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Autore: Arshatt    04/07/2012    3 recensioni
Diverse storie che si intrecciano all'interno del mondo di FF12, mescolando i vari paring e relazioni tra i personaggi principali. BalxAshe, BalxFran, AshexBasch, PeneloxVaan. Multi rating XD, dipende dal capitolo. Ultimo capitolo rating VERDE.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashe, Balthier, Basch, Fran
Note: Lemon, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Tiepidi raggi di sole provenienti dalla finestra vicino al baldacchino, illuminavano il volto delicato della giovane Penelo.  Era sveglia già da alcuni minuti ma il caldo abbraccio del suo uomo, avvinghiato al suo ventre come un tenero bambino, non le faceva venir voglia di muoversi da lì. Accarezzava dolcemente i suoi capelli color miele, mentre si lasciava cullare dal ricordo della loro prima notte d’amore insieme.

Adesso si appartenevano l’un l’altro, in modo completo. Sentiva che oggi era per loro un nuovo inizio.
 

***
 
Chiuso nella saletta da bagno, Balthier si radeva con cura il volto, attento a non rovinarlo con qualche spiacevole taglietto.  I cerchi grigiastri sotto le palpebre inferiori erano il segno evidente della notte insonne appena trascorsa.

L’incontro con Ashe era stato intenso ma breve. “Come se non fosse mai accaduto” si erano raccomandati, quando si erano apprestati a ritornare nelle loro stanze da letto.
Non aveva avuto il coraggio di sbirciare nella camera di Fran, comunicante alla sua, per assicurarsi che fosse rientrata. Essere beccato nel bel mezzo di un amplesso di fuoco con la regina, non era stato certamente edificante per il suo ego. Provava solo una gran vergogna e uno sgradevole senso di delusione, fare l’amore con lei era stato eccitante, ma invece di rilassarsi, aveva ottenuto solo l’effetto contrario. I suoi nervi e muscoli erano più rigidi che mai. Aveva passato il resto della notte a rigirarsi nel letto.

All’alba qualcuno era venuto a bussare alla sua porta. Con grande stupore, si trovò davanti proprio Fran che con fare assolutamente indifferente lo sollecitò a sbrigare a prepararsi, per andare a salutare Vaan e Penelo che stavano per lasciare il Palazzo.

Sciacquò il viso e con un asciugamano avvolto in vita, uscì dal bagno. La viera era affacciata al balcone, intenta ad osservare il panorama. Balthier ne approfittò per vestirsi velocemente.

Non aveva potuto fare a meno di notare quando fosse disinteressata nei suoi riguardi. Non lo aveva degnato di una parola, su quanto aveva visto o fatto la sera precedente. Non riusciva a comprendere se era arrabbiata o se davvero non le importava nulla. Del resto non aveva mai perso occasione di ribadirgli in passato che non reputava affar suo le donne con cui andava a letto.
 
“Fran, possiamo andare..”la richiamò, gentile.
 
“Ci aspettano all’ingresso dell’aerodromo”lo informò, dirigendosi verso l’uscita.
 
La seguì senza batter ciglio.
 


Fu un tragitto silenzioso, impenetrabile a qualsiasi tentativo di conversazione. Poté riudire la sua voce, solo quando furono giunti a destinazione. I due dalmaschi li attendevano allegri e spensierati come al solito.
 
“Buongiorno! Hey Balthier non hai una bella cera, stamattina..”notò subito, Vaan.
 
“Grazie della costatazione.. Tu invece sembri rilassato, devi aver dormito parecchio stanotte, da bravo ragazzino!”lo punzecchiò Balthier, incrociando le braccia sul petto.
 
“Ehm.. dai non litigate. E’ una cosi bella giornata oggi!”intervenne Penelo, che era arrossita leggermente ripensando alla piacevole notte che lei e il suo fidanzato avevano passato insieme.
 
“Dove siete diretti?”chiese pacata, Fran.
 
“Nabudis! Sembra che in alcune zone del sottosuolo della palude si nascondano delle reliquie antiche..” rispose con entusiasmo, Vaan.
 
“Reliquie? Considerando l’atmosfera di quelle lande, spero che almeno abbiate fatto scorta di acquasanta.. ci sono più creature non-morte lì, che fango”replicò, il pirata.
 
