The tango will go out
{First there is
desire
Then... passion!}
Aveva vinto.
Aveva conquistato Anthony, come si conquista una terra
vergine, o la cima di una montagna; la seconda mattina di viaggio,
stesa sul
divanetto nella sua cabina, si sentiva una regina.
La testa castana e deliziosa dell’uomo era l’unica
cosa
che riusciva a vedere dalla sua posizione, l’unica cosa che
comprendeva assieme
al suo soffio sulla pianta del piede destro.
«Non soffri il solletico?» Anthony le
lasciò la gamba,
così poté rimettersi seduta e fingere un contegno
che aveva già perduto.
Sorrise e scosse la testa, le mani in grembo,
compostissima.
Era immobile e sussultò in maniera visibile quando le dita
fredde di Anthony le sfiorarono la nuca, a ricordarle il gesto della
sera prima:
avvampò e piegò la testa verso quelle dita.
«Ho voglia di uscire, posso?» domandò.
«Tutto quello che vuoi, signorina.» fu la risposta,
quando
già le aveva aperto la porta.
Era una
giornata ventosa e molte delle signore sul ponte dovevano chiudere i
prendisole
e stringere con una mano i cappelli, se volevano fermarsi a conversare.
Tutto
era azzurro e bianco, compresi gli abiti dei passeggeri.
Roxanne
barcollò e si aggrappò con una mano al parapetto,
all’improvviso livida.
«Ho
freddo.» disse con voce atona, gli occhi fissi sulla schiuma
delle onde;
Anthony le passò una mano attorno alle spalle e se la
strinse al fianco
sinistro, con sua enorme sorpresa.
C’era
abbastanza caldo, dopotutto si era in Aprile, perciò non
capiva come potesse
avere tanto freddo, se anche la brezza era tiepida come la primavera.
Sospirò e
mosse un poco la testa, per poggiare la nuca e i riccioli molli sul
petto di
Anthony: se avessero voluto, avrebbero potuto stare lì come
due fidanzati e due
sposi, o come due che si amavano, quando era ancora nervosa nel farsi
toccare.
«Grazie.»
pensò e disse ad un certo punto.
«Prego.
Sicura di non soffrire di mal di mare?»
«No, ne
sono sicura. Non so perché ho sempre…»
un altro brivido «così…» di
nuovo
«freddo.»
«Fatti
vedere da un medico.» suggerì Anthony, parlando
sopra la sua testa.
Roxanne
scosse la testa con aria decisa: «Riposerò e
starò meglio, riposerò oggi.»
Capì che
si era stretto nelle spalle dal movimento del suo fianco. La traversata
continuava, monotona, più di quanto si sarebbe aspettata
prima di partire:
forse la bellezza di quel viaggio stava nell’intrattenersi
con il fior fiore
del bel mondo tra letture, piatti raffinati e balli?
Stavano
in silenzio.
«Ho
voglia di baciarti.»
La voce
di Anthony la spaventò quasi, era strana, complessa, ma non
quanto la sorprese
la richiesta limpida che aveva faticato a comprendere, pronunciata in
tono
quasi infantile.
Lo guardò
dal basso, in fretta e allarmata, scoprendo i suoi occhi sbarrati;
allora
socchiuse le palpebre, inclinò il viso verso il cielo
soleggiato e in fretta,
affondandole le dita nelle spalle come se avesse paura di vederla
fuggire,
Anthony prese a baciarla.
Sembrava
scontento: le schiacciava il naso, le faceva quasi tagliuzzare le
labbra contro
i propri denti, deglutiva come avesse avuto tanta sete e cercasse di
bere la
sua pelle e il suo sangue.
Sembrava
felice: sentiva un sorriso nel suo bacio, un’espressione da
bambino, le spalle
le si scaldavano, dovunque posasse le mani.
«Anche io
avevo voglia di baciarti.» ammise, dopo una pausa studiata ad hoc per riprendere fiato e
gioì delle braccia dell’uomo che le avvolgevano la
schiena e la cullavano un poco.
Provò di
nuovo una sensazione di preoccupazione e torpore, ma in tutta
sincerità non lo
trovò affatto importante, né tantomeno degno di
rovinare la sua perfetta
felicità.
«Come sei
tenero, sembri un bambino di un anno.»
«Ne ho
ventinove, niente male per un bambino.» replicò,
senza traccia di buonumore o
ironia, otto parole di gelo che la fecero sorridere come se non le
importasse
nulla di ciò che diceva.
«No,
niente male.» sibilò.
«Quindi
il viaggio procede bene.»
«Direi
che non c’è male.»
«Ne sono…
contento.»
Irritata
dal blando tentativo di aggiustare le cose, più che il suo
essere tanto
scostante, spostò il suo braccio dalla sua spalla e, dopo
averlo fissato con
occhi di brace per qualche secondo, tornò nella propria
cabina, gonfiando le
labbra e borbottando come una bambina.