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Autore: _Alexis_    09/07/2012    1 recensioni
Nacque dalla superficie. L’acqua percorreva il corpo, il suo corpo. Non si chiese neanche perché fosse uguale a lui. Le dimensioni lo rendevano esposto a tutti, e mentre si preoccupava di questo, gli occhi del gigante erano distanti da lui non più di pochi centimetri.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Il suo cervello è sottoposto ad uno stress eccessivo, forse…
-No, ti ho detto di avere pazienza.


Un colpo al cuore. Era pronto ad urlare, quando si accorse che il motivo del suo terrore, era solo una finestra sbattuta dal vento. Fece immediatamente il punto della situazione, di Brent si ricordava come se ci avesse parlato quando era appena neonato, era così offuscato, e il ricordo della crociera era, come pensava, quello di un sogno. Si poggiò una mano sulla fronte. Adesso si trovava in una stanza, in una casa di legno, e l’odore del mare gli suggeriva che non fosse molto lontano. Spaventosa l’idea di domandare a qualcuno cosa fosse accaduto il giorno prima. Uscì fuori dal letto e si vestì.
Amber, ricordava il nome di quella ragazza che aveva conosciuto, quella stessa che adesso gli si stringeva al busto, delicatamente, e lui sentiva una fitta al ventre, di quelle che non sentiva da tempo, o che non aveva mai sentito. Al, amore. Le accarezzava la testa.
Oltre al calore della ragazza avvinghiata a lui, il calore di un falò sulla spiaggia, che illuminava scompostamente visi di persone riunite in cerchio e che, supponeva, fossero degli amici. Ah, eccola un’altra sensazione nuova. La curiosità del mondo, era questo che lo spingeva a non impazzire per quelle strane faccende, messe da parte queste, la sua vita era buona, normale.
La mano che stringeva la sua, era piccola, magra, e il pareo lasciava appena intravedere le sue forme mentre il vento lo agitava. Lo aveva trascinato in stanza, e lo aveva baciato senza troppi mezzi termini, anche quello era così deliziosamente nuovo.
Alden, e si calava su di lui, gentilmente. Aderivano i corpi, e lui fremeva, sentiva i lunghi capelli mussi che gli solleticavano il viso. Aderiva la piccola mano al suo petto scoperto, e scendeva con decisione, e il suo corpo era adesso attanagliato da una schiavitù mai conosciuta. La sua bocca a breve distanza dalla propria, un contatto rallentato, occhi chiusi. Buio.
Silenzio, e le coperte rivestivano il suo corpo nudo. I loro corpi nudi. Amber dormiva.
Si alzò a sedere di botto, e le lacrime gli bagnarono il viso, a fiotti, prima ancora che potesse realmente sentirsi triste. Amber lo seguì, coprendosi il seno con le coperte. Hai fatto un incubo? Non lo so. Lo strinse al seno, gentilmente, sussurrandogli all’orecchio La sorellona è qui, e con le carezze, allora, il suo respiro tornava normale in breve.

Raggomitolato sul divano, fissava i grandi cuscini e ascoltava il rumore del letto cigolante, causa la sorella che saltellava per passare il tempo. Quelli erano veramente gli unici momenti in cui poteva fare finta di niente, con la testa chiusa tra le braccia, e una lieve sonnolenza. Giusto, era anche riuscito a togliere il gesso dal braccio. Sentiva poi chiaramente un respirare profondo, che non era il suo, e si voltò. Che fai qui? Chiese alla piccola Amber. Va meglio il braccio? Oh… si guardò il braccio di sfuggita Sì, sembra che la tua magia abbia fatto effetto, per tutta risposta la bambina sorrise apertamente, orgogliosa. Andiamo a fare un bagno? Le chiese, Non posso, ho mangiato da poco! La cosa, chissà perché, lo divertì, e le poggiò una mano sulla testa, per poi stamparle un lieve bacio sulle labbra. Chissà poi cosa fu quella sensazione di piacere. La prese per una mano, e optarono per una passeggiata.

