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Autore: Draco_Slytherin    04/07/2012    3 recensioni
Salve a tutti!! Come potete vedere, questa è una Dramione. Non ho avuto esperienze simili e questa è la prima volta che pubblico qualcosa. Ringrazio molto chiunque legga.
A volte Fuoco e Ghiaccio, trovano comunque un punto d'incontro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutte!!
Non so cosa dirvi, perché ho davvero finito il modo per scusarmi.
 
Comunque, in questo capitolo ci troviamo ancora al pre-matrimonio...nel prossimo capitolo finirà questa tortura e arriveremo al momento
clou tra i due!!
Ovviamente, non ho continuato, visto che sarebbe stato troppo lungo. 

Molto probabilmente, sareste entrate in trance... a meno che  non lo avete già fatto, adesso. 
Fatemi sapere cosa ne pensate. 

Intanto, vorrei ringraziare
kiraeteru e titti 13, che continuano a recensire. 
Grazie mille!!


 

 

                                                                                             

       

 



Il giardino, pullulava di invitati. Erano presenti anche alcuni parenti della mia famiglia, ma a nulla erano valsi i miei tentativi di dissuaderli dalle loro remote opinioni. Molti sì erano convinti che il conflitto tra Purosangue e Mezzosangue era una sciocchezza.
Ma c’erano anche quelli che non riuscivano a dimenticare, quelli che non potevano. Vergogna?
La diffidenza sembrava andare di moda, tanto che, qualcuno, anche se nella minor parte dei casi, girava la testa e se ne andava in presenza di quelle persone ritenute non degne. Come mio padre, che non era cambiato di una virgola. 
Ovviamente, i miei genitori non erano presenti… e neanche quelli di Hermione. Dovevo ammettere che era frustrante.
Mia madre, Narcissa, era ad Azkaban, insieme a Lucius, ed io non ero riuscito a farli assistere alla cerimonia. Con la caduta del Signore Oscuro, era svanito anche quel po’ di potere che possedevamo. Per quel che mi riguardava, Lucius poteva anche restare dov’era: in fin dei conti, era quel che voleva. Non potevo più fare niente per la sua vita. Ma a mia madre, che non era prodiga del tutto al Signore Oscuro, erano stati dati tre anni. Di lì a qualche mese, sarebbe stata libera.  
Vagai con gli occhi per il giardino. Le mani, in tasca, sudaticcie. 
I mormorii aumentavano sempre di più. Fantastico. Ma dove si erano cacciati?
Intanto, alcuni ex Serpeverde parlavano tra loro. Non potei fare a meno di notare Pensy Parkinson e… i miei occhi si trasformarono in due fessure. Che diavolo ci faceva qui?
Guardai Blaise. I lineamenti innaturalmente duri.
– Tranquillo Blaise – sussurrai a quello che prima sembrava il mio migliore amico. Quella freddezza non gli apparteneva.
Certo, detto da me, non era naturale, ma sorvolai. 
Avanzai fino ad aggregarmi al gruppetto delle Serpi. Al mio arrivo, calò il silenzio tra loro, tutti in attesa di una mia parola. In quello stesso istante, mi girai verso il mio bersaglio.
– Daphne – calcai di proposito il nome. – Cosa ci fai tu qui?- chiesi gelido.
Esitò solo per un istante. – Quello che fanno tutti: mi godo lo spettacolo – Sul suo volto si formò un vago sorriso di divertimento.
Lei, era una di quelle che non aveva dimenticato.
– Capisco – risposi. – Ma contrariamente alla tua affermazione, vedi, c’è un piccolo particolare che, forse, ti è sfuggito: Tu non dovresti essere quiQuindi – il mio sguardo passò a Pensy e rivolgendomi a lei chiesi: – perché ti sei sentita in obbligo di invitarla? –  
La ragazza rimase sbalordita. Il suo volto cambiò, diventandò più teso. 
Per un momento, pensai tremasse. E faceva bene.
Non si aspettava che capissi così alla svelta i frutti del suo “lavoro”.
Per quanto il mio intelletto mi permetteva di usufruire di esso, soprattutto in quel momento, non mi ci era voluto molto per capire come stavano i fatti: Daphne e Blaise dopo la guerra si erano messi insieme, ma dal momento che lei lo aveva mollato, il moro non le aveva più rivolto la parola e a stento riusciva a sopportare la sua vista. Quindi, l’avevo escluso dal principio.  
Avevo pensato a tutte quelle persone che erano lì, in quel momento. Non capivo perché avrebbero dovuto farlo. Certo, li conoscevo, chi più, chi meno, ma non ero del tutto convinto che fossero così sicuri di loro, tanto da prendere un’ iniziativa del genere. Soprattutto se sì trattava di me.
Perciò, l’ultima rimasta, teoricamente, era Pensy, la quale era la migliore amica di Daphne. E quale motivo l’aveva spinta a farlo se non per portare un po’ di scompiglio alla cerimonia?
Non c’era dubbio, Pensy era la responsabile… ed un pizzico di fortuna non aveva guastato.
Probabilmente, sentendosi in trappola, la ragazza, aveva iniziato a roteare gli occhi, in cerca di una via di salvezza: a quanto pare nessuno voleva farle da ancora.
– Be’, ecco, io pensavo fosse stato un tuo… mancamento – iniziò, con la sua vocina irritante. Patetica. Non poteva inventarsi scusa peggiore. – Sì, credevo che te ne fossi dimenticato. Insomma, Daphne, diglielo –. La sua voce si spense in un mugolio.  
Daphne di conseguenza, si accostò a me e mettendo una mano su un mio braccio, parlò: – Sì, Draco, non è così? –
Lentamente, ma deciso, le staccai la mano che apparentemente, assomigliava ad un artiglio. 
– No Daphne, e lo sai benissimo. Inoltre, Hermione non sarebbe molto contenta di vederti – distaccato e neutro. – Per questo, vi pregherei di abbandonare la festa –  
Passai lo sguardo su tutte e due le ragazze – Ora –  
Pensy provò a replicare, ma fu interrotta. – Fuori – sibilai. Subito dopo, indignate, si smaterializzarono.
Mi incamminai per tornare alla mia postazione, lasciando al piccolo gruppo le domande che avrebbero voluto appianare. Provai a calmare le bollenti acque che si agitavano dentro di me, ma l'umore dei presenti non aiutava di certo.
Molti iniziavano ad agitarsi sempre più rumorosamente, e quel vociare cominciava ad infastidirmi.
Cinque minuti di ritardo e Potter ed Hermione non si vedevano.
Blaise, accanto a me, continuava ad aprire e chiudere, a scatti regolari, i piedi, facendo sbattere le scarpe nere e lucide tra loro: altro rumore non gradito.
La famiglia Weasley parlottava insieme a degli ex Grifondoro, in particolare con quella svampita della Lovegood e Paciock, presumibilmente fidanzati, visto il braccio di lui intorno alla vita della bionda. Mentre la Piatt… la Weasley femmina, teneva per mano Arya, che indossava un completino bianco con scarpe abbinate.
Quella vista, riuscì a calmarmi. 
Era stupenda. 
La bambina posò lo sguardo su di me sorridendomi, ed io non potei ricambiare se non con un bacio, lasciando decidere la destinazione al vento.
Non era da me, ma sinceramente, non mi importava. 
Quella piccola Serpe, strano ma vero, era riuscita a buttare giù tutte le mie barriere. Solo quando ero con lei. Solo noi due.
L’amavo, non c’era certezza più solida.
– Secondo me, ci ha ripensato –
Come?
Il tempo di pormi quella domanda, ed il mondo, iniziò a roteare. I mormorii, i sorrisi, i vestiti vivaci; ogni cosa si fondeva, mischiandosi e sovrapponendosi. Era una sensazione orribile.
Sentirsi così impotente, non riuscire a controllarsi, e intanto, ogni cosa vorticava.
– Draco… –
Tutto un tratto, come riemerso, tornai alla realtà, ripescato dalle parole di Blaise. Ogni cosa in ordine ed al suo posto. 
Il moro mi guardava confuso, ed io iniziavo ad agitarmi, riuscendo comunque a controllare le sensazioni esterne. L’ansia saliva, e i dubbi si facevano strada dentro di me.
Notai solo le labbra di Blaise che si muovevano.
Parole, parole. Forse una, o due…forse un fiume, ma non le sentivo. Come in una bolla.  
…E se davvero ci avesse ripensato?
Forse pensava che avrei potuto farle del male, ferirla, o nuocere, in qualche modo, alla bambina.
No, questo mai.

