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Autore: Nihal_11    11/07/2012    1 recensioni
Certe volte quello che hai non ti basta più. E non sai come fare per affrontare la realtà, finisci per ferire le persone che ti circondano e soffri anche te. Certe sentimenti difficilmente si accettano.
Questa è la storia di una ragazza che non è riuscita ad affrontare i suoi sentimenti e le sue paure, cedendo all'illusione e alla solitudine dell'alcool.
Prima o poi, però, bisogna reagire e affrontare le proprie paure.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11

“Sara devi trovare un nuovo lavoro...non puoi stare ferma a lungo...a settembre ti scade l'indennità di disoccupazione!”

Finalmente qualcuno che mi dice cosa fare! Beata Francesca! Così ci ritroviamo a casa mia davanti al mio portatile a sistemare il mio curriculum e ad inviare i primi. Sinceramente non sono molto ottimista, la crisi la sentono anche le grandi società e trovare lavoro di questi tempi non è semplice, ma tentar non nuoce!

Inviato l'ultimo curriculum colgo l'occasione per chiedere alla mia amica come vanno le cose con Luca. Mi sento in colpa per averla “abbandonata” in questa occasione. Nei suoi flirt precedenti non mi perdevo niente, ero sempre aggiornata giorno per giorno e cercavo di darle i miei consigli, per quanto potevo. Invece questa volta non le sono stata vicina quasi per niente.

“Uffa mi sono persa il vostro primo bacio!” mi lamento scherzando. Lei ride con me e cerca di rassicurarmi “non ti sei persa niente di speciale dai! E poi hai avuto tanti pensieri...”

“già...”

Giorno dopo giorno cerco di riprendermi la mia vita, di risalire in sella per tornare a competere per i primi posti. Non è facile, anche perché non trovo la staffa per salire... Alessandro e Giovanni li ho risentiti solo per telefono; di più Giovanni a dire il vero e la maggior parte delle volte è lui a cercare me. Con Alessandro ci ho parlato al telefono solo una volta, due giorni fa, ma non ci siamo detti niente di particolare è stata una semplice chiamata dove si chiede come si sta, come vanno le cose, cosa si fa e il resto.

Rimetto i miei pensieri da parte e mi godo il resto del sabato con la mia amica.

I giorni successivi trascorrono anonimi, la vera scossa arriva martedì mattina, quando verso le undici ricevo una chiamata inaspettata di Francesca.

“Non ci crederai mai!”

“Che cosa?!”

“Tesoro...ringraziami perché ti ho trovato il lavoro! O forse dovrei dire ri-trovato?!”

“Fra ma che stai dicendo?! Dove?!”

“Ma come dove Sara! Qua! Il tuo vecchio lavoro! Guido Del Vecchio mi ha sentito mentre accennavo la cosa a Luca, si è ricordato subito di te! E ne ha parlato con Duccio Bertini che proprio poco fa è venuto a dirmi che sarebbero ben felici di darti un'opportunità! Ovviamente non possono farti subito il contratto indeterminato, sai con tutti i problemi di ora...”

“Wow! Non so che dire!”

“Béh...un grazie può bastare!”

“Ma tu non hai fatto nulla!” ironizzo

“Invece si! Parlo di te a lavoro e con Luca, non ti basta?! Ti penso sempre io!”

“Grazie Francesca sei un tesoro!”

“Prego mia dolce metà. Domani mattina cominci subito, ti passo a prendere io alle sette e mezza”

“Così presto?!” chiedo allarmata: in questo periodo ho preso troppo l'abitudine a dormire fino a tardi la mattina.

“Si, prima di cominciare vogliono parlarti e ti dovrai mettere in pari, siamo un bel pezzo avanti col lavoro, ma ci servi come il pane!”


 

E' strano, tornare qui ripercorrere questi corridoi, affacciarmi in queste stanze e salutare vecchi colleghi. Mi sento strana: sono felice, ma allo stesso tempo sento dentro un fremito che mi innervosisce un po'. La presenza di Francesca affianco a me mi rilassa appena, se possibile lei è più emozionata di me.

