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Autore: tizianosmile    10/07/2012    19 recensioni
questa è una nuova fanfiction sui One Direction e su Justin Bieber, solo che Justin non me lo faceva aggiungere. e.e comunque sta ff è diversa dalle solite storielle d'amore, ok? leggetela e ditemi che ne pensate! (: x
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CHAPPY 2. NUOVA VITA.


Nel bosco Sacro, a qualche passo dalla grande villa che era l’Olimpo, i sei dèi si stavano preparando all’imminente viaggio che dovevano affrontare.
«Siamo pronti?», chiese Liam, guardando i suoi compagni.
Tutti annuirono e iniziarono a camminare verso la Porta dei Due Mondi: era un portale magico che hai lati aveva cornici in oro mentre in alto e in basso era in argento. In mezzo c’era il nulla ed era quello che i ragazzi dovevano attraversare. La Porta dei Due Mondi si trovava nel bosco Sacro degli dèi, quello che era stato costruito dal loro antico padre, Universo: era il dio dell’universo e aveva creato non solo il bosco Sacro, ma anche l’Olimpo, e tutto quel che vi era nascosto e protetto. Vi erano anche delle regole, regole ferree, che se venivano disubbidite avrebbero causato la rovina del mondo: la regola più importante era che nessun umano poteva oltrepassare la soglia della Porta dei Due Mondi, nessun umano doveva mettere piede nell’Olimpo. Oltretutto, era anche vietato trasformare un mortale in immortale: era un procedimento difficile e se il dio non era sufficientemente forte ne poteva causare la pazzia. Dato che gli dèi sono immortali nulla avrebbe potuto ucciderli, ma un atto simile li farebbe impazzire: nessuno è immune alla pazzia. Inoltre, un’altra regola fondamentale era che, se si attraversava il portale per andare sulla Terra, gli dèi non dovevano fermarcisi molto tempo, o avrebbero perso i loro poteri, avrebbero perso se stessi causando anche problemi sulla Terra. Se gli dèi avessero perso se stessi e i poteri rimanendo troppo sulla Terra, nessuno avrebbe più potuto controllare gli elementi, la morte e la vita. La Terra sarebbe diventata un luogo di caos e terrore. Il massimo che potevano reggere lontani dall’Olimpo era un anno terrestre, mentre nell’Olimpo sarebbe passato solo un mese. Trascorreva diversamente il tempo nell’Olimpo, era ovvio dato che si trovava in un altro mondo.
Una cosa buona era che potevano tornare sulla Terra quando volevano, purché passassero tre giorni sull’Olimpo prima del ritorno. Un’altra piccola regola che il Grande Capo aveva stabilito: troppi viaggi avrebbero portato scompiglio nello spazio temporale.
 
Poco prima di attraversare il portale, i ragazzi si presero la mano e si guardarono e sorrisero, non erano solo felici di andare sulla Terra, ma anche contenti di poter indossare quel che indossavano loro: di solito i ragazzi avevano una tunica di diverso colore ciascuno invece per quell’occasione avevano dovuto rimediare dei vestiti come quelli terrestri e per fortuna qualche vestito buono era nella camera d’esposizione che si trovava al piano superiore nella casetta a due piani in giardino. La camera d’esposizione era un posto dove gli dèi conservavano le cose prese dalla Terra: quello non era il primo viaggio che facevano sul pianeta, ma era la prima volta che si fermavano per più di qualche giorno. Si sentivano euforici: era ora di una nuova avventura e ognuno di loro aveva anche le proprie questioni personali. Non vedevano l’ora di divertirsi e imparare tutto. Sarebbero stati terrestri perfetti.
 
