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Autore: Rosmary    05/07/2012    7 recensioni
È la Vigilia di Natale del 1996. Voldemort è sempre più potente e l'Ordine della Fenice deve agire.
Tutti sono coinvolti in questa guerra, anche i più giovani, costretti a vivere immersi in paure, preoccupazioni e compiti gravosi. Eppure vi sarà sempre qualcuno pronto a sorridere e a vivere, e allo stesso tempo vi sarà anche qualcuno pronto a spegnere quei sorrisi e quella vitalità.
Indirizza lo sguardo su Hermione «Ti accompagno a casa?»
«No, papà. Lo faccio io» Tutti si voltano verso Fred.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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«Fred, sei un incosciente, un irrazionale, un combina guai...»

«Hermione… tregua!»

«Tregua? Io ho appena iniziato!»

Ridacchia lui «Zuccherino, ho capito che mi ami alla follia!»

Esibisce un broncio «Non chiamarmi in quel modo»

E lui ghigna «Nient’altro?»

«In che senso?» S’acciglia lei, continuando ad alternare lo sguardo tra il ragazzo ed il vialetto.

«Oh, niente» Il ghigno si amplia «Pensavo m’avresti contraddetto, ed invece…»

«Invece?»

«Invece ho indovinato!» Porta il braccio destro a circondare le spalle di Hermione «Mi ami alla follia!»

Gli rivolge uno sguardo truce «Giusto, Freddie. Hai proprio indovinato!» L’intonazione sarcastica fa ridacchiare il ragazzo «E togli quel braccio!»

«Ma quanto sei antipatica?!» Ilare, scherza con lei, seppure l’accontenti ritraendo il braccio. Lo sguardo si conduce su una villetta «Siamo arrivati, controlla un po’…»

«Conosco la casa dei miei zii» L’afferma stizzita, sondando l’ambiente «Ricordi gli incantesimi da usare?»

Annuisce, constatando l’assenza di passanti lungo la via «Cosa preferisci fare?»

Deglutisce Hermione, iniziando ad avvertire la pesantezza della situazione «Sono i miei zii. Tu controlla che non arrivi nessuno, io faccio gli incanti»

La guarda, improvvisamente serioso «Te la senti? Sei sicura?»

«Ti preoccupi per me, Weasley?!»

Un ghigno corrompe l’espressione adulta di Fred «Muoviti, Granger!»

Tacciono i due, venendo invasi dalla tensione relativa al momento. Sono in una delle strade del Belmont, presso la dimora del fratello del padre di Hermione. La ragazza ha preferito iniziare dai parenti, considerandoli maggiormente a rischio. Quanto alla propria abitazione, ha provveduto lei stessa prima dell’arrivo degli ospiti. Gli incanti adatti, per quanto li avesse già individuati ed utilizzati, sono stati indicati da Alastor in persona, contenuti nella pergamena, assieme alla lista delle abitazioni a cui dare protezione. La bacchetta di Hermione, con discrezione, traccia delle barriere invisibili, rendendo l’abitazione degli zii impermeabile a degli attacchi di media potenza. Fred, intanto, sonda l’ambiente con nonchalance, facendo da scudo alla ragazza.

«Vai tranquilla, non c’è nessuno» Un sibilo che incoraggia Hermione ad eseguire anche l’ultimo incanto. I suoi stessi zii non sono in casa, avendo preferito trascorrere il Natale altrove.

«Finito» Nervosa, ricaccia la bacchetta nel cappotto, scrutando il marciapiede ed il viale «Sicuro che nessuno abbia visto?»

Sorride Fred, annuendo «Sono tutti a letto»

«Cosa facciamo?»

«Torniamo a casa, o i tuoi ospiti si insospettiranno…»

«…Sì, magari cercheranno il figlio»

«Se guardano negli armadi lo trovano!» Sarcastico e ghignante. Riprende a camminare, assieme alla ragazza.

«Non scherzare!» S’allarma al solo pensiero, portando le braccia conserte «E non devi farlo più, hai capito?»

«Sì, sì!» Ridacchia «Non pietrificherò più il tuo amichetto!»

«Non è il mio amichetto!»

