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Autore: rangiku95    10/07/2012    0 recensioni
Kurosaki Ichigo: forse uno studente come gli altri, forse un nuovo talento musicale. Chi può dirlo nella Karakura high school dove sono appena arrivati due nuovi studenti ( leggete e scoprirete di chi si tratta)? Il motivo del titolo? quello invece lo scoprirete molto dopo. Il nostro eroe farà nuove amicizie, cercherà di formare una band, di affrontare una terribile banda di bulli e... forse troverà l'amore ( non anticipo l'eventuale coppia) Spero di non annoiarvi con la mia prima fan fiction sul mondo di Bleach
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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rieccomi finalmente dopo il viaggio in Irlanda e una serie di impegni .. per farmi perdonare questo terzo capitolo sarà più lungo. buona lettura e grazie a chi mi segue ;)



CAPITOLO 3
PRANZO AL SAPORE DI BACIO
 
“È davvero assurdo! Aizen è un essere spregevole. Quest’anno inizia proprio bene..”
Rukia sospirò alla vista di Renji che si prese la testa tra le mani, con un’espressione stravolta stampata sul viso. La ragazza ebbe la netta sensazione che quel professore avrebbe fatto passare a tutti l’inferno. Al suo confronto il professore byakuya era un angelo. La Karakura high era sempre stata così?
“Non me l’aspettavo proprio” commentò Ichigo che era seduto davanti a lei”che professore infame. Dovevamo beccarcelo proprio quest’anno?”
Renji annuì debolmente a quelle parole. Orihime sfiorò appena il braccio di Ichigo, poi si ritrasse.
”Credo che tu sia andato bene a questo test, Kurosaki-kun” disse un sussurro” te la sei sempre cavata in matematica”
”Speriamo” borbottò il ragazzo, tetro.
Renji non osò commentare. Lui era un disastro in matematica e con il professore Aizen non vedeva spiragli di luce all’orizzonte. Non aveva fatto che guardarlo biecamente per tutto il tempo, come se la presenza dei nuovi arrivati lo disgustasse. Anche Rukia aveva quella sensazione e per un istante si pentì amaramente di essersi trasferita in quella scuola. Orihime capì che i suoi nuovi compagni di classe erano scoraggiati da quella situazione. Per un attimo volle entrare più in confidenza con loro.
“Se vorrete, dopo vi farò assaggiare il mio bento”disse” ho preparato di tutto per il pranzo e non solo le polpette di riso alle fragole. Ci sono anche insalate di carote e mirtilli, salmone con salsa di..”
“Grazie dell’offerta, passo” bofonchiò Renji sentendo lo stomaco rivoltarsi come un calzino.
“Abbiamo preparato un pasto davvero sostanzioso” mentì Rukia”non è così, Renji?”
L’amico annuì, pensando che nemmeno in mezzo al deserto, distrutto dalla fame e dalla sete, avrebbe assaggiato il bento di Orihime. Non immaginò che lo stesso pensiero passò per la mente di Ichigo, intento a scarabocchiare qualcosa su un foglio.
“Cosa stai facendo?” domandò Rukia sfiorandogli appena la spalla.
Il ragazzo non le rispose. Si limitò a sorridere e si voltò verso di lei, mostrandole un Aizen diverso da quello che avevano avuto la sfortuna di conoscere, con i denti storti, gli occhi strabuzzati, le corna che gli spuntavano dalla testa e gli angoli della bocca incurvati in una sottospecie di sorriso ebete.
“Mi piace questo Aizen cornuto”commentò Renji lanciando una rapida occhiata al disegno.
“Rispecchia la sua personalità”borbottò Rukia abbozzando un sorriso. Ottimo lavoro… Fragolo”.
Forse era stata troppo sfacciata, ma non riusciva a chiamare Ichigo per cognome come faceva Orihime con la sua vocina. Sorrise alla vista del ragazzo con le guance velate di rosso.
“Quel nomignolo lo imbarazza” spiegò Orihime”lo chiamavano sempre così alle medie”.
Ichigo arrossì ancora di più. Fu strano per Rukia vederlo in imbarazzo. Sorrise comprensiva.
“Alle medie abbreviavano il mio cognome in Kucy”disse.
Renji si lasciò sfuggire una risatina, così come Ichigo che riprese il suo normale colorito.
“Il tuo cognome è bello così com’è”commentò”ma Kucy non è affatto male”.
Kuchiki Rukia: il suono di quel cognome e di quel nome sembravano quasi una magia. Quella nuova arrivata avrebbe potuto stravolgerli la vita così come stargli accanto senza lasciare alcun segno.
“Buongiorno a tutti, ragazzi. Con vostra grande gioia si ricomincia. Passate bene le vacanze?”
