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Autore: damnlouis    09/07/2012    5 recensioni
Luogo: Oratorio estivo, detto anche CRE (Centro Ricreativo Estivo).
Lei: Alessia Jepsen, occhi verde smeraldo e capelli neri, è solare, creativa, estroversa, orgogliosa (fin troppo), simpatica, sicura di sé, combattiva, determinata, romantica e testarda come un mulo.
Lui: Louis Tomlinson, occhi azzurri cristallini e capelli mori a schiaffo, è divertente, cretino, estroverso, disordinato, estremamente testardo, se ne fotte di cosa pensano gli altri di lui, sincero, orgoglioso, idiota, romantico, buffone e sfacciato.
Messi insieme: litigano in continuazione, eppure c'è una qualche attrazione che li spinge a stuzzicarsi l'uno con l'altra.
Tra litigi, momenti di dolcezza, sfuriate, canzoni traboccanti di sentimenti, scenate di gelosia, sguardi sognanti, baci rubati, coppie che scoppiano, segreti, istinti omicida, sentimenti che vengono a galla, pensieri sessuali e ormoni da tenere sotto controllo; che combineranno i protagonisti?
Entrambi si odiano a morte, ma alla fine della storia sarà ancora così?
Si dice che da odio nasce amore..

Fic Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=LzpFf4-aTcE
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lunedì 11 Giugno 2012

 

...Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi azzurri, che scrutavano i miei in cerca di una risposta. In men che non si dica mi persi letteralmente nell'azzurro dei suoi occhi e non riuscii a spiccicare parola. Erano davvero belli. Poi il suo viso si fece sempre più vicino al mio, finchè...

 

Driiiiiiiiin!

 

Il suono della sveglia interruppe i miei sogni e mi svegliai di soprassalto. Mi guardai intorno spaesata: ero ancora nella mia camera, distesa sul letto con una coperta addosso. Erano le otto di mattina, quindi mi alzai e cominciai a prepararmi la colazione, mentre andavo a mettermi la maglietta da animatrice e i pantaloncini corti. Poi andai a truccarmi con un pò di eyeliner e di matita nera. Tornai in cucina e feci colazione con calma. Infine andai a lavarmi i denti e subito dopo, andai a buttare letteralmente giù dal letto mia sorella.
<< Giuliaaaaaaaa! Alzati! >> urlai nell'orecchio di mia sorella. Giulia sussultò dallo spavento e si mise una mano sul cuore.
<< Alessia! Ma sei stupida?! Insomma stavo dormendo beatamente... >> Cominciò a imprecare mie sorella.
<< Scusa, ma se vuoi andare in oratorio ti conviene alzarti >> la interruppi, mentre porgevo i vestiti a Giulia. Lei si ributtò sul letto, ma poi si rialzò, prese i vestiti e si cambiò.
Subito dopo uscimmo di casa e ci ritrovammo sul portoncino del nostro condominio. Mia sorella era troppo occupata a messaggiare con le sue amiche, io invece avevo la testa da un'altra parte; Inciampai e, chiudendo gli occhi, aspettai di cadere sull'asfalto che si stava risdcaldando. Invece dell'asfalto duro, caddi su qualcosa di morbido e caldo, che pareva essere una persona.
<< Ma guardi dove... - cominciò a imprecare una voce, una voce fastidiosa che avrei riconosciuto fra mille. Alzai di scatto il viso e incatenai il mio sguardo a quello di Louis, che si bloccò. - ... cammini. >> Eravamo distanti pochi centimetri, io che mi reggevo a lui per le spalle, mentre lui teneva me per i fianchi. Mi resi conto solo allora di quanto fossero belli i suoi occhi. Quella mattina erano di un azzurro molto acceso, che sembravano quasi blu. Mi sembrò di cogliere una scintilla che si fece rapidamente largo tra i suoi occhi, per poi sparire così com'era arrivata. La mia schiena fu inavasa da dei brividi piacevoli, mentre lo stomaco si riempiva di farfalle. Restammo così per qualche minuto, finchè mia sorella si schiarì la gola, accorgendosi di noi due solo allora.
Io e Louis ci staccammo, colti di sorpresa. Mi ricomposi, schiarendomi la gola e arrossendo violentemente.
<< Jepsen. >> disse Louis, accennando ad un saluto senza trapelare nessuna emozione. Mi aiutò ad alzarmi.
<< Tomlinson. >> risposi al salutocon tono neutro e con un cenno della mano.
<< Ma che carini che siete! >> disse mia sorella, intromettendosi con un sorriso a trentadue denti sulla faccia.

