosa che non so!-. Ribattè lei fingendosi offesa.

-Errore: mi pare che tu non conosca neppure il significato della parola modestia-.

-Senti da che pulpito…-.

-Granger io posso permettermelo! No, dico: mi hai visto?-.

Stavano scherzando. Stavano ridendo e scherzando. Loro due! Incredibile. Assolutamente sensazionale. Avvenimento assurdo. La Caposcuola rise a quella domanda retorica. Era davvero divertente con quell’aria convinta! Certo non gli si poteva dare torto…ma su questo lei avrebbe saggiamente taciuto!

-Bene, ora che ti sei elogiato vuoi dirmi dove sono?-.

-Lungo quella strada si arriva al Paiolo Magico, ma non è quella la nostra meta-.

-Vorrai dire la tua, visto che non ho mai visto questo posto!-.

-Perché sei sempre passata per le vie principali, probabilmente. Ora chiudi la bocca e seguimi-.

Ecco tornato il vero Draco. Più si frequentavano e più si convinceva che dovesse essere una persona davvero speciale. Era da pazzi pensarlo, se ne rendeva conto, ma con lei non era lo stesso di sempre. Lo dimostrava abbondantemente il fatto che avesse riso con lei, che avesse scherzato…era divertente, quando voleva. Il problema era proprio questo. Lui non voleva mostrarsi per ciò che era. L’abitudine a nascondersi dietro una maschera sarebbe stata dura da cancellare. La Grifondoro stava seriamente iniziando ad odiare Lucius Malfoy: aveva rovinato un ragazzo splendido! Si chiese come sarebbe stato Draco se fosse cresciuto con due genitori normali: avrebbe avuto lo stesso carattere? Sarebbe stato così indisponente e diffidente con gli altri? Non avrebbe mai potuto saperlo.

-Siamo arrivati-. La voce calda dell’oggetto delle sue riflessioni la riscosse.

La prima cosa che si domandò fu come diavolo facesse, uno come il Principe delle Serpi, a conoscere un posto tanto bello. Si trovavano davanti ad un piccolo laghetto artificiale. L’erba alta era rigogliosa sulla riva e ne copriva interamente le sponde. Due fronduti salici piangenti ne contornavano la riva opposta.

-Vieni-.

Draco le prese la mano e la condusse su un sentiero piuttosto stretto e pieno di rocce. Ad un certo punto il Serpeverde si fermò e, gettando la sigaretta che aveva appena finito, si voltò.

-C’è da saltare. Vado prima io-.

Il bel biondo si mise sulla ciglio del sentiero che s’interrompeva bruscamente. C’era una distanza di un paio di metri circa da superare o si sarebbero immersi nell’acqua fino alla punta dei capelli! Il Caposcuola con un elegante e abile balzò approdò sull’altra sponda e, con un’imprecazione, si pulì un mocassino sporco di terra.

-Forza, Granger: guarda me e salta, se ti dovessi sbilanciare ci sarò io-.

Hermione lo guardò scettica. Forse si era dimenticata di dirgli che da piccola i suoi la portavano in montagna e aveva smesso di fare alpinismo giusto tre anni prima. Cosa poteva mai essere saltare da una sponda ad un’altra? Si portò i capelli dietro le orecchie e guardò la distanza che doveva saltare. Prima ancora che Draco potesse alzare le braccia per aiutarla nel caso si fosse sbilanciata, lei gli fu accanto.

-Mi credevi un’incapace, forse?-.

Senza attendere una risposta lo oltrepassò, lasciandolo di stucco.

Raggiunse uno dei salici e scoprì con immensa gioia che sotto i folti rami c’era una vecchia panchina in granito piuttosto rovinata, ma pur sempre utilizzabile. Si sedette. Qualche istante dopo un fruscio la costrinse a voltarsi e la figura bellissima del Principe delle Serpi fece la sua comparsa.

-Come conosci questo posto?-.

-Amo la solitudine. L‘ho scoperto per caso un giorno che avevo bisogno di pensare-.

-E’ bellissimo-. Disse sinceramente la Grifondoro.

Draco si sedette di fianco a lei. Si passò una mano tra i capelli e appoggiò la schiena alla corteccia del salice.

-Se volevi prendermi in giro ci sei riuscita-. Le disse serio, nascondendo un sorriso.

-Se volevi abbracciarmi non avevi bisogno di una scusa-.

