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Autore: Stukas are Coming    04/07/2012    0 recensioni
Una storia completamente diversa dalle altre, inserita nel genere Storico per motivi che presto scoprirete. Amo i boschi e e le foreste, è per questo che ho deciso di ambientarla in questi luoghi meravigliosi. Sono appassionata di storia e il periodo del nazismo è da sempre un mio grande interesse, ovviamente solo in senso storico. Spero vi possa piacere!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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E' nata un' altra violetta. L' ho vista stamattina, è accanto al gruppetto di violette già grandi. E' bella, con quel colore. Sono buffi i loro steli, mi fanno ridere: anzichè salire dal basso come negli altri fiori, i loro si chinano dall' alto come una persona curiosa che si chini per guardare in una pozza d' acqua.

Devo proteggerla dalle piogge, ora, perchè è appena nata e una violetta piccola è vulnerabile. Ci costruirò una casuccia con qualche pezzetto di corteccia e gliela metterò sopra quando le gocce d' acqua saranno troppo pericolose per il suo fragile collo.

Io mi perdo nel guardare le piccole cose della foresta. Il muschio mi sta simpatico ma i funghi e i fiori sono più teneri. Anche i ruscelli sono dolci, mentre i sassi sono antipatici e maleducati. Adorano farmi inciampare, se ne stanno nascosti sotto le foglie e zac, quando meno te l' aspetti finisci lunga distesa. Le sbucciature che ho sulle ginocchia sono un loro lavoro.

Il mio mondo si riduce alla foresta, alla casetta e alle rare, notturne incursioni che faccio al paesino più vicino. So che siamo nel 1939 e che questa terra è la Germania; ma le mie conoscenze si esauriscono non molto oltre. Certo, le nozioni basilari le conosco, le elementari le ho fatte, ma dell' umanità non voglio sapere altro. Odio le persone. L' impronta che hanno lasciato su di me vorrei dimenticarla ma non ci riesco. Mi sono ritirata volontariamente qua e la compagnia della foresta mi è mille volte più cara ed essenziale.

Ho un fucile e molte pallottole, lo uso per sparare alle bestie quando finisco il cibo rubato di notte al paesino; due orologi sparsi per casa più uno che ho al polso mi tengono informata sull' ora e ho qualche libro che ormai so a memoria, ma non so leggere così tanto bene da poter pensare di volere altri volumi.

Ecco, la violetta è sbocciata del tutto ! Amo le violette, vorrei esserne una. Quando piove l' acqua rimane dentro, nel minuscolo pozzo dei loro petali, sembrano tanti bicchierini venuti su dalla terra.

Anche i bruchi mi stanno simpatici. Quando ne vedo qualcuno sul cappello di un fungo sto a guardare la maniera buffa con cui si alzano sulla parte posteriore del corpo e si sbracciano per cercare un appiglio sopra di essi.

La casetta è parte integrante del bosco, in legno e pietra, e sul tetto c' è qualche ciuffo d' erba. Non è mia né l' ho costruita io, mi ha ospitata.

Quando delle persone cattive sono arrivate e hanno ammazzato i miei genitori io avevo nove anni, c' era stato un gran casino in città ed ero fuggita con un gruppo di gente che si dirigeva verso nord-est.

Il viaggio era stato lungo e pensavamo di essere al sicuro, ma altri soldati erano sbucati e avevano ammazzato tutti. Io, che ero piccola, sono riuscita a sgusciare via e ho camminato per giorni e giorni nella foresta fino ad arrivare a questa casetta. Dentro c' era una vecchietta sola che mi tenne con sé. Il mio odio per le persone stava nascendo, bruciante, accecante.

Un giorno morì, era tanto anziana, e fu il colpo di grazia: giurai a me stessa di non aver più nulla a che fare con gli esseri umani. La seppellii con le mie mani lontano da qua e crebbi da sola; il fucile era suo così come i libri ed ogni cosa qua dentro.

Davanti alla piccola costruzione c' è uno spiazzo e poi subito di nuovo la foresta, circonda tutto.

Non ho paura delle bestie, ho imparato a crescerci assieme. Di solito la gente ha paura di orsi e cose simili, io no. E' solo un orso, non un uomo.

Purtroppo andare al paesino certe volte è necessario per rubare proiettili e qualcosa da mangiare, ma me la cavo bene lo stesso perchè la notte mi copre e non devo avere a che fare con nessuno, in più qua c' è un piccolo cucinino a gas e dunque non mi manca nulla.

Mi sento perfettamente a mio agio in questo luogo solitario, so di essere molto ignorante perchè alle elementari non impari granché, tuttavia vivo serena.

Ci dev' essere una guerra, da qualche parte. Così sento dire. Persone idiote.

Nel pomeriggio rimango seduta sul mio ceppo-sedia, guardo le violette e sonnecchio nel rumoroso silenzio del bosco, lucido e puro della pioggia caduta stamattina.

   
 
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