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Autore: Cleofede94    05/07/2012    9 recensioni
"Apri la porta", replicò lui con semplicità.
"Quale porta?"
Harry si batté una mano sulla fronte.
"Ma quella di casa tua, idiota! E quale se no!?", sbottò.
La mora alzò un sopracciglio mentre si dirigeva all’ingresso.
"Perché? Mi hai mandato qualche...", cominciò a chiedere mentre spalancava la porta.
Ma non ebbe nemmeno il tempo e le parole per continuare la frase.
"Harry...", sussurrò sbarrando gli occhi.
Era proprio lì.
Di fronte a lei, sorridente.
Proprio davanti alla sua porta di casa.
Incredibile.
Lui spalancò le braccia allargando ancora di più il suo sorriso.
Eloise chiuse la comunicazione ancora aperta e si fiondò fra le braccia dell’amico, stringendolo.
"Cosa diavolo ci fai qui!?", chiese felice.
"Nulla", rispose. "Sono venuto a prenderti, torniamo a casa".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Voglio avvisare che questo è un pezzo di storia che fa riferimento alla mia prima Fanfiction.
Ma penso che si possa benissimamente leggere senza averla ncessariamente letta.
In ogni caso, la FF è questa: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1009229&i=1

Buona lettura! ;)



<< Lui come sta? >>, domandò mandando giù l’aria con uno sforzo sovraumano.
Ogni volta che affrontava quell’argomento un groppo allo stomaco le impediva di respirare.
Erano ormai due anni e mezzo che Eloise si era trasferita in Italia, a Milano, per frequentare l’università di economia.
La famosa Bocconi.
E quando l’aveva fatto, aveva dovuto lasciarsi ogni cosa alle spalle.
Niall compreso.
Ma doveva farlo.
Perché ad un certo punto, aveva sentito l’improvviso bisogno di realizzarsi nella vita.
E le avevano detto che le università italiane erano le migliori.
Aveva parlato con i suoi genitori e con Amanda, e alla fine aveva deciso.
Soltanto lei sapeva quanti pomeriggi aveva passato chiusa in uno sgabuzzino a piangere prima di confessare a Niall tutta la verità.
Non voleva lasciarlo.
O meglio non avrebbe voluto farlo.
Lui era tutta la sua vita.
Era l’unico che fin da sempre era stato capace di capirla, di starle affianco come partner, di non criticarla.
E anche adesso, a distanza di due anni e poco più, era ancora lì a sognarlo tutte le notti e ad amarlo in silenzio, a chilometri di distanza.
Prima di lasciarlo andare aveva tentato di apparire fredda con lui. Gli aveva semplicemente detto che doveva andare fuori a studiare e che sarebbe stato meglio per loro troncare la loro relazione. Anche se durava ormai da cinque anni. Perché avrebbe dovuto trascorrere altri cinque anni lontana da lui, in Italia, ed era consapevole che non sarebbe stata capace di reggere quella lontananza. Tanto più che temeva che prima o poi lui si sarebbe stancato, l’avrebbe dimenticata e poi scaricata con una telefonata.
Ma il problema era stato che Niall non aveva ceduto così facilmente, e d'altra parte lei se lo aspettava, sapeva com'era fatto.
Così era stata costretta a dirgli un sacco di bugie. Ed era stato lo sforzo più immane di tutta la sua vita.
Ed era persino arrivata a dirgli che era tutta una scusa e che voleva lasciarlo perché semplicemente non lo amava più come prima.
Quante bugie.
Ma voleva che la odiasse.
Perché doveva andare avanti e dimenticarla, basta.
Anche se era doloroso.
Ed ora, l’unico con cui continuava a sentirsi costantemente e l’unico con cui si confidava e a cui poteva chiedere di Niall, era Harry.
Certo, si, si sentiva anche con gli altri, ma non raccontava niente di personale.
Perché se avesse provato soltanto ad accennare al suo stato d'animo, glielo avrebbero detto sicuramente.
Anche Amanda, lo avrebbe detto a Louis, e lui lo avrebbe detto a Niall.
Ma come incolparla, perché avrebbe mai dovuto nascondere le cose a suo marito?
E lei non voleva.
Non voleva che lui sapesse quanto le mancava e quanto ancora lo amava.
Perché lui sarebbe sicuramente tornato per non andarsene più via, e lei non sarebbe stata capace di respingerlo nuovamente. Non ne aveva la forza.
Quando era partita, il suo intento era quello di farsi odiare e sperare che lui la dimenticasse, ma, da quello che Harry le raccontava, non era andata proprio come voleva.
Anche se da qualche tempo a questa parte, il riccio le aveva detto di averlo visto più allegro.
D’altronde: lontano dagli occhi, lontano dal cuore. No?
<< Sta bene, non preoccuparti >>, la consolò l’amico.
Eloise sorrise fra sé e sé.
In quel momento fu invasa da un’improvvisa voglia di piangere.
<< Allora, che cosa hai deciso di fare? >>, le chiese Harry sospirando.
Ed ecco un altro tasto dolente.
Quel discorso, ormai da settimane, la stava stressando.
<< Non voglio venire >>, confessò mordendosi un labbro.
Stava così male che se avesse potuto, in quel momento avrebbe abbracciato Harry fino a soffocarlo.