Draco si voltò a guardarla. Fissava una scritta sulla panchina, tra i loro corpi, i riccioli le contornavano il viso. Con una mano le scostò una ciocca ribelle rimettendola al proprio posto dietro l’orecchio, poi le passò una mano dietro la schiena e l’attirò a sé. La fece contro il proprio petto e la stinse forte. Hermione appoggiò la nuca sulla spalla forte del bel biondo e una cascata di riccioli si riversò su di lui. Il Serpeverde abbassò il viso e lasciò che il delicato profumo dei suoi capelli lo inebriasse. Calma. Serenità. Pace. Un ineguagliabile senso di benessere lo invase. Hermione incrociò le dita con quelle di Draco. Gli accarezzò lenta la pelle liscia. Con la mano libera le prese il mento tra le dita e, voltandole con delicatezza il viso, fece combaciare le loro labbra. La Grifondono si lasciò baciare docilmente. Gli unici rumori intorno a loro erano il guizzare dei pesci nel laghetto e il cinguettio di qualche uccello. La pace che regnava in quel luogo era piacevolmente contagiosa, constatò la riccia. Si baciarono per qualche minuto, poi Hermione si staccò di malavoglia. Aveva sentito qualcosa di freddo mentre gli accarezzava un polso ed era curiosa di sapere cosa fosse.

-E’ molto bello!-. Esclamò guardando il polso di Draco.

-E’ un bracciale di famiglia- le spiegò -ce lo passiamo di padre in figlio-.

La bella Caposcuola lo osservava. Era un serpente d‘oro bianco. I piccoli occhi erano due minuscoli smeraldi: era davvero bellissimo.

-Dentro c’è inciso il nome dei Malfoy-.

-Da quanto ce l’hai?-.

-Dal primo anno che sono venuto ad Hogwarts. Invece questo- ed estrasse una collana dal collo alto del maglione -è dei Black. Un regalo di mia madre-.

Hermione prese in mano la collana che il bel biondo portava al collo. Vi era appeso un bellissimo anello d’argento con una preziosa pietra nera incastonata. Lo girò tra le dita e lesse un’ incisione: “Con amore, Black”.

-Di chi era?-.

-Penso che fosse del mio bisnonno e lo regalò alla moglie. Da quel momento è tradizione che ogni Black regali questo anello alla donna o all’uomo che ama-.

-Perché ce l’hai tu e non tuo padre?-.

Non poteva certo dirle che di lì a qualche mese avrebbe dovuto darlo a Daphne.

-Mia madre ha voluto regalarmelo l’estate scorsa. Vuole che lo abbia la ragazza che sposerò-.

Hermione rimase in silenzio. Poi si decise a sputare il rospo.

-Sei…sei già promesso?-.

-No. Sarò io a scegliere chi sarà mia moglie-.

Un peso enorme gli gravò sul cuore. Perché non si sentiva di dirle che il luglio prossimo avrebbe sposato Daphne? Perché non era più tanto sicuro che quell’anello fosse perfetto per lei, se Hermione era solo un’avventura come tante altre?

-Non pretendo che tu mi risponda, ma sono mesi che hai un rapporto con la Greengrass. So che è un legame senza restrizioni, però non ti ho mai visto con una ragazza per così tanto tempo…-.

-Cosa vuoi sapere, Hermione?-. Il suo tono gentile la sorprese.

Lui iniziò ad accarezzarle dolcemente i capelli. Sapeva cosa stava per chiedergli, ma lui non era più tanto certo della risposta che le avrebbe dato.

-Che rapporto c’è tra voi?-.

-E’ la mia migliore amica e abbiamo deciso di approfondire un po’. Non è la mia ragazza come io non lo sono per lei. Il fatto che frequenti la mia stanza non comporta che pretenda qualcosa da me: lei è libera e non le da fastidio il fatto che io faccia ciò che voglio-.

-Non si sente usata?-.

-Non più di quanto possa sentirmi usato io. Sa quanto tengo a lei, per me è la mia famiglia insieme a Blaise-.

Hermione ci pensò su per qualche istante.

-Sarà lei?-.

Non aveva specificato, ma Draco si sentì morire a quella domanda. Non sapeva rispondere. Strinse più forte a sé la bella riccia. Lei si voltò e iniziò ad accarezzare i setosi capelli biondi del Serpeverde.

-Non lo so-. Rispose infine.

La Grifondoro guardò quei bellissimi occhi grigi e rimise la collana al suo posto, al caldo sulla pelle di Draco.

Si baciarono per dieci, forse venti minuti. La dolcezza che li consumava lentamente, la passione che restava chiusa al segreto nei loro corpi. Si volevano. Lo sapevano entrambi.

-E’…è meglio andare-. Disse Hermione lasciando quella bocca che sapeva farla impazzire.

Aveva le labbra rosse di baci e i capelli gonfi per le carezze.

-Già…Potter potrebbe insospettirsi-. Concordò il bel biondo, dando un ultimo, tenero bacio, alla sua Mezzosangue.

