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Autore: Yuki_o    05/07/2012    7 recensioni
Il clan Hyuga ha una nuova giovane capostipite sulle cui spalle grava il peso dei doveri e delle responsabilità di tutta la sua stirpe, ma nell'ombra un demone è disposto a tutto pur di proteggerla, anche a rinunciare alla sua anima.
[Dedicata a Msr_Depp, a cui mi sono affezionata quasi senza accorgermene, con affetto]
AVVISO:i personaggi sono tutti adulti, e nel renderli tali potrei essere caduta nell'OOC, se così fosse chiedo scusa fin d'ora (_ _)e ora buona lettura!!^^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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La verità







Il futon fruscia contro la sua pelle, la avvolge, la abbraccia mentre Hinata si agita nel sonno, in volto l’espressione tormentata di chi vorrebbe chiudere gli occhi ma non può, non può fuggire da se stessa. Sta sognando la giovane Signora e le ancelle nella stanza attigua, stanche per la lunga giornata di lavoro, non si accorgono del suo silenzioso tormento. Sta ricordando, Hinata, del tempo in cui ancora poteva avere paura di un’ombra o di un presagio, quando in primavera era bello vedere il giardino verdeggiante inondato di pioggia e luce.
 È irrequieta e cerca conforto ma intorno a lei non c’è nulla, solo sogno e pioggia … piove.
 
Piove nevischio da questo cielo grave e tetro, bagna, quasi insozza, ogni cosa. Non è più possibile nemmeno camminare sull’erba tenera del giardino: la terra è tanto pregna d’acqua che sembra di affondare in una palude rigogliosa e lussureggiante dove foglie turgide di pioggia splendono come gocce di giada.
Persino respirare è faticoso e l’umidità è come una patina tiepida che occlude la gola: si sente l’odore –il sapore- della pioggia.
Dolce.
Hinata corre, affondando nel terreno, stentando a respirare e sente  gli abiti opprimerla in un soffocante abbraccio, fradici e gelidi.
Non può ancora crederci …
 