Appena finisco il colloquio con i capi la trovo ad aspettarmi fuori dal loro ufficio con un sorriso smagliante, il quale sinceramente mi innervosisce un po'. Conosco Francesca e quel sorriso nasconde qualcosa.

“caffè?!” mi chiede con voce palesemente impaziente. Nasconde sicuramente qualcosa.

La guardo dubbiosa, ma alla fine non voglio provocarle una delusione, se ho di nuovo il mio lavoro è grazie a lei. Sospiro e facendo finta di niente la seguo. Come sospettavo nella stanza dedicata al caffè vi sono tutti i colleghi ad accogliermi, ci sono tutti e ovviamente c'è anche lui. La mattina trascorre veloce, dopo l'emozione iniziale mi concentro sul lavoro cercando di non distrarmi troppo; naturalmente ogni volta che ci incrociamo il mio cuore salta un battito, ma alla fine riesco ad arrivare viva all'ora di pranzo.

Così giorno dopo giorno riprendo la mia routine alla quale non ero più abituata, ma è stato semplice e piacevole riprenderla. Con Alessandro, fin'ora, c'è stato un rapporto semi-normale, molto cordiale e arricchito di sguardi, ma nessuno dei due ha ancora detto o fatto nulla di più.

Aspiro a pieni polmoni la sigaretta e mi godo il panorama che si vede dalla terrazza dei nostri uffici. È già un mese che ho ripreso a lavorare e finalmente posso dire di sentirmi veramente bene, anche se non tutto ancora è in ordine dentro me. Sento spesso Giovanni per telefono, mi chiama lui almeno una volta a settimana; mentre Alessandro lo vedo tutti i giorni. So che ormai è giunto il momento di completare il puzzle sistemando gli ultimi tasselli al loro posto, ma nonostante tutto non ho ancora avuto il coraggio di farmi avanti e sistemare le cose. Quando sembro decidermi mi pongo subito mille domande che mi ributtano nel dubbio e non arrivo a niente. “Non puoi aspettare in eterno o li perderai entrambi, Sara” mi ha giustamente detto Francesca, qualche sera fa quando le ho confidato i miei timori ed ha perfettamente ragione.

“Non mi sono ancora abituato a vederti fumare”

La sua voce mi coglie alla sprovvista e mi volto di scatto. Alessandro mi sorride divertito dal mio sobbalzo. “Scusa. Non volevo farti paura”

“Figurati. È che non me lo aspettavo” gli rispondo spegnendo il mozzicone nel posacenere

“Come stai?”

È la domanda più banale e quella che mi sento rivolgere più spesso da almeno un anno, eppure lui mi coglie impreparata.

“Come...? Bene, sto bene grazie. Te?”

“Tutto apposto”

Ci sorridiamo e lui si avvicina a me appoggiandosi alla ringhiera della terrazza.

“Sono felice...che tu sia riuscita a tornare te stessa”

Non so cosa rispondergli, per questo mi limito a guardarlo e sorridergli. Lui si fa più vicino e con la mano sinistra delicatamente mi porta un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. Sento il cuore accelerare e ho la netta impressione che la distanza tra noi stia diminuendo sempre più...

“Sara? Sei qui?!” Francesca si affaccia nella terrazza facendoci saltare ad almeno un metro di distanza l'uno dall'altra

“Ehm...ho interrotto qualcosa?” la sua faccia imbarazzata mi ripaga della rabbia per essere apparsa precisa nel momento in cui io ed Alessandro...cosa stava succedendo? Ci saremmo baciati? Ormai non è successo e suggerisco al mio cuore di regolarizzare il suo andamento.

“Tranquilla...dimmi”

“Ti cerca Luca...”