Camminarono senza toccarsi, per evitare di destare sospetti nel caso qualcuno li avesse visti. Prima di arrivare davanti al Ghirigoro, Draco prese il braccio di Hermione e la tirò all’interno di uno stretto vicolo deserto.

La baciò. Era “l’addio”.

-Stasera ci vediamo?-. Chiese lei quando si separarono.

-Se riesco a liberarmi-. Rispose il bel biondo.

Le passò un dito sulle labbra. Un sorriso. Un battito di ciglia e si trovò da sola a fissare il punto in cui prima c’era lui.

 

 

 

-Non vedo di cosa debba preoccuparti-.

-Forse del fatto che tu hai una ragazza-.

Blaise, Pansy, Nott, Tiger e Goyle avevano deciso di andare da Mielandia a prendere un po’ di dolci. Harry voleva offrire a Daphne un Torrone cremoso, ma lei aveva detto che non era il caso.

-E’ solo per Ginny?-. Domandò lui.

-Per cos’altro potrebbe essere?-.

-Per esempio per Malfoy-. Suggerì.

-Tra me e Draco non c’è nessun tipo di legame sentimentale, io sono assolutamente libera di accettare Torroni, Caramelle, un invito a cena o qualsiasi altra cosa mi venga offerta se lo voglio-.

-Bene, allora non vedo perché non dovresti accettarla da me-.

-Harry credo che te ne pentiresti-.

Il problema di fondo non era il Torrone cremoso. Entrambi si erano accorti, quel giorno, di avere un certo feeling. Lasciarsi offrire il Torrone avrebbe significato dargli il via libera e lei sapeva che non ne sarebbe uscito nulla di buono. Non che non volesse, anzi…il punto era che lui era fidanzato.

-Io credo che il problema sarebbe mio, a quel punto, Daphne-.

Senza aspettare una risposta le sorrise e andò alla cassa. Quando tornò aveva in mano la scatola del dolce con un grande fiocco verde.

-Grazie, Harry-. Le sorrise.

Quando uscirono dal negozio Tiger e Goyle avevano la faccia immersa in due grandi buste piene di dolce e si stavano rimpizzando fino allo spasimo, Pansy si gustava una Piuma d’Aquila regalatale da Blaise e Nott stava facendo strage di Cioccorane.

-Vedo che il pranzo non vi ha saziato-. La sua voce strascicata li raggiunse alle spalle.

-Draco! Finalmente…-. Lo salutò Blaise.

-Credevo che non tornassi più, Malferrett-. Gli disse Harry cercando di non farsi sentire dagli altri.

-Non pensavo di mancarti tanto, Potter-. Replicò ironico.

-Sai di cosa parlo-.

-Come vedi sono vivo e sano quindi vedi di non rompere-.

-Dove sei stato?-. Gli chiese Daphne.

-Commissioni, niente di serio. Questo?-. Domandò osservando il Torrone tra le mani della Serpeverde.

-E’ solo un pensiero-. Rispose Harry per lei.

Si rimisero in marcia e Draco trattenne il Grifondoro per un braccio, costringendolo a stare indietro con lui.

-Fa’ in modo che resti un pensiero, Sfregiato. Ci siamo intesi?-.

-Daphne mi ha detto che non avete legami sentimentali, allora mi spieghi questa gelosia, Malfoy?-.

-Non è gelosia, ma tu non mi piaci e non voglio che entri nella mia vita più del necessario-. Sibilò il Serpeverde.

-Se non erro non stiamo parlando della tua vita, ma di quella della Greengrass-.

-Ascoltami bene: tu hai una ragazza, Potter, ma non vorrei vedermi costretto a privarti della sua dolce compagnia con una voce non troppo carina-.

-Restane fuori-. Lo avvisò Harry.

-No. Sei tu che devi stare al tuo posto, Sfregiato!-.

-Draco!-. La voce bassa ma decisa di Daphne lo costrinse ad interrompere il contatto visivo.

-Si?-. Chiese come se non stesse succedendo niente.

-Dovresti dare un consiglio a Theodore, ti aspetta dentro-.

Il Principe di Serpeverde fulminò con lo sguardo Harry un ultima volta, poi gli lasciò il braccio ed entrò nel negozio di abiti.

-Tutto bene?-.

-Dimmi la verità su voi due-.

-Credo che dovresti starne fuori, Harry. Hai una ragazza, mi sembra un valido motivo-. Detto questo entrò a sua volta, lasciando il Grifondoro da solo.

Strinse forte i pugni e tirò un calcio al bidone della spazzatura lì accanto. “Maledetto!”, pensò. Subito dopo si chiese perché si stesse trovando in quella situazione. Aveva ragione lei: stava con Ginny. Doveva lasciarla perdere. Ma come?