“Si, abbiamo preso tutto. Sono già alcuni mesi che ci prepariamo per quest’avventura. Adesso che l’aeronave è pronta, possiamo finalmente partire!” esclamò Penelo.
 
“La Dreamer, giusto? .. sono curiosa di vederla all’opera” disse incuriosita, la viera.
 
“Ah la carretta! L’avete rimessa in sesto alla fine..”
 
“Non è affatto una carretta! Venite un po’ a vedere..” affermò il ragazzino, facendo segno ai suoi amici di seguirlo dentro l’hangar dell’aerodromo.
 


Una volta lì, si trovarono davanti a una divertente scenetta con protagonisti Nono e una piccola moguri con una tutina da lavoro lillà e un pompon verde smeraldo sulla testa.
Stavano battibeccando animosamente sulle potenzialità delle loro aeronavi.
 
“Bijou!Nono! Che succede?”chiese preoccupata, Penelo.
 
Intanto Balthier e Fran stavano dando un’occhiata alla grossa aeronave davanti a loro. Si trattava di un modello dalle proporzioni slanciate, simile nella forma a una rondine e rivestita da metalli argentati e blu notte.

Con orgoglio, Vaan aveva iniziato ad illustrare ai suoi amici le caratteristiche del suo veicolo mentre la povera Penelo cercava di far ragionare i due ingegneri moguri.
 
“Ammetto che sei in gamba kupò, ma la Strahl ha un’impalcatura più robusta, regge meglio la pressione nei voli ad alta quota!Kupò”
 
“Sciocchezze kupò! Con la stabilità di volo raggiunta dalle volioliti di ultima generazione kupò, anche materiali leggeri come il clinax sostengono perfettamente la pressione! Kupò! E l’aeronave ne acquista in velocità!Kupò“ribadì sicura di sé, Bijou.
 
“Può darsi, kupò.. Ma il clinax si corrode facilmente a contatto con gli agenti atmosferici, kupò! Sempre che tu non voglia farla volare solo nella stagione estiva, kupò!” la sbeffeggiò, Nono.
 
“Spiritoso, kupò! Sei un ingegnere antiquato, kupò. Dovresti tornare ad aggiornarti kupò.. Mi sa che la fama ti ha dato alla testa!Kupò!”
 
“Antiquato a chi?!Kupò??!! Guarda che io sono un professionista, kupò!”
 
“Ho visto la Strahl in azione, ultimamente kupò.. e non mi è sembrata niente di speciale, kupò, in quanto a velocità!Kupò!”
 
“Come scusa? Dici che la mia aeronave non è abbastanza veloce?”si intromise Balthier, che aveva udito parte della discussione.
 
“Proprio cosi, kupò! Il modello ha delle potenzialità che non sono sfruttate al massimo, kupò.. e adesso che ho conosciuto il “celeberrimo Nono”, kupò, capisco anche il perché!Kupò! La Dreamer riuscirebbe a raggiungere velocità più elevate.. Kupò!”esclamò altezzosa, la moguri.
 
“Con tutto rispetto per la tua dote avionautica.. Questa aeronave devo ammettere che non è male, ma credo che certe affermazioni coraggiose andrebbero fatte solo dopo un lungo periodo di collaudo.. C’è differenza tra teoria ed esperienza.. e la Strahl ne ha molta!” cercò diplomaticamente di spiegarsi, il pirata.
 
“Non hai tutti i torti kupò! Ma anche se la Dreamer è ancora giovane kupò, la mia esperienza di ingegnere mi dice che otterrà ottimi risultati kupò… sempre che il suo pilota abbia capito come farle la manutenzione kupò!”rispose lei, rivolgendo lo sguardo verso Vaan.
 
“Sei solo una presuntuosa kupò!! Questa aeronave non batterebbe mai in velocità la Strahl!”sbraitò irato, Nono.
 
“Vogliamo provare?Kupò!?”lo sfidò, Bijou.
 
“Finitela, stiamo facendo perdere solo tempo a Vaan e Penelo..” intervenne freddamente, Fran.
 
“E’ vero, smettetela! Siete entrambi due ottimi professionisti.. non c’è ragione di farsi la guerra!” aggiunse, la biondina.
 
“Sì..Kupò.. non vale la pena abbassarsi a certi livelli kupò!” cercò di ricomporsi, Nono.
 
