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Autore: gwendolyn    04/07/2012    10 recensioni
Eccomi con una Dott, questa volta a capitoli.
Non sarà tutta del genere "Drammatico/Triste" ma sarà un percorso con più Generi fino ad arrivare al "Romantico"
Spero che non sia orrenda, comunque fatemi sapere u.u
Dal 4 capitolo:
Pensare ad altro. Ecco la soluzione a tutti i problemi di tutte quelle persone che amano farsi mille paranoie.
Forse era la soluzione giusta anche per lui, ma lui era già indifferente di suo...
"Senti Scott, è quasi sera e ci hanno detto che la partenza è prevista per le cinque di domani mattina... Dobbiamo andare anche noi in albergo." aveva detto Dawn, con una semplicità e naturalezza inadatta al momento. Sembrava quasi che si fosse dimenticata dell'avvenuto, che non avesse ancora realizzato che si trovava davanti al suo ex.

QUESTA FANFIC E' STATA SOSPESA A CAUSA DI POCA FANTASIA
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Abituata a fare diversamente. 

 
Vorrei entrare in quelle foto sbiadite.
Vorrei rivivere quei momenti, riassaporare quegli attimi.
Davvero non eravamo niente?
 
Erano passate tre settimane dall' ultima volta che Dawn aveva avuto notizie di Scott; ormai erano arrivate le vacanze natalizie e tra feste e cene varie lei era certa che per un lungo periodo non lo avrebbe rivisto.
Mancavano pochi giorni a Natale e lei si stava preparando per andare a casa dei suoi nonni assieme ai suoi genitori.
Non si lamentava mai, non si inventava mai delle scuse per evitare di passare una settimana in una delle città più fredde del Canada. Fort Selkirk.
Aveva cominciato a preparare le valigie e mentre sceglieva i vestiti da prendere aveva intravisto un album azzurro buttato in un angolo dell'armadio.
Lei sapeva, conosceva fin troppo bene le foto contenute all'interno.
Le aveva messe lei, c'erano tutte le foto che erano state fatte alle varie feste di Geoff.
Ed è sempre stata sempre lei a buttarlo in quel angolo, sperando di dimenticarsene e non vederlo mai più.
Avrebbe dovuto buttarlo, dargli fuoco... Ma ai ricordi non sapeva rinunciare, aveva paura che un giorno se ne sarebbe potuta pentire.
Poi aveva sentito sua madre avvicinarsi alla porta e aveva chiuso l'armadio, pensando che avrebbe fatto delle domande vedendolo lì.
Ma la madre aveva proseguito per la sua strada, così Dawn aveva deciso di sedersi sul letto per meditare un po' prima della partenza.
Pensava che l'avrebbe aiutata a calmarsi, ma così non era stato. Pensava a cosa avrebbe fatto dai suoi nonni ma le veniva in mente sempre Scott, al punto che si domandava se aveva fatto la scelta giusta, lansciandolo.

"Non hai le palle per ribellarti" le ripeteva spesso Scott con tono brusco.
E lei restava ferma davanti a lui, a testa bassa. Non sapeva mai cosa dire, come ribattere.
Non voleva ferire il suo orgoglio, non voleva contraddirlo nonostante lei amasse quel posto e soprattutto i suoi nonni.
Aveva paura di litigare con lui perchè aveva paura di perderlo, aveva paura di lasciarlo solo come molti avevano già fatto.
Le sembrava di abbandonarlo, di lasciarlo cadere di nuovo in quel mondo che solo lui conosceva, in quel mondo dove lui andava sempre a nascondersi per scappare dalla solitudine.
Anche quando c'era lei, a volte lo faceva... 
In quei momenti Dawn si sentiva una nullità perchè falliva. Non riusciva a salvarlo, non riusciva a far nulla per aiutarlo.
E poi lei si era stancata di tutto, l'aveva lasciato e stava per partire.
Stava scappando? No, voleva soltanto un poco di serenità.
Aveva chiuso la valigia e si era diretta verso il centro per comprare i regali che le mancavano.
Nevicava piano, delicatamente, come se quei  fiocchi avessero paura di ferire il suo esile corpo, coperto soltanto da una giacca a vento.
Camminava a passo lento e con lo sguardo puntato al cielo, voleva sentire quei fiocchi poggiarsi sulle sue guance e poi tramutarsi in acqua.
 