In quel periodo non riusciva più ad aprirsi con nessun'altro, e tutte le persone a cui teneva erano troppo lontane da lei.
Era ridotta a dover chiedere continuamente notizie di Niall e degli altri attraverso un telefono insulso e a soffocare i singhiozzi ogni notte, sperando di non svegliare i vecchietti al piano di sotto.
<< Eloise, dannazione, te l’ho detto trenta volte. La tua migliore amica ha partorito, per l’amor di Dio! Vedi di degnarti di farti viva almeno adesso! >>, la rimproverò.
Lei si passò una mano fra i capelli.
<< Harry, ti prego. Non posso tornare, e lo sai. Non posso rivederlo, non ce la farei. Non posso sopportarlo >>, gli spiegò appoggiando la fronte contro il vetro fresco della sua finestra.
<< Ti ho già detto cosa ne penso al riguardo. Ti farebbe soltanto bene un po’ d’aria di casa. Devi tornare, almeno per una settimana. Non hai scuse. Non hai nessun esame in questo periodo, vieni e basta >>, le ricordò sbuffando attraverso il telefono.
<< Solo tu sai che non ho esami >>, lo riprese sorridendo.
<< Beh, potrei sempre spifferarlo in giro >>, scherzò.
Lei si irrigidì all’istante.
<< Ehy, non fare lo stronzo. Vuoi che tronchi i contatti anche con te? >>
Lo sentì ridere.
<< Stavo scherzando. In ogni caso, stranamente, qualcosa mi diceva che avresti fatto quest’assurda scelta. Ed io, dato che sono un ragazzo intelligente, ho deciso che era meglio prevenire che curare >>, iniziò, buttando lì uno dei suoi tanti discorsi filosofici.
Eloise si insospettì.
<< Che vuoi dire? >>, gli domandò pensierosa.
<< Apri la porta >>, replicò lui con semplicità.
<< Quale porta? >>
Harry si batté una mano sulla fronte.
<< Ma quella di casa tua, idiota! E quale se no!? >>, sbottò.
La mora alzò un sopracciglio mentre si dirigeva all’ingresso.
<< Perché? Mi hai mandato qualche... >>, cominciò a chiedere mentre spalancava la porta.
Ma non ebbe nemmeno il tempo e le parole per continuare la frase.
<< Harry... >>, sussurrò sbarrando gli occhi.
Era proprio lì.
Di fronte a lei, sorridente.
Proprio davanti alla sua porta di casa.
Incredibile.
Lui spalancò le braccia allargando ancora di più il suo sorriso.
Eloise chiuse la comunicazione ancora aperta e si fiondò fra le braccia dell’amico, stringendolo.
<< Cosa diavolo ci fai qui!? >>, chiese felice.
<< Nulla >>, rispose. << Sono venuto a prenderti, torniamo a casa >>.
Eloise spalancò di colpo gli occhi e si allontanò subito da lui.
<< Cosa!? >>, domandò isterica.
Harry entrò in casa guardandosi intorno e richiudendo la porta.
<< Sono venuto a prenderti >>, ripeté più sicuro.
Eloise si voltò dandogli le spalle e si portò una mano al viso, coprendosi un po’ gli occhi ormai appannati per le lacrime che faceva fatica a trattenere.
<< Sono contenta di rivederti, ma non verrò con te. Vattene >>, disse arrabbiata, con una voce che ormai non le apparteneva più.
Perché da quando aveva conosciuto Niall, essere fredda e dura le risultava sempre più difficile, e piangere sempre più facile.
Soprattutto ora che era costretta a stare lontana da lui.
<< Io non vado da nessuna parte >>
Lei iniziò a piangere più forte, coprendosi il viso.
<< Ti prego..per favore >>, iniziò a pregare.
<< Io non voglio vederlo, non posso >>.
Harry la abbracciò da dietro, domandandosi chi cavolo gli desse la forza di fare tutto questo per quei due, soprattutto per quello che provava lui.
Si, beh. Ormai da un po’ di tempo Harry si era fidanzato con una ragazza molto dolce e carina di nome Sara. Gli piaceva, certo. Ma niente di serio.
Non la amava, semplice. Anche se sapeva che la ragazza teneva davvero molto a lui. La verità era che da parecchio si era accorto di provare qualcosa per Eloise e, francamente, aveva anche paura a scoprire di cosa si trattasse fino infondo. Sapeva che lei era innamorata di Niall e viceversa, e per questo non aveva mai nemmeno osato provarci con lei o confessarle qualcosa. Sarebbe soltanto riuscito a rovinare l’amicizia che erano riusciti a costruirsi, senza ottenere buoni risultati.
Per cui si era tirato indietro fin da subito, si era rassegnato, e aveva deciso di voltare pagina, in un certo senso.
Per questo era fidanzato con Sara. Ed ora, capire chi diamine gli desse la forza di tentare di riunire quei due, era un mistero.
<< Eloise, smettila, e calmati. Amanda vuole vederti e vuole che tu conosca sua figlia. Manchi a tutti, me compreso >>, le sussurrò tentando di farla smettere di piangere.
<< E per quanto riguarda Niall, so che sarà difficile, ma ti basterà non dargli troppa corda. Ignoralo. E se avrai dei problemi, io sarò sempre lì. Lo sai, no? Non sarai costretta ad affrontarlo >>, continuò provando a rassicurarla.
La mora si voltò lentamente verso di lui e sorrise asciugandosi il viso bagnato con il dorso della mano.
<< Ti fidi di me? >>, le chiese ancora lui guardandola negli occhi.
Eloise annuì portandogli una mano in testa e scompigliandogli i ricci.
<< Grazie, Harry >>.


