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Autore: Annabelle_    07/07/2012    5 recensioni
E' una FF, ha come protagonista Annabelle, una ragazza tormentata e dal trascorso non facile e Harry (Styles) suo vicino di casa, cantante degli White Eskimo.
Lui la salverà, ci proverà. Lei si lascerà salvare?
Lui non è il principe azzurro, lei odia i finali felici. Lei non conosce l'amore e forse non lo conoscerà mai.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Mi ha chiamata Tom e mi ha chiesto di uscire. Non è fantastico?" Bebe intanto dall'altra parte del telefono gridava la sua gioia ai quattro venti ma io non potevo fare altro che fingere di essere felice per lei. Se i ragazzi fossero davvero passati, avessero colpito i giudici al punto tale da vincere, lei avrebbe pianto con me, avrebbe passato notti insonni con me. Senza nessun cavolo di Harry pronto ad asciugarmi le lacrime, senza nessun Tom a chiederle di uscire!
Tutto si sta rovinando probabilmente ma ogni volta che mi stendo ad occhi chiusi in camera mia, sento il suo calore salire da quel letto, rivivo quei momenti leggeri sulla mia pelle, lo vedo accanto a me e mi prometto di non rovinare nulla, di non rovinare un momento come quello, dove tutto è perfetto e sembra non dover e poter finire mai.
"Ti va di venire a prendere una boccata d'aria con me?"
Mia madre fa capolino alla porta, mentre io sono ancora con la testa tra le nuvole ed il cuore da tutt'altra parte.
Lei ci prova, non demorde. Pensa che un futuro dove il "noi" può regnare felicemente possa davvero esserci, pensa che il peggio sia passato e tutto quello che dobbiamo fare è comportarci come se niente fosse, come se niente fosse stato.
"Dovrei dirti di si."
"Non sei obbligata, io voglio andare a fare una passeggiata e mi stavo chiedendo se fossi voluta venire con me."
"Si, mi cambio ed arrivo. Un momento."
Il viso le si colora, io la vedo, è felice ma a volte la felicità non è tutto, a volte la felicità è solo un antipasto di illusione che apre le danze ad un primo di delusione ed un secondo di tristezza.
A Londra oggi non piove, il clima è uggioso, grigio ma fa quasi caldo e ogni due o tre passi un raggio di sole mi illumina la chioma ebano, riscaldando quella conversazione finta e fredda che io e mia madre stavamo tenendo.
"Allora come va? Con Harry? E quella Phoebe?"
"Va ma potrebbe andare meglio. So che penserai che sono una stupida, che queste sono sciocchezze ma ho paura che tra me e Harry possa finire in men che non si dica."
"Perché? Quel ragazzo sembra volerti parecchio bene."
"Si, questo lo so ma le circostanze sono quelle a non volermene."
"Guarda che se un amore è vero, supera ogni limite, ogni barriera, tutto. Io e tuo padre ci amiamo ancora, io nel mio cuore ho solo lui ma il problema è che sono fatta di carne, e la carne, come ben sai, vuole altra carne."

Io i discorsi di mia madre non li ho mai ben capiti, forse non ho mai voluto farlo oppure era proprio lei a far in modo ch’io non capissi ma restassi con una domanda aperta, irrisolta.

 
"Scendi, forza!"
"Ecco, un attimo arrivo!"
Harry era sotto casa mia dentro la sua Mini e mi aspettava, mi avrebbe portata in un posto speciale, così aveva detto.
Mi benda e mi dice dolcemente di godermi quella mezzoretta di viaggio, accompagnata dalla sua musica alla radio.
"Ho paura del buio scemo! Quando arriviamo?"
"Sei peggio di una bambina, aspetta un po’, non ci vuole molto."
"Uffa, alza la radio almeno!"
Le note di Wonderwall risuonavano in tutta la carcassa della macchina e la mia voce canticchiava in sottofondo.
"Alza la voce, fammi sentire dai!"
"No, lo sai. Non mi piace cantare di fronte a qualcuno."
"Ma io non sono qualcuno, io sono io."
"E va bene, ma solo un ritornello."
 
‘And after all you’re my wonderwall’.
 
Scendiamo dall’auto e lentamente mi trascina accanto a lui, mi sistema i capelli e snoda quella benda. Davanti a me un’asta, Tom con un basso, Lucas alla batteria, due coriste e Andy al piano elettrico. Dietro, il Tamigi incorniciato dalla ruota panoramica.
"Questa persone cosa ci fanno qui?"
"Aspettavano te."
"Eh?"
"Si, nessun altro se non te."
"Harry, io non sono certa se questa cosa sia legale…insomma…questo è suolo pubblico, dai…" Una folta folla era li a guardarci, con macchine fotografiche, sorrisi curiosi e cappotti sulle spalle.
"Stai tranquilla, seguimi."
"Perché Andy sta portando altre due aste?"
"Perché questa è una sorpresa, la tua sorpresa."
Non potevo cantare, non dovevo farlo.
"Adesso canterai, ma non lo farai sola."
"No Harry no, non posso farlo."
"Non puoi perché? Hai una voce bellissima, sei bellissima e queste persone ricorderanno il tuo nome per molto tempo, non sprecare le tue possibilità, fallo per me. Te ne prego."
"E quelle due aste?"
"Una è per me e l’altra…"
"L’altra?"
"E’ per un qualcuno di speciale, molto speciale."
"Non posso crederci. Nina!" Corsi verso quella donna, la sorella di mia madre e l’abbracciai come nulla al mondo, lei era la donna alla quale mi sono sempre ispirata, cantante e attrice di teatro.
"Che ci fai qui?"
"Harry ha organizzato tutto questo per te, ha parlato con tua madre ed eccomi qui, sei cresciuta e sei bellissima piccola della zia!"
"Mi sei mancata."
"Anche tu! Ma adesso non farmi piangere, abbiamo della gente da soddisfare."
"Harry, cosa dovremmo cantare?"
"Hey Jude. Please, my dear…take a sad song and make it better."
"Io ti amo, davvero..tanto."
"Anche io. Questo è il mio regalo per te, non ti ringrazierò mai abbastanza."
La musica inizia e la scena è tutta per me, quello era lo spettacolo più bello di sempre.
Era la prima volta che mi capitava di cantare davanti a così tante persone, tutto stava prendendo senso e quella era la sensazione più bella che si potesse provare, uno dei miei sogni stava per realizzarsi e questo grazie a lui, grazie ad Harry.
Grazie a chi ha sempre creduto in me, dal primo momento che i nostri occhi si sono incrociati.
 
"Ho una brutta notizia per te." Mi dice mia zia dall’altra parte del telefono.
"Quanto brutta?"
"Dipende da quanto tu possa odiare la Francia."
"Più di ogni altra cosa."
"Tua mamma ha deciso di tornare in Francia con me."
"Ma come è possibile? No zia, io rimango qui, da sola, zia io in Francia non ci torno! La mia vita è qui. Andatevene ma senza me!"
"Ho paura che questo non sia possibile."
No, no. Le lacrime si incastravano tra le mie parole ed ogni singola particella del mio corpo avrebbe preferito morire pur di non tornare indietro. Harry era qui, io ero qui, noi eravamo qui. La mia vita non si sarebbe spostata, non adesso e forse non l’avrebbe fatto mai.
   
 
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