“Arrivo” Lancio un ultimo sguardo ad Alessandro, il quale mi sorride di rimando, e rientro negli uffici con Francesca. La mia amica è palesemente imbarazzata, ma la conosco e so che sta morendo dalla curiosità; infatti dopo pochi passi mi guarda sorridendo un po' maliziosa “Scusami Sara! Sono capitata nel momento sbagliato vero?”

“Probabilmente...” non posso fare a meno di sorriderle anch'io

“Ma vi stavate per baciare?”

“Chi lo sa...” le rispondo appena prima di entrare nell'ufficio del capo, lasciandola sulle spine.


 

Per due settimane mi ha rincorsa ponendomi sempre la stessa domanda ed io ogni volta le ho risposto in maniera molto vaga, meritandomi sguardi assassini da parte sua. Fino a stamattina, che è venuta da me per andare assieme al mercato, come facciamo sempre ultimamente ogni sabato, e mi ha guardata con sguardo serio, quasi minaccioso dicendomi “se continui a sviare la mia domanda stasera lo chiedo a lui direttamente”. Non che la cosa mi infastidisse particolarmente, ma ho deciso di cedere e confessarle che probabilmente ci si sarebbe baciati.

“Maledizione lo sapevo che ero capitata nel momento sbagliato!” Esclama, battendosi il pugno nell'altra mano.

“Stai tranquilla Francesca, va bene così”

“va, bene così cosa?!”

“Dai eravamo a lavoro e poi se proprio doveva succedere, sarebbe successo in un'altro momento, eppure son passate quasi due settimane ormai, si vede che non doveva capitare”

“mh...”

Non l'ho convita, infatti nell'arco di tutta la mattina non compra niente ed è un evento più unico che raro. Mi sento quasi in colpa.

Questa sera abbiamo fissato per andare a ballare ad una nuova discoteca che hanno aperto in centro, così per le dieci e mezzo siamo pronte sotto casa mia aspettando Marco che si è offerto di guidare lui.

A proposito di Marco...la settimana scorsa ha bussato alla porta chiedendomi di parlare; inizialmente pensavo di non aprirgli neanche, la nostra ultima discussione mi era rimasta indigesta, ma alla fine l'affetto fraterno ha vinto su tutto e abbiamo parlato per una notte intera chiarendoci e con la promessa di entrambi a recuperare il rapporto.

Probabilmente è anche per questo che si è offerto di guidare lui! Comunque poco dopo lo vediamo scendere gli ultimi scalini e raggiungerci tutto tirato a lucido con maglietta attillata con scollo a V firmata Armani, capelli sistemati con la cera e un profumo nuovo molto buono.

“Caspita Marco, hai un appuntamento galante e non ci dici niente?” lo stuzzica Francesca

“Come no, ho appuntamento con voi”

“Che uomo, non vorrei deluderti ma abbiamo almeno altre dieci persone ce ci aspettano...” infrango io il momento magico

“Lo so” risponde un po' stizzito “ma finché non saremo là sarò accompagnato da due donne, quindi mi dovevo presentare bene”

“Bravo Marco!” esclama Francesca ridendo

Così montiamo in macchina e raggiungiamo gli altri al locale.

Apenna la macchina si ferma il mio sguardo va subito all'ingresso della discoteca, in cerca dei nostri amici, ma invece di loro incrocio quello sguardo che proprio non mi aspettavo. Un tuffo al cuore e un misto di paura e ansia mi affiora. Mi volto con sguardo di rimprovero verso Marco, sono sicura che ne sa qualcosa. Infatti non è per nulla sorpreso e mi guarda con sguardo colpevole.

“Me lo chiedeva da tempo...mi ha quasi implorato...”

“...sei irrecuperabile Marco”

Scendo dalla macchina e mi avvicino verso Giovanni, quando sono a mezzo metro mi fermo e lo fisso nei suoi occhi blu.

