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Autore: marguerite_murcielago    04/07/2012    1 recensioni
Quando Roxanne Mellinger, poco più che una ragazzina inglese, incontra Anthony Hoyt, scostante e volubile, spesso un vero bambino, non c'è dubbio: è un colpo di fulmine. Purtroppo, tutto ciò che faranno dovrà piegare le ginocchia sul fondo di una scialuppa.
«Ti amo» gli disse, pianissimo, come se avesse appena confessato un orribile segreto.
«Ti ho amato anche io» replicò lui, stirando il volto in un sorriso forzato.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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- Questa storia fa parte della serie 'We must be two to tango'
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The tango will go out
{First there is desire
Then... passion!
}

 

Aveva vinto.
Aveva conquistato Anthony, come si conquista una terra vergine, o la cima di una montagna; la seconda mattina di viaggio, stesa sul divanetto nella sua cabina, si sentiva una regina.
La testa castana e deliziosa dell’uomo era l’unica cosa che riusciva a vedere dalla sua posizione, l’unica cosa che comprendeva assieme al suo soffio sulla pianta del piede destro.
«Non soffri il solletico?» Anthony le lasciò la gamba, così poté rimettersi seduta e fingere un contegno che aveva già perduto.
Sorrise e scosse la testa, le mani in grembo, compostissima.
Era immobile e sussultò in maniera visibile quando le dita fredde di Anthony le sfiorarono la nuca, a ricordarle il gesto della sera prima: avvampò e piegò la testa verso quelle dita.
«Ho voglia di uscire, posso?» domandò.
«Tutto quello che vuoi, signorina.» fu la risposta, quando già le aveva aperto la porta.

 

Era una giornata ventosa e molte delle signore sul ponte dovevano chiudere i prendisole e stringere con una mano i cappelli, se volevano fermarsi a conversare. Tutto era azzurro e bianco, compresi gli abiti dei passeggeri.
Roxanne barcollò e si aggrappò con una mano al parapetto, all’improvviso livida.
«Ho freddo.» disse con voce atona, gli occhi fissi sulla schiuma delle onde; Anthony le passò una mano attorno alle spalle e se la strinse al fianco sinistro, con sua enorme sorpresa.
C’era abbastanza caldo, dopotutto si era in Aprile, perciò non capiva come potesse avere tanto freddo, se anche la brezza era tiepida come la primavera.
Sospirò e mosse un poco la testa, per poggiare la nuca e i riccioli molli sul petto di Anthony: se avessero voluto, avrebbero potuto stare lì come due fidanzati e due sposi, o come due che si amavano, quando era ancora nervosa nel farsi toccare.
«Grazie.» pensò e disse ad un certo punto.
«Prego. Sicura di non soffrire di mal di mare?»
«No, ne sono sicura. Non so perché ho sempre…» un altro brivido «così…» di nuovo «freddo.»
«Fatti vedere da un medico.» suggerì Anthony, parlando sopra la sua testa.
Roxanne scosse la testa con aria decisa: «Riposerò e starò meglio, riposerò oggi.»
Capì che si era stretto nelle spalle dal movimento del suo fianco. La traversata continuava, monotona, più di quanto si sarebbe aspettata prima di partire: forse la bellezza di quel viaggio stava nell’intrattenersi con il fior fiore del bel mondo tra letture, piatti raffinati e balli?
Stavano in silenzio.
«Ho voglia di baciarti.»
La voce di Anthony la spaventò quasi, era strana, complessa, ma non quanto la sorprese la richiesta limpida che aveva faticato a comprendere, pronunciata in tono quasi infantile.
Lo guardò dal basso, in fretta e allarmata, scoprendo i suoi occhi sbarrati; allora socchiuse le palpebre, inclinò il viso verso il cielo soleggiato e in fretta, affondandole le dita nelle spalle come se avesse paura di vederla fuggire, Anthony prese a baciarla.
Sembrava scontento: le schiacciava il naso, le faceva quasi tagliuzzare le labbra contro i propri denti, deglutiva come avesse avuto tanta sete e cercasse di bere la sua pelle e il suo sangue.
Sembrava felice: sentiva un sorriso nel suo bacio, un’espressione da bambino, le spalle le si scaldavano, dovunque posasse le mani.
«Anche io avevo voglia di baciarti.» ammise, dopo una pausa studiata ad hoc per riprendere fiato e gioì delle braccia dell’uomo che le avvolgevano la schiena e la cullavano un poco.
Provò di nuovo una sensazione di preoccupazione e torpore, ma in tutta sincerità non lo trovò affatto importante, né tantomeno degno di rovinare la sua perfetta felicità.
«Come sei tenero, sembri un bambino di un anno.»
«Ne ho ventinove, niente male per un bambino.» replicò, senza traccia di buonumore o ironia, otto parole di gelo che la fecero sorridere come se non le importasse nulla di ciò che diceva.
«No, niente male.» sibilò.
«Quindi il viaggio procede bene.»
«Direi che non c’è male.»
«Ne sono… contento.»
Irritata dal blando tentativo di aggiustare le cose, più che il suo essere tanto scostante, spostò il suo braccio dalla sua spalla e, dopo averlo fissato con occhi di brace per qualche secondo, tornò nella propria cabina, gonfiando le labbra e borbottando come una bambina.

   
 
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