“Che c’è? Kupò! Hai forse paura di fare brutta figura kupò?”continuò ad aizzarlo, lei.
 
“Ti faccio mangiare la polvere, kupò!!!”
 
“Lo vedremo, kupò!! Sfido la tua Strahl a una gara di velocità, fra tre settimane esatte kupò! Scegli pure tu il posto kupò.. voglio lasciarti questo vantaggio, kupò. Ne avrai bisogno!Kupò!!”
 
“Perfetto kupò!! Ti farò rimangiare ogni singola parola che hai detto, kupò!!!”
 
“Hey aspettate.. che gara? Come sarebbe a dire?” disse Vaan, comprendendo che in quanto pilota della Dreamer, era direttamente coinvolto nella vicenda.
 
“Non mi alletta per nulla l’idea.. contro un pivellino come lui poi…” ribadì sconfortato, Balthier.
 
“Zitti kupò!!” li mise sull’attenti Nono, fuori di se.  “Si farà!Kupò!!” decretò infine senza che nessuno poté contraddirlo.
 

***
 
Dopo che ebbero salutato i loro giovani amici, i due pirati si avviarono nuovamente verso il castello.
 
“Prepara le tue cose, stasera andiamo via anche noi..”
 
“Non possiamo.. Mi ero dimenticata di dirti che Larsa vuole parlare con te più tardi. Basch mi ha raccomandato di dirtelo, stamattina.” svelò, la viera.
 
“Uhm? E cosa vorrebbe da me l’illustre imperatore d’Archadia?”le domandò ironico e annoiato.
 
“Non lo so, questioni legali credo..”
 
“Le nostre questioni legali riguardano la gattabuia, mia cara Fran!”
 
“Non credo sia questo.. Basch ha detto qualcosa riguardo ad un’eredità.. non si è sbilanciato oltre”
 
Sul volto di Balthier apparve una smorfia. Le attenzioni dei nobili arcadiani non promettevano nulla di buono e qualcosa gli suggerì che dovesse c’entrarci anche suo padre e quel dannato diario.
 
“E poi non potremmo andare via comunque… Ho delle questioni da risolvere stasera.. Possiamo ripartire domani. Sono sicura che per Ashe non sarà un problema ospitarci ancora per una notte….” sottolineò tagliente, lei.
 
“Immagino che sia per via di quel tuo.. “amico”.. Dirian, Dilan.. com’è che si chiamava?” la canzonò, irritato.
 
“Darian..” si limitò a correggerlo.
 
“Un bel nome da damerino… Posso chiederti di che dovete parlare? Sempre che non sia troppo personale s’intende… Capisco che non siamo poi cosi intimi..”continuò a prenderla in giro, sempre più innervosito.
 
Il fatto che siamo partner non vuol dire che dobbiamo sapere tutto l’uno dell’altro… o sbaglio?” lo punzecchiò, con chiaro riferimento alla sua tresca segreta con Ashe.
 
“Almeno le cose importanti credevo che ce le dicessimo..”
 
“Appunto..”
 
“Un ex fidanzato che hai mollato il giorno prima delle nozze, non rientra in questa categoria d’informazioni…?”
 
Fran lo guardò allibita, non si aspettava che l’avesse udita parlare con lui, la sera prima.
 
“Era una conversazione privata, Balthier..”lo rimproverò arrabbiata.
 
“Scusami.. è che una volta il “privato” tra noi non esisteva..”disse, amareggiato.
 
La donna abbassò lo sguardo, forse aveva esagerato. Dopotutto era logico che quello che aveva udito l’avesse sconvolto. Non aveva mai fatto cenno con lui, della sua vita sentimentale passata, figuriamoci del suo interesse a contrarre matrimonio a diciotto anni con un bel principe rozzariano.
 
“Mi dispiace.. Forse avrei dovuto parlartene subito, dopo che abbiamo incontrato Darian alla festa.. Eh.. che è passato molto tempo, non credevo che l’avrei mai più rivisto.. “
 
“Ti ha fatto piacere, almeno…? Sembravi parecchio turbata ieri…”
 
“Non lo so…  Era una parentesi del mio passato che credevo chiusa per sempre..”
 