“Ciao”

“Ciao Sara”

“Non mi aspettavo di trovarti qui...Marco non mi aveva detto niente”

“Lo so, gliel'ho chiesto io di non dirti nulla. È da tanto non ci vedevamo e...ho come l'impressione che tu mi eviti”

Diamine...non è facile come speravo, i tanti anni passati insieme pesano come macigni e l'istinto mi dice di abbracciarlo e magari anche di baciarlo, ridere assieme come se nulla fosse...come tanto tempo fa...

Eppure so che non è la scelta giusta; ci ho pensato tanto, ci ho sofferto tanto, ma alla fine ho dovuto prendere una decisione che fosse giusta per me e non solo.

“Gio, no. Si forse ti ho evitato, ho avuto paura che arrivasse questo momento perché a te ormai sono legata in modo profondo, ma non posso continuare a prenderti ingiro. Siamo stati insieme tanti anni, ma dentro di me è cambiato qualcosa e...” faccio un respiro profondo cercando di calmarmi, infondo è normale che sia agitata...sto dicendo addio alla persona con cui ho trascorso gli anni più importanti... “io non sono più innamorata di te Giovanni.” l'ho detto.

“Non sono più in grado di darti ciò che cerchi, né di ricambiare ciò che tu daresti a me”

Lui alza gli occhi al cielo, forse per ricacciare quelle lacrime che gli hanno inumidito gli occhi. Sospira, si passa una mano tra i capelli e poi torna a guardarmi. Dal suo sguardo lo vedo che soffre e sento una fitta al cuore nel vederlo così. Non vorrei essere la causa del suo dolore, ma devo essere sincera ed affrontare la realtà, devo dargli questo dolore ora per non farlo soffrire più come in quest'ultimo anno. Non dico nulla perché le parole adesso non servono. Lo conosco e so che non lo posso aiutare in nessun modo. Non io almeno. Eppure una parte di me vorrebbe abbracciarlo e consolarlo, dirgli che tutto si sistemerà. “No Sara, non sei tu che devi fare questo” mi dico. Non riesco più a stare davanti a lui così. Faccio ancora un sospiro, faticando a controllare le emozioni per non piangere...è difficile.

Lo guardo con dolcezza ripensando alle tante cose che abbiamo condiviso, chiudo gli occhi un attimo per rompere il contatto visivo, per poi guardare l'asfalto e allontanarmi da lui.

Dopo i primi tre passi lui mi sfiora il braccio facendomi fermare

“Io...ti amerò sempre” mi dice con la voce che gli trema

“No Giovi, troverai una che saprà ricambiarti con l'amore che meriti...” vorrei dirgli anche che gli voglio comunque bene, che rimarrà sempre importante per me. Ma non aggiungo altro e per l'ultima volta mi giro e mi allontano.

Il pensiero di aver fatto la cosa giusta mi allevia in parte la tristezza. Anche se non me lo aspettavo di vederlo stasera, mi ero già immaginata cosa gli avrei potuto dire quando ci saremmo rivisti. Ovviamente non ero arrivata a nessuna conclusione, ma il mio cuore, almeno, si era abituato all'idea.

Questo mi permette di raggiungere Francesca e Marco con un debole sorriso sulle labbra. Senza dire niente abbraccio Francesca e mi lascio coccolare un po' anche da Marco.

“Tutto bene?” mi chiede la mia sorella adottiva

“Si...tutto ok”

“Se vuoi possiamo stare ancora un po' fuori”

“No, grazie Marco, preferisco raggiungere gli altri. Sto bene, davvero. Voglio solo svagarmi”

Dentro troviamo già qualche amico al tavolo, ci uniamo a loro e ordinano da bere, ovviamente io prendo un analcolico...per i primi minuti mi sento ancora turbata per l'incontro con Giovanni, ma piano piano riesco a farmi trascinare dalle risate del gruppo.

Dopo almeno mezz'ora arrivano gli ultimi ritardatari: Stefania, Luca e...ma non doveva esserci anche Alessandro? Guardo sorridente Luca baciare Francesca e poi lo saluto anche io. Resisto alla tentazione di chiedere a loro, ma non posso fare a meno di guardarmi attorno mentre raggiungiamo il centro della pista.