«Sembrava» L’afferma con tono disinteressato. Sbuffa, scocciato dal non potersi smaterializzare. Malocchio, se non è necessario, non vuole «Come mai non passi il Natale con qualche parente?»

Le labbra s’increspano in un sorrisetto amaro «Le famiglie dei Babbani sono più incasinate di quelle dei maghi!»

«L’ho sempre detto che maghi e Babbani hanno troppo in comune!» Incuriosito dalla conversazione, prosegue «E quindi… quei tipi che sono da voi… amici di famiglia e basta?»

«Sì. Papà e Stefan si sono conosciuti al College…»

«College?»

«Una scuola Babbana» Lo spiega con piacere, rinvigorita dal poter esternare una qualsiasi conoscenza.

«Tipo Hogwarts?»

Scuote il capo lei «Tipo dopo Hogwarts. I Babbani frequentano varie scuole…»

«Poveri Babbani!»

Sorride, proseguendo «E quando diventano maggiorenni, possono frequentare il College… prendere una sorta diploma superiore e specializzarsi in una certa professione…» Lo guarda «…Capito?»

Fred assume un’aria dapprima perplessa, poi annuisce «Sì. In pratica finito Hogwarts, fanno un altro corso ancora» Hermione acconsente alla riduttiva spiegazione «E tuo padre e Stefan si sono conosciuti in questa scuola»

«Già. Anche mamma e papà si sono conosciuti al College…» Ridacchia lui, e lei s’interrompe, accigliandosi «…Cos’hai da ridere?»

«No… niente!» Ma lei inarca le sopracciglia, e lui sogghigna «…Pensavo che la secchionaggine ce l’hai nel sangue!»

«Ma che deficiente!» Serra i pugni, infastidita «Non ti dico più niente, Weasley!» Sbraita, mentre avanza con maggiore rapidità, vogliosa di seminare il mago. Fred, tutt’altro che colpito dal gesto della pazza, ridacchia ancora di più, raggiungendola in poco.

«Dai, Hermione! Scherzavo!»

«Ah sì?! E io ero seria»

Ghigna lui «Lo so» Porta il braccio destro a circondarle le spalle, conquistandosi l’ennesima occhiataccia «Tua madre e tuo padre si sono conosciuti lì, poi?»

«Non t’interessa»

«Ma sì che m’interessa!» Serra la presa sulla spalla di lei, costringendola a rallentare, osservandola sorridente «Allora?!»

Mordicchia il labbro inferiore Hermione, riacquistando la calma ed assumendo un’espressione colpevole «Scusa… ma questa situazione mi rende nervosa…»

«Non più del solito!» L’ilarità coinvolge anche lei, convincendola a riprendere il discorso.

 «Si sono conosciuti lì. Deena era già la fidanzata di Stefan, così hanno iniziato a frequentarsi… e l’amicizia è continuata anche dopo il College. Stefan è un fratello per papà…»

«Quindi tu e Logan vi conoscete da sempre» Il braccio scivola via. Imboccano l’ultimo vialetto, quello che conduce all’abitazione di Hermione.

«Sì. Eravamo molto legati da piccoli, poi ho ricevuto la lettera… ed è cambiato tutto»

«Wow!»

«Wow cosa?»

«Dico: wow! Non hai mai pensato di dirgli che sei una strega?»

«No! Certo che no! Ѐ vietato!»

Scuote il capo Fred «Sei unica!» Adocchia la villetta Granger, sono arrivati. S’avvicinano al cancelletto in ferro. Hermione ruota la chiave nella serratura, precedendo Fred all’interno del giardino. Guardinghi e silenziosi, s’introducono nell’abitazione, avvertendo delle voci provenire dalla cucina. Si rifugiano, rapidi, al secondo piano, insinuandosi nella stanza della ragazza.

«Ci siamo»

«Oh no!» Il tono terrorizzato di Fred, non appena scorge un orologio «Ѐ tardissimo! Mamma mi ammazzerà!»

«Allora sbrigati»

Lui annuisce, puntando lo sguardo sull’armadio incriminato «Gli modifico la memoria e vado»

«Non ti preoccupare, ci penso io. Smaterializzati» Continua, senza dargli modo d’obiettare «Domani a che ora vieni?»