 

Louis' mind
Scesi le scale, mentre il telefono mi vibrava nella tasca dei pantaloni. Presi il cellulare, continuando a camminare senza sapere dove stavo andando di preciso. Aprii il messaggio: era di Harry.
"Louis, oggi di mattina non ci sono... Vengo di pomeriggio. xx" Oh, perfetto! adesso avrei dovuto sopportare Jepsen tutta la mattinata, senza potermi sfogare con il mio migliore amico! Quella ragazza era estenuante. Preso dai miei pensieri, venni colto di sorpresa e una ragazza che inciampò e cadde tra le mie braccia.
<< Ma guardi dove... - cominciai ad imprecare, poi mi bloccai: i suoi occhi verdi smeraldo si incatenarono ai miei. - ...cammini. >>
Eravamo distanti pochi centimetri, io che la tenevo per i fianchi, mentre lei si reggeva sulle mie spalle. Mi resi conto che dove lei aveva appoggiato le mani, la mia pelle stava bruciando; poi, quando guardai intensamente i suoi occhi, sentii dei brividi piacevoli invadermi la schiena e lo stomaco mi si contorse in modo piacevole. I suoi occhi verdi erano così belli, che sarei rimasto a fissarli per sempre. Restammo così per qualche minuto, finchè una ragazzina dietro ad Alessia si schiarì la gola, accorgendosi di noi due solo allora.
Io e Alessia ci staccammo, colti di sorpresa. Mi ricomposi, schiarendomi la gola e arrossendo violentemente.
<< Jepsen. >> dissi, accennando ad un saluto con tono neutro, mentre la aiutavo ad alzarsi.
<< Tomlinson. >> rispose lei al saluto con tono neutro e con un cenno della mano.
<< Ma che carini che siete! >> disse la ragazzina, intromettendosi con un sorriso a trentadue denti sulla faccia. Guardai con aria interrogativa quella ragazzina, mentre Alessia la inceneriva con lo sguardo. Calò il silenzio e l'atmosefera divenne imbarazzante.
<< Ehm... Volete che vi accompagni in oratorio? Tanto dobbiamo andare dalla stessa parte... >> dissi. Alla ragazzina gli si illuminarono gli occhi, mentre ad Alessia gli si spalancavano dalla sorpresa.
<< Assolutamente No! >>
<< Assolutamente Sì! >> Dissero all'unisono. Scoppiai a ridere e cercai di persuadere Alessia. La ragazzina si unì alla mia risata.
<< Dai Jepsen, hai paura? >> le domandai con un sorriso strafottente.
<< Vai a quel paese, Tomlinson >> mi disse lei con un sorriso finto. Sbuffai, alzai gli occhi al cielo con un sorriso e presi in braccio Alessia, incamminandomi verso l'oratorio; anche se era sotto casa. Alessia cercò di divincolarsi inutilmente, perchè aumentai la presa sul suo corpo.
<< Mettimi giù, Tomlinson! >> cominciò ad urlare lei, arrabbiata.
<< E' inutile che ti dimeni, tanto finchè non siamo in oratorio non ti metto giù, Jepsen >> risposi imperterrito. Sarà stata cocciuta quanto vuole, ma io ero più cocciuto di lei. Non l'avrebbe vinta facilmente. La ragazzina ci seguiva senza dire una parola e vidi con la coda dell'occhio che se la rideva. Alessia rassegnata si calmò.
<< Come ti chiami? >> chiesi alla ragazzina. Lei si voltò verso di me e sorrise. Sembrava una ragazzina molto solare.
<< Giulia. Giulia Jepsen >> spalancai gli occhi a quella risposta. Era davvero la sorella di Alessia Jepsen, la ragazza che tenevo in braccio? Giulia aveva i capelli e occhi castani, la pelle chiara e qualche lentiggine sul naso e sugli zigomi. Alessia invece era tutto il contrario: capelli neri, occhi verdi smeraldo e la carnagione era più scura di quella della sorella. Sembrava che fosse abbronzata tutto l'anno.
<< Non sembrate neanche sorelle... >> dissi molto sorpreso.
<< Lo so, ce lo dicono in tanti. >> rispose lei comprensiva.
Senza neanche accorgemene, arrivammo in oratorio. Come avevo promesso, lasciai andare Alessia.
<< Grazie, Tomlinson... Non ho camminato per tutto il tragitto, mi hai fatto un favore >> sorrise strafottente. Cazzo, gli avevo fatto un favore senza accorgemene.
<< Non era mia intenzione farti favori >> risposi acido.
<< Lo hai appena fatto >> rispose lei con quel sorriso strafottente, ma con un tono acido. Risposi con una smorfia.
<< Bene! >> dissi.
<< Bene! >> rispose.
E ci dileguammo verso i nostri amici. Senza volerlo, mi girai inietro e la vidi che si allontanava e andava dalle sue amiche.

