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Autore: Mocaccino_    09/07/2012    1 recensioni
Federica Smith.
Un futuro già programmato. Studentessa perfetta, figlia perfetta, amica perfetta, chitarrista perfetta.
"Non innamorarti" le hanno detto "Fa male e fa perder tempo"
Ma da qualche parte esiste un ragazzo sconosciuto con un paio di ricci pronti a sfaldare tutta questa perfezione
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV HARRY

Sto per inviare l’ennesimo messaggio a Federica, quando vengo interrotto dalle urla degli altri appena tornati da un giro per negozi.
Zayn si lancia a peso morto sul divano, probabilmente deciso a schiacciare un pisolino di metà mattinata, Liam gli fa compagnia, mentre Louis si dirige verso di me con un sorrisetto malizioso e m infila una mano tra i capelli ricci e scompigliati, ancora sotto l’effetto della lunga dormita.
”Buongiorno piccolo Hazza”
”Ciao Boo” rispondo annoiato, senza alzare gli occhi dallo schermo del mio cellulare.
Successivamente, sollevando lo sguardo, noto che Louis mi sta fissando divertito, forse in attesa di una mia reazione, bensì sono troppo impegnato con il mio cellulare per reagire.
”Così non c’è gusto, sei sempre attaccato a quello stupido aggeggio. Vado a riposarmi un po’”
Annuisco semplicemente e poi continuo a digitare il messaggio da inviare a Federica.
”Ha ragione lui” dice improvvisamente Niall. Non mi ero neanche accorto che fosse entrato in cucina.
“Cosa?” chiedo perplesso.
”È da circa una settimana che trascorri la maggiori parte del tuo tempo attaccato al cellulare. Non parli più di tanto neanche con noi. Sei diverso.”
Scrollo le spalle indifferente ed anche irritato. Da quando i miei amici osservano tutto ciò che faccio? Da quando si permettono di criticare il modo in cui gestisco il mio tempo?
”Che succede Harry?”
”Niente Horan, torna a mangiare il tuo panino” replico sarcastico, sperando di riuscire a chiudere l’argomento “Harry ed il suo cellulare”, diventato improvvisamente molto interessante per tutti.
”Harry sei ancora tu? Dove sono finite le tue battutine maliziose? Dov’è quell’Harry che lanciava orsetti di zucchero e gironzolava nudo per casa? Quel ragazzo riccio che non si separava un attimo dal suo migliore amico. Sì, Harry, non te ne accorgi neanche, ma Louis sta soffrendo. Stai escludendo tutti noi dalla tua vita ormai. Vivo in un altro mondo, nel quale sembra non esserci spazio per i tuoi amici.“
Niall ha ragione. Non parlo più con Louis come prima, non esco quasi mai con nessuno di loro, ormai penso solo a Federica. Vivo nel mondo di Federica. Sto trascurando tutti. Il discorso del mio amico, proprio di Niall, quello sempre allegro e spensierato, che si innervosisce difficilmente, è come una pugnalata per me. Sto facendo soffrire il mio migliore amico e cosa ancora più grave, non ne sono nemmeno consapevole.
È sempre per Federica se sto cercando di cambiare, abbandonando l’aria da bambino per potermi dimostrare più serio e maturo, in modo che lei mi apprezzi. Perché lei è diversa dalle altre e mi affascina come nessun’altra ha fatto prima d’ora.
Nel frattempo Niall mi guarda, in attesa di una risposta. Opto per la verità, devo parlare con i miei amici, non posso scappare da loro a causa di una ragazza, anche se questa ragazza è Federica.
”Niall ti ricordi la ragazza che volevo ardentemente ritrovare?”
”Si”
”L’ho ritrovata e sto cercando … come dire .. di conquistarla, credo. Lei è speciale, non è facile farla cadere ai miei piedi, ma io non voglio semplicemente questo, io voglio far parte della sua vita, scoprire ogni sua stranezza … “ Non posso averlo detto sul serio, non posso essermi innamorato sul serio, fatico ancora a crederci. Io che avevo promesso a me stesso di non innamorarmi mai, io che avevo visto mia madre soffrire per amore e che da quel giorno ero rimasto terrorizzato da quel sentimento.
”Sembra che tu tenga molto a lei. Sta attento, non usarla come se fosse un giocattolo nuovo di cui sei di scoprire come funziona.”
Lo guardo sconvolto da quel consiglio. Anche lui crede alla mia fama di donnaiolo senza cuore?
Dovrebbe saperlo che quell’Harry era solo un personaggio costruito per attirare l’attenzione della fans e dei giornalisti.
”Niall dai non crederai anche tu alla mia fama da donnaiolo”
”Comunque perché passi la maggior parte del tuo tempo attaccato al cellulare?”
”Sempre per quella ragazza”
Noto Niall alzare gli occhi al cielo, esasperato, ma prima che possa replicare il mio cellulare inizia a squillare.
È lei, Federica. Non posso rispondere, non può chiamarmi, non può scoprire la verità così che passi per bugiardo.
”No, no, non ora” comincio ad entrare nel panico e a fissare lo schermo del cellulare senza essere in grado di afferrarlo e rispondere o rifiutare la chiamata.
”Niall ti prego, devi aiutarmi”
”Cosa dovrei fare?” domanda cercando di assumere un’aria seria e meno derisoria.
”Rispondi tu. Non nominarmi. Non so, fa quello che vuoi, ma non nominarmi. È lei.”
”Ok” acconsente indifferente il biondo, prendendo il cellulare.
Si allontana e cerca di ricomporsi, in maniera da recitare bene la sua parte, qualunque essa sia.
Io tono in camera mia, tentando di dimenticare che Niall è al telefono con Federica.



