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Autore: _Pandora_    07/07/2012    7 recensioni
-“Oh Blader che mi avete sconfitto, io vi condanno! Da questo momento in poi voi non sarete più gli stessi! Non verrete più elogiati per la vostra bravura, perché se rivelerete chi siete ai vostri Fan, non sarete creduti e cadrete nelle Tenebre!”- recitò ad alta voce. Poi dopo pochi istanti di silenzio concluse –eh sì, è proprio una maledizione-
-lo sapevo!- esclamò Chao-Xin.
-certo anche voi, andare a rompere le scatole ad una strega… ve la siete cercata-
-proprio perché era una strega andava sconfitta subito- disse Tsubasa.
Gli occhi di Atena si illuminarono –eh sì, hai proprio ragione- disse cercando di non sbavare.
-allora, ci aiuterai?- domandò Nile scansando tsubasa da davanti agli occhi di Atena per farla riprendere.
Lei corrucciò le sopracciglia –ehm… fammi pensare… no- rispose sorridendo tranquilla.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate, Violenza
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Cap. 5: Sboccia l’Amore? Oppure appassisce?

 
Corse.
Corse senza sosta e senza mai voltarsi.
Corse senza meta e senza mai fermarsi.
Continuò a correre anche quando sentì i polmoni bruciarle a causa dello sforzo, bisognosi d’aria.
I suoi occhi erano spenti, non vedevano altro che il vuoto.
Era come se le persone che aveva intorno fossero misteriosamente scomparse e lei fosse rimasta da sola, avvolta dal buio e dalle tenebre.
Probabilmente urtò molti dei turisti che girovagavano in cerca di un’attrazione di loro gusto, ma non se ne rese conto.
In quel momento… si sentiva vuota.
Sentiva un forte bruciore il petto, il cuore le batteva all’impazzata.
Le parole di Ginka, seppur semplici e stupide, le avevano fatto davvero male.
Sentì un sapore amaro in bocca quando pensò che, probabilmente, il ragazzo non si era minimamente reso conto di ciò che aveva fatto.
Di sicuro ora si stava divertendo insieme a Masamune, magari stavano già facendo il secondo giro.
Digrignò i denti mentre sentiva le guance bagnarsi.
“Perché? Perché mi sento così?” si domandò senza smettere di correre.
Non era innamorata di Ginka.
La sua era solo una di quelle stupide cotte che si hanno quando si è adolescente.
Con il passare del tempo i suoi sentimenti sarebbero stati più chiari e avrebbe capito che si era
sbagliata e che lui era solo un amico.
Doveva andare così, no?
E allora perché le faceva così tanto male il petto?
Possibile che… possibile che i suoi sentimenti per Ginka fossero Reali?
Chiuse gli occhi e scosse il capo con vigore.
“Impossibile! Io non posso amarlo, non voglio!”
La sua sfrenata corsa si interruppe bruscamente quando andò a sbattere con molto violenza contro qualcuno.
Cadde a terra battendo il fondoschiena e maledicendo Ginka per tutto quello che le stava facendo passare (ci tengo a sottolineare che Ginka starnutì u.u)
-Guarda dove vai deficiente!- era stata una voce dura a pronunciare quelle parole per nulla educate.
Aprì gli occhi e si guardò intorno spaesata, pian piano riprese contatto con la realtà.
-Cosa…?-
-Oh, aspetta un attimo. Non mi ero accorto fossi una ragazza- sorrise –E sei anche molto carina, la colpa dev’essere mia allora-
Era un ragazzo, alto, slanciato, di certo doveva frequentare una palestra assiduamente visto il fisico da palestrato che si ritrovava; aveva i capelli abbastanza lunghi, lisci, di un nero pece così scuro da mettere i brividi, e gli occhi viola, con mille riflessi accattivanti e in qualche modo intimidatori; indossava delle trainer, dei jeans strappati in alcuni punti e una t-shirt scura che aderiva perfettamente al suo busto, recante il nome di una famosa rock band.
Madoka si fece i complimenti per aver notato tutto questo nonostante lo stato confusionale in cui versava, ancor di più quando catturò l’immagine degli altri due ragazzi che stavano subito dietro di lui.
Uno era alto e tozzo, e indossava pantaloni di pelle neri e una t-shirt smanicata del medesimo colore; alla vita una cintura di borchie, ai piedi degli stivali scuri, al collo una collana simile alla cinta, molto appariscente; pettinatura decisamente da moicano di un colore viola scuro così acceso da far male agli occhi.
L’altro invece non era particolarmente alto ma talmente magro da sembrare anoressico;  i capelli erano lunghi, di un castano molto scuro, e gli occhi erano nero pece, tristi e annoiati; indossava dei jeans parecchio rovinati, delle scarpe da ginnastica grigie e una felpa verde scuro.
Quest’ultimo, a dirla tutta, aveva un’aria davvero familiare.
Già, somigliava molto a…
-Tetsuya!- esclamò Madoka recuperando finalmente la voce.
Già, era proprio lui, il blader possessore di Cancer.
Dopo l’ultimo torneo era scomparso nel nulla (grazie al cielo) e di lui non si era più sentito parlare.
Ed ora eccolo lì, di fronte a lei, assieme a due tipi per nulla raccomandabili.
Due tipi molto loschi, due gangster dall’aria assai pericolosa.