Ichigo sobbalzò al suono della voce della professoressa Yoruichi, soprannominata “ la gatta” per la sua andatura elegante e gli occhi quasi dorati che le davano qualcosa di felino.
“Ora facciamo l’appello, poi usciamo. Va bene?”
”Era ora”sbuffò un ragazzo seduto in fondo.
Si trattava di Hytsugaya Toshiro seduto all’ultimo banco dell’ultima fila accanto alla formosa Matsumoto Rangiku. La ragazza rise sotto i baffi, assestandogli una gomitata al fianco che lo paralizzò quasi dal dolore.
“Ho sentito qualcosa da te, Hytsugaya”disse la professoressa” vedo che non sei cambiato di una virgola. Sei sempre pronto a polemizzare”.
Il ragazzo impallidì, desiderando per un attimo nascondersi dietro la sua compagna di banco, più alta di lui. Dopo aver fatto l’appello, la professoressa chiuse il registro.
“Cercate di cambiarvi subito” disse”la lentezza è da pappemolli e qui bisogna muoversi.”.
“Che tipa” borbottò Rukia tirando fuori la sacca con il cambio.
 Ichigo rise. Il suono di quella voce gli piacque, ma più di tutto l’espressione della ragazza, a metà tra il sorpreso e il divertito.
“Dimmi un po’. Ti dispiacerebbe se ti chiamassi Fragolo?”chiese.
“Va bene, ma a te dispiacerebbe Kucy?”
“Siamo pari”disse la ragazza.
Un bel sorriso si disegnò sulle sue labbra mentre confessò a se stessa di voler conoscere Ichigo.
“Sbrigatevi, ragazzi! Abbiamo solo un’ora e abbiamo perso già otto preziosi minuti in chiacchiere. Quanti altri volete per cambiarvi?”
Rukia trasalì, ma poi si rese contro che il rimprovero della professoressa non era rivolto a  lei e a Ichigo, ma questo non le impedì di correre verso lo spogliatoio delle ragazze.
“Kuchiki-san, giusto in tempo! Per la prof Yoruichi è importante non perdere nemmeno un secondo”.
Orihime sorrise, mentre si infilava i pantaloni della tuta. Kuchiki-san: forse era un inizio, ma l’abbreviativo Kucy la faceva sorridere. Per un attimo si trovò a suo agio. Forse si sarebbe ambientata prima del previsto e avrebbe parlato con i suoi nuovi compagni di classe. Più che con Orihime però desiderava una lunga conversazione con Ichigo. Quel ragazzo la faceva sentire a suo agio e solo Renji ci riusciva oltre a lui.
“Lo conosco appena”considerò tra sé” eppure…”
Cercò di non pensarci. Scosse la testa, mentre iniziò a cambiarsi.
“Quanto sei magra, Kuchiki-san. Ti invidio!”esclamò Orihime.
“Credevo che ti piacesse avere le curve al posto giusto”confessò Rukia.
A momenti pensava persino che Orihime guardasse compiaciuta il suo corpo allo specchio. Sicuramente piaceva a molti ragazzi, forse persino a Ichigo.
“Come vanno le cose con Ulquiorra? Ti piace ancora?”
Rukia vide una ragazza sorridere maliziosamente, mentre un'altra ridacchiava. Il viso di Orihime diventò paonazzo.
“Quella volta che ci siamo scontrati è stato un incidente”si affrettò a spiegare.
“ E che bell’incidente”commentò Rangiku.
Orihime arrossì ancora più di prima. Era successo prima delle vacanze, proprio l’ultimo giorno di scuola. Stava canticchiando e stava pensando con gioia a quello che avrebbe fatto. Se avesse avuto il coraggio, forse avrebbe persino cercato di uscire con il ragazzo che tanto le piaceva. Stava scendendo le scale a piccoli passi affrettati, salutando le amiche, quando era inciampata. Dopo  la caduta avrebbe battuto forte la testa, se non fosse stato per il suo atterraggio morbido. Un pallido ragazzo dagli occhi verdi la fissò sbigottita.
“S-Shiffer?”balbettò lei.
Lo conosceva solo di vista perché era il cantante di una band che si era formata l’anno precedente, i Dark swords, che suonavano nel pomeriggio a scuola come club di musica leggera e a volte anche la sera a casa di uno dei membri. In quel momento il ragazzo non disse niente. Semplicemente non c’erano state parole per descrivere l’imbarazzo di quel momento, tra la gente che li fissava e le amiche di Orihime che parlottavano tra loro e ridacchiavano.
“Scusa”disse lei rialzandosi.