<< Come va con Sara? >>, domandò Eloise mentre si allacciava la cintura di sicurezza in aereo.
<< E’ in Scozia dai suoi genitori >>, rispose Harry semplicemente.
<< Ah, ecco perché sei venuto a prendermi >>, scherzò lei.
Harry forzò un sorriso.
In effetti Sara era un po’ gelosa di Eloise.
E lui aveva approfittato proprio della sua assenza per farsi un bel viaggetto in Italia.
Sara aveva capito fin da subito quanto fosse una minaccia per lei quella ragazza dai capelli scuri, soprattutto ora che non stava più con Niall.
Ma Harry pensava che fosse alquanto ridicolo pensare una cosa simile.
Erano amici e basta.
Anche perché Eloise era maledettamente innamorata di quell’irlandese biondo tinto.
E non avrebbe certamente cambiato idea così facilmente.


Una volta arrivati a Londra, lei ed Harry si diressero direttamente alla nuova casa di Louis e Amanda, dove tutti quanti si erano riuniti intorno alla piccola Juliet, nata da circa un mese. Era tutta suo padre, le aveva anticipato l’amico. A partire dai suoi bellissimi occhi: azzurri come il mare.
Scesi entrambi dalla macchina del riccio, un dubbio cominciò a farsi strada nello stomaco di Eloise.
<< Harry, dove dormirò stanotte? >>, chiese perplessa.
Lui aprì la bocca e poi la richiuse.
<< In teoria dovresti sistemarti nella tua vecchia casa >>, considerò.
Cioè nell’appartamento che avevano condiviso lei e Niall tempo prima, e nel quale lui ancora viveva.
La mora gli si parò davanti prima di arrivare sotto al portico di casa di Amanda.
<< No. Sai che non posso tornare lì >>, rispose categorica.
Anche se aveva alcune cose da prendere nel suo vecchio appartamento e che aveva dimenticato qualche anno fa. Ma le avrebbe recuperate più tardi.
<< Beh, ma... >>
<< No >>, ripeté seria.
Il riccio si fermò un attimo a pensare.
<< Mmh, non so. Potresti fermarti da me..o da Liam e Zayn >>, valutò.
Poi prese ancora fiato per parlare.
<< Non credo che ti convenga stare da Amanda e Louis. Sai, hanno appena avuto la bambina e sono un po'...come dire, impegnati? >>
Lei sospirò fissandolo.
<< Va bene, ci penserò più tardi. Ora, strappiamo questo cerotto >>, disse riferendosi al campanello dell’abitazione.
Harry si avvicinò alla porta e annuì.
<< Pronta? >>
<< No >>
Lui le sorrise facendo spallucce e suonò il campanello.