POV FEDERICA

sono sempre stata una persona scettica. Non ho mai creduto nelle magie, nei miracoli, nei colpi di fulmini e peggio ancora nel destino.
La mia tendenza a ragionare affinché possa ritrovare una logica in ogni evento della mia vita, contribuisce a fornirmi un senso di sicurezza: pianifico tutto, in modo che nulla, in modo che nulla possa cogliermi impreparata e intralciare il mio cammino.
Credo alla legge fisica secondo la quale “Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. La fisica è provata, ci offre certezze, non dubbi, ci insegna che dietro una serie di coincidenze si cela una legge universale, una spiegazione sempre credibile, perché può essere provata tramite esperimenti. La fisica ci insegna che nulla accade per caso.
Ecco perché alla fine non amo considerare niente come una coincidenza o uno stupido scherzo del destino. Che poi questo destino cos’è se non una scusa che noi uomini usiamo per spiegare fenomeni che ci spaventano perché sono oltre la nostra portata?
Siamo essere pensanti, prendiamo decisioni e determiniamo l’accadere o meno di determinati eventi, che ce ne rendiamo conto o meno.
Il problema ora è che, secondo la mia logica, il fatto che l’autore dei messaggi anonimi sia Niall, lo stesso ragazzo con le mie stesse passioni incontrato nella mia libreria preferita, dovrebbe avere una qualche spiegazione alle spalle, spiegazione che, per quanto mi arrovelli, mi sembra sempre più incomprensibile, ma non mi arrenderò e non ammetterò mai che sia inesistente.
Niall. Incredibile la sintonia che si creò tra noi due fin dal primo casuale incontro. Non solo le nostre voci, ma anche i nostri pensieri hanno la stessa tonalità.
E poi c’è Harry. Quel ragazzo riccio la cui presenza era così irritante inizialmente, ma del quale sento la mancanza ora che non è qui con me.
Sono entrato nella mia vita all’improvviso, insieme.
Cos’hanno in comune Harry e Niall?
Troppo tardi ho scoperto un ulteriore scherzo di quello che dovrebbe essere il destino.
Harry e Niall sono, o forse erano, i componenti di una delle boyband più famose fino a circa un anno fa: gli One Direction.
Ieri si sono presentati a cena con il resto della truppa al seguito, Louis, Liam e Zayn, e tra un discorso e l’altro mi hanno raccontato la loro storia.
Harry mi aveva quindi mentito, anzi nascosto una parte importante della sua vita, per questo ora ho paura di fidarmi di lui, io che non mi fido neanche di me stessa e probabilmente solo di mia sorella e mio fratello.
Non conosco gli One Direction, non perché fino a quel momento fossi vissuta su un altro pianeta, ma semplicemente perché in Italia non avevano ancora raggiunto notorietà prima di scomparire dal mondo della musica.
Cercando informazioni su di loro, ho fin ora compreso che i cinque si erano presentati alle audizioni di x Factor come solisti ed erano stati i giudici a decidere di formare la band, unendo i loro talenti. Vinto il terzo posto nel talent show, hanno ottenuto un contratto discografico, pubblicato un album, tre signoli e due libri ed intrapreso un tour, fin quando, un giorno, non decisero di annunciare il loro ritiro, sbalordendo tutti, vista la loro giovanissima età. Avevano abbandonato la fama senza particolari spiegazioni, così i giornalisti si erano divertiti a formulare le più diverse e spesso assurde ipotesi, tra le quali, la più gettonata, era un litigio tra i componenti della band, nonostante fosse evidente che fossero ancora ottimi amici, oserei dire fratelli.
Forse celavano qualcosa, quel qualcosa che aveva a che fare con la fine della loro gloria e molto probabilmente quello stesso qualcosa che aveva fermato Harry dal raccontarmi tutto.
Le mie ricerche vengono interrotte dal suono del telefono. Corro al piano inferiore rischiando di ruzzolare per le scale, ma nel momento in cui afferro la cornetta, hanno giù riattaccato.
Il numero dell’ultima chiamata ricevuta corrisponde a quello di Alex.
La richiamo immediatamente.
Risponde al primo squillo, ma non parla, quindi decido di richiamare la sua attenzione.
”Alex” esclamo.
”Alex” ripeto in preda all’ansia.
L’unico rumore che percepisco aldilà dell’apparecchio è il vociare confuso della gente, interrotto di tanto in tanto da alcuni singhiozzi.
”Fede” finalmente mi da un segnale di vita. Mi accorgo subito del suo tono di voce fievole, è come se si stesse sforzando per non piangere ancora una volta.
”Alex dove sei?” domanda, tentando di calmarmi.
”All’aeroporto di Heatrow”
”Sei a Londra? Che succede? Resta lì, arrivo subito”

