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Autore: subside_    06/07/2012    12 recensioni
Dimmi, Cloe. Ci pensi mai agli ultimi anni? Pensi mai che le cose sarebbero potute andare in modo diverso? Magari adesso io e te non saremmo così distanti. Magari non mi ritroverei a scriverti queste inutili parole su un misero pezzo di carta che non riceverai mai. Ci pensi mai, a me?
Io si, ogni giorno. Ogni fottuto giorno.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni successivi trascorsero più o meno tutti allo stesso modo.
Niall mandava messaggi a me e a Cloe tutti i giorni, come aveva promesso. Spesso si lamentava perché aveva fame ma Paul gli vietava di mangiare e ci pregava di portargli qualcosa di nascosto. 
Anche Louis qualche volta mi mandava un messaggio per dirmi cosa stessero facendo. Mi faceva piacere. Notai che sorridevo ogni che volta vedevo il suo nome sul display.
Con Harry, invece, era diverso. Con Harry era tutto più amplificato. Ogni suo messaggio era un battito mancato.
Quella sera pioveva, e mi scrisse che i ragazzi sarebbero andati a giocare a bowling. 

"Quindi... Abbiamo la casa tutta per noi ;)Descrizione: http://static.ak.fbcdn.net/images/blank.gif"

I ragazzi vivevano in quattro case differenti, Louis e Harry erano gli unici a condividere un appartamento, ma era come se la loro fosse la casa di tutti e cinque, dal momento che passavano gran parte della loro giornata li e, quando capitava, restavano anche per la notte.

"E con ciò? Con o senza di loro, non c'è alcuna differenza". 

"Uhm... Se lo dici tu :PDescrizione: http://static.ak.fbcdn.net/images/blank.gif"

"-.- Idiota!" 

"Ahah, dai, a parte gli scherzi. Passo da te tra venti minuti :)Descrizione: http://static.ak.fbcdn.net/images/blank.gif xx"

In meno di un secondo mi alzai di scatto dal letto e sotto gli occhi sbalorditi di Cloe mi ficcai sotto la doccia. 
"Cloe, prendimi qualcosa da mettere! Deve passare a prendermi Harry!" le gridai dal bagno. 
Mi sciacquai velocemente e quando tornai in stanza, trovai sul letto l'abito nuovo che Cloe aveva comprato a Manchester.
"Cosa? No, un vestito no! Dobbiamo stare da lui, niente di che." le dissi e nel frattempo mi misi a rovistare nell'armadio alla ricerca di qualcosa di adatto. 
Cloe richiuse l'anta e mi costrinse a fermare la mia corsa contro il tempo.
"E allora? Non é niente di elegante e secondo me staresti benissimo! Dai, provalo almeno!". Lo prese e me lo porse.
Dopo qualche istante mi arresi e mi decisi a provarlo.
"Mi stai facendo soltanto perdere tempo" sbuffai. 
Indossai velocemente l'abitino rosso che cadeva delicato lungo i miei fianchi. Era semplice, con una leggera arricciatura sul petto e qualche piccola decorazione floreale lungo un fianco. Mi arrivava fino metá coscia. Mi posizionai davanti allo specchio, mentre Cloe mi guardava con aria fiera.
"Sei bellissima". 
In quell'abito non mi sentivo per niente a mio agio, non ero abituata. 
"No, non mi piace, sono ridicola." 
Conclusi subito mentre cercavo di sfilarmelo.
Cloe mi bloccò.
"Ma cosa dici? Ferma, ferma... Fidati di me, per una volta. Sei una meraviglia". 
Poco convinta, lasciai cadere le braccia lungo i fianchi.
Lei prese un paio di ballerine nere e me le porse.
"Tieni, metti queste".
Le indossai e dopo avermi dato un'ultima occhiata allo specchio mi diressi riluttante in bagno per truccarmi.
Circa cinque minuti dopo, squillò il mio cellulare.
"È lui" mi informò entusiasta Cloe mentre me lo porgeva.
Leggere il suo nome sul display mi fece palpitare.
Tremante, afferrai il telefono e risposi.
"Hey".
"Sei pronta?"
"S-Si..." risposi. Mi maledissi per essere così ansimante. Dovevo assolutamente calmarmi. 
"Bene, ti aspetto giù".
"Va bene". E riattaccai.
Pettinai alla velocità della luce i capelli, poi scesi le scale a due a due e andai da Jill.
"Mamma, c'è Harry li fuori ad aspettarmi. Non faccio tardi!" la informai sperando non avesse niente da obiettare. Cloe mi raggiunse a notai che anche lei fissava Jill con aria speranzosa. 
Lei ci guardava accigliata.
"Dopo devi spiegarmi tutto, però". 
Le sorrisi, poi presi le chiavi e, prima di uscire, andai da a Cloe e l'abbracciai forte.
"Ho l'ansia a mille. È normale?"
Quello era il mio primo vero appuntamento e non sapevo cosa aspettarmi. Lei mi strinse forte e sorrise.
"Certo che lo è. Sta tranquilla, andrà tutto bene". 
Senza essere riuscita del tutto a calmarmi, le salutai e uscii.
L'Audi era parcheggiata fuori il vialetto.
Lo percorsi a passo svelto, aprii la portiera ed entrai.
"'Sera" mi salutò il riccio, sorridente. Inaspettatamente mi si avvicinò e mi baciò una guancia.
"Ciao" risposi arrossendo.
Lui sorrise e mise in moto.