Ad aprire venne subito Liam, come al solito, e non appena si accorse di Eloise rimase in piedi a fissarla, a bocca aperta.
<< Eloise >>, sussurrò incredulo.
Poi si rivolse ad Harry.
<< Non ci avevi detto che sarebbe venuta >>, lo rimbeccò accigliandosi.
Il riccio si grattò la testa, colpevole.
<< Quante storie, l'importante è che sono qui >>, sbuffò Eloise interrompendo i due.
Liam sorrise e la abbracciò.
<< Non sei cambiata di una virgola, mi sei mancata >>, le disse con affetto.
<< Ehy, ma chi è!? >>, si sentì urlare dall'interno.
Eloise sorrise istintivamente non appena riconobbe quella voce così familiare ed entrò in casa intrecciando entrambe le mani dietro la schiena come una bambina birichina.
<< Ciao, Zayn >>, mormorò con aria furba.
Il moro sbatté le palpebre più volte, accertandosi di non avere allucinazioni.
<< Oh mio Dio, Eloise! >>, gridò buttandosi letteralmente addosso alla ragazza.
<< Piano, piano, non ammazzarmi >>, protestò lei indietreggiando.
Nel frattempo Liam ed Harry avevano già chiuso la porta e avevano fatto segno ai due di seguirli in salotto, così che Eloise potesse salutare anche gli altri.
E questo la terrorizzava parecchio.
Infatti, prima di fare anche un solo passo, cercò lo sguardo di Harry e si nascose dietro di lui stringendogli un braccio.
Appena entrò nella sala, il cuore di Eloise iniziò a galopparle in petto rendendole difficile la respirazione.
Le sembrava di poter morire da un momento all'altro. Non aveva ancora guardato in faccia Niall, ma il fatto stesso di sapere che fosse lì e di vedere di sfuggita una cresta bionda che guardava nella sua direzione, la mandava in panico. Non era più capace di intendere e di volere, non riusciva a respirare, a parlare.
Tanto che si fermò, stringendo la camicia dell'amico più del dovuto.
Harry si bloccò insieme a lei.
<< Calmati >>, le sussurrò il più piano possibile, facendo in modo che gli altri non lo sentissero.
A circa un metro da loro, Niall aveva avuto all'incirca la stessa reazione.
Il suo volto, prima sereno, si era lentamente trasformato in una maschera di pura confusione, shock, stordimento e incredulità. E poi rabbia e delusione.
Il ragazzo sentì un groppo in gola farsi lentamente sempre più pesante e strinse i pugni per tentare di trattenersi.
Che poi, trattenersi da cosa? Che cosa avrebbe voluto fare? Non lo sapeva nemmeno lui.
<< Eloise!! >>, strillò la voce acuta di Amanda dal divano su cui era stesa con la bambina in braccio.
<< Louis, prendila, prendila, prendila! Eddai, cacchio, muovi il culo! >>, iniziò a strillare al marito.
Diamine se non era diventata isterica dopo il matrimonio.
A momenti mi batte, pensò Eloise sorridendo e riuscendo finalmente a rilassarsi un po' vedendo l'amica.
A pochi passi da loro Gabrielle e Lexi, le ragazze di Zayn e Liam, le sorrisero e le andarono incontro sorridenti.
Eloise is illuminò non appena le vide. Cavolo, si era dimenticata di quanto fossero belle.
Louis tolse Juliet alla madre e lei si alzò dal divano in fretta e furia. In una frazione di secondo era già addosso ad Eloise.
<< Dio quanto mi sei mancata, brutta scema! Ma che ti costa farti sentire più spesso ogni tanto, eh?? Diamine, quanto ti voglio bene, ti adoro! >>, continuava a gridare.
<< Vieni con me, ti prego. Voglio farti conoscere Juliet! >>
Eloise lasciò andare la camicia di Harry poco convinta, lanciandogli un ultimo sguardo triste, e si allontanò insieme ad Amanda.
Salutò prima Louis dandogli un sonoro bacio sulla guancia e una pacca sulla spalla.
<< Siamo papà, eh? >>, scherzò fissandolo, per poi volgere lo sguardo alla meravigliosa creatura che teneva in braccio.
Così piccola, ma meravigliosa.
E si accorse che si, aveva gli occhi di suo padre, ma che sulla testa le stavano crescendo dei boccolotti ramati che la facevano sembrare una di quelle bamboline di porcellana che si vedono sempre nei film.
I capelli erano di sua madre, senza dubbio.
<< Ciao, piccolina >>, la salutò sfiorandole una guancia.
La bambina la sorrise ingenuamente e le strinse l'indice con una delle sue minuscole manine.
<< Ma è bellissima! >>, gridò animandosi.
<< Lei è Eloise >>, disse Louis imitando una voce strana molto buffa.
Tutti scocciarono a ridere e si scambiarono sguardi felici, tranne Niall.
Eloise sorrise a malapena, tornando subito dopo a guardarsi intorno smarrita, sperando di non dover mai guardarlo in faccia.
Aveva salutato tutti tranne lui, e non aveva avuto nemmeno il coraggio di guardarlo. Non ce la faceva.
Il ragazzo, d'altro canto, non aveva spiccicato parola da quando l'aveva vista entrare. E stranamente nessuno aveva detto assolutamente nulla al riguardo.
Probabilmente avevano una vaga idea di come entrambi si sentissero.
<< Stasera dove starai, Eloise? >>, chiese ad un certo punto Liam, mentre erano riusciti finalmente a sedersi tutti quanti tranquillamente.
Juliet dormiva beata nella culla, in una stanza poco più in là.
Lei si scambiò uno sguardo con Harry e boccheggiò, non sapendo veramente cosa rispondere.
<< Starà da me >>, aggiunse subito il riccio.
Tutti quanti puntarono immediatamente lo sguardo su di lui, sorpresi.
Le due ragazze, Gabrielle e Lexi, si scambiarono uno strano sguardo e poi fissarono Eloise, confuse.
<< Da te!? >>, sbottò prontamente Amanda, fiondando subito i suoi occhi chiari in quelli di Eloise.
Come ai vecchi tempi.
<< E Sara che cosa ne pensa? >>, continuò Louis alzando un sopracciglio.
<< Già, Sara che cosa ne pensa? >>, ripeté una voce funerea uscendo dall'oltre tomba.
Niall, che fino a quel momento non aveva proferito parola, aveva improvvisamente deciso di entrare nella conversazione. Probabilmente infastidito.
Eloise voltò per sbagliato la testa nella sua direzione e per un istante i loro occhi si incontrarono.
Lei deglutì. Quante cose dicevano quegli occhi. Parlavano senza bisogno delle parole.
Parlavano una lingua comprensibile soltanto a lei e che non era cambiata di una virgola da quando era andata via.
<< A Sara starà più che bene >>, aggiunse Harry apparentemente contrariato.
<< Oh, e da quando alle donne piace condividere il proprio ragazzo? >>, sbottò Niall continuando a fissare il riccio con fastidio.
Zayn a quel punto alzò le sopracciglia, non gli piaceva come si stava evolvendo la conversazione.
<< Niall >>, lo richiamò Liam.
<< Non c'è niente fra noi due >>, spiegò Harry mantenendo volutamente la calma.
<< Ovviamente >>, sorrise lui sarcastico alzandosi dal divano e dirigendosi all'ingresso.
<< Buona serata a tutti >>, salutò prima di sbattere la porta alle sue spalle e andare via.