Svelta e di soppiatto, senza fare rumore, senza farsi notare, la piccola mano curiosa andava ad accarezzargli lievemente il fondoschiena, e in men che non si dica il solletico gli provocò una risata che tutto era tranne che virile. Oh, e cos’è successo? Ridendo di gusto, si accorse la ragazza del braccio adesso libero Ah, me lo sono tolto sta mattina, e non fece caso Alden all’espressione interrogativa di Amber, che la strinse a se con un braccio solo, e il suo piccolo viso che aderiva al suo petto.
No! Era la prima volta che riusciva a proferir parola, quando il terreno tremava e appariva il gigante. Pronto a scappare, ad urlare, a fare qualsiasi cosa, purché potesse svenire e risvegliarsi in un altro posto. Eppure Amber non si mosse, la vedeva solo da dietro perché si era voltata a fissare il gigante piegatosi sulle ginocchia. Perché hai paura? Gli rivolse la domanda senza distogliere lo sguardo dall’altro Perché tu non hai paura? Amber si voltò verso di lui, seria ma serena, E perché dovrei, se questa è una parte di te? E poi… lui vuole solo parlarti.

-Lo stiamo perdendo, Amber.
-Non staccare le connessioni, non ancora.

Rimase a fissare oltre il vetro del balcone di fronte a lui, fuori, nel piccolo portico. Accanto a lui, il gigante che adesso non lo era più, latteo e quasi invisibile, Guarda, diceva. E guardava, lui. Non ci furono incomprensioni, non ci furono traumi, era evidente, quella era casa sua, andava a fuoco. Dentro la camera da letto che aveva davanti, un Alden poco più giovane bruciava, evidentemente ancora vivo e in grado di percepire i dolori. Sono stato io a bruciare tutto? Ma il gigante che non lo era più non rispose. Non sentiva alcun rumore. Dalla porta all’interno della stanza, apparve una ragazza. La riconobbe, era Amber, la sua fidanzata in quel sogno, ma sapeva fosse sua sorella, proprio come lo dimostravano le foto sui comodini, quelle che ancora non avevano bruciato, e c’era quella bambina, sempre Amber, la sua sorellina in quel sogno. Adesso capisco. La ragazza, sua sorella, si calò sul suo corpo in fiamme con calma, e con calma si rese conto che non ci fosse molto da fare.
Poi non poté vedere oltre. Il viso del gigante che non lo era più, fattosi vicino al suo orecchio con la bocca, e le sue mani sulle proprie, fino ad entrare nella sua mente, e adesso poteva aprire gli occhi e sapere che avrebbe visto la realtà.
Non staccare nulla, Brent! Morirà ugualmente, a che cosa serve mantenerlo ancora in vita? Quelle voci che aveva avuto in testa per così tanto tempo, adesso chiare, limpide.
Aprì gli occhi, e naturalmente non vedeva quasi nulla, la vista annebbiata e figure poco definite. Era dentro una boccia di vetro, forse, o una grossa vasca, o forse un grande uovo.
Alden, si sentiva chiamare da fuori, ma non poteva rispondere non sapendo come si faceva, e il liquido nella vasca scendeva velocemente. Ma lui stava bene, Ah. Non avrebbe più finto nulla, quella era la realtà, quella vera!
Il liquido si prosciugò del tutto, le sue gambe non ressero e cadde sul pavimento di quell’uovo così stretto, Alden, ti supplico resta qui. Quello probabilmente era l’unico vero ricordo di amore che avrebbe mai avuto. Qualcosa, come un cavo, o un ago o qualcosa di simile, si staccò da dietro la sua nuca, Ti amo! E non sentì altro, chiuse gli occhi per sempre, semplicemente.

Orario fine procedura 6.11 a.m.



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pensandoci realmente avrei potuto davvero lasciarla come one shot e basta, ma per comodità l'ho divisa in tre parti... bene, grazie del tempo concesso, au revoir! xD
   
 
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