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Autore: Hirondelle    09/07/2012    0 recensioni
“Non si fuma qui”
“Ah sì?”
[...]
...mentre senti Albus dire a tutti quanti che quello è Scorpius, e d’ora in poi fa parte del gruppo e vi aiuterà.
Sta ancora parlando quel tontolone, quando il biondo si gira a fissarti.
Sorride come prima, e tu ti senti sciogliere.
Amore.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominique Weasley, Rose Weasley | Coppie: Rose/Scorpius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il centro.

 

 

Mangi voracemente e il tuo stomaco reclama pietà. Lo senti quasi pregarti di smetterla, di lasciarlo libero. Ma tu non lo ascolti. Mangi ancora e ancora e ancora.

Perchè sì, perchè hai fame anche se una parte di te sa che non è vero. Che sei una completa bugiarda. Che vorresti non mangiare per niente.

E poi è come se il tempo si fermasse. Lasci ciò che stai mangiando. Non ti sei accorta per niente che le tue mani contengono merendine e pane insieme. E sai qual è la tua prossima meta. Bagno. Ma il tuo stomaco non è contento comunque.

Avrebbe preferito digerire man mano il cibo ingerito. Ma tu lo mandi al diavolo. Fai quello che ti va di fare. Due dita in gola e neanche qualche secondo che una poltiglia giallognola e puzzolente esce dalla tua bocca finendo nel water. Ancora le dita.

Finchè non ti senti libera. Eppure sai che è solo una libertà illusoria. Che in realtà il nero che ti avvolge è ancora più grande di prima. E’ enorme e non ti lascia scampo. Ti alzi, scarichi, e vai al lavandino sciacquandoti la bocca. Ed è solo quando vai ad asciugarti le mani che ti accorgi di tuo fratello. Ha visto tutto. Sai che non è uno stupido, sai che non va per niente bene questo. Pensavi fosse dalla sua fidanzata, e invece eccolo li ad osservare la tua vergogna. Ti prende una mano e tu provi fastidio a quel contatto. Nessuno può più toccarti senza il tuo volere ormai. Ti senti sporca altrimenti. Lasci la tua mano nella sua però, mentre lui ti dice con calma che devi guarire, che mamma e papà devono saperlo. Complimenti fratellino, pensi. Ha rovinato tutto.

 

 

 

E’ il primo giorno di centro. I tuoi genitori sono accanto a te.

Tuo padre sorride, cercando di confortarti, ma tu sai che in realtà vorrebbe solo piangere. Vorrebbe abbracciarti e chiederti dove ha sbagliato. Sai che si sta prendendo tutte le colpe.

Tua madre invece avanza sicura. Figuriamoci. Nulla potrebbe scalfire Hermione Granger.

Un’infermiera anziana vi accoglie, sorridente. Sembra una nonna, eppure un sesto senso ti dice che non ha nipoti, che forse neanche è sposata. Da come ha sorriso questo centro sembra tutta la sua vita. Ha l’aria di gatto da come si muove agile fra quei corridoi.

Oggettivamente il luogo è bello.

Immerso nella campagna londinese, lontano dal mondo, lontano dai problemi.

Un ambiente luminoso. Trasmette tranquillità,sì, eppure tu rimani comunque diffidente.

Tu vorresti solo scappare. Tua madre, che sembra quasi leggerti nei pensieri ti prende la mano prima di entrare nell’ufficio dello psicologo dal nome strano: Silente. Ecco, sei in gabbia adesso.

Vi sorride, lo stesso sorriso dell’infermiera. Forse anche più dolce. Un sorriso non paterno, ma quasi materno. Sì, quello è un sorriso di una mamma, non di un papà.

Ti siedi in mezzo ai tuoi genitori e dopo le presentazioni inizia a parlare di quello che è il regolamento del centro. Starai qui per i prossimi mesi, forse anche per tutto l’anno.

Non andrai a scuola, non uscirai più quando vorrai, ma solo quando ci saranno gite in programmazione. Non dovrai più pensare al mondo esterno, ma solo a te stessa.

Ci saranno poi oltre alle ore di psicoterapia anche quelle di laboratorio.

Molto probabilmente dovrai assumere dei farmaci, perchè quello che hai tu è il frutto di tante cose. Depressione, ansia, stress etc.

Ti guarda, ma tu non ricambi. Fissi il pavimento, perchè gli hai visti quegli occhi azzurri.