<< E' normale che abbia avuto quella reazione >>, le spiegò Harry una volta entrati in casa.
<< Beh, poteva risparmiarsela! E' e continuerà ad essere la solita banana muffita di sempre! >>, sbraitò Eloise buttandosi sul divano.
<< E' ancora innamorato di te >>, le ricordò il riccio, senza cuore.
<< Non voglio saperlo >>, sbottò la mora passandosi una mano sul volto.
Harry si sedette accanto a lei.
<< Ma lo sai >>. continuò.
<< Grazie, sei d'aiuto >>, si lamentò Eloise accasciandosi vicino a lui e poggiando la testa sulla sua spalla.
Harry sorrise fra sé e sé, pensando a cosa avrebbe fatto anni prima se si fosse trovato in quella stessa situazione con una ragazza verso cui provava interesse.
Mentre adesso si era ridotto a fare il confidente e a trasformarsi nella spalla indistruttibile su cui piangere.
Ora non aveva nemmeno il coraggio di aprir bocca con Eloise riguardo a quello che provava.
Ma, che volete farci. Nella vita si cresce.
<< Ora che ci penso >>, aggiunse la mora subito dopo. << Io devo andare a prendere della roba nella mia vecchia casa! >>.
Si portò una mano sulla fronte. << Non ho portato il pigiama perché sapevo di averne altri lì, Harry vai a prendermeli? >>, domandò tirandogli un riccio e facendogli gli occhi dolci.
Lui, di tutta risposta, rise sguaiatamente.
<< Nei tuoi sogni >>, protestò ironico.
<< Dai, non fare il bastardo. Esegui gli ordini da bravo cagnolino >>, piagnucolò ancora lei trattenendo una risata.
<< Ma nemmeno se me lo chiedi in cinese! >>, esclamò alzandosi dal divano.
Eloise divenne improvvisamente seria.
<< Harry, sul serio. Lo sai che non posso entrare in quella casa >>
Lui la fissò per un po' e poi alzò un sopracciglio.
<< Non dire idiozie, lui non sarà nemmeno in casa a quest'ora! Sai che ha trovato lavoro e che spesso esce con i suoi colleghi? Quindi muovi il culo, prendi la roba e torna qui. Non è poi così complicato. Dai Hop hop! >>, la prese in giro facendole segno di alzarsi dal divano.
La mora gli lanciò un'occhiataccia.
<< Ti odio, Styles >>.

Un giorno mi ringrazierai, pensò Harry mentre osservava l'amica uscire di casa, consapevole che per quella notte non sarebbe più tornata.