 

Alessia's mind
"Giuro che se Tomlinson mi si avvicina ancora, lo castro!" cominciai a pensare. Poi dovetti ritirare il mio pensiero, perchè dovevamo fare la tappa insieme. Accidenti!
Presi quattro sedie che servivano per il gioco, poi cercai la busta con le parole scritte dentro, sia per le elementari sia per le medie. Scelsi come posto per la nostra prova sotto il portico, dove c'erano i due campi da calcio e quello da pallavolo e dove consegnavano i ghiaccioli. Quel posto era sempre all'ombra. Presi le prime due sedie e le sistemai, poi feci per sistemare le altre due, ma una mano mi anticipò e le sistemò. Alzai lo sguardo e mi ritrovai Tomlinson davanti, più strafottente che mai. Lo guardai come se volessi incenerlirlo all'istante.
<< Tomlinson. >> dissi, con tutto il disprezzo che provavo per quell'essere.
<< Jepsen. >> rispose, sprezzante. Non lo degnai neanche di uno sguardo, sistemai il cartello con scritto "Intesa Vincente" e mi sedetti su una delle sedie. Lui mi imitò e si sedette di fianco a me.
<< Senti, che ne dici di fare una tregua solo per fare questa tappa e poi riprendiamo ad odiarci come sempre? >> propose Louis guardandomi con occhi da cucciolo. Ridussi gli occhi a due fessure e alzai un soppracciglio.
<< Ci sto ad una condizione >> dissi.
<< Spara >> rispose.
<< Tu mi starai lontano lo stesso. >> lo stuzzicai.
<< Perchè? >> chiese con tono innocente.
<< Perchè altrimenti ti castro! >> risposi con un sorrisetto strafottente. Lui sbattè più volte le palpebre, fino ad assimilare bene quello che avevo detto.
<< Eh, no! Io ci tengo alle palle! >> disse Louis spaventato e alzandosi, allontanandosi da me; mentre faceva scudo alle sue parti basse.
<< Allora cerca di starmi il più lontano possibile, Tomlinson >> risposi soddisfatta di aver ottenuto qualcosa, ovvero la sua lontananza.

 

Alla fine avevo ottenuto quello che volevo, Louis durante tutta la tappa aveva mantenuto le distanze. Si era solo avvicinato per chiedermi quali erano le parole delle elementari e delle medie e poi ha mantenuto le distanze. Entrammo entrambi nel salone per andare a vedere di quale squadra facevamo parte. Partii dai blu perchè non mi avevano mai messo in quella squadra. Liam Payne, Alison Duncan, Alex Santiago, Jasmine Pettyfer, Betty Sampsot e Max Fincle. Anche quell'anno non ero nei blu. Passai ai rossi. Harry Styles, Mattia McAlley, Niall Horan, Andrea Foster, Amy Hunderson e Lucinda Dixon. Andai a vedere nei gialli. Samantha Walker, Louis Tomlinson, Alessia Jepsen... No, aspetta cosa? Ero nei gialli insieme a quel coglione di Tomlinson?! Adesso potevano anche uccidermi. Con un sospiro andai avanti a leggere gli altri: Zayn Malik, Mary Gostyuk e Cleo Poly. Giusto per curiosità andai a vedere gli animatori dei verdi: Lydia Costner, Kevin Sampsot, David Gostyuk, Sarah Martinez e Austin Carter. Tutti i bambini avevano la maglietta della propria squadra e ne andavano fieri. Subito dopo partì la base dell'inno e salii sul palco per ballarlo.
"Stiamo andando a giocare, a giocare sul prato.
Sotto il sole dorato, nel cielo più blu.
Stiamo andando a cantare, a cantare nel coro
Un accordo maggiore, che è molto migliore se canti anche tu!
Ahhh, sono triste e stanco!
Sono chiuso in un bagno che mi lagno suonando un flamenco
Ahiiii, ho perduto la chiave
Voglio un lascia passare, perchè ho perso la chiave e non ne posso più!
Pa-pa-pa-passpartù, Pa-pa-pa-passpartù
Pa-pa-pa-passpartù, Pa-pa-pa-passpartù
Dietro quella porta, ci sarà una svolta
e non pensarci più, giro e passpartù!..."

