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Autore: AllyOneD    05/07/2012    1 recensioni
Sarà una storia complicata, non sarà facile capirla e raccontarla.
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Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Catching Feelings. ϟ

Capitolo 2 ϟ Welcome to Wolver


April.

Dopo una decina di minuti giungemmo alla Waterloo Station di Londra, salutai Paul, ringraziai per l’ennesima volta e recuperai i bagagli.

Guardai prontamente la splendida facciata d’entrata, partivo sempre  dal London St. Pancras, e non mi ero mai soffermata su quanto fosse splendida quella stazione.
Dopo essermi resa conto del ritardo in cui stavo incorrendo, iniziai a velocizzare l’andatura.
 
Mi ritrovai in breve tempo davanti alla biglietteria della stazione.
-Salve, buongiorno, ha bisogno di?- Accidenti, quella donna sembrava una macchinetta, parlava così velocemente, per quei cinque secondi era frustrante.
-Un biglietto per Holmes Chapel, grazie.-  dissi porgendole una banconota da 50 sterline.
-Sono 26.95 $ ecco a lei.- la commessa mi passo dalla fessura del vetro, il resto e il biglietto.
-Si ricordi di timbrare!- mi disse quando ormai ero sufficientemente lontana da non sentirla più.
Mi avviai verso il binario e timbrai il biglietto.

Aspettai qualche minuto, un avvilente vocina inneggiava //La Waterloo Station possiede un’ampia offerta di servizi utili al viaggiatore: bar, edicole, biglietterie, sale d'aspetto, bagni pubblici, ufficio postale, bancomat, negozi, tabaccherie..// Smisi di ascoltarla.
Arrivò il treno e, individuato il posto, posai le valigie e mi accomodai in dei sedili in ecopelle, comodi, ma fastidiosi, specie quel senso di appiccicaticcio a contatto con la pelle lievemente sudata.
Delle riviste demenziali occupavano i tavolini dei vagoni della prima classe, non interessata a quelle letture sfilai l’iPod dalla borsa e feci partire Thought Of You, quella canzone mi metteva sempre di buon umore.

Presto mi addormentai, a svegliarmi qualche ora dopo furono le auto parlanti che comunicavano la fermata successiva, Holmes Chapel.
Con tuuutta la calma del mondo recuperai le mie cose e mi avviai verso le porte per accingermi a scendere.

Holmes era un luogo bellissimo, immerso nella campagna del Cheshire.
Un cittadina a sud di Manchester, popolata da poche migliaia di persone.
Conoscevo il posto da un po’, erano alcuni anni che frequentavo lo stesso campo estivo lì.
La mia prima meta fu senza dubbio la Mandeville’s bakery, e dopo preso uno spuntino mi diressi verso il campo.

Arrivata al cancello d’entrata, attesi fino all’arrivo di tutti, e, munitoci di tutte le informazioni necessarie varcammo la soglia.
Fu emozionante tornare lì, mi misi subito alla ricerca del mio bungalow.

Dopo le ovvie commissioni post-arrivo, sistemai le mie cose negli armadi e nel piccolo, ma pur sempre confortevole bagno.
Mi misi comodamente sulla poltrona e, tenendo con considerazione il mio libro preferito, iniziai a sfogliarlo. Il sonno prese presto il sopravvento e dopo solo alcune pagine mi appisolai.

Il seguente, non fu uno dei migliori risvegli, la campana che avvisava l’imminente cena suonò e mi affrettai a prepararmi.
In ritardo, corsi verso il parco.
Mi aspettava la cena all’aperto, nella mensa ospitata dal campo.
La mensa sorgeva a bordo del laghetto che occupava gran parte del cortile principale, mi diressi verso un tavolo completamente vuoto.
Sedutami, estrassi dalla borsa un libro e iniziando a leggere aspettai che qualcuno si facesse vivo per l’ordinazione.

La mia lettura fu interrotta dopo breve da una palla da basket che fuggitiva piombò sul tavolo rovesciando la brocca d’acqua sulle pagine patinate.
Sobbalzai dalla sedia, notando un ragazzo che si affrettava a recuperare il pallone poco più avanti.

 
Harry.

Era ora di partire anche per me, la Queen’s ci aveva dato la possibilità di uno scambio culturale, ed ora, eccomi qui, papà e Paul mi stavano accompagnando fino a Wolverhampton in treno, una città del West Midlands, era qui che la famiglia Payne mi avrebbe ospitato.
Non immaginate lo strazio di percorrere Londra – Wolverhampton con papà e Paul.
Paul doveva scorrazzare mio padre in alcune cliniche da quelle parti e quale occasione migliore se non di partire con l’adorabile Harry? Devastante.
 