 

 

 

 

Hermione, Ron, Ginny, Neville e Dean erano tornati da pochi minuti a scuola e stavano aspettando che Luna uscisse dalla Sala Comune di Corvonero per mostrare loro la foto della giornalista.

-Eccola. Non riuscivo a trovarla, scusate se vi ho fatto aspettare-.

Porse a un foglio a Inno e il resto del gruppo si avvicinò per guardare l’immagine.

-Ha qualcosa di familiare-. Commentò Ron.

Hermione fissava quel volto e più lo guardava più le sembrava che assomigliasse a qualcuno che conosceva. Non riusciva a capire a chi, però!

-A me ricorda qualcuno…-. Esordì Neville.

-Chi?-.

Il Grifondoro parve rifletterci per qualche istante.

-Non lo so-. Disse infine.

-C’è qualcosa di strano in questa faccenda.- constatò la Caposcuola -Luna ti dispiace lasciarmi la foto?-.

-No, certo: tienila pure-.

-Bene. Voglio verificare delle cose prima di cena. Ci vediamo in Sala Grande-. Hermione corse verso le scale.

-Madama Pince ha delle copie della Gazzetta del Profeta di anni fa?-.

Era in Biblioteca. Un dubbio si era insinuato nella sua testa e doveva verificarlo.

-Di due anni fa al massimo, signorina Granger-.

-Vanno benissimo! Potrebbe darmi qualche copia, per favore?-.

-Quando le riporta?-.

-Entro lunedì sera-.

-Gliene posso dare due di aprile dello scorso anno e una di settembre dell’anno precedente: va bene?-.

-Perfetto! Grazie mille-.

Prese i quotidiani e, mettendoci dentro la foto, si avviò verso il dormitorio per iniziare la ricerca.

Arrivò presto l’ora di cena e, con un sorriso trionfante, nascose i giornarli dentro il baule e scese in Sala Comune.

-Hermione!-.

-Harry!-.

-Non vi siete fatti vedere oggi-.

-Tu sei sparito-.

-Diciamo che le serpi frequentano posti differenti dai nostri…-. Si giustificò il moro.

-Lo immagino. Com’è andata?-.

-Bene! Forse anche troppo…-. Rispose.

-Che vuoi dire?-.

-Herm ti devo parlare. E’ una cosa un po’ delicata, non è che dopocena possiamo andare in un posto tranquillo?-.

-Certo, ma così mi fai preoccupare-.

-Non devi, almeno…non per te-.

-Vuoi spiegarmi che succede, Harry?-.

-Signor Potter! Era ora che si facesse vedere!-.

Ginny si buttò al collo del proprio ragazzo. Finalmente lo poteva abbracciare: era dalla sera prima che non stavano un po’ insieme!

-Ciao-. La salutò il moro ricambiando l’abbraccio.

La Grifondoro lo baciò calorosamente, così Hermione sorrise e uscì dal buco del ritratto.

-Andiamo insieme?-.

La Caposcuola sorrise e scese con Ron per andare in Sala Grande.

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Purtroppo non ho molto tempo per rompervi, come sempre, con i miei lunghi discorsi, perciò mi limito a due paroline. Primo: per me questo chappy fa scintille (per specificare quello che ho scritto in quello precedente) in quanto mi sembra che i nostri due amori si siano spianti alquanto oltre non in fatto fisico, che pure arriverà…, ma a livello sentimentale e, permettetemi, per uno come la meravigliosa serpe non è poco! Secondo: non so se ci sono riuscita, ma in questo capitolo volevo cercare di farvi un po’ entrare anche nella testa di Draco, perché mi vorrei riservare i suoi pensieri per qualche tempo ancora, però volevo che iniziaste a capire cosa sta succedendo nella sua ermetica testolina. Spero che mi facciate sapere cosa ne pensate e se ci sono riuscita oppure no! Ringrazio:

Summers84, Mojito86, camyxpink, fanny, gemellina, lunachan62, herm85, SweetChocolate, Cobwy23, Hikaru_Angelic, white_tifa, Olivia86, MissMalfoy e taty89 (non diventi assolutamente pesante, anzi: adoro i pareri costruttivi, perciò scrivi pure una pagina di recensione se vuoi: io apprezzerò ^^!).

Ringrazio anche tutte coloro che leggono senza recensire e le invito a lasciarmi anche un commentino piccolo piccolo, giusto per farmi sapere cosa ne pensano!

Alla prossima,

Baci

Ps: make attention on Harry, Daphne & Ginny: a volte le apparenze ingannano…! Non dico altro…^^

 

  
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