La destra di Fred accarezza la propria mascella «Facciamo alle otto, così riusciamo a combinare qualcosa» Nota l’altra concordare, dunque le sorride «Salutami tua madre!»

«E tu fa altrettanto!»

«Certo, certo. Porterò i tuoi cari saluti anche a Ronnie!» L’afferma con una certa malizia. Hermione, alle sue parole, esibisce un’espressione contrariata ed infastidita. Un’espressione che stranisce Fred.

«Ragazzi! Avete terminato?» La voce di Stefan, al di là della porta, fa sobbalzare entrambi.

«Vai, muoviti!» Un sibilo nervoso in direzione di Fred, il quale non temporeggia, smaterializzandosi. S’avvicina alla porta Hermione «Sì, scendiamo subito!»

«Bene»

Sospira, poggiando la testa alla porta. Cinge la bacchetta, volgendo le iridi scure all’anta dell’armadio: c’è un ragazzo da riabilitare.


 

****



Quando si è in guerra, non a tutti è concesso festeggiare il Natale. È così che due figure incappucciate vagano tra i Monti Cambrici del Galles, alla ricerca di una particolare zona, le cui coordinate sono conosciute dal vecchio Angus, il cui corpo par essersi rinfrancato al contatto con l’aria aperta.

«Cos’hai intenzione di dire? Cosa vuoi fare?»

«Lo saprò al momento, suppongo»

Arresta l’incedere il mago più anziano, esterrefatto «Non hai un piano?»

«A cosa serve un piano, Angus?» L’amarezza contenuta in quelle poche parole è disarmante. Ma Remus Lupin non vuole proseguire quel discorso, e lo fa ben comprendere avanzando il passo.

«Sai cosa stai rischiando, almeno?» La voce di Angus torna ad essere tremula «Potrebbe essere già lì, potrebbe essere arrivato prima, potrebbe essere una trappola…»

«Angus» Lo interrompe con decisione, arrestando l’incedere «Se hai cambiato idea, questo è il momento giusto per dirlo ed andar via»

Assottiglia lo sguardo il mago, esibendo una smorfia di disappunto «Angus Rosier ha una sola parola…» Lo sguardo chiaro si disperde nelle crepe del terreno ai propri piedi «…Per quanto possa valere la parola di un rinnegato» Remus tace alla considerazione, annuendo semplicemente, preferendo rimettersi in marcia. L’interlocutore lo segue, il passo meno deciso e la postura meno sicura. Ma lo segue. E sceglie di riprendere parola, di permettere al tono tremulo e roco di palesare i propri pensieri «Non è stato semplice…»

«No, non sentirti in dov…»

«Remus» S’acciglia Lupin, tacendo «Ti prego d’ascoltarmi» Ottenuto l’assenso tacito dell’altro, riprende «Non è stato semplice accettare la mia condizione. Appartengo…» S’interrompe, indurendo i lineamenti del volto rugoso «…Appartenevo ad una delle più rilevanti famiglie di maghi, accettare d’essere diverso è stato doloroso. Avrei potuto combatterli… combattere i loro preconcetti, ma ero troppo codardo»

«Hai aiutato me, quando sono rimasto solo»

«Perché eri come me, Remus» Lo guarda con occhi sbarrati «Eri solo…» La mano destra si porta all’altezza del cuore «…E io so com’è essere soli. So cosa vuol dire avere paura»

«Ed ora non hai più paura?»


 

****



Ridente e festosa è l’atmosfera alla Tana. Nonostante tutto, Molly non ha voluto rinunciare ad una vero Natale. L’unico dettaglio che ha incupito la giornata è stata la visita di Percy, in veste d’accompagnatore del Ministro. Una visita che ha scombussolato la Signora Weasley e suo marito. Una visita che ha scosso gli animi dei più giovani, incapaci di comprendere l’atteggiamento del fratello. È sera ormai, e i gemelli sono in cucina, in compagnia di Harry e Ron.

«Fred…» Temporeggia Harry, fingendo un’espressione disinteressata «Come va con Hermione?»

Fred, che armeggia con una strana scatolina nera, solleva lo sguardo su Harry, inarcando le sopracciglia «Benissimo»

«Oh, oh! Addirittura benissimo?! Non ti ha ancora bacchettato?!»