No, un attimo, questo voleva forse dire che si era andato ad infilare in qualche affare poco pulito ed era finito in una banda di teppisti?
“Calma Madoka, va bene essere confuse ma evita di farti filmini mentali assurdi!”
Solo allora si rese conto che Tetsuya la stava squadrando confuso.
-Ehm… ci conosciamo?- domandò.
Una vena pulsò sulla fronte di Madoka.
Intollerabile.
Ok, va bene che era passato del tempo però…
No, non poteva accettare di essere dimenticata così, in più da un infimo personaggio secondario.
Gonfiò le guance indispettita, ancora a terra perché nessuno si era degnato di darle una mano ad alzarsi –Sono Madoka-
Il ragazzo assunse un’aria pensierosa, poi divenne viola e infine bianco cadaverico –T-Tu?- balbettò sconvolto.
La ragazza annuì e si tirò finalmente su, cancellando con le mani ogni singola traccia di pianto dal suo viso.
-La conosci?- domandò il bruno.
Lui annuì con vigore –Sì, è una ragazza che porta solo guai-
Di nuovo una vena pulsò sulla fronte di Madoka.
Stava per ribattere, ma venne interrotta.
-Guai dici? E allora? Se conosci una ragazza carina ce la devi presentare, non ricordi?-
-S-sì, ma lei?-
-Niente ma- si intromise il moicano –Allora carina, ti chiami Madoka giusto?-
La ragazza annuì seria.
L’aria si stava facendo davvero pesante, doveva andarsene al più presto.
Il bruno sorrise –Ma che bel nome!- esclamò quasi canzonatorio –E quanti anni hai, Madoka-chan?-
Pericolo.
La situazione stava diventando preoccupante, doveva fuggire alla svelta.
Eppure, nonostante ogni parte del suo corpo le gridasse di scappare, le sue gambe non volevano muoversi; i piedi erano come inchiodati al suolo e il cuore, a poco a poco, stava accelerando ancor di più il suo battito facendole sempre più male.
-N-Non sono affari tuoi- cercò di mantenere un tono autorevole, ma l’impresa risultò davvero difficile.
Il sorriso di quello si allargò –Ma guarda un po’, sei una dura eh? Mi piacciono le tipe come te- allungò una mano verso Madoka e lei non si spostò.
Le prese delicatamente il mento e la guardò con i suoi perforanti occhi viola –Che ne dici di diventare la mia ragazza?- domandò con voce suadente.
Tetsuya, se possibile, sbiancò ancora di più.
Male, malissimo!
Se Madoka si fosse arrabbiata sarebbe scoppiata una rissa e DI SICURO avrebbe vinto lei; lui sarebbe stato coinvolto e ne sarebbe uscito con qualche ossa rotta come minimo.
Accidenti!
Perché diavolo si era lasciato convincere dai suoi compagni ad andare in quel parco di divertimenti proprio quel giorno?
“Ci divertiremo e troveremo di sicuro qualche pollastrella” avevano detto, e lui aveva acconsentito non tanto per i “premi” quanto per non farseli nemici.
Dannazione!
Se sapeva che incontrava quel tornado di Madoka col cavolo che accettava!
Ormai era troppo tardi per tornare indietro.
C’era solo una cosa che poteva fare…
-Mi sono ricordato di un impegno. Addio- e si defilò “per sempre” e “senza dare a nessuno il tempo di fermarlo”.
I due ragazzi lo osservarono allontanarsi confusi e scocciati.
-E ora che gli prende?- domandò il moicano corrugando le sopracciglia.
L’altro fece spallucce.
L’unica che non aveva dato peso alla sceneggiata fulminea di Tetsuya era Madoka, i cui pensieri erano rimasti all’ultima frase del bruno.
Dentro di lei si scontravano opinioni e personalità contrastanti.
Una parte di lei stava fantasticando sulla possibilità che in un futuro lontano Lontanissimo anche Ginka pronunciasse quelle parole, ma in una situazione molto più romantica e fiabesca; un’altra invece era realista e molto schifata dal fatto che era stato un teppista di cui non conosceva neppure il nome a chiedere la sua mano.
Digrignò i denti, la vena sulla fronte finalmente scoppiò.
-MAI!- esclamò indignata pestando violentemente il piede del ragazzo –Non mi metterei mai con un ragazzo schifoso come te!-
E basta.
Non fece nient’altro.
Non si scatenò come temeva Tetsuya.
No, era troppo giù per farlo.
Troppo sfinita a causa del troppo pianto.
Si voltò e ricominciò a correre, sperando di essere lasciata in pace da tutti.
Ma non andò come sperava, affatto.
-Inseguila!- esclamò il bruno dolorante visibilmente ferito nell’orgoglio –Dobbiamo fargliela pagare!-
 