Sena riflettere per più di un secondo, mi fiondo fuori casa, risoluta a raggiungere mia sorella.
Mentre attraverso il vialetto, sbatto contro qualcuno. Non posso permettermi di perdere tempo, quindi lo guardo di sfuggita per un attimo e continuo ad avanzare.
Non mi ci vuole molto, comunque, per riconoscere Harry, ora fermo davanti a casa mia, sconvolto, mentre mi fissa impotente prima di chiedermi cos’è successo, avendo evidentemente notato il mio volto intriso di lacrime.
”Dove vai?” ”Sei venuto qui con la tua macchina?”
”Si”
”Ti prego Harry, aiutami, devo andare in aeroporto.”
Il riccio non perde tempo e mi fa accomodare nella sua Audi nera, per accompagnarmi verso il luogo che gli ho indicato.
Piango con veemenza contro il finestrino della sua auto, cerco di occultare con i capelli le mie lacrime. Nessuno mi vedrà mai piangere, non desidero mostrarmi fragile, non voglio che la gente provi compassione per me, così posso solo nascondermi.
Harry poggia una mano sulla mia ed io non la scosto. Non ho paura di essere consolata da lui, ormai sembra quasi scritto da qualche parte che noi dobbiamo incontrarci nei momenti peggiori.
Lo guardo negli occhi per un attimo ed in quell’istante il mio cuore rallenta i suoi battiti frenetici, perché, infondo, i suoi occhi sono un prato verde e sereno, sul quale rifugiarsi, lontano dai rumori e dalle ansie del mondo.
Sono però costretta a tornare alla realtà proprio a causa sua, che, vuole, forse anche giustamente, che io gli spieghi il motivo delle mie lacrime.
”Fede calmati, ti prego” sussurra con la sua voce roca e rassicurante, che pare realmente preoccupata.
”Alex, mia sorella, mi ha chiamata piangendo” mi limito a piegargli, trattenendo i singhiozzi al ricordo della voce pervasa dal dolore di mia sorella.