“Abituatici. Scappano tutti”
“No. Lei è rimasta”
“Prima o poi, la vedrai svanire”
“No, non può. Ho bisogno di Lei

Era una lotta interna, ed io mi sentivo al centro di due pugili.
No, basta. Provai a scacciare quei pensieri, ma in ogni caso, l’ansia stava salendo al limite, e di Hermione ed il suo amichetto, neanche l’ombra.
Stavo per muovere qualche passo, intento a raggiungerla, ovunque fosse, quando la marcia nuziale risuonò nell’aria.
Mosso dalla disperazione, non mi ero neanche reso conto che gli invitati avevano taciuto e si erano messi in posizione.
Ringraziai mentalmente Salazar per il tempismo, e nel giro di qualche secondo, Hermione, scortata da Potter, si manifestava al centro, tra due panche di legno.
Forse sgranai gli occhi o spalancai la bocca, perché Blaise mi osservava, ridendo sotto i baffi.
Ma la mia concentrazione era tutta rivolta a lei, a lei che mi aveva rubato l’anima.
Era semplicemente stupenda.
I capelli erano stati tirati su, lasciando scoperto solo qualche ricciolo sbarazzino. L’abito, le ricadeva perfettamente, stringendole sulla vita. Il corpetto, non era sfarzoso, coperto da semplice ed elegante pizzo, sul quale erano state applicate piccole roselline bianche. La gonna, in raso, portava uno strascico più o meno lungo, che la faceva assomigliare a... in realtà, a chi? A nessuno. Solo a lei.  
– Draco, chiudi la bocca. Inizia a colare la bava – Mentre il moro ridacchiava e tornava a concentrarsi, io mi ricomposi immediatamente, cercando di essere credibile. O almeno, sperai. In fondo, ero ancora arrabbiato con lei.    
Hermione avanzò fino a me, e la sentii mia solo quando Potter la lasciò andare sorridendole, e le nostre mani combaciarono. 



 

   
 
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