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Autore: MetalheadLikeYou    08/07/2012    1 recensioni
Sono Sam, una ragazza di 21 anni.......
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3





Passarono un po di giorni, me ne andavo in università con calma, non dovevo 
vedere nessuno, ne Andrea ne altri, ero abbastanza giù di morale.
<< Ciao Sam>> eccolo, parli del diavolo e spuntano le corna, sospirai e
mi allontanai, molto nervosa, lui mi bloccò, me ne stavo andando a casa,
ma lui eccolo, doveva già stressare le palle.
<< Cosa cazzo vuoi?>> chi chiesi fredda, lo scansai da me, con una
spinta.
<< Che ti succede?>> mi domandò nervoso, stringendomi poi un polso,
gli diedi un ceffone in faccia, lui se la toccò.
<< Che mi succede? "Ah quella Sam, è una sfigata, senza genitori">>
citai una delle bellissime frasi che aveva detto ai suoi amici, lui mi fissò
con gli occhi sgranati, mi allontanai schifata, << Che c'è? Non mi hai
vista al bar?>>
<< Mi dispiace tanto>>
<< Mi fai schifo, non avvicinarti mai più>>
<< Ma dai, parliamone!>> 
<< Lasciami in pace>> dissi spostandomi, cominciando ad andarmene
via velocemente, misi tutto nella borsa e uscii dall'università,
incamminandomi, tra gli altri studenti, tutti mi fissavano schifati, come
sempre, mi consideravano una sottospecie di mostro, mi misi le cuffie, mi
misi proprio i Bring me the horizon, la voce di Oliver era molto bella,
graffiata, come piaceva a me, ascoltavo molti gruppi simili, ma mi stava
piacendo molto quel gruppo.
Mi fermai al cancello, a controllare se avevo preso tutto, appoggiai la borsa
sul muretto.
Qualcuno mi toccò, mi girai di scatto, Oliver.
Mi tolsi le cuffie, riprendendomi dall'infarto appena preso, mi appoggiai
al muro, incrociando le braccia al petto, vidi quelli di scuola fissarci, molte
ragazze parlavano tra di loro, avevo un buon udito e avevo capito che
parlavano di lui, dicendo poi che ero una troia.
<< Che ci fai tu qui?>>
<< Guardami, invece di osservare quelli>> mi prese il viso girandolo verso
il suo.
<< Emh...>>
<< Lo sento anche io, anzi li sento anche io, sta tranquilla non sei ne un
giocattolo, ne una troia>> mi rispose, accarezzandomi il volto, mi ritrassi,
non mi andava di stare al centro dell'attenzione, era una cosa che detestavo,
ma evidentemente non potevo star un po in pace.
<< Non mi hai risposto>>
<< Sono qui perchè volevo vederti>> 
Alzai un sopracciglio, allonandandolo di poco da me, ma sorridendogli
dolcemente, era forse il primo che si comportava in quel modo con me.
<< Volevi vedermi, mmm>>
<< Vedo che indossi il mio regalo>>
<< E' bellissima, grazie>>  
<< Mmm che hai da fare oggi?>> mi chiese ridendo.
<< Nulla, perchè?>>
<< Bene verrai in sala con me, almeno ci divertiamo un po, senti che tipo
di...>>
<< So che tipo di musica fate, ultimamente vi sento, diciamo dal nostro
incontro, per me va bene, ma sei sicuro che gli altri non facciano storie?>>
<< Saremo solo io e te, una chitarra e basta>> mi disse prendendomi la
borsa, me la porse, per poi passare un braccio sulle mie spalle, stringendomi
a se, notai delle ragazze scuotere la testa schifate, sospirai.
<< Aspetta>> mi disse, si girò e alzò i medi, tutti rimasero zitti, << Lasciatela
in pace, smettetela>>
<< Oliver, non...>>
<< Non preoccuparti, andiamo>> aggiunse ridendo, con fare da bambino,
scossi la testa e ci incamminammo, mi strinse di nuovo e si mise a cantare,
ma non con il solito vocione screammato, ma con una vocina dolce.