“Cerchi qualcuno?”

La sua voce arriva da dietro il mio orecchio destro e mi provoca dei brividi fin infondo la schiena. Mi volto e i suoi occhi scuri mi sorridono.

“Temevo ci avessi dato buca”

“Non potrei mai dare buca a te”

Caspita se mi blocca la circolazione. Passiamo la serata praticamente sempre insieme, vicini al gruppo, ma insieme.

È tipo due ore che balliamo e le mie gambe cominciano a cedere, oltre al bisogno d'aria, così avverto che esco per un po' e vado nel giardino della discoteca. Finalmente aria fresca! Chiudo gli occhi e mi lascio accarezzare dalla brezza notturna.

“Tutto bene?”

Mi volto e lui è li...

“Si, si. Tutto bene, avevo solo bisogno di riposarmi un po' e prendere un po' d'aria fresca”

“Hai ragione, si comincia a soffocare là dentro”

“Già...”

Continuiamo a guardarci mentre lui si avvicina lentamente, con la mano destra mi accarezza la guancia e mi porta dietro l'orecchio un ciuffo ribelle. Adesso siamo molto vicini. Riesco a sentire il suo respiro e mi rendo conto che il mio ha accelerato come i battiti del mio cuore. Lo vedo avvicinarsi un po' di più col volto per poi riallontanarsi, come se avesse paura.

“Questa volta non voglio farti fare qualcosa che non vuoi...”

Le sue parole esco quasi come un sussurro. Lo guardo e non rispondo, semplicemente scuoto la testa, sorrido, e lo bacio. È come un'esplosione, le nostre lingue si intrecciano con passione, il suo abbraccio stringe più forte e vorrei non finisse mai.

Non so per quanto ci baciamo, ma quando ci allontaniamo leggermente sembra passata un'eternità e troppo poco tempo. Lo guardo e sorrido perdendomi nei suoi occhi neri.

“Sposami” è l'unica parola che esce dalla sue labbra e mi sorprende tanto che non riesco a dire né fare nulla.

Lui mi sorride e fa incontrare i nostri nasi con un movimento delicato della testa

“Mi ami?”

“Si” ritrovo improvvisamente la voce, anche se esce a fatica per l'emozione

“Allora sposami”

“Si” ripeto come una macchina, mentre gli occhi mi si inumidiscono per il vortice di emozioni che provo.

Credo che questa sera non la dimenticherò mai.

È incredibile come la mia vita sia cambiata negli ultimi giorni, nell'ultimo mese, nell'ultimo anno. Certo è che felice come lo sono ora...forse non lo sono mai stata.

Mi ero persa. Avevo dimenticato chi ero, quale fosse il mio nome. Avevo perso la mia identità. Avevo dato la colpa a te...ma solo tu sei riuscito a ridarmi vita.


 

Percorrere la navata centrale della chiesa e vedere Alessandro davanti all'altare ad aspettare me è stato il momento più bello della mia vita, almeno finché questa piccola creatura che sta crescendo dentro la mia pancia non nascerà.


 


 

 

The End  

 


 


 

Buonsalve!

Finalmente sono riuscita a pubblicare quest'ultimo capitolo di Nameless! Ringraziamo il programma html di EFP per questo, altrimenti sto ancora imparando ad utilizzare il mac e non ho ancora nvu e non sapevo come fare xD Per questo anche la forma del testo è molto diversa dai capitoli precedenti e mi scuso ;)

Che dire...sono felice di essere arrivata alla conclusione, ci pensavo da un po'...da una parte volevo tentare di portarla più avanti, ma le idee erano sotto zero, il tempo più o meno uguale ed era da una vita che non aggiornavo! Perciò eccomi qua con quest'ultimo capitolo!

Ringrazio profondamente Cocchi che mi ha seguita e sopportata sempre <3 e grazie anche a tutti gli altri che hanno commentato qualche capitolo qua e là =D


 

Nihal 11  

  
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