Scott invece stava vagando per le strade di Toronto, a casa sua si stavano svolgendo i preparativi per accogliere i dei cugini per Natale, ma a lui ovviamente non gliene fregava niente.
Lui odiava queste cose, sciocchezze senza senso, le definiva.
Odiava anche la neve: troppa umidità, troppo freddo.
E i fiocchi che gli cadevano addosso, bagnandolo, gli davano ancora più fastidio.
Si era fermato davanti ad un incrocio ed aveva alzato lo sguardo , per un attimo, per assicurarsi che non ci fossero macchine in arrivo, e poi l'aveva vista.
Dawn era alla sua sinistra, a 5 metri da lui.
Scott sembrava in preda ad un panico assolutamente inadatto ad uno come lui, non sapeva cosa fare: aspettare che passi o passarle davanti come se niente fosse?
Certo, la risposta sembrava ovvia ma a quel punto non riusciva più a muovere le gambe, gli sembrava di essere inchiodato al suolo innevato, gli sembrava anche di sentire una voce nella sua testa: Aspetta, diceva. Ma aspetta cosa? Scott non capiva.
Sul suo volto si era formana una smorfia strana, forse di paura o di dolore.
Ma paura di cosa? Di Dawn? Era ridicolo, e Scott lo sapeva bene. 
"Dai, passa in fretta, muoviti!" si diceva nella sua testa, come se la ragazza fosse un gatto nero.
Non riusciva a capire che bastava calmarsi, che bastava prendere coraggio e andare come se niente fosse.
Ma ad aspettare troppo, si era già fatto tardi: Dawn si era fermata a 50 cm da lui e lo fissava.
Non sembrava stupita, ma anche se lo era non lo avrebbe mai dato a vedere.
Anche Scott avave girato la testa verso di lei, anche lui la stava fissando.
Era arrabbiato, glielo si leggeva in faccia. Nei suoi occhi c'era solo il vuoto, quel vuoto che fa paura, che non fa trasparire l'anima delle persone.
Dawn non riusciva a leggere il suo monologo interiore, non riusciva a percepire la sua aura, non riusciva a fare nulla.
Le sembrava che quella scena che stava vivendo fosse uguale a quella che vedeva nei film, cose assurde.
Eppure quella era la realtà, e un compromesso non lo avrebbero mai trovato.
Dawn lo sapeva,dopotutto loro trovavano un' intesa solo la notte...
Aveva sospirato, ormai rassegnata. Era abituata a rassegnarsi  sempre, non poteva fare diversamente.
Aveva abbassato lo sguardo e aveva ripreso a percorrere la propria strada non girandosi e facendo finta di niente. Come ha sempre fatto lui con lei, d'altronde.
Aveva sentito tutti i ricordi caderle addosso, le avevano provocato un senso di tristezza e mi malinconia.
Anche lei aveva un suo mondo, che si era creata quand'era ancora bambina, dove stava in armonia con tutti, dove il male non esisteva, dove nemmeno l'amore esisteva. Era così diverso dal mondo creato da Scott...
Anche lei, anni prima, era stata male come  lui ... Ma si era rialzata, aveva trovato la felicità raccogliendo i frammenti di tutte le cose brutte che le erano capitate.
Aveva imparato a tenersi tutto dentro, a non spiegare mai il perchè delle proprie lacrime.
Si era fermata, quando ormai era a tre isolati dall'incontro e aveva estratto dalla propria borsa una una foto.
C'erano lei e Scott all'ultima festa organizzata da Geoff. Sembravano felici. Sembravano, era questo il punto.
 
 
E se ad un punto, ne aggiungo altri due...?
 
 
 
 
 
 
 
___________________________________
Sembra quasi strano che io aggiorni così presto xD Infatti il capitolo è corto, ma il prossimo sarà abbastanza lungo ._.
Aspetto recensioni, ovviamente. Altrimenti non aggiorno D:>
Non penso che su 344 visite solo 9 abbiano le mani per scrivere -_________-
  
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