Gli anziani del Clan Hyuga siedono immobili e alteri nella grande stanza dove si diffonde una luce fredda e tenue, come se il cielo fosse entrato dalle shojo aperte e avesse dipinto l’aria col proprio grigiore. Fuori la pioggia si mesce alla neve.
Fa freddo.
Il giorno che aspettava da tutta la vita era arrivato e tutto avrebbe avuto fine in quello stesso giorno d’Inverno. L’alfa e l’omega.
Avevano scelto infine ed erano pronti a comunicare il loro volere: di lì a poco sarebbe stato annunciato chi fra lei, Hanabi-chan e Neji-nii san sarebbe diventato il nuovo Capostipite del Clan. Era un momento solenne, definitivo e irripetibile, eppure … Hinata non sentiva nulla. Il suo cuore non infuriava in petto, le gambe non le tremavano e non avvertiva il familiare rossore salirle alle guance per tradirla: era come se la vita che aveva sempre albergato in lei l’avesse momentaneamente abbandonata, come se si fosse nascosta lasciandola come un guscio vuoto, impassibile e freddo ma nessuno se ne accorse. Immobile e cristallizzata in un limbo di non-vita era così straordinariamente simile a tutti i membri del Clan lì riuniti. Era così Hyuga …
Hinata infatti lo sapeva bene, che si trattava solo di formalità, che il nuovo capostipite era  stato scelto il giorno in cui, semplicemente, alla sua inettitudine si è rivelata un’alternativa, altrettanto decorosa, più adatta … Hanabi.
Ecco perché sgranò gli occhi e osò alzare lo sguardo,perché tremòe sudò e non riuscì più a respirare. Non era la scelta più logica, non la scelta più efficace … non era la scelta. Avrebbe dovuto alzarsi, ringraziare. Avrebbe dovuto. Solo altri doveri, ancora e per sempre. Si prostrò, si alzò e corse -poi avrebbe chiesto scusa, solo altre bugie.
Corse, corse verso di lui senza sapere di stare cercandolo, senza nemmeno immaginare che lo avrebbe trovato … perché ha sempre saputo, dove fosse ma non come raggiungerlo. Corse.
Lo immaginava serio, composto … addolorato? No, addolorato mai.
Sfinito, questo sì … fragile.
Kami, non deve piangere!
“Lo sapevo” le dice. Non avevamai permesso che gli porgesse le sue domande.
“Hanno fatto la scelta più ovvia. Sei la primogenita.”
“Sono debole” - e la ferì dirlo, una volta di più, a lui.
“Lo sono tutti, lo siamo tutti”-  lui non sussurrvaa mai.
Hinata non lo ha mai guardato così, in volto. Piove e i capelli sono più scuri, la pelle più candida, le labbra più rosse. Era bello. Non lo aveva mai pensato. Lui è bello.
“Non preoccuparti per me”-  le disse: non la lasciava mai avvicinare.
“Sto bene”
“Cosa farai?”-  si chiese perché si ostinasse … non rispondeva mai alle tue domande.
“Non sono affari tuoi” - che voce fredda …
Non risponde mai alle sue domande.
“Farò quello che si sono sempre aspettati da me: sparirò o morirò. È lo stesso”
… di solito.
Sente freddo, troppo freddo. Perché ha risposto?
“Idiota”
Non l’ha mai guardata così, in volto. Brividi. La pioggia, forse?
Il sorriso sul suo viso è amaro come la fiele, come il metallo di una katana, come il rimpianto.
“Proprio tu … a me.”
Sì, proprio lei, per la prima volta senza paura, senza nulla da dimostrare, solo lei: finalmente la vita divampa di nuovo in lei, come una sorgente discreta e preziosa. Sola.
“Sei un codardo, un debole.” - Non reagisce, la confondeva e faceva arrabbiare.
“Cosa direbbe tuo padre? Se potessi guardarti in uno specchio ti disgusteresti: sei prostrato davanti al nemico e davanti a me!”
Alzò lo sguardo.
“Sei tu il nemico?”
Non sapeva che fare, non respirava: che le avesse rubato la voce con quello sguardo, con quelle parole?
Lui lo vide che piangeva … lui la vedeva.
Davvero.
Solo ora capì che nessuno prima lo aveva fatto mai.
Non aveva  nulla da perdere, ormai.
“Se davvero non la vuoi questa vita, dalla a me Neji Hyuga. Dammi tutto, finanche la tua anima: questo è l’unico modo in cui ti permetto di morire.”
“Perché?”
lo sapeva.
“Perché io sono la capostipite. Se sei uno Hyuga, se sei anche solo un uomo, ti basterà.”
Sorrideva. Sapeva.
“Non ti chiamerò più per nome da oggi in poi. Lo prometto.”
“Io invece lo farò sempre.”
Tremarono.
Sarà la pioggia?
 
 
 
 
 
 
 
