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Autore: InstantDayDream    06/07/2012    5 recensioni
Il tizio che era lì con me, chiunque fosse, aveva però degli ottimi riflessi e mi prese giusto in tempo, evitandomi una caduta rovinosa. Mi fece accomodare su una delle panchine presenti sul terrazzo e mi offrì una bottiglietta d'acqua. (...) Afferrai la bottiglietta senza troppi complimenti e, dopo averla aperta, ne presi una generosa sorsata.
«Va meglio?» mi domandò lui. Io mi limitai ad annuire.
«Tu chi sei?» gli chiesi, prima di tornare a bere.
«Choi Siwon, piacere di conoscerti»
Per poco non gli sputai l'acqua in faccia.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choi Siwon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Wind of change


Ce l'avevo fatta. Mi ero ritagliata quasi settantadue ore solo per me. Dopo l'esibizione non avevo più ricevuto nemmeno mezza telefonata da Siwon ed ero riuscita ad occuparmi di tutto quello che dovevo fare, nella fattispecie prendere accordi con l'agenzia delle foto e passare ore inchiodata davanti al maxischermo che avevo in camera a guardare tutti i drama in cui aveva recitato Siwon. Ero quasi completamente uscita nel mio intento, ma a metà di Poseidon, l'ultimo che mi era rimasto, ero crollata a dormire sul pavimento. Del resto ero riuscita a sopportare a mala pena due giorni di digiuno, anche due giorni di veglia forzata erano un po' troppo da chiedere al mio organismo. Fui svegliata di soprassalto da qualcuno che cercava di sfondare la porta di camera mia. Schizzai in piedi, pentendomene subito dopo, visto che la mia schiena era indolenzita dall'agghiacciante combinazione nottata sul pavimento + finestra lasciata aperta, con un uragano per giunta, a giudicare da quanto sentivo soffiare forte il vento lì fuori. Mi affrettai a chiudere i vetri e a scivolare in una felpa, nel tentativo di fermare i brividi che mi percorrevano la schiena. Poi qualcuno bussò alla porta, di nuovo, e mi ricordai che era stato quel rumore ad avermi svegliata. Probabilmente avevo esagerato un pochino a pensare che volessero sfondarmi la porta, solo che il risveglio per me era sempre stato un momento molto delicato nella giornata. Come qualunque altro momento, ad essere onesti. Aprii la porta per trovarmi davanti a Leeteuk ed un altro di quei tizi del gruppo, che ricordavo vagamente di aver visto il giorno prima a pranzo. 
«E voi che ci fate qui?» Buongiorno, insomma.
«Ci ha mandato Siwon. Credeva che fossi tornata in America» rispose Leeteuk, come se fosse una cosa ovvia.
«Io non posso tornare in America, ho un contratto che mi fa stare qui…»
«Pensava te la fossi presa perché era stato un po' insistente ed avessi annullato il contratto»
«Senti io non so con che gente è abituato a lavorare, ma se devo fare una cosa io la faccio per bene. E poi non poteva chiamarmi?»
«Ci siamo offerti noi di venire a controllare» commentò l'altro.
«E tu, di grazia, saresti…?» domandai, scoccandogli un'occhiataccia.
«Kyuhyun, ricordi? Ci siamo conosciuti l'altro giorno…memoria corta?» un sorrisetto ironico gli spuntò in faccia nel dire quelle parole.
«Io dovevo ricordarmi dieci nomi tu uno solo, ti piace vincere facile eh? Comunque, se tu sei Kyuhyun mi devi un pranzo!»
Lui stava per replicare qualcosa, ma fu interrotto dalla risata di Leeteuk, che ebbe tutta la mia attenzione. Davvero, non avevo mai sentito nessuno ridere così, per circa un secondo avevo pensato di fare un commentino acido su quella risata, ma non ci riuscii perché un secondo dopo mi trovai a ridere con lui. Era contagioso.
«Hyung, che c'è da ridere?» domandò l'altro, che aveva mantenuto senza fatica la sua aria annoiata.
«Niente, scusate…è che non ho potuto fare a meno di pensare che voi due andrete molto, molto d'accordo»
«Come no, stavo per dirtelo io!» esclamammo io e Kyuhyun in contemporanea, guardandoci in cagnesco un secondo dopo.
Nel frattempo Leeteuk ci guardava gongolante, con un'espressione che voleva inequivocabilmente dire: "ve l'avevo detto!" 
«Bene, adesso che avete appurato che sono viva e sono sempre a Seoul, potrei…»
«Vestirti» Kyuhyun finì la frase per me
«Sono vestita» gli feci notare 
«Intendevo che potresti metterti addosso qualcosa di socialmente accettabile»
«Il mio pigiama va benissimo per l'occasione sociale di starmene chiusa in camera finire quello che devo fare, grazie.»
«Ma andiamo a cercare un appartamento oggi!» esclamò Leeteuk sorridendo, gli occhi che gli si erano accessi di quell'entusiasmo che lo contraddistingueva.
La notizia mi lasciò spiazzata per un attimo, giusto il tempo necessario per fissarli con aria smarrita ed un'espressione che, ne ero consapevole, doveva essere alquanto ebete.
«Non puoi mica passare otto mesi in questo posto! Sei lontana anni luce da dove lavoriamo noi»
Adesso aveva più senso. In effetti ci avevo pensato a cercare un altro hotel quando mi ero accorta che persino l'agenzia di foto aveva sede a quarantacinque minuti da  lì, ma un appartamento….sicuramente non mi era mai venuto in mente.
«Okay, datemi dieci minuti per rendermi….socialmente accettabile» lanciai un'occhiata in tralice a Kyuhyun «e vi raggiungo! Potete aspettarmi nella sala ristorante, almeno faccio anche colazione»
Restarono interdetti per un attimo, evidentemente non si aspettavano che sarebbe stato così facile convincermi. Ad essere del tutto sinceri non me lo aspettavo nemmeno io, ma in fondo non mi dispiaceva stare in un appartamento piuttosto che in hotel. Per quanto sicuramente avere gente che faceva tutto per te era sicuramente vantaggioso, dopo qualche giorno gli spazi limitati degli hotel cominciavano a starmi stretti. Dopo qualche minuto si erano convinti che, dopotutto, li avrei seguiti per davvero alla ricerca di un posto dove stare, e se ne andarono chiudendo la porta. Mi guardai allo specchio notando le mie condizioni disperata. Sospirai. Dieci minuti non sarebbero mai bastati per risolvere quel disastro. Ovviai al problema legando i capelli in una coda molto alta e molto stretta e coprendomi mezza faccia con gli abnormi occhiali da sole, che usavo il più delle volte a quello scopo, piuttosto che per quello  per cui erano stati originariamente creati, Nove minuti e mezzo dopo che avevano chiuso la porta, li avevo raggiunti in sala ristorante. La storia dell'appartamento cominciava a piacermi sempre di più.