Arrivati a casa sua, parcheggiò l'auto e venne persino ad aprirmi la portiera.
"Elegante!" gli dissi mentre scendevo.
"Perchè lo dici con un tono così sorpreso?".
Entrammo in casa e mi disse di accomodarmi in salotto.
Mi sedetti sul comodo divano in pelle bianco, aspettando che il ragazzo posasse la giacca.
L'ansia cominciò ad aumentare, causandomi una morsa allo stomaco insopportabile. 
Finalmente, Harry si adagiò sul divano, portando due lunghi calici e una bottiglia di champagne, che poggiò sul tavolino accanto a noi.
Li riempì entrambi e me ne porse uno.
Gli sorrisi, leggermente imbarazzata.
"Allora... Di cosa dovevi parlarmi?" cominciai cercando di alleggerire la tensione.
Poggiò i gomiti sulle ginocchia mentre con delicati movimenti osservava lo champagne danzare dentro il bicchiere. Ne bevve un sorso prima di parlare.
"Vedi, è... È difficile da dire, io..." non l'avevo mai visto tanto in difficoltà come in quel momento. Sospirò per poi tirare fuori tutto d'un fiato: "Hope, tu mi piaci. E non poco." 
Abbassai il calice che stavo per avvicinare alle mie labbra e rimasi immobile a fissarlo mentre nella testa risuonavano quelle sue ultime parole. 

Tu mi piaci.

Non riuscivo a descrivere esattamente cosa accadde al mio interno, probabilmente perché il mio corpo reagì in così tanti modi diversi da andare in palla. 
Rabbrividii interamente e sentivo nello stomaco uno stormo di farfalle impazzite. 

E non poco.

Avevo il sospetto che di li a poco sarei stata così debole che il bicchiere mi sarebbe scivolato tra le mani, così lo posai sul tavolino. 
Quel mio movimento attirò l'attenzione di Harry che volse il capo verso di me in attesa di una risposta. Io non sapevo cosa dire.
Cosa dovevo fare? Come dovevo comportarmi? Cosa avrebbe comportato?

Oh, al diavolo.

"Non.. Non so cosa dire, io.."
Lui sorrise. 
Poi fissò il verde dei suoi occhi nell'azzurro dei miei. Era uno di quegli sguardi che adoravo tanto, uno di quelli che mi avevano rapita fin dalla prima volta.
Lentamente, avvicinava il suo volto al mio.
"Davvero non te lo aspettavi?" Disse in un sussurro.
Sentivo il profumo del suo alito, a pochi centimetri dal mio viso.
Era sempre più vicino. 
Scossi il capo, lentamente, senza distogliere lo sguardo nemmeno un secondo.
Ancora più vicino. 
"Oh..." sussurrò infine, quando ormai ogni tipo di distanza tra di noi era annullata.
Schiusi gli occhi mentre le sue labbra calde accarezzarono delicatamente le mie, che ardevano a quel contatto. 
Mi baciò dolcemente le labbra mentre, piano, adagiava il suo corpo al mio. Poggiò una mano sul mio viso, carezzandomi dolcemente la guancia e schiuse lentamente le labbra. 
Portai le mie braccia attorno al suo collo e lui, con una mano dietro la mia schiena, mi tirò stretta a se, finchè ogni minima parte del mio corpo era attaccata ad ogni minima parte del suo.
Le nostre labbra si muovevano in simbiosi, come fossero tessere di uno stesso puzzle, combaciavano alla perfezione. 
Le sue mani si muovevano dolcemente tra le ciocche dei miei capelli e lungo la mia schiena che rabbrividiva ad ogni suo passaggio.
Continuava a premere le sue labbra sulle mie, trasportato com'era dal desiderio di assaporarle. 
Io non riuscivo a porre resistenza.

Non volevo. 