“Lui non ti ha mai dimenticata a quanto pare.. e tu dovresti sbrigarti a capire quello che vuoi..” le suggerì lapidario.
 
“Che vuoi dire? Io sono un aviopirata ormai… Non potrei..”
 
“Tu sei una donna, Fran…”
 
Aveva cambiato tono, era diventato triste e amaro. I suoi occhi tradivano l’incertezza e la paura del suo cuore. Lei non seppe cosa dire, era confusa e frastornata, non sapeva cosa provava.
Il tragitto continuò in modo silente.
 

***
 
“Sono contento che alla fine tu abbia deciso di rimanere, ci sono delle questioni che dobbiamo affrontare..” disse Larsa, agitando tra le mani alcune carte.
 
“Con tutto rispetto Altezza, reputo questa faccenda solo una grossa scocciatura quindi gradirei che la risolvessimo definitivamente e in tempi brevi!” affermò scocciato, il pirata.
 
“Temo che non sarà così semplice… Tuo padre possedeva molti beni e tu sei l’unico erede ancora in vita..”
 
“Per ironia della sorte, Balthier pare che tu sia più ricco adesso di quando sei scappato via di casa, rinunciando ai tuoi privilegi nobiliari”aggiunse sarcastico, Gabranth.
 
“Non me ne importa nulla delle sue ricchezze, vi cedo tutto.”rispose sprezzante e disinteressato, il ragazzo.
 
Fran ascoltava in silenzio, solo lei riusciva a leggere lo sguardo cupo di Balthier. La sua indifferenza era una fragile maschera.
 
“Almeno dai un’occhiata al testamento, prima di prendere decisioni avventate..” osò intromettersi, Ashe.
 
“Gli unici beni di un pirata solo il cielo, la sua aeronave e il suo partner. Quello che volete offrirmi, non mi interessa e non mi serve”
 
“Finirà tutto all’asta, se deciderai di non occupartene.. E’ veramente quello che vuoi, Balthier?”gli ripeté, Larsa.
 
“Certo!”esclamò deciso, lui.
 
“Di che beni si tratta esattamente?”domandò austera, Fran.
 
“Che importa?” sbottò irritato il pirata, tirandosi in piedi. La viera lo afferrò per un braccio, facendogli intendere di mantenere la calma e ascoltare.
 
“Beh ci sono diverse proprietà immobiliari sparse per Arcadia, alcune delle quali venivano sfruttate da tuo padre per fini commerciali o come centri culturali esclusivi per uomini dotti. Ci sono anche delle residenze estive, di cui una qui vicino, nei pressi di Bhujerba, e altre due nella zona di Monsfora e Salika. Una casa di campagna in un paesino a confine tra i nostri due stati. E poi ovviamente… c’è la residenza privata di Cid..e il suo laboratorio..” illustrò, l’imperatore.
 
Balthier era rimasto in silenzio, tormentato dai ricordi di quei dannati posti che erano stati protagonisti della sua fanciullezza. Non aveva nessuna voglia di tornarci o tanto meno amministrarli. Non voleva nulla del suo passato.
 
“Ci sono anche alcune somme di denaro depositate nel conto personale della famiglia Bunansa..”aggiunse, il giudice.
 
“Perché non leggiamo il testamento, Balthier? Poi potrai decidere ciò che vuoi..”cercò di persuaderlo ancora una volta, Ashe.
 
Fran si limitò a seguirla con la coda dell’occhio, fingendosi indifferente alla sua presenza. Il pirata si voltò verso di lei come a volerle chiedere un consiglio su cosa fare e la viera annuì col capo, in segno di assenso.
 
“E va bene… togliamoci questo pensiero..” acconsentì, seccato.
 
“Bene.. Se siamo tutti d’accordo, Flemming può procedere alla lettura del documento” annunciò l’imperatore, passando la parola al suo notaio.
 
Dopo aver tagliato il sigillo che chiudeva la busta contenente il testamento del dottor Cid, l’uomo si schiarì la voce e prese a leggere.
 
“ Io sottoscritto Cidolfus Demen Bunansa, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali e fisiche, lascio questo scritto come testimonianza delle mie ultime volontà..”
 
Balthier sorrise sarcastico, sentire dalle stesse parole di suo padre definirsi “sano di mente” aveva un non so che di esilarante e di drammatico allo stesso tempo, considerando come erano andate a finire le cose.

