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Autore: Juniper Fox    04/07/2012    2 recensioni
Draco osservò Pansy sparire nel nulla. Non cercò di afferrarla, sapeva che non ci sarebbe riuscito. In quel momento, più che mai, la ragazza gli era parsa evanescente e in un qualche modo inarrivabile. Avrebbe dovuto comportarsi diversamente?
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tonight we’ll forget the world

 

Tonight
We are young
So let’s set the world on fire
We can bur brighter
Than the sun
(We are young – FUN)

 

 

«Toglietegli pure la benda, siamo arrivati!»
 
Blaise sorrideva apertamente, contento che il suo piano fosse riuscito alla perfezione. Era passata una settimana dal giorno del funerale e Draco non aveva ancora messo un piede fuori casa. Blaise e Theo, aiutati dal paziente Greg, erano però riusciti a trascinarlo prima in giardino e poi, tendendogli un agguato, nella tenuta di campagna dei Black.
 
Greg, sconsolato, non poté far altro che eseguire l’ordine. In realtà, era ben contento di aver aiutato i due amici a far fare a Draco un cambio di panorama. Con Lucius nuovamente ad Azkaban, il Manor era ancora più silenzioso e triste. Certo, Daphne e Jeff facevano di tutto per alleggerire l’atmosfera, ma i tre ex-Serpeverde avevano capito che qualcosa turbava il biondo in modo particolare. Qualcuno, si corresse Greg. Era stato obbligatorio chiamare Pansy, ma al momento lei e Draco sembravano aver eretto un muro tra loro, rendendo la Villa ancora più lugubre.
 
Blaise, dal canto suo, sembrava impazzito. Durante una sosta – doveva ammirare le scogliere e prendere una boccata d’aria pura, aveva detto prima di farli fermare su una roccia a strapiombo sul mare – aveva tirato fuori la bacchetta e con un movimento fluido aveva fatto comparire svariate valigie, ora vuote, e il cui contenuto era finito in mare, per il gran divertimento del ragazzo. Greg aveva riconosciuto svariati abiti e scarpe di Daphne tra quei capi, e il pensiero era andato a Pansy e al suo dover sopportare l’isteria dell’amica una volta scoperta la marachella di Blaise. Chissà perché, Pansy tornava sempre, in un modo o nell’altro.
 
«Zabini, patirai atroci sofferenze,» l’affermazione di Draco riscosse Greg dai pensieri. «..e ti pentirai di avermi trascinato fuori dal Manor»
 
Per un momento, uno soltanto, Theo aveva pensato di sentire la tipica frase che il biondo usava da piccolo. “..e aspetta che mio padre lo venga a sapere”. Draco però non era più piccolo; era cresciuto, aveva perso la madre e in un certo senso anche il padre. Sospirando, Nott decise che era ora di calmare gli animi e far sfogare l’amico.
 

*

 

Daphne stava letteralmente impazzendo. Essere costretta a vivere sotto lo stesso tetto della madre e della sorella le ricordava ogni santo giorno perché aveva deciso di scappare di casa e tagliare i ponti con quelle due bisbetiche fanatiche. Purtroppo, però, la sua ragione di vita, ovvero il sesso e, di conseguenza, Blaise, si era trasferita in pianta stabile al Manor per essere più vicino al proprio amico. Di grande importanza, inoltre, era il fatto che qualche giorno prima Blaise avesse preso in ostaggio la seconda ragione di vita di Daphne, e cioè tutti i suoi vestiti più la collezione di scarpe dalla quale la bionda non si separava mai. Lo stesso Blaise che, sempre qualche giorno prima, era svanito nel nulla portandosi dietro Draco, Greg e Theo. Con grande disappunto della ragazza, quindi, il trasferimento in casa di Draco era obbligatorio anche per lei e, per giunta, a tempo indeterminato – almeno finché non fosse riuscita ad escogitare un piano abbastanza sensazionale da mettere nel sacco Blaise, farlo trasferire e riottenere tutti i vestiti.
 
La giornata tipo della bionda cominciava il mattino presto quando, dopo aver rotto la sveglia – che senza un Reparo qui e un altro là non sarebbe sopravvissuta più di dieci secondi – facendola accidentalmente cadere contro la parete opposta al letto, si recava a svegliare Pansy scomodando in tal modo anche Jeff. I due, ormai, non potevano sopportarsi e non passava momento in cui non battibeccassero per un motivo o per l’altro. In realtà, Daphne non aveva motivo di litigare col ragazzo, anzi: le era pure simpatico. Il problema di fondo, purtroppo, era che la noia che l’assillava al Manor la portava ad essere più pazza del solito, quindi aveva deciso che il suo passatempo, durante la permanenza a casa di Draco, sarebbe stato tediare il nuovo ragazzo della sua migliore amica. E, quando voleva, Daphne sapeva essere molto, molto irritante.
 

