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Autore: shesfelix    09/07/2012    1 recensioni
Questa è la mia prima ff in assoluto, quindi spero siate comprensivi se non è il massimo. Ce la metterò sempre tutta per migliorare e rendere più comprensibili possibile gli avvenimenti e gli stati d'animo.
Il titolo è una frase latina che significa "se tu sarai felice, lo sarò anch'io". Se volete contattarmi su twitter, sono @shesfelix. Vi sarei anche grata se recensiste per farmi sapere come vi sembra. Grazie in anticipo!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis

Nella libreria regnava il silenzio più assoluto, interrotto dal leggero ticchettio della pioggia sulla vetrina a diamante. Louis stava appoggiato allo stipite della porta da cui si accedeva al retro e osservava la stanza con soddisfazione, a braccia conserte. Tutto era al proprio posto e nell’aria aleggiava il profumo antico dei libri, che rendeva ancora più accogliente quel luogo. Ciò che gli importava davvero era che la libreria fosse sempre perfetta e facesse sentire a proprio agio i suoi clienti.
Louis faceva quello che poteva; a volte Evanna lo aiutava nelle pulizie, anche se lui glielo impediva. Quello dove abitavano era un palazzo abbastanza vecchiotto nel quartiere di Pimlico, a due piani e monofamiliare. I mattoncini rossi della facciata si erano scuriti a causa dello smog, il legno degli infissi aveva bisogno di una riverniciata; per non parlare delle pareti dell’appartamento e dei mobili. Ma a loro non importava. Lui lì si sentiva davvero a casa. Non avrebbe cambiato dimora per niente al mondo.
Nel locale si poteva avvertire anche una melodia, che cercava in tutti i modi di imparare nei più impercettibili particolari per poi riuscire a ricordarla ogni volta che ne avesse sentito il bisogno: lo stropiccio delle pagine di ”Romeo e Giulietta”. In un negozio come quello, quel suono sarebbe stato scontato. Louis però pensava fosse diverso, non tanto perché fosse la sua opera preferita: il suo interesse era dovuto a chi lo produceva - un essere dotato di così tanta grazia che chiunque l’avrebbe considerata una principessa. Stava con la schiena dritta, le gambe leggermente incrociate; il viso era fermo e impassibile, tranne che per un sorriso leggero causato dalla lettura. Teneva il libro nel palmo e con l’indice dell’altra mano indicava il rigo interessato. La sua naturalezza lo catturava letteralmente.
Era davvero una fortuna che Elisabeth (così si chiamava - era un nome stupendo) avesse accettato di passare nel pomeriggio: era talmente mortificato che quell’opera non ci fosse quando gliel’aveva richiesta, dato che non aveva un vasto assortimento e non si riforniva quasi mai. Così le aveva suggerito di ritornare: le avrebbe dato il suo libro. Quando se l’era ritrovata davanti, non aveva resistito a invitarla a restare.
Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dallo scampanellio causato da uno dei suoi pochi clienti abituali, che si ritrovò nel locale non appena ebbe chiuso l’ombrello.
«Buon pomeriggio, Louis!» fece un largo sorriso, andandogli incontro.
«A te! Hey ma… che ti è successo?» chiese notando dei piccoli tagli sul labbro.
«Mi hanno picchiato… di nuovo» ammise amareggiato.
«Mi dispiace, Zayn… Secondo me dovresti parlarne con tua sorella, non credi?» il libraio recuperò il libro che il ragazzo stava leggendo in quel periodo e glielo porse.
«È la persona meno indicata con cui confidarmi, credimi: le procurerei solo problemi» lo prese e si sedette sulla poltrona accanto a Elisabeth. La guardò come se fosse un alieno.
«Vado a preparare il the, torno subito»
A Louis dispiaceva molto che Zayn venisse trattato in quel modo; quasi tutti lo avevano preso di mira. Era “grande e grosso”, aveva quell’aria da duro che solo in pochi hanno; eppure non avrebbe fatto male a una mosca… sempre se non fosse capitata sotto le sue scarpe da tango.
Una volta pronto il the, prese un vassoio, ci poggiò le tazzine e tornò nel negozio, desideroso di fare una bella figura con Elisabeth, che scoprì sempre immersa nella lettura.
Mentre varcava la soglia, trovò alla porta d’ingresso un’altra delle sue clienti abituali, che sospirava, impegnata a modellare i propri capelli per riportarli alla loro forma originale. Sbatté più volte gli occhi, guardandosi intorno con la sua solita aria altezzosa. Si accorse del libraio solo quando ebbe poggiato il vassoio sul tavolino.
 «Ciao, Louis» disse con voce smielata e provocante salutandolo con un movimento leggero della mano.
Zayn alzò gli occhi al cielo, irritato.
«Ciao, Eleanor» salutò cortese porgendole il libro che stava leggendo, poi si sedette e sorseggiò tranquillo il suo the.
«Grazie…» gli sussurrò all’orecchio. Gli diede un leggero bacio sulla guancia, inebriandolo del suo profumo.
 