 

Otto ore dopo ero nel bellissimo trilocale che quei due erano riusciti a trovare esattamente nell'edificio di fronte a quello in cui abitavano loro, tutti insieme, e stavo felicemente montando il mio portatile in una posizione comoda per sfidare Kyuhyun a Starcraft. Tra le tante cose che quella mattinata aveva prodotto, oltre il gongolare di Leeteuk ogni volta che dimostrava di aver avuto ragione perché io e e Kyuhyun sembravamo andare davvero d'accordo su tutto, a cominciare dal trasformare ogni dialogo in una gara a chi faceva la battutina più sarcastica, una nota di merito andava senza dubbio alla scoperta che entrambi eravamo assolutamente fissati con Starcraft. Una lotta all'ultimo sangue per stabilire chi dei due fosse il migliore era solo un'ovvia, logica conseguenza. Praticamente appena avevo avuto le chiavi in mano avevamo studiato millimetricamente ogni superficie domestica per trovare quella più adeguata ad ospitare la nostra battaglia epica, decidendo alla fine che l'enorme tavolo in simil-vetro nel salotto era quella più indicata. Un secondo dopo lui si era fondato fuori di casa, per andare a recuperare il suo portatile e la sua copia di Stracraft II e mi aveva lasciato a sistemare la mia roba con l'aiuto del leader -altra cosa che avevo imparato quel giorno.
La casa era veramente bellissima. Un trilocale al penultimo piano, di cui il salotto era una stanza immensa, con un'intera parete fatta solo a vetri da cui si poteva godere il meraviglioso spettacolo di luci e colori che Seoul offriva. Appena ci ero entrata non ne avevo voluto vedere altre e, a giudicare dal sorrisetto che si erano scambiati quei due, anche nei loro progetti originali l'idea doveva essere di farmi optare per quell'appartamento.
Attaccai l'ultimo cavo del computer con una certa soddisfazione e poggiai la mia copia del gioco sulla tastiera, in attesa di dare inizio a quella lotta all'ultimo sangue. Eravamo entrambi due giocatori con un punteggio discretamente alto in rete, abbastanza da rendere la gente restia a sfidarci per prima, sicuramente saremmo andati avanti per tutta la notte. Sentii Leeteuk ridere alla mia soddisfazione e mi voltai per guardarlo con un'aria interrogativa.
«Non ti facevo tipo da videogiochi» disse, semplicemente.
In tutta risposta mi strinsi nelle spalle e lasciai perdere.
«Davvero, perché una ragazza indipendente come te, che frequenta ambienti assolutamente diversi da quelli di tutte le sue coetanee, dovrebbe giocare così seriamente con dei videogiochi?»
Mi andai a sedere sul divano, accanto a lui, fissando per un po' il panorama fuori dalla vetrata che avevamo davanti. Non ero del tutto certa di voler rispondere, in fondo per quanto fosse stato gentile con me non avevo alcun tipo di rapporto con quel tizio e non mi conosceva affatto. Ad essere sincera non ero del tutto certa di volerlo conoscere, anche se una minima parte di me doveva riconoscere che sentivo una sorta di incondizionata fiducia verso quel ragazzo, probabilmente dovuta al fatto che aveva dimostrato di avere ragione su ogni cosa…sull'esibizione, su Kyuhyun, su che casa mi sarebbe piaciuta, tutto. Sembrava quasi leggermi nel pensiero. Come in quel momento che aveva captato qualcosa dietro la mia passione quasi insensata per i videogiochi.
