Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: say goodbye    10/07/2012    2 recensioni
Nome? Melanie.
Età? troppo grande per rispondere.
Carattere? credimi meglio se non mi consoci.
Ragazzi? no grazie, sono lesbica.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il modo migliore per dimenticarmi di lui è andarmene da qui.
 
Sono passati pochi giorni dall'ultima volta in cui l'ho visto, il suo sguardo, la sua risata, il suo modo di fare sono rimasti impressi nella mia mente come disegnati con un pennarello indelebile.  
Poco fa ho chiamato mio padre, voglio andare a stare da lui per un po' di giorni, almeno fin quanto ne avrò bisogno.
Ogni tanto ci vuole staccare dal mondo quotidiano ripartendo da zero.
Ha detto che è ben contento di rivedermi anche se il nostro rapporto non è uno dei migliori.
Può essere anche un'occasione per riallacciare ciò che un tempo si è rotto. Parto domani mattina presto con il primo volo diretto per Londra,
sono agitata? troppo.
sono triste? dipende dai punti di vista.
mi mancheranno i miei amici? forse. 

 
Sono sempre stata quel tipo di persona solitaria che non ama stare troppo in mezzo alla gente, ad esempio, opto stare a casa a sentirmi un po' di musica che andare in pizzeria con gli amici, opto leggermi un libro piuttosto che andare a ballare, opto un film anziché stare in centro. Pochi sono come me, ma come si dice, pochi ma buoni..
 
 
10 luglio, martedì.
Oggi è il grande giorno, nessuno ancora sa che parto e sinceramente non ho la minima idea di come dirglielo.
Voglio essere decisa, ma non troppo fredda, distaccata ma non voglio fargli credere che in realtà non me ne importa niente, anche perché non è così.
Ho appuntamento verso le 15 nel nostro solito punto di ritrovo, al telefono ho sbiascicato solo un 'vi devo dire una cosa' una cosa così importante non si può dire per telefono, sarebbe squallido, forse troppo. Inizio a incamminarmi, caldo, oggi fa particolarmente caldo. Non tira un filo di vento e sento pian piano i miei capelli afflosciarsi sulla mia fronte bagnata di sudore. Odio, tanto odio, c'ho messo quasi un'ora per piastrarli, tanto lavoro buttato nel cesso come fosse niente.
Passo davanti ad un bar, con la coda dell'occhio scorro in vetrina diversi tipi di granita che sembrano quasi sussurrare il mio nome, manco stessimo girando un porno.
Ti tenta e cerca di persuaderti con quel rumore allietante del ghiaccio che si infrange tra le lame del tubo girevole. Cedo, un gelato ha la meglio su di me, che vergogna. Il gusto zuccherato di quella granita alla menta mi solletica l'esofago e sento lentamente lo stomaco assumere freschezza, ne avevo proprio bisogno. 
Mentre cammino chiudo gli occhi per sentire il silenzio che mi circonda, forse troppo silenzio.
Come al solito io non posso fare a meno delle mie figure di merda, quindi? Quindi proprio nell'attimo in cui chiudo gli occhi vado a sbattere contro qualcuno apparentemente troppo idiota per vedermi e schivarmi. Riapro immediatamente gli occhi e sento una sostanza appiccicosa imprimermi la maglietta, alzo gli occhi al cielo e prego dio che non sia ciò che immagino. Abbasso lo sguardo, e porca troia sì, mi ero sporcata dalla testa ai piedi.
Fulmino la persona davanti a me propensa a darmi la mano, il volto è coperto dai raggi di sole che mi disabilitano la vista. Non ci credo, io lo ammazzo, vaffanculo lo ammazzo. Con tutte le persone che ci sono in sto cazzo di mondo, dovevo andare a sbattere proprio contro di lui? Perché? Perché? Dio buono. 
 
Mel: "Vedo che non sei cambiato, a quanto pare ti diverti a rovinare le mie magliette." Dico scocciata.
Justin: "Guarda che hai fatto tutto da sola" Sorride compiaciuto. 
Mel: "Sei un'idiota, ecco cosa sei." Rispondo a tono.
Justin: "E tu una bambina." Si avvicina a me pericolosamente, sento il suo respiro leggero sul mio collo, un brivido mi porta compulsivamente a mordermi il labbro, perché mi faceva quell'effetto? Voglio essere baciata ora, ti prego fallo..
No aspetta, che cazzo sto dicendo? Strabuzzo gli occhi e cerco di pensare ad altro, mi scosto bruscamente. 
"Stammi lontano." Non lo lascio finire di parlare che già mi trovo alla fine del vialetto alberato, voglio voltarmi ma non voglio dare nell'occhio, perciò fascio scivolare la pupilla dell'occhio destro leggermente verso di lui, sperando non si accorga di nulla. Ritorno sui miei passi e penso al modo in cui potrei dirgli che me ne vado. 'Sapete, prendo una pausa me ne vado' no, troppo da stronza..mh..'Ehi ehi ho deciso di andarmene ;)' così però gli faccio capire che non vedo l'ora di sloggiare..sto impazzendo. Ho il cervello che tra poco sento che esploderà, la devo smettere.
Una volta là le parole mi usciranno da sè.
Eccomi..ci siamo. Sono tutti lì davanti a me che aspettano che io faccia o dica qualcosa, è arrivato il mio momento ed è troppo tardi per tirarsi indietro, prendo coraggio e sospirando le uniche parole che mi escono dalla bocca sono "Ragazzi..è difficile da dire ma..vado a stare da mio padre per tutto il periodo scolastico." Indescrivibili sono le facce, una voce, una voce dietro di me, una voce interrotta dal magone, mi volto e riesco a leggere la tristezza nei suoi occhi.
Justin: "Che cosa?"
  
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