Tutti ascoltavano in perfetto silenzio, attenti ad ogni singola parola che uscisse dalla bocca dell’uomo di legge.
 
… Per quanto concerne le proprietà immobiliari, compresa la mia residenza e i terreni annessi, lascio tutto ai miei familiari di primo grado ancora in vita, non ho interesse di stabilire come verranno divisi. Sono liberi di farsi la guerra come meglio reputano. Piuttosto è mio desiderio che tutte le mie ricerche e i miei preziosissimi studi, nonché il mio amato laboratorio Draklor, vengano affidati esclusivamente alla mia graziosa nipote, in qualità di erede spirituale. Mio figlio Ffamran Mid Bunansa ne sarà custode finchè non sarà grande abbastanza da portarsene prendere cura personalmente.”
 
“Nipote??” esclamò sbigottito, Balthier.
 
“Qualche cugina? Cid aveva fratelli o sorelle?”chiese, la regina.
 
“Figlio unico..”
 
“E sui tuoi due fratelli, cosa ci dici?” domandò, Gabranth.
 
“Flynn è deceduto da “glorioso soldato” dell’impero durante la battaglia dei “Cento giorni” contro Rozzaria… e Farron ha preso i voti come monaco quando ero solo un bambino.. ed è morto a causa della peste tre anni fa … nessuno di loro aveva famiglia..”
 
“E tu, Balthier..?” osò audace, Larsa.
 
“Io cosa??”rispose stizzito, il pirata. Aveva colto l’insinuazione del ragazzino, ma preferì fare finta di nulla.

Intanto Ashe e Fran non gli toglievano un attimo gli occhi di dosso, in attesa di sentirlo rispondere alle domande velatamente maliziose dell’imperatore.
 
“La tua fama di dongiovanni è molto nota… Potrebbe essere che..”
 
“Non ho nessun figlio sparso in giro per Ivalice!” lo mise a tacere, Balthier.
 
“Ma allora a chi si riferisce Cid, nel testamento?”sbottò, Ashe.
 
“E chi lo sa? Forse è l’ennesimo vaneggiamento di un folle che desiderava diventare nonno…” rispose ironico, il ragazzo.
 
“Ma finchè non scopriamo di chi si tratta, pare che spetti a te occuparti del laboratorio..” gli fece notare, Fran.
 
“Non diciamo sciocchezze! Non esiste nessuna erede spirituale e di conseguenza nessun custode!” affermò severo, il pirata.
 
“Per la legge, sei tu l’unico parente di primo grado rimasto in vita quindi sei l’unico erede di tutto… tu e questa presunta nipote, s’intende..” sottolineò, Larsa.
 
“Perfetto, allora terremo la residenza privata e il laboratorio Draklor… oltre al denaro e ai gioielli di famiglia, ovviamente..”intervenne decisa, Fran, lasciando tutti di sasso.
 
“No! Non terremo nulla..”sbraitò Balthier, perdendo le staffe. 
 
Un comportamento assolutamente insolito per lui, specie nei confronti della sua compagna verso la quale manteneva sempre un certo riguardo. Nessuno preferì intromettersi.
 
“Sai che abbiamo bisogno di soldi… Sarebbe da stupidi rifiutare un’offerta tanto generosa. Metti da parte i tuoi sentimentalismi e torna a ragionare da pirata” lo freddò, la viera, suscitandogli sdegno per aver reso pubbliche come nulla fosse, le loro difficoltà economiche.
 
“Fran, pensavo fossi più discreta nel mettere in piazza le nostre faccende personali! Ad ogni modo preferisco la bancarotta, all’eredità del vecchio. Fine della questione, non ne discuteremo ulteriormente!”
 
“Scusa se mi permetto, Balthier. Accettare l’eredità non vuol dire necessariamente che tu debba tenere tutto per te.. puoi sempre rivendere o fare della beneficenza. Sempre meglio che lasciarla alla mercé dei molti aristocratici senza scrupoli , del nostro paese”consigliò pacatamente, l’imperatore.
 
“Giusto, mi sembra un ottimo consiglio quello di Larsa. Una volta firmate le carte, sarai tu a scegliere tempi e modalità per riscuotere ciò che ti spetta” aggiunse, il giudice.
 