Il giorno dopo.
Era mattina quando Liam si svegliò dalla sua stanza che condivideva con Niall. Avevano deciso di stare in stanza insieme perché, anche se la villa che avevano costruito in poche ore il giorno prima su un colle disabitato vantava una decina di camere da letto, loro due si consideravano come fratelli e adoravano stare insieme. La villa in stile moderno bianca vantava anche di cinque bagni, due cucine e un giardino enorme, per la felicità di Liam. Avevano anche fatto sì di portarsi via un pezzo di casa loro, un pezzo dell’Olimpo: avevano preso un po’ d’acqua dal Pozzo dei Desideri e l’avevano messa nel pozzo in giardino. Come dall’Olimpo potevano vedere la Terra, anche dalla Terra, con la giusta acqua, potevano vedere l’Olimpo.
Il cielo era limpido, il sole splendeva alto e Liam andò in cucina e iniziò a cucinare. Era l’unico dei sei dèi che sapeva cucinare un pasto decente. A malapena gli altri sapevano fare le uova strapazzate. Ok, no. Justin sapeva cucinare la pizza e Louis aveva imparato a cucinare la pasta, ma a volte gli veniva troppo colla o troppo dura, quindi per votazione si era deciso che avrebbe cucinato Liam, mentre gli altri avrebbero pulito la casa e fatto altre faccende.
Poco dopo, anche Justin e Louis si svegliarono dalle loro rispettive camere e fecero colazione mentre Harry e Zayn si svegliarono solo verso l’ora di pranzo. Dopo aver mangiato, parlarono un po’ dei loro progetti per la giornata: Harry avrebbe fatto un giro per vedere i negozi e vedere se trovava qualche oggetto carino, Zayn confidò che voleva vedere gli artisti di strada esibirsi che fossero clown o aspiranti cantanti o anche solo persone che fingevano di essere statue, mentre Niall e Liam decisero di andare in giro a guardare parchi naturali e zoo e altre cose, dato che la città su cui erano andati ad abitare, Cherry City, in una contea sperduta degli Stati Uniti, vantava di parecchie attrazioni, tra cui parchi e zoo e circhi di ogni genere e con animali di ogni genere che fossero della terra ferma o marini. Mentre Louis e Justin decisero di comune accordo di andare a visitare delle sale giochi: Louis andava matto per quei rumorosi aggeggi e aveva contagiato anche Justin con la sua passione, anche se Louis adorava in particolar modo i giochi con le corse di macchine e Justin quelle delle moto.
 
Si salutarono in una piazzetta con un enorme albero al centro da cui diramavano diverse strade che portavano in posti diversi tutti da esplorare. Ognuno prese una strada diversa: Zayn prese quella che partiva alla destra dell’albero, Louis e Justin andarono dritti, Niall e Liam presero la strada che partiva da dietro l’albero e Harry invece andò a sinistra. Rimasero d’accordo sul fatto che quando fosse diventato sera si sarebbero ritrovati tutti a casa. Per fortuna sapevano orientarsi bene, grazie ai loro poteri ritrovare la strada di casa non sarebbe stato difficile, speravano.
 