-Madokaaaaa!!!!!!! Madokaaaaa!!!!!!!!! Dove sei finita!!!!?? Madokaaaa!!!!-
Da tutt’altra parte (purtroppo molto lontano) era in atto una vera e propria caccia… alla persona.
Anche Ginka, come Madoka, stava correndo.
Anche Ginka, come Madoka, non aveva una meta precisa.
Anche Ginka, come Madoka, era agitato e spaesato.
Anche Ginka, come Madoka, non aveva più fiato ma continuava a correre.
Doveva trovarla, Assolutamente.
Se non l’avesse scovata al più presto non se lo sarebbe perdonato.
Il suo comportamento, pensandoci bene, era stata davvero stupido e infantile.
Quale ragazzo che si rispetti abbandona la ragazza che gli piace per salire su una giostra assieme ad un amico?
Perché Madoka gli piaceva, giusto?
Eccome se gli piaceva!
Sin dal loro primo incontro era rimasto affascinato sia dal suo aspetto che dal suo carattere.
La sua bravura e la sua passione per il bey l’avevano colpito profondamente, ma non era solo quello.
Ogni cosa di lei era perfetta, sia il suo carattere allegro e spensierato, che il suo bizzarro lato calcolatore; anche quando alzava le mani era fantastica, nonostante in quei momenti facesse paura e davvero tanto male.
Ma la cosa più bella era il suo sorriso.
Smagliante, regale, ma anche semplice e delicato.
Un sorriso piccolo e timido che sembrava incapace di spegnersi.
Mai Ginka lo aveva visto scomparire.
Mai lo aveva visto sostituito da calde e salate lacrime.
E mai avrebbe voluto.
Eppure ora temeva che a causa sua quel sorriso dolce e spensierato si fosse spento.
Ed era anche per questo che continuava a correre.
Un forte senso di colpa si faceva strada nel suo animo, misto con la preoccupazione e la paura per lei.
“Come? Come ho potuto fare questo proprio a lei?”
Ma cosa intendeva per Questo?
Lui stesso non lo sapeva.
Forse quando aveva iniziato a correre aveva capito tutto, o magari aveva compreso proprio mentre correva, però ora come ora era talmente confuso da non capire né ricordare nulla.
Nei suoi pensieri c’era solo una persona, solo un nome rimbombava nella sua testa, lo stesso che stava gridando con tutto il fiato che gli era rimasto in corpo.
Madoka.
-Madokaaa!!!!!!!-
Incespicò e cadde in ginocchio, riprendendo finalmente fiato.
Forse aveva inciampato in un sasso, forse le sue gambe avevano ceduto.
Una mano robusta ma allo stesso tempo esile si poggiò sulla sua spalla impedendogli di alzarsi e di riprendere la sua sfrenata quanto malata corsa.
-Ginka! Che diavolo combini, vuoi morire di infarto!?- domandò Masamune gridando per sovrastare gli schiamazzi della folla intorno a loro -Riprendi fiato e manda il sangue al cervello prima di ricominciare a correre! Non ha senso che la cerchi per tutto il parco senza seguire un percorso preciso! Rischi solo di perderti o di passare più volte per lo stesso punto!-
Di tutta risposta Ginka scostò violentemente la sua mano –Non mi importa! Devo trovarla, devo trovarla SUBITO!-
-Perché? Non sai nemmeno se è davvero scappata! Magari ha incontrato quella svitata di Atena (s-svitata? O.o NdAtena) e sono andate insieme a divertirsi!-
-Ma che dici!- si alzò in piedi di scatto e si piazzò davanti a lei per fronteggiarla (ricordo che sono entrambe diventate ragazze, per chi se lo fosse dimenticato u.u) –Lei non andrebbe a divertirsi senza avvertire! Io la conosco!-
-Ah, davvero? E allora, visto che la conosci così tanto, dimmi un po’ perché è scappata. E dimmi anche dove si è andata a nascondere-
Silenzio.
I problemi erano proprio quelli.
A Ginka mancavano proprio quelle informazioni.
Masamune alzò un sopracciglio, intuendo che il/la suo/a amico/a non ne aveva la minima idea; sorrise vittorioso e indicò una panchina libera alle sue spalle –Sediamoci e ragioniamo. Due teste sono meglio di una, no?-
Ginka fu costretto ad annuire e a seguirlo.
 