*

 

Una sera, ad una decina di giorni dalla partenza di Draco, Daphne si ritrovò davanti Blaise, ansioso di parlare con qualcuno di una fantomatica scoperta e divertito dall’isterismo della propria ragazza, che voleva affatturarlo ma si trovava immersa in una vasca piena di schiuma e quindi avrebbe dovuto rimandare. Nessuno dei due aveva pensato di chiudere le porte della stanza perché troppo presi l’uno dall’altra, così quando Jeff tornò in camera – dove, di fatto, alloggiavano lui e Pansy e dove, con suo disappunto, Daphne stava nuovamente facendo il bagno occupando la loro vasca – sentì tutto.
 
«.. sei sicuro?» stava dicendo Daphne dubbiosa, «Non mi pare il caso di fare certi scherzi. Né a me né a Pansy»
 
«Sicuro al cento per cento. Chiedilo anche a Greg e Theo, se non mi credi,» rispose Blaise serio. Poi, cambiando tono, aggiunse «ma non adesso, non vorrei che tornassero etero ammirando le tue grazie»
 
Jeff poteva immaginare il ghigno del ragazzo e la smorfia della ragazza. Si chiese se era certo di voler sentire, fece anche un passo per andarsene, ma la curiosità ebbe la meglio su di lui. Il fatto che Daphne avesse nominato Pansy non faceva presagire nulla di buono, per di più se aggiunto al tono stranamente serio e senza sarcasmo di Blaise.
 
«Continua a rimandare le nozze. Non ti sei mai chiesta perché?»
 
«Ero troppo impegnata a gioire della tristezza di mia madre..» pigolò Daphne.
 
«Sii seria. Io gliel’ho chiesto» rivelò Blaise osservando una bolla di sapone alzarsi dalla vasca.
 
«E..?»
 
«Non amo Astoria» esordì Draco nel rispondere alla domanda di Blaise. Lo sguardo del biondo sembrava altrove, probabilmente si stava perdendo nei ricordi.
 
«E allora perché non annulli il matrimonio?» domandò Greg «Se non la ami non sei costretto a sposarla»
 
«Mi sono sempre chiesto perché tu ti sia fidanzato con lei, tra le altre cose» disse Blaise versandosi un calice di vino. Certi discorsi, secondo lui, era meglio affrontarli con la mente offuscata. “In vino veritas”, dicevano i Babbani.
 
«Un contratto pre-matrimoniale. A mio padre sembrava la cosa migliore. E’ stato scritto quando è nata Daphne, ma successivamente Chara Greengrass ha deciso che era meglio Astoria. Daphne è troppo ribelle. Non mi avrebbe mai sposato»
 
«Vorrei ben vedere, mio buon amico. Mi sarebbe dispiaciuto rendere la mia donzella vedova così giovane»
 
Draco riuscì a sorridere delle parole di Blaise. Era seduto su una delle poltrone della sala, la testa inclinata all’indietro che appoggiava contro lo schienale. Stavano gustando un vino elfico molto pregiato e la testa aveva già cominciato a girare. Eppure, nonostante fosse in quello stato, si sentiva più rilassato che mai. Parlare con qualcuno, in fin dei conti, faceva davvero stare meglio. Quante volte gliel’aveva ripetuto Pansy?
 
«Tante..» sussurrò a se stesso. «Ma lei ora sta con quel Jeff..» continuò.
 
«Sei proprio uno zuccone» gli aveva detto allora Theo. «Pansy è venuta al Manor per starti vicino e tu non l’hai degnata di uno sguardo. Parlale. Dille quello che hai detto a noi»
 
A quel punto, Draco si era alzato. Aveva faticato leggermente a rimanere in piedi senza barcollare, ma una volta riacquistato un po’ di lucidità si era smaterializzato. I tre amici avevano osservato il punto in cui il biondo era scomparso, sorpresi. Una mossa del genere non era da Draco.
 
«..Quindi sono venuto dritto qui, nell’attesa che torni. Mi sono fermato a farti una visita perché ero sicuro che saresti stata nuda» finì Blaise con un sospiro. «E invece no»
 
Daphne, allibita, bagnò inaspettatamente il fidanzato. «Così impari a rubarmi i vestiti e le scarpe,» l’espressione della bionda si fece divertita, «ma ammetto che è stato un toccasana veder mia madre dare i numeri perché andavo in giro nuda..»
 
