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Autore: LadyDenebola    11/07/2012    2 recensioni
"Bentornata a casa, Violet!" Violet Rosenao, ancora fresca di Mago, torna a Hogwarts come assistente bibliotecaria intanto che sta cercando la sua vocazione. E vi ritroverą anche un professore che non vede da una sera di sette anni fa, e al quale vuole ancora dire molte cose... I personaggi (per loro fortuna) appartengono alla Rowling, io come al solito mi limito a farli soffrire...Buona lettura!^___^
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Salve a tutti! So che Violet può sembrare un po'...ehm diciamo strana, ma cercherò di spiegare il suo carattere e quello che le passa per la testa nei vari capitoli. Buona lettura^^


<< ... E quando qualcuno deve prendere in prestito un libro devi segnarlo in questo registro, senza dimenticarti del titolo, l'autore, lo scopo della consultazione, il nome e la Casa dello studente... >>

Violet, che si era scollegata dalla realtà già dopo cinque minuti da quando Madama Pince aveva iniziato a darle dritte sul lavoro in biblioteca, fece un salto indietro quando la Pince posò con grazia elefantiaca un tomo alto almeno quindici centimetri sul tavolo. Violet lo fissò a bocca aperta: già per il solo fatto di essere bassa doveva sedersi su uno sgabello magicamente rialzato, per consultare e scrivere su quel coso avrebbe dovuto improvvisarsi professionista di free-climbing!

<< ... E senza il permesso autenticato di un professore, l'accesso alla Sezione Proibita è severamente proibito! >>

"Ma va?"pensò Violet mordendosi la lingua per non dirlo ad alta voce. Metà delle cose che le aveva detto la Pince le ricordava dai tempi in cui era una studentessa, e l'altra metà era talmente ovvia che Violet aveva a malapena ascoltato.

<< Se è tutto chiaro >>concluse la Pince con un sorriso acido, << puoi cominciare sistemando quei libri, cara >>

Violet annuì con un sospiro. Quasi si pentiva di aver osato invadere il regno inviolabile di Madama Pince, che non si preoccupava minimamente di nascondere il proprio disprezzo per quell'assistente, di cui, come ripeteva ogni tanto, non aveva affatto bisogno. Ma Violet era decisa a ignorarla: viveva a Hogwarts, la pagavano – certo, una miseria – e le piaceva leggere. Come primo lavoro in attesa di qualcosa di meglio era un buono inizio. Inoltre attaccava facilmente bottone con gli studenti, che andavano da lei soprattutto per lamentarsi dei professori e della scarsa pazienza della Pince.

Dopo pranzo Violet stava seduta al banco della biblioteca mentre la Pince vagava dietro chissà quale sperduto scaffale, quando una voce che non sentiva da tempo la fece sobbalzare e quasi cadere dallo sgabello.

<< Rosenao? >>

Violet si rimise in equilibrio e chiuse il libro che stava leggendo per guardare Piton, in piedi davanti a lei che la fissava con la sua solita espressione indecifrabile.

<< B-buon pomeriggio >>balbettò Violet. Non lo vedeva da quando se ne era andata, e anche quando era tornata per finire gli studi, Piton ancora era alle prese con tutti quei processi dai quali poi era stato assolto. In fondo lei aveva sempre saputo, o quantomeno sperato, che era innocente, e aveva sempre voluto rincontrarlo per dirglielo, ma ora le parole le si smorzarono in gola.

Rimasero semplicemente a fissarsi in un silenzio che si faceva sempre più imbarazzante.

<< Lavori qui, allora? >>le chiese Piton, inespressivo come al solito.

<< Sì, sono l'assistente di Madama Pince >>annuì Violet, leggermente indispettita. "Un come stai, come va? no, eh?"

<< Perché? >>

Violet sgranò gli occhi. Che razza di domanda era? Ricordava che Piton non era certo tipo da conversazione, ma... dai, le ormai era una donna, poteva anche sforzarsi a chiacchierare un po'... o era pretendere troppo?

<< Sei sempre stata una ragazza brillante, Rosenao, perché perdi il tuo tempo in una biblioteca? >>. Be', almeno aveva capito di doversi spiegare meglio. Era sempre stato im tipo perspicace.

<< Be', mi piacciono i libri, e poi... ehm... sentivo nostalgia di Hogwarts >>Violet arrossì. Si era appena resa conto di quanto fosse ridicolo il motivo per cui era tornata. E dall'espressione di Piton capì di non essere l'unica ad averlo pensato.

<< Rosenao, vuoi buttare la tua vita chiusa qui dentro? >>commentò sprezzante Piton.

Violer arrossì indignata.

<< E lei, invece? >>sbottò.

Piton alzò un sopracciglio, e poi se ne andò, lasciandola lì come una stupida.

 

All'ora di cena Violet era ancora di cattivo umore. Non solo aveva dovuto sopportare le critiche e i commenti tutt'altro che positivi della Pince, ma ancora le bruciava per Piton. Che cavolo di modo era di ripresentarsi, dopo tutto quello che era successo? Era stato il suo Direttore, quando le insegnava la chiamava per nome, era addirittura gentile! E adesso la trattava come una Tassorosso qualsiasi?! E lei che aveva sempre aspettato il momento in cui l'avrebbe rivisto. Che stupida!

Violet quella sera mangiò con le spalle rivolte con decisione verso Piton, l'idiota. Avrebbe anche potuto chiederle qualcosa, tipo cosa aveva fatto dopo la scuola, come se l'era cavata durante l'ascesa di Voldemort, o che altro... Forse il morso di Nagini l'aveva inviperito ancora di più, va' a capire...

Tutta l'euforia della sera prima era insomma andata a farsi benedire, e Violet quasi azzannava il cibo, sotto lo sguardo perplesso della Sprite che comunque evitò – per sua fortuna – qualsiasi osservazione. Voltata così com'era, però, Violet non poté accorgersi che Piton ogni tanto la guardava con interesse. Fu solo quando si alzò per andarsene che Violet si degnò di guardarlo di sfuggita.

"Ma chi se ne importa!"pensò mentre saliva alla sua stanza al terzo piano, pestando i piedi a terra. "Dovrebbe interessarmi il giudizio di un... un... un eroe?"

<< Dio, che patetica >>sbuffò scuotendo la testa. Certo che le importava del giudizio di Piton, le era sempre importato. E pensare che lui l'aveva trattata come se fosse ancora una ragazzina sentimentale invece che una collega la straniva più di ogni altra cosa.


 

   
 
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