Andammo avanti così, finchè non finì la canzone. Scesi dal palco e mi recai dalla mia squadra. Tutti i bambini si sedettero e cominciarono ad incitare le proprie squadre, urlando il proprio colore. Le parole si mischiarono a tal punto che non si poterono più distinguere.
Rosemma richiamò il silenzio.
<< Bene ragazzi. Ora che sapete in che squadra siete andate pure a casa a mangiare. Per chi volesse iscriversi alla gita di domani, fuori ci sono le mamme che organizzano e che ritirano le iscrizioni. Potete andare. >> detto questo, ci congedò tutti. Mi precipitai verso l'ufficio animatori e presi velocemente la mia borsa. Controllai che ci fosse tutto, ma fui interrotta da Rosemma che parlò a tutti gli animatori.
<< Animatori! - tutti si fermarono e calò il silenzio assoluto. - Ricordatevi che stasera ci sarà il torneo degli animatori. Iscrivetevi a calcio e/o pallavolo. >> Prese una penna e chiamò uno ad uno che sport volessimo fare.
<< Jepsen viene con noi a calcio! >> esclamò Mattia, indicandomi. Ma perchè tutti usavano il mio cognome? Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa. McAlley era fissato con l'idea che io fossi brava a giocare a calcio. Rosemma mi segnò nella squadra di calcio. Amy, la mia migliore amica, alzò la mano per essere interpellata.
<< Dimmi Hunderson >> Rosemma le diede la parola.
<< Alessia può giocare anche a pallavolo? E anche Louis... Sono entrambi molto bravi... >> disse lei un pò timidamente. Rosemma acconsentì e segnò sia me che Louis a pallavolo. Poi tutti gli altri si fecero segnare nelle varie squadre.
<< Okay ragazzi, qui alle otto e mezza; intesi? Niente ritardi >>
Andai ad iscrivermi alla gita, arrivai distante pochi centimetri dal bancone, ma una persona mi si parò davanti e arrivò prima di me.
<< Scusami?! >> dissi picchiettando sulla sua spalla. E poi mi ritrovai faccia a faccia con quei occhioni azzurri, che mi scrutavano da cima a fondo. Rimasi un pò sconvolta, ma mi ripresi e cominciai a parlare.
<< Ma chi ti credi di essere? Rispetta la fila, c'ero prima io! >> dissi, guardandolo come se volessi appiccargli fuoco con la forza del pensiero. Peccato che non avevo super poteri, altrimenti Tomlinson starebbe già bruciando.
<< Appunto: c'eri... Adesso ci sono io! >> disse con tono strafottente, prima di rigirarsi e continuare l'iscrizione. Arrabbiata, andai di fianco a lui e lo spinsi via. Louis cadde a terra e si sbucciò un gomito. Lo ignorai e iniziai la mia iscrizione con la signora che mi guardava male.
<< Nome? >> domandò monotona.
<< Alessia >> risposi monotona.
<< Cognome? >>
<< Jeeee... - sentii uno spintone arrivare da sinistra e subito mi ritrovai sul cemento freddo. - psen... Prego, eh Tomlinson! >> dissi ironica. Mi alzai e sentii delle ferite bruciare, ma non mi importava. Louis voleva morire, adesso! Lui si girò e fece il segno "V" di vittoria con le dita, accompagnato da un finto sorriso.
<< Dimmi, tu vuoi morire? >> chiesi, cercando di restare calma. Louis si girò confuso.
<< Cos... >> cominciò a dire, ma mi bastò quella frazione di secondo di distrazione, per assestargli una ginocchiata ben piazzata su Willi. A Louis morirono le parole in gola, strinse gli occhi e fece una smorfia di dolore. Mi sistemai i capelli e ricominciai la mia iscrizione, mentre Tomlinson si accasciava a terra dal dolore.