Altra zona del parco, altre persone, stesso orario.
-DaShan, ricordami perché ti ho seguito su quella giostra maledetta-
-Semplice Kyoya, perché eri d’accordo con me che quella era la scelta migliore da fare visto il caldo che fa-
-Dai ragazzi, è inutile piangere sul latte versato-
-Dici così perché non indossi la minigonna e le calze a rete, Nile-
-Dico così anche se indosso una gonna spaccata sui fianchi-
Cosa sta succedendo, vi chiederete voi.
Bhé, per capirlo bisogna tornare un pochino indietro…
 
Sul volto di Kyoya si accese un sorriso beffardo –sapete che vi dico? Io me ne infischio di Atena e comincio a farmi tutte le attrazioni di questo luna-park. Siete con me?-
 Non si sa se volesse farlo davvero perché le andava oppure semplicemente perché voleva fare un dispetto alla povera Atena, fatto sta che l’invito fu così allettante che le sue compagne non poterono rifiutarsi.
 -Da quale iniziamo?- domandò Nile con gli occhi che le brillavano.
 DaShan consultò una cartina del parco (presa non si sa bene dove): dopo aver passato in rassegna ogni attrazione, diede un’occhiata al cielo e al sole che picchiava sulle loro teste.
 Sorrise –che ne dite di farci una bella doccia?- domandò.

