Scese dall'aereo,a Londra il mondo sembrava un altro. Non era come da noi,in Puglia. La gente,l'atmosfera,il tempo,tutto era diverso,ma alla fine a noi non importava,ci bastava essere lì e starci insieme. Sballottate al massimo,prendiamo  l'autobus che portava al Big Ben,dato che la nostra casa era da quelle parti. Virginia tira fuori dalle tasche dei jeans chiari un bigliettino dove c'era scritta la via di casa e,scese dal bus,ci avventuriamo per la misteriosa Londra,in cerca di quella introvabile via. Cercavamo di chiedere informazioni,ma,a causa dell'abitudine,quando fermavamo la gente,era nostro solito parlare il dialetto e i Londinesi credevano più che fossimo delle ubriache alle 4 di pomeriggio che cercavano di farfugliare qualcosa tanto prese dall'alcool,e questo ci fece morire dalle risate! Ma alla fine riuscimmo a calmarci e trovammo un Sant'uomo (?) che parlava italiano e che ci condusse davanti casa nostra. Beh,non la definirei proprio una casa! Sai quando sei piccolo e vedi ogni cosa così enorme ed emozionante??! Ecco,per noi era così. Guardavamo Londra con gli occhi di un bambino che crede alle favole e la nostra casa era il castello incantato di chi sa quale principessa. Era un sogno,sì,il nostro sogno si stava realizzando,eravamo così allegre e ridevamo come delle sceme senza motivazione,eravamo felici,punto. Quanto vorrei che la mamma mi vedesse adesso... Chi sa se sarebbe orgogliosa di me,se mi avrebbe permesso di partire,se già avrebbe cominciato a tartassarmi di telefonate,raccomandandomi di metterà una giacchetta per non prendere freddo e di non parlare con gli sconosciuti. Fare le cose che fanno tutte le altre madri insomma. Mentre interrogavo i miei pensieri,Giada ricevette una telefonata da Emma che,come è solito per una  madre,cominciò a farle una raffica di domande,neanche fossero ad un quiz televisivo. Entrambe parlarono con la loro mamma e dopo averle ripetuto mille volte "ciao",riuscirono a riattaccare e  arrivò il momento di entrare. I nostri 3 sguardi si incontrarono,come se ognuna volesse rassicurare l'altro e chiederle "sei pronta?". Virginia tirò fuori  la chiava dai soliti jeans chiari e quando la porta fu aperta tutte e 3 sgranammo gli occhi,spalancammo la bocca e sospirammo uno "woooow!". Ma,un attimo,cos'erano quelle voci??! Dopo che ci fummo riprese dalla bellezza di quella casa,ci rendemmo conto di non essere sole,chi erano gli intrusi??! Quell'atmosfera di stupore fu spezzata dalle mie grida e non facevo che ripetere:"ci sono i ladriiiii!! Chiamiamo la poliziaaa!!" Quelli che credevamo fossero dei "ladri" furono a loro volta spiazzati nel sentire persone nella loro casa e scesero di corsa giù dalle scale ed una delle 4 aveva in mano un mestolo,si credeva armata (?). "Chi siete?" disse la ragazza con il mestolo,che dopo scoprimmo si chiamasse Elisa. "C-cosa c-ci fate q-qui?" domando balbettando una ragazza con i capelli corti e scuri,il cui nome era Martina. "Come fate ad avere le chiavi??" chiese Alessia,una ragazza con gli occhiali. "Sarebbe gradita una spiegazione!" disse Aulona,con tono fermo,ma che nascondeva insicurezza. Cosa stava succedendo?? Il sogno si era spento?? Ci eravamo di colpo svegliate?? Non sapevamo cosa dire e tanto meno come comportarci;che ci facevamo quelle 4 ragazze in casa nostra??!