 

Louis' mind
<< Dimmi, tu vuoi morire? >> chiese, stranamente calma. Mi girai confuso.
<< Cos... >> cominciai a dire, ma mi bloccai perchè mi arrivò una ginocchiata ben piazzata su Willi. Mi morirono le parole in gola, strinsi gli occhi e feci una smorfia di dolore. Alessia si sistemò i capelli e ricominciò la sua iscrizione, mentre io mi accasciavo a terra dal dolore. Cominciai a vedere le stelle, nel frattempo mi morsi la lingua per non urlare. Non potevo dargliela vinta, farle vedere che urlavo di dolore; o peggio ancora piangere di dolore. Diventai pallido in volto e respirai profondamente per cercai di alleviare il dolore.
<< Se non funziona più, mi paghi i danni, Jepsen >> sputai fra i denti con una voce stranamente acuta, non sprezzante come avrei voluto che fosse. Alessia si girò, furente in volto e a quella visione mi spaventai. Non tanto perchè era un mostro, ma perchè ora sapevo quali erano le sue capacità. Non volevo un'altra ginocchiata nelle palle. Si avvicinò, evidentemente aveva finito l'iscrizione, sempre di più al mio volto fino a quando pochi centimetri ci separarono.
<< Non ho paura di te, Tomlinson >> disse lentamente e sprezzante per farmi assimilare bene il concetto. Il mio cuore cominciò a battere forte, mentre i suoi occhi verde smeraldo intenso scrutavano i miei azzurri. Avevo paura? Perchè il mio cuore aveva accellerato i battiti?
<< E per la cronaca, non ti ripago niente. Se non funziona più, ti arrangi perchè te la sei meritata la ginocchiata. >> detto questo, si allontanò da me, prese sua sorella e si diressero verso casa. Calò un silenzo irrazionale e imbarazzante. Tutti mi fissavano, poi ripresero a fare quello che stavano facendo.
Improvvisamente qualcuno scoppiò a ridere dietro le mie spalle. Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa: Harry. Ci mancava solo lui.
<< Louis, amico! Che ti è successo? Dovresti vederti, sei pallido come un fantasma! >> continuò a ridere e a sbellicarsi.
<< Harry potresti aiutarmi ad alzarmi? E smettila di ridere! >> dissi seccato. Harry smise di ridere e mi aiutò ad alzarmi, ma me lo sentivo che tra pochi istanti sarebbe scoppiato a ridere un'altra volta. Invece mi guardò serio in volto.
<< Dai, seriamente: chi ti ha steso? Un ragazzo? Perchè se è così...>>
Cominciò a blaterare, ma lo interruppi parlando sopra la sua voce.
<< Ma secondo te? I maschi si prendono a pugni, non a calci nelle palle! >> sbraitai, ancora dolorante. Cazzo se faceva male.
<< Hai ragione... I calci nelle palle provengono al 100% dalle ragazze. Uhm... devo dire che è il loro punto preferito, dove colpire intendo... >> disse mettendosi delle dita sul mento, con fare pensoso. Wow, Harry che pensa! Sarà da immortalare questo giorno.
<< Comunque... chi è la ragazza che ti ha steso? >> chiese, con uno stranissimo luccichio negli occhi. Gli occhi di Harry erano molto simili a quelli di Alessia. Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
<< Alessia Jepsen >> dissi, sospirando. Harry spalancò gli occhi e un sorriso a trentadue denti gli si stampò sulla faccia.
<< Quella ragazza che ha i capelli neri e gli occhi verdi simili ai miei? Oh, è da stimare! >>
<< Ehy, ma tu da che parte stai! Dalla mia o dalla sua? >> chiesi offeso. Era la prima volta che (forse) Harry non stava dalla mia parte.
<< Beh, c'è da dire che tu la provochi e la stuzzichi in continuazione. - disse e mi sorprese tantissimo. Mi ero perso un pezzo per caso? - C'è qualcosa che non so, Louis William Tomlinson? >> disse, come se si fosse accorto che ci fosse qualcosa sotto. assottigliò lo sguardo e alzò un soppracciglio con aria interrogativa.
<< Non si sta facendo tardi? Andiamo a casa che poi ci sono i tornei. >> lasciai cadere il discorso a metà. Harry scosse la testa e ci avviammo verso casa.

Lunedì sera, cioè i tornei, saranno nel prossimo capitolo...
 

To Be Continued...

 

_______ Autrice _______

 

Allora?? questo è in assoluto il capitolo più lungo che io abbia mai scritto in tutta la mia vita. Vi è piaciuto? dai vorrei alcuni commenti per sapere se andare avanti, se la storia vi piace o se fa schifo (spero di no). Spero che lo recensiate, a presto Ale.

   
 
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