 
Ve lo ricordate tutti questa scena presa dal capitolo scorso, no?
Sappiate che per DaShan la “doccia” era quell’attrazione per almeno nove persone a turno dove si sta seduti su dei canotti e si viene trascinati lungo un percorso d’acqua, passando sotto cascate e venendo bagnati da schizzi improvvisi. (attrazione liberamente ispirata da Gardaland e da Rainbow Magic Land)
Di certo era stata un’ottima scelta vista l’afa asfissiante di quel giorno d’estate, però i tre amici non avevano preso in considerazione un fattore importante: tale fattore era il fatto che ora non erano più tre amici (per carità, non lo erano nemmeno prima a pensarci bene O.o) ma tre amiche, femmine, per cui andare a giocare con l’acqua non era la cosa migliore da fare; soprattutto quando si indossano vestiti scelti da una svitata (ehi! >.< NdAtena), calze a rete, gonne sgambate e magari pantaloni bianco panna.
-Ragazzi, dovevamo portarci un cambio- esordì DaShan evidentemente a disagio sentendo aderire i suoi pantaloni, appunto bianco panna, sulla gambe sode e in forma.
Kyoya sbuffò –Correggiti: non dovevamo neppure venire. Tutta colpa di quella svitata di Atena- (ma perché oggi mi danno tutti della svitata? T_T NdAtena)
-Avanti, non è colpa sua: lei voleva solo controllare che Chao-Xin non facesse sciocchezze. Eppoi non è stata lei a dirci di salire sui canotti- (Nile sei un angelo T^T NdAtena; Te ne vai? Devo commentare io, non tu >.< NdPandora)
Kyoya alzò un sopracciglio, visibilmente irritata –Veramente lei è venuta qui per spassarsela con il povero Tsubasa-
Nile la guardò confusa, non capendo cosa c’entrasse Tsubasa con Atena, ma Kyoya non le dette peso.
-Su, smettetela di litigare. Ormai il danno è fatto, cerchiamo piuttosto un’attrazione da fare per asciugarci in fretta. Dubito che vendano pantaloni per sponsorizzare il parco, al massimo magliette ma non sono così necessarie-
L’angelo di turno (a detta di Atena, così la facciamo contenta poverina), Nile, impugnò la cartina che fortunatamente era sopravvissuta alle cascate, e le diede una veloce occhiata.
-Hmm… montagne russe?- esordì poi.
DaShan scosse il capo –Ho sentito dire che sono troppo veloci, rischiamo di prenderci un malanno-
-Io non mi ammalo così facilmente!- esclamò Kyoya, visibilmente offesa da una simile affermazione.
Lei, la leonessa del beyblade, che si prendeva un raffreddore dopo una giornata al parco di divertimenti? Ma non scherziamo!
Era Im-pos-si-bi-le. u.u
-Allora, che ne dite di quest’altro- disse Nile, non badando a Kyoya, indicando una giostra sulla cartina –E’ simile alle montagne russe, solo che è un po’ più lenta e le gambe sono letteralmente “all’aria”, cioè non c’è una pedana su cui appoggiare i piedi-
Kyoya gli strappò la cartina di mano –Per me andavano bene anche le montagne russe, però in questo modo i tuoi pantaloni e le nostre gonne (parola letteralmente sputata con disgusto, non glia andava per niente giù una cosa simile) si asciugheranno molto in fretta-
-Allora che cosa stiamo aspettando? Andiamo, sbrighiamoci!-
 
