08/07/2012
6 recensioni
2. Scusa
Dean non si decide a parlare ed io di certo non comincio la conversazione. La realtà è che sono imbarazzato, non so cosa fare per scusarmi, mi sento inutile e vigliacco.
“Allora?” Credo si aspetti una mia risposta. Abbasso gli occhi e mi chiudo il trench, rendendomi conto che per tutto il tempo in cui sono stato amico dei fratelli Winchester, lo avevo sempre tenuto aperto. È un particolare insignificante e scemo, ma mi è venuto in mente, dopotutto si sa che quando si sta per morire si ricordano tutte le stupidate della vita.
Due lacrime mi colano giù dagli occhi. Da quand’è che ho cominciato ad avere paura di Dean? Da quand’è che ho paura che Dean mi uccida? Sento la mancanza della mia invincibile aura angelica. Un dito mi asciuga le lacrime e io alzo la testa e guardo Dean negli occhi. I suoi magnifici occhi verdi sono colmi di rabbia, ma anche di … Comprensione, un leggero velo di comprensione che fa piangere anche lui.
“Dean, non piangere.” Non sopporto di vederlo piangere, mi fa venir voglia di tagliarmi le vene.
“Chi sei tu per dirmi di non piangere? Una volta ti avrei ascoltato ma ora … -mi squadra come se fossi un rifiuto umano, spazzatura che vaga per strada- ora non sei nessuno.”
Quelle parole mi feriscono come coltelli, ma cerco di non darlo a vedere, perché so che ha ragione. Sono io che l’ho ‘tradito’ e so che non esistono parole per tirarmi fuori dai guai.
“Scusa.” Lo dico per la frase che ha detto prima, non per tutto il casino che ho fatto. Mi guarda male e mi sferra un pugno in pieno viso. Mi fa male, ha le nocche appuntite e io non sono più un Angelo e non sopporto il dolore, quindi mi porto due mani sopra la testa. Lo sento ridere, una risata piena di rabbia e di dolore, che a me fa ancora più paura.
Mi rovescia per terra e mi tiene ferme le mani con la sua stretta ferrea che gli ha insegnato John, poi mi prende a calci sul torace e sulle gambe. Mi dimeno, ma senza risultato, John Winchester ha fatto davvero un bel lavoro con lui, mi dovrò congratulare appena posso. Un attimo … Questo è sarcasmo?
Il cellulare di Dean comincia a squillare, lui si alza e risponde, io ne approfitto per scappare via più veloce che posso. I bottoni del trench si aprono da soli lentamente, mentre io continuo a correre sentendomi una tartaruga inseguita da una lepre allenata e arrabbiata. Dopo aver girato l’angolo mi fermo e mi metto a origliare la conversazione che sa conducendo Dean al telefono.
“Sam … Sto parlando con Cas.” Riesco a sentire solo questa frase, poi lo sento salutare, quindi ricomincio a correre, ma subito inciampo nei lacci delle scarpe, che nel frattempo si sono slacciate. Impreco, poi mi abbasso per allacciarle il più in fretta possibile, ma faccio un groviglio con i nodi e alla fine sono al punto di partenza, solo con Dean vicino che mi guarda.
Mi tende una mano, la prendo e mi tira su, poi mi da uno schiaffo che mi fa un segno rosso su una guancia, non dico niente, dato che si abbassa e mi allaccia le scarpe, facendomi restare di stucco. Cioè, questo ragazzo soffre di forti sbalzi d’umore, ho sentito in giro che i drogati ne soffrono, ho capito cosa fa nel tempo libero. Credo che anche questo sia sarcasmo, ma in fondo ora sono umano, lo posso usare. Di certo Dean non è un drogato, ma anche se lo fosse lo amerei sempre.
“Perché l’hai aperto?” Mi chiede impacciato, indicando il trench. Questo maledetto impermeabile dev’essere proprio vecchio, i bottoni si aprono da soli appena ti metti a correre.
“Si è aperto da solo.” Rispondo, indifferente, ma lui non mi sta guardando. Sta guardando una parte di me, e questa cosa mi fa andare su di giri: sta guardando esattamente lì, lì in mezzo. Lo richiamo, anche se controvoglia, ma lui non mi sente, è come ipnotizzato.
Lo strattono per le braccia, allora mi guarda e mi chiede scusa, dice che non voleva, ma che è colpa mia che ho aperto quel maledettissimo trench. Non dico niente, ascolto tutte le scuse che mi dice ridendo sotto i baffi, credo voglia mascherare la realtà: gli piaccio. Ok, sto per svenire. Gli piaccio? Siamo sicuri?
Dean mi scuote, probabilmente mi ha chiesto qualcosa e io non me ne sono accorto, da quanto impegnato ero a pensare a cose stupide e sbagliate come quelle. Insomma, gli Angeli non hanno sesso, ma ora non sono più uno di loro, quindi è sbagliato, no?
“Cas.” Mi richiama usando il mio soprannome, alzo la testa e noto che è incredibilmente vicino a me. Cerco di respirare e di dire qualche frase sensata, ma lui si avvicina e mi bacia.
Angolo dell'autrice:
Ebbene sì, siete liberi di uccidermi per il capitolo cortissimo. Colpa mia. Domani parto per le vacanze (non aggiornerò per due settimane -.-) e ho voluto aggiornare prima di partire, giusto per lasciarvi in attesa del grande evento (come hanno detto Nakashima e xxrosy92: sesso selvaggio nel vicolo!) Ehm, non proprio selvaggio, in realtà neanche sesso... Oh, insomma, aspettate il prossimo capitolo, così capirete meglio! Beh, ho voluto aggiornare, però ho mille cose da fare e non ho potuto scrivere un capitolo più lungo...
Ringrazio:
AlisElisa per prima, per le sue incitazione a continuare
Nakashima perchè ha recensito e mi ha fatto un grande piacere
TheWinchesterGirl perchè mi ha detto che non importa se il capitolo è corto il lungo
Vanny_Winchester, Madame Plague, xxrosy92,ShadowSun e _blackcat per le recensioni
Le quattordici persone che hanno messo la fan fiction nelle seguite e la settima luna che l'ha messa tra le preferite.
Chi altro? Tutti voi che leggete silenziosamente!!
Princess_Dick