A quel punto, Jeff decise che le sue orecchie avevano sentito abbastanza. Uscì dalla stanza, lasciando la pazza e il simpaticone ai loro soliti giochetti sul letto in cui lui, di sicuro, non avrebbe mai più dormito.
 

*

 

Pop.
 
Quel suono continuava a infastidire Pansy nonostante fosse da tempo abituata a sentirlo. Tutti facevano “pop” quando si materializzavano. Eppure, lei sarebbe stata in grado di riconoscere quel suono ovunque. A volte Pansy aveva l’impressione di sentirlo nonostante fosse lontana da lui.
 
«Draco» sussurrò girandosi. Non era sicura di poter sostenere una conversazione tranquilla e pacata con lui, e ad essere sincera aveva anche paura di quello che avrebbe potuto provare. Di nuovo.
 
La piccola serra costruita in cima ad una delle due torri del Manor era la stanza preferita di Narcissa, ed era stata la prima stanza che Draco le aveva fatto vedere quando, molti anni prima, si erano incontrati per la prima volta. Se n’era innamorata subito, lei che aveva una passione quasi insana per i fiori e per le erbe. La serra era incantata e la punta della torre, da dentro, non si vedeva, così chi vi entrava aveva l’impressione di essere all’aperto sotto il cielo.
 
Draco le si avvicinò, appoggiandosi a sua volta al parapetto della finestra. Pansy sapeva di buono, di muschio fresco, un profumo delicato che le aveva sempre donato molto. «Non amo Astoria» Ripeté la frase proprio come gli aveva detto Theo, e più lo faceva più si rendeva conto di non averla mai sopportata realmente.
 
Pansy rimase interdetta dalla confessione dell’ex ragazzo. Aveva barcollato leggermente e lei poteva sentire l’odore di vino elfico. Era sparito nel nulla ed era tornato mezzo ubriaco. Per una frazione di secondo fu spaventata, conscia di quello che sarebbe potuto succedere. Sentì la mano fredda di Draco posarsi sul suo fianco e accarezzarlo, proprio com’era solito fare a Hogwarts. Il biondo sapeva che Pansy aveva un debole per quel punto. Quando si girò per fermarlo, se lo ritrovò a pochi centimetri dal viso. Erano l’uno di fronte all’altra, in silenzio, nel loro posto speciale.
 
«Credo di aver amato una sola persona, nella mia vita..» disse Draco avvicinandosi ancora di più al viso di Pansy. Le loro labbra si erano appena sfiorate quando la ragazza si ritrasse. Il biondo la guardò stupito.
 
«Zitto, Draco» gli intimò lei. «Non sai quello che dici»
 
«Lo so benissimo, invece» esclamò lui contrariato. «E vorrei che lo sapessi anche tu. Dimenticati del mondo, stanotte siamo solo tu ed io, come ai vecchi tempi»
 
«Sto con Jeff adesso. Tu hai perso la tua possibilità. Stiamo bene insieme» Pansy provò a fare un passo indietro, ma Draco la tenne ferma.
 
«Quello? Quello non ti conosce affatto, Pans! E non è la persona giusta per te. Ti fa arrabbiare al punto da voler fare l’amore con lui? Ti fa venire i brividi passandoti una mano sulla schiena? Riesci ad amarlo al punto di aver paura di quel sentimento?» ringhiò il biondo. «Non credo. Nessuno ti conosce meglio me»
 
«E nessuno mi ha fatto soffrire più di te. Non sarà l’amore della mia vita, Draco, quello no. Ma non dovrò vivere nel terrore di amare troppo qualcuno. L’ho fatto una volta, e ho amato abbastanza per tutti e due, quando tu all’inizio non ne volevi sapere. Ho resistito, ho pianto, mi sono disperata, è come se una parte di me fosse morta il giorno in cui scegliesti Astoria. Non commetterò lo stesso errore di nuovo. Sei ubriaco e non sai quello che dici. Lasciami!»
 
I due si separarono, rimanendo ad un passo di distanza. Poi, così com’era venuto, Draco scomparve con il solito pop, e Pansy si accasciò a terra per l’ennesima volta, piangendo lacrime che non sapeva più di avere.
 

*

 
«Bentornato, amore» esclamò contenta la ragazza.
 
Draco ignorò il tentativo di conversazione di lei e iniziò a baciarla. In poco tempo i vestiti dei due ragazzi giacquero in un angolo della stanza, spinti via con rabbia. Le urla di piacere che si udirono nel Manor, quella notte, fecero comprendere a Jeff che razza di persona fosse il biondo.

   
 
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