Come
potrebbe non essere una buona idea tornare a casa? Alla pensione,
rinchiudersi nella cella per costringersi per l'ennesima volta a
buttare fuori dal suo sistema il sangue umano?
“Cosa non mi stai
dicendo Caroline?”
Un silenzio imbarazzante seguì quella
domanda ed una Caroline agitata si contorceva le mani indecisa se
dare al vampiro la notizia e impedirgli un'orrenda visione che
avrebbe anche potuto fargli decidere di rifiutare la sua
umanità una
volta per tutte e ritornare come per magia quella macchina omicida
spentasi poche ore prima, oppure lasciarlo andare e permettergli di
scoprire il fattaccio per conto suo.
“Caroline?!?!?!?”
“Elena
e Damon hanno passato molto tempo a 'cercarti' mentre eri via...e mi
sa che tutto quel tempo non è che ti stavano veramente
'cercando'”
disse la bionda tutto d'un fiato, non era brava in queste cose, e non
era all Grill con un piatto davanti e con la scusa di aver spifferato
tutto a Tyler quindi prendere tempo ingozzandosi e parlando a vanvera
non era un'opzione possibile. Quindi aveva deciso di strappare il
cerotto, velocemente, e, ovviamente, senza riuscire a far capire un
emerito cavolo a Stefan.
“Hanno che?”
“Dico solo che
hanno passato un mese intero a fare finta di cercarti, mentre io in
un paio di ore soltanto sono riuscita a trovare il posto in cui ti
trovavi”
“E con questo?” non voleva passare per duro di
comprendonio, ma preferiva che le cose gli venissero dette in faccia,
e non a suon di indizi ed allusioni, come chiaramente Caroline voleva
che lui facesse. Non ci voleva un genio a capire che Elena non aveva
esistato a buttarsi tra le braccia di suo fratello maggiore, ma
Stefan aveva bisogno di sentirselo dire, non avrebbe sopportato altri
film mentali.
Ormai che gli aveva detto tutto, Caroline aveva
diretto la macchina verso la pensione, e, dopo aver percorso il
vialetto fermò la macchina e si voltò verso il
suo interlocutore,
seduto sul sedile posteriore. “Quando sono venuta ad
aggiornare
Elena a proposito delle mie scoperte, li ho colti sul fatto”
disse
cercando di sfiorargli il braccio, anche solo per fornirgli un po' di
conforto, ma lui si ritrasse subito. “non credo che ti
convenga
entrare...”
Fu come se il mondo gli crollasse addosso... o
almeno, se lo sarebbe dovuto aspettare, infatti era la prima cosa a
cui aveva pensato appena Caroline aveva cercato di dissuaderlo
dall'andare alla pensione.
“Oh... già... avrei dovuto
aspettarmelo, ho perso Elena il momento in cui ho deciso di seguire
Klaus” disse Stefan con un filo di voce, più a
sé stesso che alla
bionda che lo stava guardando con un sguardo pieno sia di compassione
che di rabbia.
“Non puoi darti la colpa tu l'hai fatto per
salvare tuo fratello!” disse Caroline, con la voce alterata.
“Si,
ma avrei dovuto metterlo in conto, e invece fino a questo momento mi
sono illuso di aver lasciato tutto come prima, immutato, illudendomi
di poter tornare ad una vita normale, con una ragazza normale, ma io
non sono normale, sono un vampiro e ho trucidato persone in questo
mese, non sono andato a fare una scampagnata!”
“Quindi tu
invece di dare la colpa all'ormone facile di Elena, che neanche un
mese è riuscita ad aspettare prima di aprire le gambe al
primo che
passava preferisci addossarti la colpa?”
“La colpa non è di
nessuno Caroline, o almeno, non è solo di una persona....
ognuno ha
fatto la sua parte” Disse Stefan, pensieroso, sempre con un
tono
colpevole, scendendo dall'auto e lasciando la bionda ad inveirgli
contro, e trascinandosi lentamente sul vialetto mentre la ragazza
metteva in moto e partiva sgommando.
Non aveva idea di cosa
avrebbe fatto trovandosi di fronte la scena lasciatagli immaginare da
Caroline, ma non credeva proprio di mettersi a fare l'ipocrita
impersonando il ragazzo geloso... non se lo poteva proprio
permettere, data la situazione.
Stava ancora cercando di decidere
come affrontare la situazione quando si ritrovò davanti alla
porta,
e, come se fosse andato via solo a comprare un pacco di sigarette,
aprì la porta ed entrò in casa.