Tra le sue braccia mi sentivo amata, desiderata, sentivo che niente intorno a noi aveva senso, esistevamo soltanto io e lui, e i nostri corpi spaventosamente vicini. 
Non eravamo sdraiati. Io mi ero raggomitolata nell'angolo sinistro del divano, appoggiandomi allo schienale, e lui aveva fatto si che il suo corpo si adagiasse al mio.
Come mi sentivo? Qualunque parola usi sarebbe un arrotondamento, un arrangiamento. 
Non conosco termine che riesca a spiegare appieno le sensazioni che provai quella sera.
Amore? Desiderio? Passione? Tutto sembra troppo scontato.
Harry allontanò lentamente il capo, liberando le mie labbra dalla sua dolce prigionia.
Misi le mani sul suo petto mentre lui continuava ad accarezzarmi la guancia. 
Ah… sei bellissima”. Mi sussurrò.
Sotto il mio palmo, qualcosa batteva velocemente, quasi fosse impazzito. Aveva il batticuore anche lui, proprio come me.
I nostri respiri ci solleticavano il viso.
Gli sorrisi piano, poi lo allontanai.
Poteva bastare. Dovevo calmarmi, o rischiavo di sentirmi male.
Harry si mise a sedere accanto a me, mantenendo costantemente quel debole sorriso sulle labbra.
Io ripresi il mio bicchieri e bevvi tutto d'un sorso.
"Ma sei impazzita?" disse lui ridendo.
"Avevo sete!" mi giustificai io.
Si avvicinò di nuovo.
"Eri così emozionata che ti si è seccata la bocca?" mi disse mentre cercava di nuovo di baciarmi. 
Prima che le sue labbra incendiassero le mie, mi alzai in piedi percorrendo con la mano i suoi morbidi ricci. 
"Idiota" dissi, e mi diressi in cucina.
Lui mi segui, con un espressione delusa sul viso.
"Voglio vedere camera tua" gli proposi poi all'improvviso.
Il suo sguardo si accese accompagnato da un sorriso malizioso.
"Non ti facevo così diretta..." disse allargando il sorriso.
"Togliti quell'espressione dalla faccia, stupido. Volevo soltanto vedere camera tua ma direi di evitare. Sei pericoloso". Gli dissi e gli passai accanto per tornare in salotto.
Mi afferrò un braccio e mi attirò a se, circondando la mia vita con le sue braccia.
"Stavo scherzando" mi disse sorridendomi. 
Senza che potessi obiettare, e senza che nemmeno lo volessi, le sue labbra sfiorarono nuovamente le mie.
Quella proposta fu dimenticata, presi com’eravamo l’uno dall’altra.
Stando in piedi, mi risultava più facile abbracciarlo. 
Lo strinsi forte a me mentre mi rubava qualche bacio delicato. 
Le sue mani cinsero i miei fianchi, e sentivo che la mia pelle sotto le sue dita avrebbe potuto prendere fuoco da un momento all'altro. 
Le mie mani, invece, si attorcigliavano in quel groviglio di capelli.
Una delle sue provò a scendere arrivando fino alle maniglie dell'amore, ma gliela presi all'istante e la riportai su.
Gli morsi un labbro per 'punizione'.
"Vedi di non fare il coglione" gli intimai mentre si massaggiava il labbro con la lingua, dolorante.
Mi allontani e mi diressi in salotto.
"Vediamo un film?" proposi prendendo il telecomando e sedendomi comodamente sul divano. Tolsi le ballerine e portai entrambe le gambe sul divano, guardando Harry camminare verso di me.
"Scegline uno" mi disse porgendomi il porta DVD.
"Questo!" sentenziai infine dopo minuti di indecisione.
"Romeo + Juliet, eh?". Sorrise mentre inseriva il disco nel lettore. 
Poi si venne a sedere accanto a me e mise un braccio sulla mia spalla, facendomi avvicinare ancora di più. Io appoggiai il viso al suo petto. Mi prese una mano e la tenne stretta per tutta la durata del film. 

