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Autore: TimanthaBerry    07/07/2012    0 recensioni
Sayuri ha paura di vivere, si sente impacciata e inutile, forse per questo prende una decisione così drastica: diventare un nukenin, un ninja traditore. Riuscirà in questo modo a cambiare la sua vita come desidera? Potranno gli amici che incontrerà lungo il cammino aiutarla nella sua "missione specialissima"?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Note dell’autrice: ecco il quarto capitolo! Ma davvero ho intenzione di andare avanti? Ebbene, si! Per vostra sfortuna continuerò a scrivere ed assillarvi, quindi non avete speranze: rassegnatevi! xD
 

 
Capitolo 4 - Attacco
 

Il mostro si innalzava minaccioso a pochi metri dalle due ragazze. Sayuri era paralizzata, braccia e gambe si rifiutavano di rispondere agli ordini del cervello, che avrebbe voluto scappare il più veloce possibile.
Shiori, persa nella contemplazione di quell’essere, era come incantata.
Non appena il gigantesco millepiedi di metallo schioccò le fauci e si lanciò all’attacco, la ragazza riprese contatto con la situazione e afferrò l’amica per metterla in salvo, rotolando insieme dietro il muro di un’abitazione.
“Uh uh! Non perde tempo!” Sorrise: si stava divertendo un mondo.
Lanciò un’occhiata più attenta alla compagna accorgendosi che era in stato di shock.
“Devo fare qualcosa, e in fretta!”
Capì che non era abituata a trovarsi in mezzo alla battaglia, forse era la prima volta che rischiava la vita sul serio, allora decise di prendere l’iniziativa per concludere rapidamente anche se avrebbe di gran lunga preferito giocare con il mostriciattolo per un altro po’ di tempo.
La creatura non sembrava avere occhi, solo un foro di qualche centimetro di diametro appena sopra le fauci; il lungo corpo era composto da segmenti metallici, ciascuno dotato di un paio di zampette acuminate. Non era in grado di vedere, ipotizzò Shiori, perché da quando si erano nascoste restava immobile come una statua.
“Percepisce i movimenti … uhm.”
Per verificare la sua intuizione scattò di corsa, passando proprio davanti alla bestia metallica che si risvegliò e con un urlo agghiacciante la caricò, mancandola di pochissimo. Lei sfruttò i pochi istanti in cui il millepiedi era disteso a terra per salirgli in groppa e osservarne da vicino la struttura.
“Ogni segmento è collegato agli altri per mezzo di cavi. C’è poco spazio tra l’uno e l’altro, ma dovrebbe bastare!”
Nel frattempo Sayuri aveva parzialmente dimenticato di essere in pericolo, concentrandosi sull’amica aggrappata al mostro. Non avrebbe resistito a lungo, pensò: doveva aiutarla.
“Lanciagli un kunai, svelta!” Le urlò Shiori tenendosi stretta alla bestia che tentava di disarcionarla contorcendosi e sbattendo a terra, sollevando una nuvola sabbiosa tutt’intorno.
Non se lo fece ripetere due volte: afferrò uno dei kunai che teneva nella tasca legata alla gamba destra e mirò alla testa della creatura. Con un sonoro CLANG l’arma andò miracolosamente a segno ma rimbalzò e cadde a terra, lasciando solo una piccola ammaccatura.
“Accidenti!”
Le mani le tremavano per la tensione, fece per prendere un altro kunai, ma notò che il millepiedi si era fermato e annusava l’aria in cerca di qualcosa. Poi, con uno scatto fulmineo, si abbassò e ingoiò l’arma caduta a terra permettendo a Shiori di saltare giù e correre a ripararsi vicino a Sayuri.
“Sembra goloso di metallo! In effetti avevo immaginato che fosse stato lui a mangiare tutto il ferro qui intorno non appena era comparso … infatti speravo che il tuo kunai lo distraesse per qualche secondo, e così è stato.” Aveva un’espressione soddisfatta.
“M-ma … stavi per morire e invece di preoccuparti pensi a compiacerti della tua intelligenza?” Esclamò la ninja a metà tra l’esterrefatto e il divertito. In un certo senso la compagna era riuscita a distrarla abbastanza da permetterle di superare la paura e adesso sembrava quasi tranquilla, almeno fin quando il mostro le riportò entrambe sull’attenti sbriciolando il muro dietro cui erano nascoste.
Sayuri, con una velocità inaspettata, si mise in posizione fronteggiando il nemico.
Arte del fuoco: pioggia rovente” Mosse con destrezza le mani, e poi soffiò una serie di piccole sfere infuocate contro il millepiedi.
“Allora non sei imbranata come vuoi far credere!” Shiori, con le braccia sui fianchi, qualche metro più indietro, sorrideva e si godeva lo spettacolo.
“Wow, ma allora tutti gli allenamenti sono serviti a qualcosa!” Pensò la giovane, con gli occhi che brillavano dalla meraviglia “Forse c’è una speranza anche per un’imbranata come me …”.
In un primo momento sembrò che le fiamme potessero fermare il mostro, ma questo si rotolò convulsamente nella sabbia, spegnendo il fuoco e stridendo ancora più forte di prima.
“Oh oh … c-credo di averlo fatto arrabbiare!” Indietreggiò lentamente, pendendo la sicurezza acquistata. L’altra le fece un piccolo applauso.
“Sei stata fantastica: quella tecnica aveva un’armonia di potenza e velocità davvero sublime, peccato che non fosse adatta per questo genere di avversario!”
“Eh?” Non capiva come poteva pensare a certe sottigliezze come l’armonia in un momento del genere.
“Credo sia ora di finirla qui.” Fece due passi avanti “Arte del vento: turbine
Shiori si mosse con velocità quasi impercettibile, un piccolo tornado circondò il mostro che però se ne liberò in poco tempo.
“Non ha funzionato! E adesso?” Sayuri era di nuovo nel panico e stringeva il braccio della compagna in cerca di sicurezza; questa non si mosse, aspettando che il millepiedi metallico si avvicinasse, a braccia conserte e con il solito sorriso beffardo stampato in faccia.
Non appena il nemico provò ad attaccare, alcuni segmenti  si staccarono dal lungo corpo con un cigolio inquietante, caddero a terra e non sembravano più in grado di muoversi, i filamenti che li tenevano uniti erano spezzati in malo modo e da questi fuoriusciva un fumo nerastro. Un altro movimento e l’intero corpo del mostro cadde a pezzi: solo la testa continuava a schioccare le mascelle rotolando nella sabbia.
“Potresti prestarmi un altro dei tuoi kunai? Questo credo di riuscire a restituirtelo.” Chiese Shiori all’amica  che annuì, stupita dall’accaduto.
Si avvicinò alla testa da dietro, la bloccò con un movimento rapido e conficcò la lama proprio nel centro: una piccola esplosione, un ultimo stridio assordante poi il silenzio.
“Come hai fatto? COSA HAI FATTO?” La ninja non riusciva a spiegare quello che era appena successo, in fondo lo aveva semplicemente colpito con un banalissimo tornado.
“Beh, ho solo usato il vento del ninjutsu per bloccare i suoi movimenti con la sabbia.” Prese uno dei segmenti sparpagliati a terra e lo mostrò alla compagna che lo osservò con una certa riluttanza.
“Vedi? Tra una parte e l’altra c’erano delle fessure molto sottili. Ho semplicemente bloccato le giunture che ne permettevano il movimento, così quando ha tentato di spostarsi hanno ceduto e si sono spezzati.”
Sayuri annuì, ancora leggermente tesa.
“Ma perché c’era questo essere in mezzo al deserto? Secondo te ce ne sono altri?”
“Umh … in tutta onestà non ho un’idea molto chiara, però dubito che ce ne siano altri nei paraggi, altrimenti ci avrebbero già attaccate. Peccato che non capisca nulla di macchine, sarebbe stato interessante studiarne il funzionamento …”
Buttò un’occhiata alla testa sventrata, un po’ dispiaciuta.
“Davvero un lavoro ben fatto, un’imitazione di un essere vivente quasi perfetta.”
Sospirò, con una malinconia negli occhi piuttosto insolita in quella situazione, ma si riprese subito e con l’euforia di sempre incoraggiò Sayuri a mettersi di nuovo in marcia.
 