-Ho vintooooo!!!!!!!!!!!!!-
Una voce femminile, energica, un po’ mielosa e piena di vita.
La ragazza a cui apparteneva questa voce, saltellava all’uscita di un’attrazione del parco assolutamente soddisfatta del suo risultato.
-Hai visto Benkei? Ti ho stracciato, letteralmente Stracciato!- esclamò tutta contenta rivolta al ragazzo che l’accompagnava.
Lui esibì un sorriso piuttosto tirato –Eh già, mi hai battuto alla grande, non c’è che dire-
Strinse i pugni, come aveva fatto a ridursi a perdere di proposito per far contenta una femmina?
Tutta colpa di quella svitata di Atena. (no comment -.- NdAtena)
“Falla vincere sennò si deprime” e “Niente appuntamento se la rendi triste”, erano bastate queste due frasi a mettergli le manette ai polsi e a costringerlo a fare letteralmente Schifo a quel gioco in 3D.
Digrignò i denti, gliel’avrebbe fatta pagare, questo era poco ma sicuro.
Però non subito, prima l’incontro con Kyoya e poi la vendetta, altrimenti sarebbe stata tutta fatica sprecata.
-Evviva!- Chao-Xin saltellò vivace, pienamente soddisfatta del suo risultato, e attirò su di sé l’attenzione di Benkei.
Quella ragazzina aveva qualcosa di… particolare.
Anche se l’aveva costretto a perdere e a farsi umiliare, anche se lo stava costringendo a passare un’intera giornata in un parco di divertimenti (la cosa ti crea problemi? O.o), anche se si stava facendo scarrozzare da una parte all’altra, lui non riusciva ad essere arrabbiato con lei.
Anzi, al contrario gli faceva immensamente piacere passare una giornata in sua compagnia.
Forse era quel suo modo di fare un po’ infantile (i-infantile? O.o NdChao-Xin), forse quella sua vocina dolce e zuccherosa, forse la sua pelle bianco latte, forse i suoi capelli del colore del cioccolato, forse il suo nome meraviglioso (peraltro falso), o magari quello splendido sorriso che spiccava sul suo visino tenero. (troppo… zucchero…  DX)
Non riusciva a spiegarsi perché, ma trovava che tutto di lei fosse, come dire… perfetto. (oh cazzo O_O NdChao-Xin; Oh My God O_O NdAtena; Uff, ve ne andate!? >.< NdPandora)
-Benkei! Dove andiamo ora?- la vocina che tanto gli piaceva lo riscosse dai suoi pensieri.
Sorrise e fece spallucce –Non so, dove ti piacerebbe andare?-
Secondo il piano di Atena, la terza attrazione da fare era il tronco, per far risalire l’adrenalina, e subito dopo la torre di 60 m, per farla arrivare alle stelle, ma ora come ora a Benkei non importava cosa le avesse detto quella svitata (*troppo scioccata per arrabbiarsi* O_O NdAtena).
A lui bastava che Mei-Ling si divertisse, tutti qui, quindi era giusto che decidesse lei cosa fare.
-Dove mi piacerebbe andare? Hmm… non so, che ne dici del tronco?- buttò lì, senza starci troppo a rimuginare sopra.

Infondo erano amiche, lei e Atena, no?
Era normale che scegliessero la stessa cosa, giusto?
Non è che si assomigliavano in carattere e in gusto, vero?
Pregò affinché fosse solo una coincidenza, non voleva scoprire con sommo rammarico che Mei-Ling e Atena erano in qualche modo imparentate, sarebbe stato uno shock troppo grande da superare.
“Ma no, figuriamoci!” si disse mentalmente Benkei “Infondo Atena ha parlato dell’appuntamento perfetto di tutte le ragazze, è normale che siano d’accordo sulla terza attrazione da fare”
-Benkei, ci sei?- gli domandò Mei-Ling, premurosa.
Lui annuì sorridendo –Certo! Andiamo a fare la fila ai tronchi allora-
-Sì!-
 