Eloise infilò la chiave nella toppa facendosi mentalmente il segno della croce. Sperava con tutta se stessa di non incontrare Niall.
Aveva letteralmente paura di lui, ma non paura nel senso di terrore, ma nel senso che temeva di non riuscire ad essere razionale nei suoi confronti.
Ma non appena Eloise aprì la porta, si rese conto che i suoi desideri, oltre a non essere stati esauditi, erano addirittura stati peggiorati.
Sembrava che il fato avesse illogicamente deciso di prendersi gioco di lei, quella sera.
Davanti a lei, una ragazza dai capelli chiari e gli occhi castani stava tranquillamente parlando con Niall a pochi centimetri dall'ingresso di casa.
Probabilmente stava per andar via.
Ma tu guarda un po' che coincidenza. Dovevo proprio beccarla a 'sta cessa?
Lo sguardo di Niall si pietrificò all'istante quando la vide comparire.
Smise immediatamente di parlare con la strana tipa e si concentrò su di lei, senza capire esattamente cosa stesse succedendo.
<< Ciao, cerchi qualcuno? >>, gli domandò la ragazza, tentando di essere gentile.
Se cerco qualcuno!? Ma mi prendi per il culo!? Io vengo in casa mia e tu mi chiedi se cerco qualcuno?? Ma non vedi che ho le chiavi, razza di ritardata!?!?
<< Stavo cercando di entrare, veramente >>, le rispose con acidità, rivolgendole il sorriso più falso che avesse mai usato.
<< Ma questa è casa di... >>
<< Questa è anche casa mia >>, la interruppe continuando a reggere la sua espressione da stronza.
La ragazza rimase improvvisamente perplessa e si voltò a guardare Niall, cercando spiegazioni.
<< Lei è una mia amica che viveva qui tempo fa >>, la informò Niall continuando a tenere gli occhi incollati a quelli di Eloise.
Si stavano guardando da più di dieci minuti e nessuno dei due era capace di distogliere lo sguardo.
"Una mia amica", rimbombò nella testa di lei. Che brutto effetto le faceva sentire quelle parole.
<< Ah >>, rispose soltanto la ragazza. << Io sono Elisabeth >>, si presentò porgendole la mano.
Me ne sbatto di chi sei tu.
<< Piacere, Eloise >>, le strinse la mano.
Quando te ne vai?
<< Beh, Ellie. Ci si vede >>, la salutò Niall, neanche avesse letto nel pensiero di Eloise.
Ellie!? Per favore, sto per vomitare.
La suddetta Elisabeth sorpassò Eloise ancora sorridente e saluto entrambi con un gesto della mano, prima di sparire.
Eloise si tirò dietro la porta e sospirò, contenta di non dover più guardare quella faccia da mezza addormentata che si ritrovava quella ragazza.
<< Perché sei qui? >>, domandò subito il biondo, non appena la porta fu chiusa.
<< Sono venuta a prendere la mia roba >>, affermò con poco interesse, riuscendo finalmente a distogliere lo sguardo da quegli occhi così azzurri.
<< Beh, potresti avvisare, visto che non vivi più qui da più di due anni >>, si lamentò Niall irritato.
<< E tu potresti evitare di scoparti tutto il genere femminile in casa nostra! >>, replicò lei seccata più di lui.
<< Io non mi scopo proprio un cazzo di nessuno! >>, gridò.
Era incredibile.
Nonostante tutto quello che c'era stato fra di loro, erano ancora capaci di urlarsi addosso e prendersi in giro come se fossero ancora al liceo.
<< Come ti pare! >>, lo liquidò lei sorpassandolo e dirigendosi nella stanza in cui avevano dormito insieme per cinque interi anni.
Appena vi entrò, fu invasa da una nostalgia lacerante.
Non poteva farcela.
Ma ciò che la colpì di più fu che la parte del letto che aveva usato lei, così come il comodino e tutto il resto, era rimasto intatto.
Che fosse vero che non scopava da quando lei era andata via?
Che poi, per lei era la stessa cosa.
Addirittura non aveva baciato più nessuno dopo di lui.
<< Qualcosa non va? >>, le domandò la sua voce alle spalle facendola sussultare.
Forse si era accorto che continuava a starsene ferma sulla soglia come una rimbambita.
<< No >>, si risvegliò avvicinandosi al suo armadio e aprendolo.
<< Allora, chi è questa Ellie? >>, domandò lei facendo finta di nulla, mentre continuava a tirare via i vestiti.
<< Una mia collega >>, rispose Niall tranquillo appoggiandosi allo stipite della porta.
Eloise si lasciò sfuggire una risatina sarcastica.
<< Certo, una tua collega che viene a darti il bacio della buona notte a casa >>, ironizzò.
Poi rise e si batté una mano sulla fronte. << Dio, certo che a volte la gente ti prende proprio per stupida. Non trovi? >>, continuò rivolgendosi più ai mobili della stanza che a lui.
Il biondo si accigliò.
<< Non c'è niente tra me e quella ragazza, è venuta soltanto a portarmi del materiale che le avevo chiesto. Che poi, non so nemmeno perché sto qui a spiegartelo. Io non ti devo niente >>, puntualizzò.
Lei gli lanciò un'occhiata, innervosendosi.
<< Si, vai a spiegare questo ragionamento a quell'idiota che stava per assalire Harry davanti a tutti qualche ora fa >>, si schernì alludendo proprio a lui.
Niall sorrise strafottente e entrò nella stanza spostandosi dalla porta.
<< Eloise, non per riportare alla mente brutti ricordi, ma io non ho mai detto di aver smesso di amarti. Quindi da parte mia questo comportamento è più che normale. Sei tu l’incoerente >>, replicò lui massagiandosi il mento, calcolatore.
Eloise nascose lo sguardo nello zaino provvissorio che stava momentaneamente usando come valigia.
La banana aveva fatto centro.
Lei gli aveva detto di non amarlo più quando era andata via.
Che era tutta una scusa e che voleva soltanto lasciarlo.
Quindi, cacchio, aveva appena fatto una figura di merda.
Sperò con tutta se stessa che lui non fosse abbastanza intelligente per capire questo che cosa comportasse.
<< E poi, Tu ed Harry che dormite nella stessa casa. Per favore, a chi vuoi darla a bere >>, continuò scuotendo la testa e ridendo.
Lei approfittò subito del cambio d’argomento per redimersi, ma si irritò comunque non appena lo sentì dire una cosa simile, e senza rendersene conto si avvicinò a lui fissandolo negli occhi.
<< Niall, piantala di fare lo stupido. Harry è un buon amico, e in tutto questo tempo non ha fatto altro che starmi vicino. Io gli voglio bene >>, replicò imponendosi di non badare a quello che accadeva nel suo stomaco mentre quell'azzurro intenso le copriva la visuale.
Il biondo continuò a fissarla con uno strano sguardo.
<< Qualcun altro avrebbe saputo starti vicino molto meglio di lui, se solo gliene avessi dato la possibilità >>.
No, lo sapevo.
Cazzo, Niall, non fare così.
Eloise distolse immediatamente lo sguardo sentendosi mancare.
Era ovvio che parlava di lui.
Non poteva farcela, doveva andare via da quella casa il prima possibile.