Per quanto fosse sdolcinato, ricordo che Harry lo rese assolutamente comico. Non smetteva di prendere in giro gli attori e ogni tanto faceva qualche pessima battuta che mi costringeva ad allontanarlo da me, e poi era guerra per riavvicinarsi. Soltanto sul finale, mi permise di prestare attenzione al film. Ne fui talmente presa che quasi dimenticai la presenza di Harry accanto a me.
Avevo portato le ginocchia al petto e poggiato su di esse la testa, attenta a non perdermi nemmeno un particolare.
Inevitabilmente, non riuscii a trattenere le lacrime che cadevano lente lungo il mio viso quando Giulietta si accasciò accanto a Romeo. Solo in quel momento notai che Harry mi aveva fissata per tutto il tempo, senza degnare di uno sguardo la televisione. Io ero il suo film. 
Quando notò le mie lacrime mi sorrise intenerito. 
Cercai di coprirmi il volto per non farmi guardare ma lui mi fece sollevare il capo e mi rivolse un altro di quei sguardi. Profondi, da togliere il fiato.
"Sembra... Sembra di essere al concerto, a vederti piangere per noi..." sussurrò in un bisbiglio.
Spalancai gli occhi. Non mi aspettavo che dicesse quelle cose. Non mi aspettavo che avesse notato quelle lacrime. 
"Vederti piangere per una nostra canzone è stata l'emozione più grande che abbia mai provato in tutto il tour, Hope. Quelle lacrime erano intrise di contraddizioni, lo percepivo persino io. Percepivo che volevi ricacciarle dentro. Eppure eri così... Io, ero così felice per quelle lacrime. Significava che ti avevamo trasmesso qualcosa. Significava che ci stavi ascoltando col cuore. È stato indescrivibile vederti piangere sulle note della mia voce...
Concluse il discorso con un sorriso nostalgico, forse ricordando cosa provò quella sera. Lo ricordai anch'io, e nonostante stessi lottando con tutta me stessa per non farlo, scoppiai a piangere. 
Harry, dispiaciuto, mi strinse forte a se.
"Scusa, non volevo..."
Non gli diedi risposta perché i singhiozzi che scuotevano il mio corpo erano troppo frequenti per permettermi di parlare.
Non dicemmo una parola per tutto il tempo, e lui non sciolse mai l'abbraccio. Mi restò accanto a tranquillizzarmi finche non riuscii a calmarmi. 
Non so perché scoppiai. Forse perché ripercorsi quei giorni e poi collegai cosa mi era appena accaduto ed era successo tutto così velocemente, così inaspettatamente... 
Non volendo più tornare su quel discorso per paura di crollare di nuovo, guardai l'orologio. Era mezzanotte e io dovevo tornare a casa. 
Rimisi le scarpe e Harry prese le chiavi e infilò la giacca. Quando ci avvicinammo alla porta per uscire, questa fu aperta da qualcun altro all'esterno. Niall, Liam, Louis e Zayn erano appena rientrati e ci fissavano dubbiosi. Poi collegarono. Niall, Liam e Zayn sorrisero rivolgendo frecciatine a Harry, Louis invece guardò me, senza lasciar trapelare alcun tipo di emozione.
"Ciaaaaaao Hope!" mi saltò addosso Niall entusiasta. 
"Heeey" lo salutai altrettanto contenta.
Lo stesso con Liam e Zayn. 
Louis mi rivolse un debole sorriso, ma non mi abbracciò come invece avevano fatto gli altri tre. 
"Ciao, Hope" si limito a dire.
Ero confusa. Perché si era comportato così? Avevo fatto qualcosa? Non avevo risposto ad un messaggio, forse?
Mentre uscivamo, presi il telefono per controllare. Niente.
Gli passammo accanto e Harry mi prese la mano per fermarmi. Poi si rivolse a Louis che stava varcando la porta. 
"Non addormentarti. Dobbiamo parlare" gli disse.
Il ragazzo annuì, poi richiuse la porta.
Una volta in macchina, provai a chiedere a Harry se fosse successo qualcosa a Louis, ma lui non rispose e cambiò discorso.
Poi, dopo qualche minuto di silenzio, riprese a parlare.
"A proposito... Mi spieghi una cosa?" disse.
Annuii, delusa per non aver ricevuto risposta.
"Dimmi".
"Al primo concerto... Ero stato così romantico da dedicarti il mio assolo di 'moments' e tu che fai? Scappi? Che ti prese? Ci rimasi davvero male, sai..." assunse una finta espressione da cane bastonato e io scossi il capo.
Eravamo arrivati a casa mia. 
"Magari ne parliamo un'altra volta.. Buonanotte"
Stavo per aprire la portiera quando il ragazzo mi tirò a se e mi diede un bacio sulle labbra. 
"Buonanotte". Sussurrò.
Scesi dall'auto e arrivai correndo alla porta d'ingresso. 
Aspettai che l'auto sparisse dalla vista, poi, finalmente, entrai. 


Mi stavate aspettando sveglie, tu e Jill, davanti ad un enorme vaschetta di gelato. Cercare di scappare risultò inutile. Vi raccontai tutto e i tuoi occhi, Cloe, brillavano di felicita. 
Ricordo un'altra volta soltanto di aver visto quello sguardo nei tuoi occhi, un'altra e basta. Quando ti diedi quella notizia
Dimmi, Cloe. Se adesso mi presentassi davanti casa tua, rivedrei di nuovo quegli occhi scintillanti? Li faresti ancora, per me?
  
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