Ridacchia all’affermazione di George «A dire il vero, mi bacchetta e basta!» Volge l’attenzione al fratello minore «E tu non mi chiedi niente?!»

«Niente? Niente di cosa?» Osserva i gemelli, lasciandosi invadere da un certo disagio. Harry, al suo fianco, scuote il capo.

«Secondo te?!»

«Non so di cosa parli…» Scatta in piedi «…Oh, mi chiama la mamma! A dopo, eh!» E sgattaiola via, seguito a ruota da Harry.

«Nostro fratello è più idiota di quel che pensavamo»

«Concordo pienamente, George»

«Ho pensato una cosa…» Assume un’espressione distratta «…Domani non apriremo il negozio, e non è giusto che sia solo tu a divertirti»

«Domani devo essere da lei alle otto» Il dire asciutto di Fred, voltandosi in direzione del gemello.

Ghigna George, ammiccandogli «Appunto, non è giusto che sia solo tu a passare la mattinata fuori!»

«Quindi vieni con me»

«Ma solo perché voglio divertirmi» Ruba la scatolina dalle mani di Fred «Non mi sveglio alle sette per farti compagnia! Non lo farei mai!»


 

****



«Hermione! HERMIONE! VIENI!»

«Un attimo!»

«HERMIONE! PRESTO!»

Occhi al cielo, aria annoiata. Abbandona la cucina, raggiungendo la furia in salotto «Logan, cos’hai da… EHI!» La manica del pigiama viene afferrata dalla destra di Logan, facendo cadere la strega sul divanetto.

«Guarda chi c’è in tv!»

«Sono i Queen…» S’indispettisce, guardandolo torva «Ho abbandonato il mio cornetto a cioccolata per i Queen?!»

Annuisce Logan, totalmente perso nella venerazione del gruppo «Che musica! E piacevano anche a te, poi sei andata in quella scuola per cervelloni e…» S’interrompe, scrutandola indagatore «…Quel Fred non aveva l’aria da cervellone»

«Ehi! Bada a come parli dei miei amici!» S’accomoda meglio sul divano «Ti consiglio di non sottovalutarlo. È un genio» Una risposta istintiva, che fa incupire Logan.

«Genio… e perché sarebbe un genio?!»

Sorride lei, pensando alle varie invenzioni del gemello «Ѐ bravo nella progettazione di nuovi oggetti»

«Ah…» S’incupisce, se possibile, ancora di più «Domani a che ora va via?»

Hermione gli rivolge un’occhiataccia, e lui si limita ad inarcare le sopracciglia «Ascoltiamo i Queen, che è meglio»

«Agli ordini, capo!» Con l’ausilio del telecomando alza il volume «Però il pomeriggio stai con me»


 

****



L’Ufficio Auror è in fermentazione la mattinata successiva al Natale. La Gazzetta del Profeta non ha usato discrezione nello sfruttare una succulenta notizia, seppure sia in grado, da sola, di gettare nello sconforto miriadi di maghi e streghe. Ninfadora, la cui capigliatura è più grigiastra del solito, marcia infuriata, giungendo all’ufficio del Capo. La Gazzetta, tenuta nella destra, viene gettata con foga sulla scrivania di Malocchio.

«Ho già letto» Secco e conciso, senza degnarsi di riemergere dal mare di carte che sta studiando.

«E non dici niente? Non facciamo niente?» Si agita, guardandosi intorno con aria da invasata «Io li schianto tutti! Hanno insultato l’intero Ministero»

«Difatti hanno tutta la mia stima»

«Malocchio!»

«Tonks, basta» Conduce l’occhio magico sulla ragazza «Ne riparliamo più tardi, quando ci saranno anche gli altri»

«Come vuoi» Il tono indispettito di Ninfadora non scuote Alastor. Abbandona l’ufficio la ragazza, tornando alle proprie mansioni, lasciando l'uomo solo con le scartoffie e la prima pagina del Profeta, recante a caratteri cubitali il titolo: “Evasi Antonin Dolohov e Augustus Rookwood. Il Ministro darà le dimissioni?"

   
 
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