<< Noto con piacere che non sei cambiata affatto. Continui ad evitare il mio sguardo ogni qualvolta hai troppa paura per affrontarmi >>, continuò osservandole il viso con tristezza.
Quanto avrebbe voluto sfiorarglielo e accarezzarle ogni angolo del corpo come non faceva da anni, ma si trattenne.
La mora continuò a fissare il pavimento della stanza imperterrita.
Doveva andar via da lì il prima possibile.
Doveva fuggire lontano da lui.
Le avrebbe fatto male, si, ma si promise che dopo, avrebbe potuto piangere a sfogarsi per un giorno intero fra le braccia di Harry.
Ora, però, doveva scappare.
Al diavolo i suoi vestiti.
Il giorno dopo avrebbe mandato qualcun altro a prenderli.
Si voltò verso l’entrata della camera e si allontanò da Niall, diretta alla porta.
<< Io devo andare >>, farfugliò mentre attraversava quel corridoio così famigliare.
Stava sbagliando, lo sapeva. Ma lo faceva per il bene di entrambi.
Era troppa la lontananza.
E lo stress ancora di più.
Lui lavorava.
Sarebbero andati in crisi e si sarebbero lasciati nel peggiore dei modi. Invece lei voleva conservare un bel ricordo di loro due insieme.
E quindi doveva lasciarlo, anche se lo amava da morire.
Eloise aprì la porta d’ingresso con gli occhi ormai pieni di lacrime. Ma prima ancora che potesse spalancarla e uscire fuori, un mano, alle sue spalle, la bloccò richiudendola. Eloise rimase a immobile davanti al portone inspiegabilmente richiuso. Poi alzò lo sguardo sulla mano che di fianco a lei lo aveva spinto e il suo cuore perse un battito.
<< Dimmi... >>, implorò la voce stanca di Niall alle sue spalle.
<< Dimmi che non è vero che non mi ami più >>, chiese soffiandole sui capelli.
Un brivido le percorse tutto il collo ed Eloise, di riflesso, si voltò di scatto verso di lui appoggiandosi alla porta.
La sua richiesta le rimbombò nella testa mandandola in panico.
Non poteva farlo.
Le stava chiedendo troppo.
E già una parte razionale della sua mente stava lentamente facendo i bagagli per abbandonarla da sola in balia di quegli occhi ipnotici.
Non riusciva più a pensare.
E il viso di Niall così vicino al suo non aiutava di certo.
<< I-Io... >>, tentò, ma non fu capace di concludere nessuna frase.
<< Eloise, non fare come quando eravamo al liceo. Non puoi evitare le mie domande in eterno >>, continuò iniziando a sfiorarle il volto con una mano.
Lei deglutì, non era più padrona di se stessa.
Ormai erano così vicini che quando le loro labbra si sfiorarono, non se ne accorsero nemmeno.
Eloise chiuse gli occhi quando percepì finalmente quel contatto e si lasciò andare.
Niall fece aderire meglio i loro corpi avvicinandosi ancora di più a lei e facendola finire completamente contro la porta.
Iniziarono a baciarsi con più foga e passione accorgendosi di quanto ad entrambi fosse mancato tutto questo.
Eloise detestò se stessa rendendosi conto di quanta fame di lui avesse, e che non riusciva a staccarsi.
Lui le portò la mani sui fianchi spostandole di poco la maglietta e un briciolo di razionalità si fece strada fra la testa della mora, risvegliandola.
<< Niall >>, lo chiamò ad occhi chiusi mentre lui aveva già cominciato a lasciarle baci lenti sul collo.
Il biondo parve non sentirla e continuò a giocherellare con la sua pelle.
Le sue mani corsero veloci sotto la sua maglietta accarezzandole la schiena, con l'unico scopo di liberarsi di quell’indumento momentaneamente inutile.
<< Niall... >>, lo implorò ancora.
Doveva fermarsi, stava andando troppo oltre.
Eloise portò immediatamente le mani sulla sue per fermarlo, ma fu del tutto inutile.
Il biondo l’afferrò per i polsi e trattenendoli entrambi con una mano, le fece alzare le braccia finché queste non aderirono perfettamente alla parete, dritte proprio sopra la sua testa, bloccate nella sua presa ferrea.
Con la mano libera, Niall le accarezzò la pelle con delicatezza.
Eloise tentò di liberarsi dalla sua presa, ma lui non fece altro che stringere impercettibilmente la stretta e continuare a baciarla incurante.
<< Lasciami >>, pregò con gli occhi socchiusi.
Solo a quel punto lui si staccò dalla sua pelle per poggiare la fronte contro la sua.
<< Dimmi che non mi ami più e giuro che ti lascerò andare adesso, per sempre >>, le soffiò sul viso mentre le alzava la maglietta con delicatezza, facendola scorrere su per la braccia, lentamente, per poi liberarsene, sempre stando attento a non rovinare la sua trappola.
Eloise iniziò ad impazzire.
Non poteva dirgli la verità, altrimenti tutto quello che aveva fatto in quegli anni sarebbe andato perso. Ma sapeva ugualmente che contro Niall, per lei, non c’era verso.
<< Smettila >>, sussurrò tentando di dare alla sua voce un tono abbastanza autoritario, sperando di riuscirci.
Lui, ignorandola, prese a torturarle il corpo delineando il contorno del suo seno con dei baci umidi.
Eloise inarcò di poco la schiena, tentando di liberare le sue braccia, ma senza risultato.
Vi prego, fatelo smettere.
<< Dillo >>, la incoraggiò ancora, prendendo adesso di mira il lobo del suo orecchio destro.
<< Ti prego >>, supplicò lei.
<< Non devi fare altro che dirlo ed io la smetterò >>
La mora era al limite, non riusciva più a controllarsi. Era consapevole che fra poco avrebbe mandato tutto all’aria.
E no, non poteva dirgli che non lo amava, perché non era semplicemente la verità.
Gli aveva già mentito una volta, e non era stato facile. Ora non era nelle condizioni adatte per rifarlo.
Lei inarcò ancora di più la schiena quando sentì le mani abili di lui scorrerle dietro i le spalle e arrivare al gancetto del suo reggiseno.
<< Lasciami andare >>, ansimò ormai al limite.
A quel punto Niall la fissò in volto e con un gesto brusco la costrinse a guardarlo negli occhi.
<< Dimmi che non provi più niente per me, ora. Se ne hai il coraggio >>, la sfidò a nemmeno un millimetro dal suo viso.
Ma improvvisamente Eloise superò ogni soglia di sopportazione e perse letteralmente il controllo.
Al diavolo l’Italia e la distanza.
Approfittò del fatto che lui avesse allentato la presa e riuscì a liberarsi.
Si scostò dalla porta e senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi, incatenò le braccia dietro al suo collo e lo baciò con irruenza.
Niall, superato lo shock iniziale di quel gesto, ricambiò il bacio sfiorandole la schiena ormai nuda.
Poi, Eloise, si staccò da lui e sorrise impercettibilmente.
<< Ti amo, Niall >>, sussurrò a bassa voce contro le sua labbra.
Lui sorrise a sua volta e, soddisfatto, la prese in braccio portandola in quella che pochi anni prima era la loro camera.
<< Ti amo anch’io >>, mormorò mentre la stendeva sul letto.
E giurò a se stesso che, questa volta, non l’avrebbe lasciata scappare più via.
Qualsiasi cosa fosse successa.