Poco dopo anche lui si alzò e si avvicinò abbastanza perché la distanza tra i loro volti fosse quasi nulla. Poi le sussurrò all’orecchio:”L’hai fatto apposta. Non sei la prima, sai? Per favore, stammi alla larga”.
Se ne andò, lasciandola lì al massimo dell’imbarazzo. Orihime stava per morire dalla vergogna, ma da quel giorno aveva visto più spesso Ulquiorra in giro e lei si sorprendeva a  guardarlo, ma sapeva che non le piaceva perché nel suo cuore c’era già qualcun altro.
“Cosa state dicendo?”
Orihime in quel momento cercò di ridere davanti alle sue compagne di classe, ma non ci riuscì.
“Ulquiorra non mi piace”aggiunse.
“C’è un altro?”chiese Rangiku posandole una mano sulla spalla”a me puoi dirlo. Si tratta di Ichigo?”
“Devo saperlo prima io. Sono la sua migliore amica”obiettò un’altra ragazza.
“Te lo dirò lo stesso, Tatsuki-chan, ma per ora basterà sapere che non è Ulquiorra il ragazzo con cui vorrei uscire”.
Le altre si chiesero chi fosse il centro dei pensieri di Orihime, ma la ragazza non rispose. Si allacciò silenziosamente le scarpe da ginnastica, imbarazzata. Rangiku decise di non andare oltre con le domande. Uscirono tutte dallo spogliatoio, pronte per l’ora di educazione fisica. La professoressa Yoruichi le stava aspettando.
“Come al solito, vi siete sbrigate prima dei ragazzi. Ti dispiacerebbe chiamare quelle vecchie comare, Kuchiki?”
“Proprio io?” chiese la diretta interessata stupita” Non posso”.
“Puoi bussare, ma non c’è bisogno di aprire la porta. So che sei una ragazza e volevi vedere i tuoi bei fusti, ma diciamo che in questa classe sono un po’ deludenti”.
Alle risate delle ragazze, seguì quella forzata di Rukia che annuì.
“Avete finito? La prof sta aspettando”.
Un brusio concitato proveniva dallo spogliatoio maschile seguito da altri rumori difficili da individuare in quel baccano.
“Dai, sbrigatevi!”alzò lei la voce per farsi sentire.
Il chiacchiericcio dei ragazzi non cessò.
“Sembri uno sfigato, Ikkaku palla da biliardo”.
“Non è solo la sua prematura calvizie. Abbiamo tutti l’aspetto degli sfigati perché la tuta non esalta la nostra bellezza”.
“Piantala Yumichika. Non è vero”.
“Mi avete sentito o no?” gridò Rukia.
La porta dello spogliatoio si aprì con un fastidioso cigolio. Toshiro le lanciò un’occhiataccia.
“Siamo pronti”borbottò.
Uscirono tutti, tacendo all’improvviso. Ichigo sembrava stranamente pensieroso, ma presto un sorriso radioso comparve sul suo viso. L’ora di educazione fisica iniziò nel migliore dei modi. La professoressa decise che per un primo periodo avrebbero tutti giocato a calcio dopo il riscaldamento. Per un mese ci sarebbero state una squadra maschile e una femminile che si sarebbero affrontate, poi squadre miste. Per Rukia era un’ottima notizia perché amava giocare a calcio, decisamente meno lo era per Orihime, goffa e impacciata soprattutto nello sport. Al termine di quell’ora la nuova arrivata potè ritenersi soddisfatta: in attacco aveva segnato due goal contro le aspettative delle compagne.
“Davvero brava” fu il commento di Tatsuki, seguito da quello di un’affannata Rangiku.
“Saresti un osso duro anche per un ragazzo”.
Rukia sorrise a quei complimenti inaspettati. Seppur per poco Ichigo l’aveva anche vista giocare e quel pensiero bastò a riempirla di soddisfazione. Dopo l’ora di educazione fisica si sentì pronta per qualsiasi cosa, ma si rese conto che c’era la pausa pranzo. Quando tornò in classe a malincuore aprì il suo bento a forma di coniglio. Per una volta avrebbe voluto preparare qualcosa di diverso, anche se l’aspetto complessivo del suo pranzo le piaceva. Prese le bacchette e iniziò a mangiare il riso. Fu sul punto di portarsi alla bocca il primo boccone, quando lanciò una rapida occhiata a Ichigo. Stava parlando con Orihime e sembrava tutto preso dalla conversazione.
“Allora ti andrebbe bene, Kurosaki- kun?”
“Pranzare sul tetto mi è sempre piaciuto. Non ci trovo niente di male”.
Rukia aprì la bocca quasi per protestare, poi pensò al suo bento a forma di coniglio.