«Mi piacciono i videogiochi. Quando giochi veramente bene il gioco mette in memoria il tuo High Score e non importa quanto giocherai male dopo, quello resterà sempre il punteggio che verrà mostrato al mondo. Ti appare scritto lì, a ricordarti che se vuoi puoi fare di meglio, che non devi scoraggiarti solo perché in quel momento sei un po' sotto il tuo standard. Guardi quei numeri e ti ricordi che anche se in quel momento non ti riesce sei stato in grado di fare quel punteggio più alto, quindi da qualche parte dentro di te ci deve essere quella persona che era in grado di essere così brava, devi solo ritrovarla. Se la pensi così e ti impegni davvero, alla fine potresti fare anche un punteggio più alto. Solo se riesci a fare meglio di prima l'High Score viene cambiato, è l'unico modo per far sì che quelle cifre cambino. Invece fuori dallo schermo non importa quante cose riesci a fare bene, nè quante sei riuscito a fare la meglio, basta che fai una sola, singola, cosa sbagliata e tutti ricorderanno quella e te la rinfacceranno a vita. "Si, sei stato bravo stavolta, ma quella prima hai sbagliato…quindi non importa". È come se la gente trovasse forza a buttarti giù, come se fossero convinti che in questa maniera loro diventeranno più grandi, per il semplice fatto che una volta hai sbagliato. E la maggior parte delle volte l'errore è anche qualcosa di soggettivo, qualcosa che per loro è uno sbaglio, ma che per te invece è santamente l'opposto. Ma non importa, non cambieranno idea comunque.»
Lui restò in silenzio per molto a lungo. Ero consapevole del fatto che mi stava fissando con un'espressione a metà tra il curioso e lo sconvolto, ma dal mio volto non trapelava nulla, avrei potuto parlargli del tempo per quanto esprimevo in quel momento. Il controllo delle espressioni facciali è una delle prima cosa che impari quando lavori in un posto in cui vorresti mandarli a quel paese dal primo all'ultimo ogni volta che aprono la bocca.
«La pensi davvero così?» mi domandò, non appena digerì il polpettone di discorso che gli avevo servito qualche minuto prima.
Annuii, osservando le cime degli alberi sotto di noi, piegate dal vento che aveva continuato a soffiare inesorabile per tutto il giorno.
«Siamo come il vento. A nessuno piace, perché l'inverno rende insopportabili le giornate più fredde, ma tutti si dimenticano di quando gli ha portato conforto in estate»
Il silenzio imbarazzato che si era venuto a creare in quel momento fu interrotto da Kyuhyun, che aveva cominciato a suonare il campanello come un ossesso. Anche se non lo avevo ancora visto ero certa che avesse sotto braccio tutto l'occorrente per la nostra sfida. Nessuno si sarebbe addormentato quella notte, fin quando non avessimo decretato un vincitore.  Mi alzai dal divano per andare ad aprire. Appena ebbe uno spiraglio sufficiente per passare si infiltrò nell'appartamento, lanciandosi verso il tavolo, pronto ad attorce il computer nella posizione opposta alla mia.
«Ti avverto che io scelgo sempre gli Zerg!» esclamò, mentre accendeva il computer.
«Fa pure, io preferisco i Protoss»
Ci guardammo da sopra gli schermi: Zerg contro Protoss era sempre stata un'epica battaglia su Starcraft.
«Farai la fine di Tassadar» mi minacciò, prima di tornare a fissare lo schermo.
«Zitto tu, che ancora insegui l'Unica Mente»
Oramai avevamo raggiunto il pianeta nerd, un posto molto molto difficile da abbandonare.
«Ehm Asia…che ne dici se invitiamo gli altri a cena? Sarebbe carino festeggiare il tuo nuovo appartamento, vero?» domandò Leeteuk, aprendo bocca per la prima volta da quando avevamo finito il nostro tète-a-tète.
«Mhm si ok chiamali pure…» mugugnai «ma ordina qualcosa da mangiare perché non ho il tempo di cucinare ora!»
Probabilmente dopo disse qualcos'altro, ma non recepii bene. Avevo appena accettato l'invito di Kyuhyun alla sfida libera e non potevo permettere a quella sottospecie di vermi corazzati di battere i miei purissimi guerrieri.