Dopo un quarto d’ora di macchina giungiamo alla nostra meta.
Harry mi lascia dinanzi all’entrata principale dell’aeroporto ed io comincio la mia frenetica ricerca di Alex, mentre lui quella di un parcheggio.
Non appena la vedo, seduta assieme ad altri passeggeri sconosciuti, mi precipito da lei.
Alex alza la testa dalle sue ginocchia e punta i suoi occhi color cioccolato nei miei. Il suo sguardo è spento, sembra quasi abbia perso la voglia di continuare a tenere gli occhi aperti per esplorare le meraviglie che il mondo ci riserva.
Mi abbraccia e appoggia la testa sulla mia spalla, fondendo le nostre lacrime in un’unica, sola, sorgente di dolore. Si sostiene a me, quasi come se fossi la sua ancora, quella che le permette di non sprofondare e restare attraccata alla vita.
”Thomas”mormora semplicemente.
Io non capendo inizio a scuoterla, esausta da questo stato di incertezza e desiderosa di conoscere il motivo della sua tristezza, per sostenerla ed aiutarla a superarla, così come abbiamo sempre fatto con gli ostacoli della vita.
Questa volta, però, avremo entrambe bisogno di un ancora, di una corda che ci aiuti a non cadere nel precipizio, di un paracadute che ci faccia volare senza farci schiantare al suolo, perché il nostro è volato via, da solo, lasciandoci qui.
Siamo l’una tra le braccia dell’altro, credendo, forse, che un dolore condiviso possa lasciare meno ferite sulle nostre anime.
”Thomas è morto”
Alex mi ha velocemente comunicato la sua decisione: tornerà in Italia e vorrebbe che io la seguissi. Senza ragionare o preoccuparmi di qualsiasi altra cosa, ho accettato e adesso sto per imbarcarmi con lei, consapevole del fatto che non potremmo mai separarci, soprattutto non in questo momento.
L’ultima immagina che i miei occhi vedono prima di consegnare la tessera di imbarco all’hostess, sono una paio di smeraldi confusi, delusi, pieni di punti interrogative. Vorrebbe afferrarmi con gli occhi, urlare di fermarmi, eppure resta fermo lì, confondendo il suo sguardo con quello di sconosciuti colmi di sogni e speranze, lui che mi aveva insegnato a non perdere mai la speranza. Resta lì, insicuro, spaventato, lo so che vorrebbe urlare che mi ama, come nei migliori film romantici, so che quel ti amo sarebbe vero, perché me lo sta già urlando con gli occhi. Ma io non posso tornare indietro, io non posso amarlo adesso, devo fuggire, ancora una volta, da questo sentimento.
Non smettere di sperare, non smettere di credere nell’amore. Io, un giorno, potrei ritornare da te, dall’amore, se solo tu mi vorrai aspettare.
Mi aspetterai ragazzo riccio?




Alex's corner

Salve! Chi non muore si rivede, no? Purtroppo per voi sono ancora viva e non ho ancora mollato questa storia, come invece stavo pensando di fare.
Sinceramente ho provato a scrivere questo capitolo per 3 volte e nessuna delle 3 mi soddisfa, nemmeno questa infatti. Alla fine mi sono rassegnata ed ho deciso di pubblicare comunque questo obbrobrio. Mi immagino Manzoni e Dante che si stanno rivoltando nella tomba.
Inoltre in questo capitolo succedono tante, troppe cose. Poi si conclude in un modo orribile, lo so, perdonatemi e ricordate che la storia non è finita.
Il POV Harry è necessario perché sappiate che i messaggi sono i suoi. Quindi vi starete chiedendo: perché si presenta Niall all’appuntamento e non rivela che è Harry l’autore dei messaggi? Lo scoprirete nella prossima puntata.
Non ho riletto, spero di farlo al più presto, ma perdonatemi gli eventuali errori.
Per ora è tutto, sparisco e spero di farmi rivedere presto (spero eh).
Grazie per essere arrivati fin qui (:
  
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