Arrivammo a Wolver, l’accoglienza non fu certo delle migliori.

Quelle ore, tra il civico 37 di Chepstow Crescent, a Notting Hill, dove risiedevamo, e l’arrivo in città mi sembrarono eterne, per tutto il viaggio un labile pensiero mi avvolse, tanto da non seguire i noiosi discorsi dei passeggeri intorno a me.

Presi coraggio e scesi dall’auto, inciampando mi ritrovai immediatamente davanti alla famiglia.
Mi piombarono davanti due ragazze, raggiunte da Liam, il ragazzo che la scuola aveva contattato per lo scambio.

-Oh no, un figlio di papà.- sentii sussurrare il ragazzo.

Rivolsi il capo al marciapiede, e nell’imbarazzo generale rimanemmo in silenzio.

La situazione continuò durante tutta la conversazione tra mio padre e Geoff, il padre di quei tre ragazzi, fu il Signor Payne a rompere il ghiaccio, scusandosi per le parole del figlio.

Dopo aver discusso i convenevoli, mi proposero di entrare in casa.
Salutai frettolosamente mio padre, giusto per tentare di sminuire il mio ruolo da ‘figlio di papà’, quest’ultimo, sorpreso dalla mia reazione, lasciò la città a malincuore, procedendo con i suoi impegni.
 
La casa si presentò migliore di quanto mi aspettassi, dopo aver ascoltato le necessarie regole di convenzione, il più giovane, Liam, mi accompagnò nella mia, nella nostra, stanza.
Era una stanza da urlo.

-Mettiamo subito in chiaro le cose- tuonò il ragazzo buttandosi sul letto.
Si rialzò poco dopo, vedendomi spaesato dall’affermazione.
-Che intendi dire?- chiesi perplesso.
-Questo- prese un filo rosso, e tracciò il confine della stanza, -A destra tu, a sinistra io, se hai bisogno di qualcosa che sta nel mio territorio, fa un fischio- disse convinto.
-Territorio, che parola. - Cercai di sdrammatizzare.

Proseguì un’intensa chiacchierata, ci raccontammo tutto ciò da sapere l’uno sull’altro, quello che non c’era stato tempo di chiarire in un primo momento.
Nella stanza, presenziava la tensione.

Riflettei un attimo prima di attaccare discorso, di nuovo. Quel ragazzo mi spaventava.
-Ora che mi stai simpatico- finsi un sorrisetto -posso oltrepassare il confine e posare in bagno il necessario?-

La porta del bagno era all’angolo sinistro della stanza, dalla sua “parte”, quella d’uscita dalla mia, sarebbe stato angosciante la questione del territorio tutta l’estate.

-Distruggilo, quel filo- mi fermai ad ascoltare, riprese –Nemmeno con i nuovi arrivati riesco a fingermi un duro- sospirò accennando una risata guardando il soffitto.

Scoppiammo a ridere entrambi. Finalmente la situazione stava volgendo al meglio.

-Scusami per prima, era solo diffidenza- Ohw, si era appena scusato? Ed era solo il primo giorno, in fondo non si prospettava un’estate tanto combattuta.

-Ma tranquillo, comprensibile, eri bravo a fingerti un duro, comunque- risposi soddisfatto.


-Ora che l’astio si è allentato, che ne dici di uscire sta sera? Wolverhampton è grande, ci sono una sacco di cose che dovresti provare, un’estate non ci basterà!-

-Non mi sembra male come idea, prima lasciami solo chiamare Louis, è il mio migliore amico, sta a Manchester per lo scambio culturale, magari il suo inizio è stato migliore del nostro-

 

Sfoggiai il mio Blackberry sotto gli occhi increduli di Payne.

-No davvero, questo ne è la conferma. Quanto sei un figlio di papà?- la mia risposta non fu immediata, non riuscivo a cogliere dove volesse arrivare il ragazzo.
-Sto scherzando, comunque- aggiunse in seguito.
Riflettei, -Da uno a dieci direi undici!- dissi compiaciuto componendo il numero.

-Nemmeno questa frase era da duro vero? Stupida sensibilità- sorrise.
–Per provartelo, ecco- alzo lievemente la camicia lasciando intravedere il petto ed estrasse dalla tasca dei suoi jeans un Blackbarry, spiccicato al mio, ma una cover con delle tartarughe contornava il cellulare –Ne ho uno anche io, non far caso alle tartarughe, ce ne sono anche in cucina, sono la mia passione- proseguì.



*spazio alle tartarughe in calore LOL*
Giornooo C: Allora, siamo arrivati a tre seguite ed eccovi il nuovo capitolo
Fatemi sapere sotto che ne pensate con una recensione :')
(continuo a 6 seguite)


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