 

Era la festa d'inaugurazione più strana a cui avessi mai partecipato. Tanto per incominciare stavamo mangiando dalle vaschette take-away del risotrante preferito di Teukie hyung, mentre la padrona di casa era seduta davanti ad un pc ad urlare offese verso Kyuhyun in una lingua strana, a cui lui ovviamente rispondeva in coreano. In pratica erano un perfetto esempio di come alcune emozioni, se vogliamo chiamarle così, riescono ad oltrepassare facilmente le barriere linguistiche. Mi sedetti sul divano, accanto a Donghae, che stava osservando la scena con un sorriso divertito.
«La coppia perfetta eh?»
«Si, infatti sento le vibrazioni del loro amore giungere fino qui…» risposi, sollevando un sopracciglio.
«Credi davvero che Kyuhyun troverebbe un'altra donna disposta a sopportare la sua fissazione con Starcraft?»
«A te pare che quei due si sopportino?» domandai, indicandogli con un cenno del mento Asia, che aveva cominciato a lanciare penne contro Kyuhyun per cercare di distrarlo dalla sfida.
Donghae si mise a ridere e mi porse una lettera. Lo guardai con aria interrogativa mentre la prendevo, cercando sulla carta qualche indizio di quello che poteva essere il contenuto.
«Si usa fare i regali alle inaugurazioni, giusto?» disse lui, stringendosi nelle spalle, rispondendo a quella domanda che non gli avevo fatto.
Annuii.
«Beh, ho pensato che farla entrare ad uno dei corsi di coreano organizzati dalla SM le sarebbe potuto essere utile»
Aveva ragione. Allungai le labbra in un sorriso d'approvazione, era tipico di Donghae pensare a qualcosa del genere. A dirla tutta io mi ero anche dimenticato che portare un regalo non sarebbe stata un'idea del tutto da escludere. 
«Ti dispiace lasciarglielo? Io adesso devo andare o domattina mi addormenterò durante la diretta…»
Già, lo show che io avevo deciso di saltare, perché l'invito a partecipare era arrivato dopo che Asia aveva organizzato il photoshoot e la conferenza stampa.
«Certo, non preoccupasti. Ci vediamo domani.»
Lo osservai andare via, dopo un inutile tentativo di salutare la padrona di casa, per tornare poi a posare lo sguardo su quei due davanti a me. Un secondo dopo mi ritrovai Leeteuk seduto accanto.
«Incredibile eh?»
Annuii. Non ero di molte parole quella sera.
«E non li hai visti stamattina, sono praticamente identici. Ad un tratto ho avuto paura che uno finissero per strozzare l'altra o viceversa.»
«E io che credevo che di Kyu ne bastasse uno…» commentai divertito immaginandomi le scene a cui aveva dovuto assistere il nostro povero leader quel giorno.
«Riguardo a quello che mi avevi chiesto…»
Mi girai a guardarlo. Aveva tutta la mia attenzione.
«Avevi ragione tu. Deve esserle successo qualcosa che le ha fatto perdere tutta la fiducia nel mondo. Qualcosa di peggiore di lavorare per un'idiota che non le dice nemmeno che deve stare qui per otto mesi.»
«Puoi cercare di scoprire cosa?»
«Certo. Ma come mai ti interessa tanto?»
«Mi incuriosisce. E credo che un po' sia nostro dovere cercare di aiutarla.» Si, lo sapevo che mi avrebbe dato del buon samaritano nel giro di tre secondi, ma non importava. «E poi scommetto quello che vuoi che adesso sei incuriosito anche tu, vero hyung?»
Mi voltai a guardarlo, per trovarlo che mi sorrideva con espressione complice. Lo sapevo di aver fatto centro. 

Author's Corner
Si, mi sono cimentata nell'impresa di scrivere un pezzetto dal punto di vista di Siwon, non so ocsa avevo in testa, perdonatemi ç_ç
Grazie  a YuiChan95 per la recensione, spero la storia continuia a piacerti ^^ (e anche Siwon *-*)

Come sempre ricoridamo che...
Questa fanfiction partecipa alla "The Four Elements Challenge"
four elements challenge
Elemento: Aria
Prompt del capitolo: Vento

  
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