Harry.
Il mio unico pensiero era Luna. Ai miei amici, quasi fratelli, non avevo detto che andavo in ospedale da lei, come avrei potuto? Le relazioni tra mortali e immortali erano sconsigliate dato che alla fine i primi sarebbero invecchiati e morti... ma non volevo pensarci. Volevo solo vedere Luna, abbracciarla e chissà, magari confessarle i miei sentimenti. Era dalla prima volta che l’avevo vista che me ne ero innamorato. Speravo che ricambiasse il mio amore, lo speravo con tutto il cuore. Camminai per un tempo che mi parve infinito, ma sempre perso nei miei pensieri: Luna, la sua immagine, il suo volto, riempiva tutto lo spazio nella mia mente... fino a che davanti ai miei occhi comparve un ospedale... anzi, quell’ospedale. Senza neanche rendermene conto, iniziai a correre, e tra scontri con gli infermieri e indicazioni sbagliate, mi ritrovai a riprendere fiato su una sedia. Non ero abituato a quelle corse, anche se Niall durante le partite ci faceva correre un sacco, quello era niente. Buttai la testa in avanti e i miei ricci mi ricaddero sul viso. Li spostai con la mano e buttai indietro la testa, mentre mi passavo la mano tra i ricci. Chissà come sarebbe stato toccare i capelli biondi di Luna? Sicuramente non lo avrei mai scoperto, se fossi rimasto lì.
Mi alzai, ma una voce mi fermò bruscamente. «Ehi, tu. Chi sei?».
Mi girai di scatto, ma sapevo... sapevo che non era lei. Non era la sua voce quella. L’infermiera alzò un sopracciglio. «Sono qui per un paziente», dissi avvicinandomi e costatando che negli occhi dell’infermiera si accese qualcosa... qualcosa che non capii cosa fosse finché non si passò la lingua sulle labbra. Avevo fatto colpo. Certo, sapevo di essere bello, come qualsiasi dio che si rispetti, ma non immaginavo di fare subito conquiste. Sorrisi e lei parve perdere il filo dei suoi pensieri. Le ci vollero alcuni minuti, prima che mi rispondesse. «Chi cerca?», chiese inspirando e indietreggiando di un passo ma tenendo sempre lo sguardo fermo. Aveva coraggio, da ammirare. Ma ero lì per Luna e non per divertirmi.
«Luna. Dov’è Luna?», chiesi in preda al panico.
Aveva promesso di aspettarmi. Doveva aspettarmi.
«Luna?», chiese confusa l’infermiera.
Mi stavo innervosendo. «Sì. Luna. Ragazza non molto alta. Bionda. Capelli lunghi. Occhi azzurri. Bellissima, ha presente?», sbottai, spaventandola.
Lei parve pensarci su per un po’ e poi un lampo luminoso passò nei suoi occhi. «Ah, sì! So di chi parli, la signorina Anderson, ma... guarda caro, è impossibile che tu vada a trovarla perché... - “Fa che non sia successo niente, fa che non sia successo niente, fa che non sia...”, pensai spaventato- ...è stata trasferita ieri in un altro ospedale. Posso darti il nome, ma non è sicuro che tu riesca a trovarla. Le sue condizioni sono peggiorate in un secondo», mormorò l’infermiera.
Rimasi come gelato. Trasferita. Nessuna sicurezza di ritrovarla. Condizioni peggiorate. Mi sentii morire dentro. Le avevo promesso che sarei stato con lei, che non me ne sarei mai andato, che ci saremmo incontrati... se non fossi riuscito a trovarla, avrebbe odiato e io non volevo che lei mi odiasse.
Poteva sembrare un atteggiamento egoistico, ma io volevo che mi amasse come io amavo lei, volevo che mi aspettasse come io aspettavo lei... e ora dovevo cercarla di nuovo, ma non mi sarei arreso.
 
 
 
 
 
MYSPACE: allora, premettendo che il terzo capitolo è già in scrizione (?) quindi non preoccupatevi, ma sto anche scrivendo il chappy dell’altra ff, quindi abbiate pietà se ogni tanto carico in ritardo.
Rimanendo in tema dell’episodio di Dawson che sto vedendo ora che tutti ringraziano tutti (?) io ringrazio chiunque abbia letto e recensito il primo capitolo e spero che continuerete a seguirlo. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, so che la storia di Harry è un po’ triste, ma pazientate ok?
Mi fa piacere che la mia ff abbia avuto successo: l’ho sognata alle 5 o 6 di mattina e boh, per paura di dimenticarmene l’ho scritta, ma non immaginavo di pubblicarla. Inizialmente la pensavo come os, ma sarebbe venuta troppo lunga.
Ok, se continuo sto myspace viene più lungo del necessario e boh, non vorrei mai annoiarvi con le mie parole.
Comunque bè, recensite e fatemi sapere che ne pensate. Questo @tizianosmile è il mio twitter, quindi se volete sono anche lì.
Xoxo
(quanto amo mettere ‘xx’ o ‘xoxo’ AHAHAHAHAH) 
  
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