Fran guardava il suo partner contorcersi per il nervosismo, avrebbe voluto volentieri scappare via e mandare tutti al diavolo, glielo leggeva in volto.
 
“Mi sembra un buon compromesso, non trovi?” disse la viera, rivolgendosi a Balthier. “Liberiamo questi signori da queste sgradevoli questioni burocratiche e colmiamo i nostri debiti. La Strahl ha bisogno di quei cambi e di quelle riparazioni che rimandiamo ormai da troppo tempo”
 
Detestava ammetterlo, ma aveva ragione. La sua adorata aeronave non avrebbe retto ancora a lungo, senza una dovuta e costosa manutenzione. Ma il suo orgoglio non gli permetteva comunque di  scendere a    compromessi . Era più forte di lui, aveva scelto di rinunciare alle sue ricchezze, il giorno in cui era andato via. Che senso aveva riappropriarsene ora? Sentiva che c’era qualcosa di sbagliato in questo.
 
 
“Non voglio.. come ho già detto, ho fatto la mia scelta, cedo il patrimonio alla legge dell’Impero.. Fatene ciò che volete, non m’importa”
 
 
“Balthier..” cercò di dire qualcosa Ashe, ma fu interrotta dall’intervento di Fran.
 
 
“Fai una donazione privata a mio favore”
 
 
“Cosa? E da quando in qua, ti interessano questo genere di cose?” chiese sbalordito, l’uomo.
 

“Da adesso”
 

“E sentiamo cosa vorresti?”
 

“Come ho già detto.. La casa, il laboratorio, il denaro depositato a tuo nome e i gioielli di famiglia”ribatté impassibile, lei.
 
Il ragazzo era perplesso e turbato dalla richiesta della donna, assolutamente inconsueta per lei. Non era mai stata attaccata ai beni materiali, tanto meno ai suoi. Lo stava facendo davvero solo per sanare le loro difficoltà economiche, o c’era qualcos’altro sotto?
 
“Fidati di me, accetta la mia richiesta”
 
Fidarsi. Se c’era qualcuno di cui si fidava ciecamente e a cui era disposto ad affidare la sua stessa vita, era proprio Fran. Poteva negargli la sua fiducia? Poteva andare contro se stesso, per lei? L’indecisione lo tormentava.
 
“Non vorrei mettervi fretta.. ma temo che non ci rimanga molto tempo. L’aeronave per Archades sarà qui tra meno di un’ora  e sua maestà desidera che la trattativa si concluda prima della partenza” affermò, Gabranth.
 
“E va bene… Cosi sia, Fran”disse infine, il pirata, non troppo convinto.
 
La donna si limitò a fare un cenno di approvazione verso di lui.
 
“Potete mettere per iscritto che rilevo solo quanto richiesto dalla mia partner, il resto non mi interessa”raccomandò, al notaio.
 
“D’accordo, Balthier. Flemming e Gabranth rimarranno a tua disposizione per chiarire i dettagli della trattativa, fino a domani. Dovete ancora risolvere la questione della fantomatica nipote, legittima erede del laboratorio Draklor, che potrà essere ceduto a Fran solo fino al suo ritrovamento” lo informò, Larsa.
 
“Capisco, ma credevo avremmo fatto tutto in serata..”
 
“Non penso sarà possibile, a meno che tu non voglia passare tutta la notte a firmare documenti. Adesso che abbiamo le idee chiare sul da farsi, potete anche godervi l’ospitalità della nostra Ashe per un altro po’. Ci rivedremo ad Archades quando deciderete di contattare la casta reale per la riscossione..” rispose il ragazzino mentre si preparava a lasciare la sala, per raggiungere l’aerodromo.
 
“Perché non andate  a rinfrescarvi? La cena sarà servita tra un paio d’ore nella sala dei banchetti, se volete unirvi..”li invitò, la regina.
 
“Fantastico..”le sorrise beffardo, il pirata.
 

***

Intorno alle 20:00, Balthier andò a bussare alla porta della sua collega, per dirigersi insieme verso la sala dove Ashe e gli altri li attendevano per iniziare a cenare. Quando aprì, la trovò con indosso uno splendido abito corto in pizzo nero, semplice ma decisamente audace. Teneva i capelli raccolti con una coda bassa e morbida che le scivolava lungo la spalla sinistra. Si domandò se quell’abbigliamento curato fosse per via del suo ex, ma preferì non indagare, un’altra questione gli premeva maggiormente.
 