Stava cantando una canzone dei Papa Roach, sorrisi e inconsapevolmente mi
unii a lui, che si fermò a fissarmi.
<< Sei molto intonata>>
<< Ma che dici, non sono intonata per niente>>
<< Invece si, sono io la super star, quindi ho ragione>>
<< Ah allora scusa>> dissi ironica, lui mi baciò una tempia per poi girarsi
di nuovo, mi sorrise, << beh eccoci arrivati>> aggiunse aprendo un
portone, entrammo e prendemmo l'ascensore, era la palazzina della Record,
la loro casa discografica.
Ci fermammo al sesto piano, dove avevano la loro sala, entrammo,
era un posto meraviglioso, girai tra gli strumenti, toccando la batteria,
quante volte con il mio papà avevo suonato, poi mi soffermai sul basso, io
vivevo nella musica, nell'arte.
Vidi Sykes prendere dei fogli, mi avvicinai scrutando dal suo fianco, erano
dei testi, me li porse, << Leggili se vuoi!>>
<< Oh grazie, mmm ok>> mi misi seduta, lui al mio fianco, appoggiando
la testa su una mia spalla, sorrisi debolmente, per poi leggermi la prima,
era veramente stupenda, gli sorrisi e mi girai, trovandomelo a pochi
centimetri di distanza.
Mi accarezzò una guancia.
<< Cosa stai facendo?>> chiesi, ma come cazzo me ne uscivo.
<< Shhh, non parlare>>
Mi ammutolii, mentre lui mi infilava una mano nei capelli avvicinandomi
a se, rimanemmo così per un po, mi fissava con qul suo sguardo.
Profondo.
Mi persi nei suoi occhi e deglutii, era bellissimo, non potevo dire il
contrario, mi si avvicinò appoggiando la sua fronte alla mia, fece toccare
i nostri nasi.
Il cuore ormai era partito, tentavo di rimanere lucida, ma mi annullava,
non dovevo innnamorarmi di uno come lui, non che fosse uno stronzo,
ma era un artista, girava il mondo.
Non doveva accadere nulla, feci per allontanarmi.
Non me lo permise, anzi mi riavvicinò a se, poggiando le sue labbra sulle
mie, tremai, era una bellissima sensazione.
Mi staccai.
<< Sam che c'é?>>
<< Non-non devo>>
Mi alzai di scatto poggiando i fogli, sul tavolino, presi la borsa di corsa,
avviandomi verso la porta, lui fece lo stesso, seguendomi e bloccandomi,
mi fece girare.
<< Non devi cosa?>>
<< Questo>>
<< Tu hai paura che io ti possa lasciare vero?>>
<< Non stiamo insieme>>
<< Mi piaci e no, non ti lascerò>>
<< Non dire una cosa simile, ho visto molta gente andare via>>
<< Io non sono molta gente Sam, sono io>> si indicò, sorridendomi,
dolcemente.
<< Tu andrai in giro>>
<< Verrai con me se vuoi>> mi rispose accarezzandomi un braccio,
se voleva farmi morire ci stava riuscendo benissimo, sospirai e mi
appoggiai al muro alle mie spalle, lui mi si avvicinò.
<< Non me ne andrò ok? Se non ero sicuro non ti avrei baciata>>
<< Neanche mi conosci>>
<< Oh ma abbiamo tempo, mi impegnerò al massimo per conoscerti>>
Sorrise, mi accarezzò di nuovo la guancia sinistra, chiusi gli occhi al suo
tocco, lo sentii ridere, lo fissai, un po nervosa e impanicata, mi
strinse a se, << Non ti lascerò>>
<< O-ok>> a quelle mie parole si staccò da me, tenendomi per le
spalle, mi baciò di nuovo, dolcemente, come solo lui sapeva fare.
  
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