Kon camminava rasente al muro, aspettando il momento … per poi correre! Sapeva dove andare, sapeva che non avrebbe incontrato nessuno, perché nessuno andava da lui … tranne lei.
I suoi passi echeggiavano nei corridoi che sembravano lamentarsi per essere stati disturbati. La strada non era lunga e di nuovo la sua ombra lo fronteggiava da sopra la carta sottile della porta e sembrava schernirlo, schernire il suo cuore in tumulto e lo sguardo esitante. Gli stava chiedendo se quel giorno ce l’avrebbe fatta, se sarebbe riuscito a fare il passo, ad entrare. Kon lo sapeva ed esitava … solo un altro istante.  
“Non entri ragazzo?”
La sua voce. Come ogni giorno, sempre la stessa domanda. I piedi solo allora sembrarono riprendere vita e prima ancora di saperlo era entrato: in quella stanza c’era la primavera.
Neji-san se ne stava inginocchiato allo scrittoio e tracciava segni eleganti sulla pergamena liscia e inquietante, che sembrava minacciare ‘nessun errore, nessuna esitazione’ come un’altra porta che non sarebbe riuscito ad aprire.
I suoi gesti lo incantavano ed erano indescrivibili, ma comunque nulla se paragonati ad un altro spettacolo: il suo viso. Se fosse stato una donna nessuna al mondo avrebbe potuto dirsi più bella.
Come descrivere il colore dei suoi capelli? Quando il sole li colpiva parevano seta purpurea e cangiante, all’ombra niente più che un frammento dell’oscurità stessa. E le labbra? Non avevano certo bisogno di improbabili unguenti per risaltare, per farsi desiderare … per ricordare a chiunque le guardasse la sua piccolezza , meschinità
Gli occhi. Non si poteva parlare degli occhi, semplicemente. Avrebbero dovuto inventare una nuova lingua per descriverli, una lingua che parlasse di bellezza e morte, di mistero, comprensibile solo a demoni e dei.
Il ragazzo non parlava mai quando si trovava in quella stanza, solo osservava. Era capace di rimanere ore, lì, in ginocchio senza lamentarsi, lasciandosi ipnotizzare da una bellezza che –si rendeva conto- forse percepiva solo lui. E ne era grato.
 
 
 
“Ragazzo, non si preoccuperanno i tuoi parenti se ogni giorno sparisci per venire qui?”
Quasi non poteva crederlo quando udì la domanda, a stento poté rispondere.
“Non ho parenti, solo Oba-chan, ma lei lavora tutto il giorno al Castello, non se ne accorgerà …”
Lui non aggiunse altro e Kon abbassò il capo mentre chissà come trovava la forza di proseguire mesto.
“… ma se vi dò fastidio, signore, me ne vado immediatamente.”
Non sarebbe stato esagerato piangere per il dolore che gli provocarono quelle parole sussurrate, ma non furono le ultime quel giorno.
“No, resta. Non mi dai alcun fastidio.”  
Kon non sapeva, non l’avrebbe mai detto: si può piangere di felicità.
 
 
 
Non sapeva com’era successo, né perdeva  tempo a chiederselo. Anche oggi stava correndo, senza esitazioni ormai verso la sua stanza.
Quando arrivava, bussava e attendeva che la voce che lo muoveva  in ogni suo gesto oramai, gli desse il permesso di entrare. Non sapeva com’era successo, ma Neji-sama dal silenzio del suo eremo aveva deciso di prendersi cura di lui.
Gli stava insegnando a scivere.
Kon non sapeva, non immaginava nemmeno: si può morire di felicità.
 
“Tieni ragazzo, esercitati finché non avrai riprodotto questo kanji” disse Neji-sama porgendogli un foglio su cui eleganti linee nere spiccavano come un ricamo prezioso.
“Sì, Sensei. Cosa significa?” chiese timidamente Kon.
La risposta lo fece tremare.
“Verità.”
Fuori dalla stanza, nei corridoi dormienti si udirono soffici passi di donna.
 



Angolo dell’autrice (?)


Eccomi qua.
Ve l’avevo detto no?? CE LA FECEEEEEEEEEEEEEE!!!!!
U_U9
Insomma, ho finito la maturità e giustamente ho finito anche il capitolo…sempre che sia rimasto qualcuno a leggere e le mie parole non si risolvano in una triste eco...T_T
Va beh, faccio mea culpa -.-‘’
Questo capitolo inizia con un flash back ( e questo lo dico perché dubito delle mie capacità di scrittrice e non delle vostre di lettori, ovviamente *_*)
Ho cercato di dare un inizio alla storia servo-padrona, che altrimenti galleggiava libera nel limbo del “chissà come!” xD
Spero che non vi deluda, come sempre, quindi fatemi sapere!!! J
Sono circa 5 pagine quindi nonostante tutto mi sono impegnata anche per una lunghezza accettabile!
Ora vi saluto e spero di avere presto notizie!!! *_______________* (anche per gli insulti ovviamente!!)
Un bacione
Yuki-o
 
 
 
 
 
  
 
  
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