Liam

Nell’aula di punizione il silenzio regnava imperterrito. Mr. Thomas osservava composto i visi degli studenti. Liam si trovava in prima fila, ma ciò che lo metteva in soggezione non era lo sguardo del professore di letteratura inglese, bensì la presenza di Phoebe. Provava una certa inquietudine nel sapere che stava qualche banco più dietro e probabilmente lo osservava. Avvertiva la spiacevole sensazione di quando ci si trova in una stanza buia senza uno straccio di senso di orientamento, si sentiva nudo, vulnerabile, all’oscuro di quello che lei pensava, sotto pressione. Stare con lei faceva quell’effetto, era sempre stato così. Figuriamoci come sarebbe stato essere al posto di Niall. Tutti i suoi tormenti avrebbero avuto di certo fine, e lui non avrebbe sofferto di istinti omicidi ogni volta che li vedeva insieme o lo incontrava.
Era stato troppo sleale con Liam: anni e anni d’amicizia andati in fumo per fargli un dispetto, mettendosi con Phoebe pur sapendo che lui ne fosse innamorato da sempre. Loro tre e Zayn erano stati inseparabili, un tempo: facevano ogni cosa insieme, si difendevano a vicenda, erano l’ombra l’uno dell’altro. Quel legame era stato spezzato da tre anni, per la ragione sopraelencata, e nulla era stato più come prima. La ragazza non aveva mai saputo perché i due non si fossero più parlati da un momento all’altro. Aveva chiesto anche a suo fratello se ne sapesse qualcosa, ma non aveva ricevuto risposta e forse si era rassegnata a essere la ragazza di Niall e assecondarlo in ogni suo volere riguardo l’amico. Liam non faceva altro che fomentare quell’odio verso se stesso, così almeno Phoebe sarebbe stata felice, pur con qualcuno che faceva finta di amarla. Ma era questo che voleva davvero?
 
Phoebe

Guardò l’orologio: erano le sette e mezza. Valeva a dire che era in quella stanza da più di due ore. Manca poco, manca poco,si ripeteva. Già, perché non ce la faceva più a trovarsi a così poca distanza da Liam… E poi, quel silenzio la opprimeva, la costringeva a riflettere su ciò che provava per lui; questo non avrebbe portato a nulla di buono.
Mettersi con Niall era stata la cosa giusta da fare: a Liam non sarebbe mai piaciuta, poteva avere tutte le ragazze che desiderava ai suoi piedi. Perché scegliere lei? Le bastava essere sua amica, come del resto era sempre stato. Con Niall stava bene; la trattava da principessa, non avevano mai litigato, e ogni volta che ne aveva bisogno, lui c’era. Non poteva lamentarsi. Anche se provava odio verso Liam, Phoebe non se ne faceva problemi. Le bastava assecondarlo nelle sue richieste. Gli voleva bene, in un certo senso glielo doveva.
Gli voleva bene. Forse era questo che non andava nel loro rapporto. Era un “amore fraterno”, piuttosto. Perché, quando stava col suo ragazzo, non provava nulla di tutto ciò che succedeva quando si trovava in compagnia di Liam.
Merda, ci stava pensando. Era la sua fine.
 
 
 
Sono più che felice di aver postato un nuovo e più sostanzioso capitolo. Vi ho fatto aspettare più tempo del solito perché volevo che fosse accettabile e migliore del precedente; infatti, ne sono abbastanza soddisfatta e spero che sia piaciuto anche a voi. Quindi, per esserne sicura, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate (tramite una recensione o anche su twitter, menzionando @shesfelix).
Per quanto riguarda Eleanor Calder, premetto di non avere niente contro di lei. Ho solo immaginato che la sua figura si possa addire al personaggio a cui ho pensato, perciò spero di non aver “offeso” nessuno di voi, anche perché non la “conosco di persona”, quindi non posso esprimere alcun giudizio.
Ringrazio tutti voi che leggete e recensite. Per qualsiasi cosa, potete contattarmi su twitter o tramite un messaggio privato su EFP. Baci, Fel.
  
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