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Autore: ECHludo    06/07/2012    0 recensioni
Rheni, era una ragazza di sedici anni, ormai era in piena età adolescenziale e sentiva che nella sua esistenza mancava un pezzo di puzzle,sentiva che qualcosa le mancava ma allo stesso tempo ne era estranea, e nessuno dei suoi coetanei, essendo diversi, potevano comprendere.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Si precipitò in cucina dove Efaisil e Julius stavano apparecchiando la tavola per la colazione, il tavolo era pieno di cose che Reheni amava di piu: frutta, carne di Lum, erbe del bosco Jumno, latte, vino…
Ma non era questo il motivo per cui la giovane era particolarmente felice, infatti quella mattina aveva l’appuntamento con  Redum.
 
Si erano conosciuti una sera. Reheni , dopo una pessima  giornata passata a litigare con dei suoi coetanei  e con i suoi genitori,  aveva deciso di andare nel suo luogo preferito.  Lo chiamava ‘La Cascata degli Arcobaleni’.
 Reheni era lì, seduta su un muretto con le gambe che penzolavano sullo strapiombo dove una cascata, che partiva dal Livello Intermedio, sopra di lei,  si gettava sotto i suoi piedi, sul letto del Lago Tiu, formando grandi schizzi e vere nuvole di vapore che, con il sole, componevano dei veri spettacoli. Grandi fasci di colori si estendevano sotto i  piedi della ragazza facendoli sembrare dei ponti magici che un potente mago elfico aveva creato propio per lei, avevano la consistenza del nulla ma ai suoi occhi quel niente divenne unico e legato  solo a lei e a quel luogo.
Un urlo. Sobbalzò. Le sue fantasie come fumo si dissolsero lasciando la ragazza un attimo disorientata.
Ancora urla. Era un litigio. Le voci si avvicinavano. Reheni presa dalla paura e dal disorientamento rimase immobile, fissando l’angolo della strada. In quel momento il sole calò e l’aria si era fatta pesante e umida.
L’ultimo bagliore arancio del tramonto svanì e vennero in scena le  tenebre.
Dalla strada sbucò una sagoma nera che avanzava affannata verso di lei, avava il capo coperto da un cappuccio e quando era sufficemente vicina, Reheni riuscì a guardare che sotto il mantello di quell’uomo si nascondeva la divisa dell’Armata. Reheni rimase impietrita da quello che vide voleva gridare, chiedere aiuto ma rimase lì piantata sul pavimento.  Dietro il cavaliere avanzò un altro figuro piu robusto anche lui coperto in violto, a differenza del primo questo aveva una andatura più decisa e stringeva nella mano destra un pugnale che premeva sulla schiena del cavaliere. Perdeva gia sangue dal fianco sinistro, si fermo: -Aspetta! Ti giuro non so dirti altro! Lasciami o  ti giuro che questa volta ti spezzo le mani!-.
Il figuro incappucciato, per niente intimidita rispose: - Avrai capito che di te non mi importa niente. Se sai quello che devo sapere questa sera andrà bene per tutti e due! Comunque… se realmente non sai niente… bhè non mi perdo certo l’occasione di divertirmi un po con te! -. 
Un lampione in fondo alla strada si accese. La luce bianca la illuminò. Il cavaliere spalancò gli occhi, il suo stomaco divenne un nodo, non poteva permettere che quella ragazza restasse convolta!
Era disarmato, aveva un pugnale puntato sulla schiena pronto a trafiggere la sua carne. Fece appello alla sua lucidità mentale, chiuse gli occhi e si ripasso in mente tutte le tecniche di combattimento che aveva imparato all’accademia. Un battito di ciglia e tutto era chiaro.
Tutto si svolse in pochi istanti. Diede un calcio al piede del nemico per distrarlo, si abbasso e durante una giravolta gli rubo il pugnale tra le mani,adesso era lui che conduceva i giochi, non ci pensò molto e lo trafisse sotto il mento con un colpo deciso. Il misterioso figuro incappuciato cadde inerme sul selciato, formando una larga pozza di sangue.
Reheni  ancora era lì, era accaduto tutto così velocemente! Corse via, il vento colpiva le guancie, diventarono rosse e cominciarono a rigarsi dalle calde lacrime provenienti da quei occhi che quella sera, quel giorno  avevano visto abbastanza.
Durante la corsa disperata, affianco a lei, nella traversa davanti, udì dei passi di qualcuno che correva, come lei, ma non si voleva  fermare voleva ritornare a casa, non voleva più vedere niente. Doveva solo superare la traversa e tutto sarebbe finito, non voleva scoprire chi o cosa era!
Fu travolta. Una presa salda la prese i fianchi, stava per cadere ma la cosa la resse in piedi.
 Voleva urlare per la disperazione. Una mano gli attappò la bocca.
 Gli occhi pieni di lacrime riuscirono riconescerlo. Era il Cavaliere. Era Redum.


Spero vi piaccia, so che ci sono errori. Il fatto è che lo faccio solo per divertimento e per sfogo quindi... ecco.. cercate di capire.. *scappa via*
   
 
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