Sono in grado di scavare nell’anima.

Vedi ad un certo punto i tuoi genitori firmare delle carte.

Non ti chiedi cosa siano, saranno sicuramente dei permessi.

Poi tuo padre ti tira su, ed uscite dritti all’ingresso.

Forse, pensi, che ve ne state andando via tutti quanti. Forse hanno capito che non è il posto adatto a te. Ma quando vedi poggiare la tua valigia sul pavimento, l’ombra del sorriso scompare. Ti lasciano qui. Per davvero.

Tua madre ti abbraccia, e piange. Tuo padre ti sussurra “Devi stare bene, Rose.”

Tu vorresti urlargli che è tutto inutile. Il bene non fa per te.

 

L’infermiera di prima ti accompagna in quella che molto probabilmente sarà la tua camera per un anno.

C’è una ragazza sull’altro letto. Le lanci giusto una breve occhiata, poi ritorni a fissare la stanza. E’ bionda, spigolosa, più grande molto probabilmente.

Si sta mettendo lo smalto alle unghie, ma non appena si accorge di te, ti saluta, sorridente.

Ha un bel sorriso, sì. Ma è falso. 

Ti fa qualche domanda, alla quale tu rispondi passivamente. Poi sempre la stessa infermiera ti accompagna dal Dottor Silente. Devi fare il colloquio prima di pranzo.

Esci, lei ti mormora un ciao, ma tu non rispondi.

 

Ciao, come ti chiami?”

“Rose.”

“Io Dominique, piacere.”

“Mmh..”

 

Sei di nuovo di fronte a quell’uomo strano.

Ti parla, ma questa volta devi guardarlo negli occhi.

E in quei occhi ti perdi, ricordando tutti questi anni persi dietro alla tua malattia.

Inizi a piangere. E la tua parte bambina, quella che era così sana riemerge supplicando l’uomo di fronte a te di farti guarire, perchè vuoi essere sana. Non vuoi più l’oscurità attorno a te.

Lui ti prende la mano.

“Hai già intrapreso il cammino della guarigione, anche se non te ne sei accorta.”

 

 

...

 

 

 

Sono passati due mesi da quando hai iniziato questo percorso.

Spesso hai avuto crisi, perchè ti sentivi chiusa e volevi scappare, tornare a Londra dai tuoi amici, dalla tua famiglia. L’appoggio di Dominique e del Dottor Silente, però, ti hanno fatto andare avanti. I colloqui con quest’ultimo sono andati migliorando, pian piano hai avuto il coraggio di esprimerti finalmente. Hai raccontato il disagio che sentivi aumentare ogni giorno. L’autostima che invece scendeva. Il senso di non appartenenza a questo mondo che ti opprimeva. In Nicky, invece hai trovato un’amica. La più sincera.

Vi siete raccontate tutto. Tu le hai raccontato della fissazione per il cibo che è diventata maniacale fino a sfociare nella bulimia. Lei sorridendo tristemente, un sorriso vero quella volta, ti ha raccontato del tentativo di suicidio, della depressione e del suo grande amore.

Ti ha parlato della sua famiglia, una famiglia fin troppo pomposa, e del fatto che non si era mai sentita accettata, e sei rimasta leggermente stupita quanto poi ti ha detto che nonostante questo ha trovato l’amore in suo cugino.

Non si sopportavano e litigavano spesso. Era solo un pretesto per rifiutare quel sentimento che cresceva dentro di loro. Alla fine si è messa a piangere, raccontandoti il distacco da lui e la fine della storia. Eppure è felice di come siano andate le cose.

Perchè, le hai chiesto.

“Ho conosciuto il vero amore, Rosie.”

Tu non puoi fare a meno di pensare che hai sprecato gli ultimi anni. E neanche quello hai raggiunto. O forse non ne sei capace, ti ritrovi a chiedere al Dottor Silente qualche giorno dopo quella chiacchierata. Forse non sei in grado di provare amore. D’altronde nessun ragazzo ti è mai interessato davvero. Sei sempre arrivata in un punto nel quale poi scappavi perchè non ritenevi necessaria la prosecuzione di quella storia.

Silente sorride. Ridacchia quasi.

Lo guardi male, ma lui ti risponde che dovresti essere fiera di te stessa.

Il perchè aleggia nell’aria, questa volta.

“Perchè inizi a pensare all’amore, e l’amore è il più grande rimedio.”