A notte fonda, Harry si svegliò di soprassalto aprendo gli occhi nel buio.
Sospirò pesantemente e poi tastò con la mano sul comodino lì di fianco al letto sperando di riuscire a trovare il suo cellulare.
Le 3.47 lesse sul display.
Sorrise amaramente contro il soffitto.
Eloise non sarebbe più tornata.
Ma d’altronde, è così che doveva andare.
E lui lo sapeva.
No?


Da quel giorno quei due non si separarono più, alternando le visite e sentendosi per telefono sistematicamente.
Come era giusto che facessero e come avrebbero dovuto fare fin dall’inizio.

Louis e Amanda continuarono a crescere Juliet come una famiglia normale, circondati ovviamente dai loro amici.
Amici che amavano e coccolavano la bambina quasi meglio loro.

Liam e Zayn continuarono a sentirsi con Lexi e Gabrielle, e, da un po’ di tempo, anche loro erano entrate a far parte del vecchio gruppo che campava in aria fin dagli anni del liceo.

E Harry? Volete sapere di lui?
Troverà mai il vero amore e si lascerà alle spalle i suoi sentimenti per quella ragazza?
Ovvio.
Anche lui troverà la persona giusta.
Anzi, l’ha già trovata.
E lei è...
Ma vabbè.
Questa è un’altra storia.









Beh? 
Spero vi sia piaciuta.
Volevo soltanto ritornare un po' indietro nel tempo con Eloise e Niall.
Mi mancavano come personaggi. T.T
E' la mia prima One-shot e sono consapevole che è un po' lunga,
ma non ho saputo fare di meglio.
In ogni caso, alla prossima gente!
E se vi va, fate un giro nelle mie altre FF!
Byee!
u.u

   
 
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