***
 
Le ragazze approfittarono del pozzo per rifornirsi di acqua (dopo aver trovato un recipiente da legare alla corda) e trovarono anche uno zaino con attrezzatura da viaggio annessa che, si giustificarono, ormai non serviva più a nessuno in quel posto mentre loro ne avrebbero fatto buon uso.
Ripartirono che il sole stava già tramontando, ma anche a costo di viaggiare di notte per alcuni chilometri, non avevano intenzione di restare un secondo di più in quel villaggio fantasma tra i rottami del mostro. Mentre si allontanavano Sayuri procedeva spedita senza voltarsi, Shiori un paio di metri indietro era pensierosa e per un attimo le parve di sentire qualcosa camminare alle sue spalle.
“Oggi è stata una giornata piuttosto stancante …” Pensò, non del tutto convinta.
 
***
 
Era rimasto nascosto tutto il tempo, da quando quella strana ragazza aveva trovato Sayuri svenuta in mezzo al deserto: con lei era più complicato del previsto.
Certo, la comparsa di quell’essere orrendo lo aveva quasi tentato di mandare all’aria la missione per salvarle, ma ricordando gli ordini ricevuti e visto che se la stavano cavando abbastanza bene da sole, alla fine non era intervenuto.
Adesso il sole era – finalmente – scomparso dietro le dune e Makoto poteva pedinare Sayuri e Shiori con il favore dell’oscurità.

  
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