“Dimmi perché…”chiese l’arcadiano, rivolgendosi alla viera.
 
“A cosa ti riferisci..?” ribatté lei, fingendo di cadere dalle nuvole.
 
“Alla sceneggiata di prima sull’eredità.. cosa hai in mente?”
 
“Salvaguardare i nostri interessi economici, come ho già detto..”
 
“Ma per piacere.. Fran!”sbraitò seccato, Balthier. Non credeva ad una sola parola.
 
“Ti ho chiesto di fidarti di me” disse sospirando, la donna.
 
“E l’ho fatto accettando.. Adesso vorrei sapere qual è il piano..”
 
“Non è il momento.. Ci stanno aspettando per la cena.. “ cercò di divincolarsi.
 
“Quando la smetterai..?”
 
“Come?” gli domandò perplessa, sgranando gli occhi.
 
“Quest’atteggiamento indisponente che hai nei miei confronti… Inizia a diventare irritante, sai?.. Gradirei che mi dicessi cosa ho fatto per farti diventare cosi sfuggente nell’ultimo periodo, in modo da chiarirla una volta per tutte…”l’affrontò deciso, lui.
 
“Non c’è niente da spiegare.. è tutto chiaro come il sole..”
 
“Ma di cosa stai parlando? Fran, per favore..” proseguì lui, sempre più confuso.
 
“Ci vediamo a tavola.” disse lei, uscendo dalla camera e sbattendo con forza la porta alle sue spalle.
 

***
 
Era stata una cena tranquilla per pochi intimi, a base di piatti tipici dalmaschi e vini pregiati. Oltre alla regina e ai due pirati, erano stati presenti anche il fedele Gabranth, e i rozzariani Al Cid e Darian. Subito dopo il dolce, Fran e l’ambasciatore si erano dileguati, lasciando Balthier contorcersi dai nervi. Ashe notando il disagio dell’ex amante, aveva tentato di avvicinarlo, ma la corte spietata di Al Cid e gli occhi puntati addosso del giudice, glielo impedirono. La serata terminò prima che sopraggiungesse la mezzanotte.
 
 
Intanto lungo le scalinate dei vicoli di Rabanastre, un bacio intenso e inaspettato e qualche carezza di troppo, sembravano aver risvegliato vecchie passioni sopite tra uno hume e una viera.
 

***
 
A notte fonda, Balthier sentì girare la maniglia della porta comunicante alla sua, distraendolo dai suoi pensieri. Era Fran.
 
“Come mai qui..? .. Dopocena noioso..?”domandò sottovoce, il ragazzo.
 
Si sentì sollevato nel vederla, nonostante la discussione poco piacevole che avevano avuto nel pomeriggio. Almeno adesso sapeva che non era rimasta a dormire con lui.
 
“Abbiamo finito presto.. “si limitò a dire, lei.
 
Si avvicinò al divanetto di pelle azzurra su cui il pirata sedeva e si posizionò accanto a lui, senza dire una parola. C’era un clima di leggera tensione tra loro. Notò che maneggiava tra le mani uno strano diario.
 
“E quello..?.. caccia al tesoro in vista?”
 
“Uhm?.. Oh no.. Ricordi quella cosa importate di cui doveva parlarmi, Ashe?.. Era questo… Il diario di mio padre..” confessò, a bassa voce.
 
“C’è scritto qualcosa d’importante..?” chiese un po’ intimidita.
 
“Non lo so.. Non l’ho ancora letto.. Non trovo un motivo per farlo..” si sbottonò, l’uomo.
 
Fran percepiva tanta tristezza in lui, evidentemente non aveva ancora superato la morte del padre. Aveva tentato in tutti i modi di negare il suo dolore in questi mesi, ma non era bastato per nasconderle la sua angoscia. Dopo quella notte a Balfonheim, subito dopo la caduta del faro, non aveva più voluto parlarne, chiudendosi in se stesso.
 
“Forse dentro troverai qualche riferimento alla ragazza, di cui Cid parla nel testamento..” provò a spronarlo.
 