-Tsubasa! Sono stanco, fermiamoci un attimo a riposare- esclamò Yu, aggrappandosi alla gonna dell’amica e impedendole di fare un altro passo.
Tsubasa scosse il capo –Non possiamo, dobbiamo trovare Atena-
-Ma mi fanno male i piedi! E’ da un sacco di tempo che camminiamo, abbiamo girato almeno mezzo parco, facciamo una pausa e andiamo a mangiare qualcosa!- insistette la più piccola, puntando i piedi come una bambina.
-Ti ripeto che non possiamo. Come hai detto tu, ci resta ancora mezzo parco da controllare. Quando l’avremo trovata ci riposeremo-
-E se non la troviamo?- azzardò allora Yu.
Tsubasa lo spinse via facendola cadere a terra –Non dirlo neanche per scherzo!-
Silenzio.
Yu alzò lo sguardo verso l’alto, sconvolto, andando ad incrociare gli occhi carichi di preoccupazione dell’amica.
-S-scusa- biascicò Tsubasa porgendole una mano e tirandola su –Non volevo, mi spiace-
Yu scosse il capo –Non fa nulla- lo rassicurò –Sei davvero preoccupato, eh?-
La più grande annuì, trascinandosi fino ad una panchina e sedendosi stancamente –Già. Potrebbe esserle capitata qualsiasi cosa, infondo siamo in un parco di divertimenti molto grande e strapieno di gente-
-Atena è forte, di sicuro se la sta cavando egregiamente- disse Yu sedendosi accanto a lei.
-Sì, però non posso fare a meno di essere in pensiero per lei. Infondo, appena scesi dalle montagne russe, non si sentiva neppure bene-
Rimasero alcuni istanti in silenzio, Yu fece dondolare le gambe mentre roteava lo sguardo.
-Senti Tsubasa-
-Dimmi?-
-Non è che a te piace Atena?-
Di nuovo silenzio, stavolta un po’ più lungo.
Una domanda del genere lasciò Tsubasa letteralmente spiazzato.
A lui… piaceva Atena?
Davvero?
No, non era possibile.
Se ne sarebbe accorto se fosse stato così, giusto?
Prese fiato, stringendo le mani in grembo –No- disse voltandosi a guardarla –Per me lei è solo una cara amica, nulla di più-
Disse così, semplicemente, con somma tranquillità, quasi fosse la cosa più ovvia.
Ma non sapeva che, qualche metro davanti a lui, nascosta dal viavai di gente, c’era proprio Atena.





 .: Angolo dell’Autrice perennemente in ritardo (ritardata insomma -.- NdTutti) :.
 
*Arriva a cavallo di una tartaruga marina Hawaiana (?)*
Perdonatemi!!!! T^T
*salta giù dalla tartaruga che scappa via*
Sono in ritardo, davvero tanto in ritardo, eccessivamente in ritardo, Perennemente in ritardo! T^T
Vi giuro che non lo faccio apposta ad aggiornare con cotanta lentezza T^T
Mi fa piacere scrivere questa fic, davvero tanto, però non ho il tempo materiale per farlo!
Credevo che con l’inizio delle vacanze avrei avuto più tempo libero, ma mi sbagliavo davvero alla grande: da una parte non sono mai a casa ma sempre in giro con le amiche, dall’altra mia madre non vuole che “brucio” l’estate passandola davanti al computer T^T
Gomenasai, sono davvero dispiaciuta T^T
Basta, ormai è tardi per chiedere scusa; come dice Nile, è inutile piangere sul latte versato u.ù
Parliamo del capitolo, che è più importante.
Che dire, sta andando quasi peggio che in “Piccoli problemi di cuore” ohibò O.o
Tutti questi inghippi amorosi, triangoli, false amicizie, spiacevoli incontri e improbabili coppie… decisamente terrificante o.ò
Ho superato me stessa, non credevo di riuscire a scrivere una cosa del genere. O.ò
Vabbuò.
Cosa succederà ora?
Se volete davvero, e dico DAVVERO, saperlo restate con me e seguitemi con il prossimo capitolo di “Change!” ;3
Lots of Kisses
 
_Pandora_

  
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