 

 

Ci hai riflettuto molto su questa questione dell’amore.

Possibile che guarisca? Ne hai parlato con Dominique e lei ti ha detto che per quanto l’amore possa essere distruttivo, triste, orrendo, può comunque salvarti. Sì, James, l’aveva salvata. Ne hai parlato con l’infermiera McGrannitt, quella dal dolce sorriso e l’aria di gatto, e lei ti ha risposto che l’amore per lei è una risata, non c’è oscurità in esso.

Ne hai parlato addirittura con uno dei collaboratori, quello che ha un nome strano, Albus Severus, e che viene a suonarvi la chitarra. Naturalmente ti ha risposto che l’amore è come un classico dei Beatles, o dei Pink Floyd. Non smetterai mai di ascoltarlo.

Ora sei in giardino e passeggi silenziosa.

La questione amore ti ha distolto un po’ dai tuoi problemi e anche dal fatto che senti costantemente la mancanza della tua casa.

E’ lo sbattere contro qualcuno, però, che ti fa riprendere contatto con la realtà.

Sei caduta a terra, e solo adesso ti accorgi di quanto ti sei allontanata dal centro. Sei quasi al confine. Qualche altro metro e potresti uscire. Scappare via.

Non lo fai, però. L’oggetto che ha in mano lo sconosciuto attira la tua attenzione.

 

“Non si fuma qui.”

Ah sì?”

 

Ti alzi e finalmente guardi in faccia la persona che ti ha fatto cadere.

E’ bello, pensi subito. Non figo, non attraente. Bello.

Lui ti sorride, e tu non puoi fare altro che arrossire mentre senti la parola amore aleggiare nella tua mente. Stupida, ti dici e scappi dentro alla ricerca di Dominique.

 

“Assurdo, neanche vi siete presentati e già fuggi!”

“Ma Dominique...”

“Niente ma! Spera per te che sia un paziente, o un collaboratore.”

 

Difatti è quest’ultimo, mentre senti Albus dire a tutti quanti che quello è Scorpius, e d’ora in poi fa parte del gruppo e vi aiuterà.

Sta ancora parlando quel tontolone, quando il biondo si gira a fissarti.

Sorride come prima, e tu ti senti sciogliere.

Amore.

 

 

 

 

...

 

E’ Dominique a scoprirti mentre, tu, dopo quattro mesi che non facevi niente, ti sei ritrovata accovacciata sulla tavoletta del bagno. Piangi, e neanche te ne accorgi.

Strilli, e urli. Dominique ha paura, mentre corre a chiamare aiuto.

Quando ti guardi il polso, o meglio quel braccialetto azzurro, capisci.

Capisci il perchè di quell’impulso che credevi assopito.

Sono passati tre anni esatti, ma l’ombra della morte di tuo zio Fred è ancora dietro di te.

Non era sposato. Non aveva figli. Considerava te e Hugo i suoi gioielli.

Ma neanche la consapevolezza del perchè hai fatto quello che hai fatto ti fa calmare.

Piangi ancora perchè ti manca da impazzire, perchè sai che se ti vedesse in queste condizioni ti abbraccerebbe e ti farebbe sentire al sicuro.

Ed è proprio mentre hai questi pensieri che due braccia forti ti prendono e tu ti calmi all’improvviso. E’ Scorpius. E’ venuto a salvarti.

Lo abbracci stretto. Non vuoi che si allontani da te per nulla al mondo.

Siete diventati amici in queste settimane.

Scherzate, ridete come se tu stessi bene, come se tu fossi normale.

Non ti guarda con pietà.

Dominique pensa che è attratto da te. Te l’ha confidato la sera quando Scorpius ti disse che aveva deciso di smettere di fumare per te. Tu ridesti. E’ solo un amico, la tua risposta.

Eppure  in quel momento sono i suoi occhi, così tristi, che fanno scattare qualcosa dentro di te. I suoi occhi contengono amore.

Ed con la tua bocca sulla sua che il Dottor Silente vi trova.

Ti stacchi subito. Scorpius è in silenzio, molto probabilmente è imbarazzato. Il tuo psicologo gli chiede di lasciare la stanza.

Tu ti stendi sul letto, lui prende una sedia e inizia a parlare mentre tu senti che le cose d’ora in poi non possono far altro che capitolare.

 

 

 

Fine prima parte.

  
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