“Può darsi.. ma che importa? Se fosse stata interessata all’eredità, si sarebbe già fatta viva..Sempre ammesso che esista..”
 
“Sai.. io non credo che tuo padre sia mai stato folle.. e non penso che lo creda neanche tu..”
 
“Fran stiamo parlando di un uomo che ha quasi distrutto mezza Ivalice per inseguire il suo sogno malato di diventare un dio.. Uno cosi non lo definirei proprio sano di mente..” ironizzò, lui.
 
“La negalite.. Gli Occuria.. Vayne.. erano solo un mezzo..”
 
“Per restituire le redini della storia, nelle mani dell’uomo… l’ho già sentita questa favoletta..”
 
“No.. sicuramente non era solo questo.. La sua ferma ostinazione non poteva essere mossa solo dalla sete di conoscenza che Venat gli aveva offerto..”
 
“E allora cosa? Cosa cercava?.. Per cosa è arrivato a dimenticarsi perfino di suo figlio..?” domandò arrabbiato.
 
A pensarci non riusciva a trattenere la collera. Suo padre lo aveva abbandonato molto prima di quanto non avesse fatto lui, con la sua fuga.
 
“Non lo so… ma forse la risposta è nel diario..”
 
Voleva convincerlo a leggerlo, sapeva che in fondo era quello che desiderava anche lui, benché il suo orgoglio gli impedisse di farlo.
 
“Sfogliare questo diario significherebbe fare un salto nel passato..”
 
“Certe volte bisogna guardarsi indietro, per poter andare avanti nel futuro..”
 
Mentre pronunciava le sue stesse parole, le risuonarono profetiche, considerando che il passato sembrava perseguitarli con i suoi fantasmi. Mentre consigliava velatamente a Balthier di voltarsi e affrontarli, dentro avvertiva una sensazione d’insicurezza. Si domandò se anche lei ne sarebbe stata capace.

Ci fu qualche minuto di silenzio, dove rimasero a meditare sui loro pensieri più intimi, poi l’uomo prese la parola, confessandosi alla sua sola e unica confidente di sempre.
 
“H-ho.. p-paura..”disse appena, con le mani che avevano iniziato a tremargli. Fran le prese  affettuosamente tra le sue, per confortarlo.
 
“Lo so..  per questo sono qui con te..”gli sussurrò, sorridendogli.
 
“Non sei venuta qua per caso, stasera… Non è cosi?”
 
“Gabranth mi aveva accennato qualcosa, stamattina..”
 
“Capisco.. Del resto tu sai sempre tutto, dovevo aspettarmelo che non ti sarebbe sfuggito nemmeno questo!” scherzò lui, per spezzare la tensione.
 
“In realtà… non mi sembra di sapere poi molto, ultimamente…” gli rivelò, rattristita.
 
“E’ uno strano periodo, eh?..”le disse, accarenzandole le dita e tenendo gli occhi fissi sui suoi.
 
Erano entrambi afflitti e confusi da ciò che gli stava accadendo, ormai dalla fine degli eventi di Lemures, ma nessuno aveva avuto il coraggio di ammetterlo davanti all’altro o perfino a se stesso. Eppure non avrebbero potuto più evitare l’argomento ancora a lungo, lo sentivano. Tuttavia stanotte erano già abbastanza turbati per trovare il coraggio, cosi in tacito assenso, decisero di rimandare di nuovo.
 
“Voglio andare via, Balthier..”bisbigliò a stento, la viera.
 
Arrossì leggermente in volto, per l’imbarazzo. Non era stato facile svelargli il suo desiderio di fuggire via da quel luogo che li stava allontanando. Era spaventata e lui sembrò percepirlo quando le poggiò una mano sulla guancia.
 
“Anch’io, non voglio più restare qui..  Domani sera spiccheremo il volo, te lo prometto..” la rassicurò.
 
Era cosi bella quando lasciava trasparire le sue emozioni, pensò. Quella sensuale fragilità, lo affascinava come poche cose a Ivalice.

Il suo palmo caldo sul viso, la faceva sentire protetta. Non voleva perderlo, era la sua unica certezza.
 
“Lo leggiamo, quindi?”lo interrogò infine, la donna.
 
 Lui annuì e prese a voltare la prima pagina del diario. Sarebbe stata una lunga notte.
 
  
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