“Il coniglio non si abbina alle fragole, così come il riso”borbottò rimuginando sulla cucina di Orihime.
“Grande verità” le disse di rimando Renji, lanciando un’occhiata al suo pranzo.
Rukia sorrise e gli scompigliò i capelli.
“I due piccioncini pranzeranno insieme” commentò il ragazzo” che si fa ora?”
“Si cerca di socializzare con gli altri”.
Detto da Rukia suonava strano, considerò tra sé Renji, ma era altrettanto vero che non era nessuno per giudicare.  E forse era meglio così per entrambi.
 
 
 
“Kurosaki-kun, vuoi assaggiare le polpette di riso alle fragole?”
Orihime guardò Ichigo con un’espressione supplichevole, ma il ragazzo riuscì ugualmente a dire di no. Molto meglio il pranzo che la sua sorellina Yuzu aveva preparato la sera prima. Poteva quasi ritenersi fortunato a non essere figlio unico.
“Sto bene così” borbottò.
“ Ne sei davvero sicuro?”
Ichigo annuì e,  per dar conferma delle sue parole, iniziò a mangiare il suo pranzo.
Una smorfia di disappunto si disegnò sul volto di Orihime. La ragazza rimase in silenzio, quasi indecisa se parlare i pranzare senza dire una parola sotto quel cielo limpido che in genere la rallegrava.
“Perché mi hai invitato qui, Inoue? Per caso c’è qualcosa che devi dirmi?”
Ormai Ichigo la conosceva abbastanza per poterla definire un libro aperto. La ragazza aveva tanto di cui parlare, ma non sapeva cosa fare. Aveva promesso a se stessa di farsi coraggio finché c’era speranza.
“C-come hai passato le vacanze?” balbettò.
“Non benissimo” ammise lui”ancora una volta non sono riuscito a formare una band. A volte Sado e Ishida non mi sembrano così contenti dell’idea, e poi chi canterebbe?”
“Potrei farlo io se proprio ci tieni, Kurosaki-kun”.
Orihime arrossì e chiuse gli occhi, sperando di non vedere la reazione di Ichigo a quelle parole di cui si pentì subito. Il silenzio del ragazzo la colpì come un pugno allo stomaco.
“Vorrei sentirti cantare”mormorò lui.
La ragazza scosse la testa, mentre il cuore iniziò a battere sempre più forte.
“Scusami” disse, sforzandosi di ridere” ho avuto un’idea davvero stupida”.
Ricordò Ulquiorra che cantava negli Dark swords e avvertì una fitta al cuore. Avrebbe voluto che il sogno di Ichigo si realizzasse perché in fondo era anche il suo. Il ragazzo rimase senza parole e Orihime percepì chiaramente il peso di quel silenzio e ripensò alle vacanze appena trascorse. Si promise di cambiare ed essere felice.
“Kurosaki-kun, se ti servirà qualcosa, sarò sempre disposta ad aiutarti”.
“Grazie, Inoue”.
“Ma c’è una cosa che vorrei chiederti”
“Di cosa si tratta?”
”Ti sei fidanzato? Durante tutte queste vacanze ti saresti potuto trovare una ragazza”.
Ichigo rise a lungo, lasciandola spiazzata.
“Certo che no”disse” comunque grazie dell’interessamento”.
Orihime gli si avvicinò sempre più, gli occhi socchiusi. Ichigo potè sentire il suo respiro caldo sul viso. Per un attimo pensò di aver sentito le labbra della ragazza sulla sua guancia. Non riuscì ancora a credere che Orihime gli avesse dato quel piccolo e innocente bacio. Sapeva tuttavia che se avesse continuato così, i confini della loro amicizia potevano diventare molto vaghi. E ancora di più quando lei avvicinò le labbra alle sue, ma non le sfiorò.
“Abbiamo dei piccioncini sul tetto. Scusate il disturbo, ma ci avete rubato il posto”.
Ichigo e Orihime si guardarono per un attimo, imbarazzati. Il professore Urahara era insieme alla professoressa Yoruichi, mano nella mano.
“Credo proprio che dovete tornare dai vostri amichetti”disse lei” siamo professori, abbiamo qualsiasi scusa per scacciarvi da qui”.
Le sue labbra si incurvarono  in un sorrisetto ironico, mentre Ichigo e Orihime si allontanarono da lì, tornando in classe. Anche Urahara sorrise: dopotutto aveva la sua gatta tutta per sé.





eh eh l'avete capito il nostro Urahara -sensei :3 quali saranno i veri sentimenti di Ichigo? riuscirà a realizzare il suo sogno?  seguendo la storia lo scoprirete grazie a chi segue e recensisce siete degli angeli *.*
 
  
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