Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: nightmerd    11/07/2012    2 recensioni
{ Remake: GUARDIANS }
" -D’accordo-, dice tranquillo e si mette comodo, come se ci attendesse una lunga chiacchierata. –Gli angeli si sono estinti tutti. Sono rimasti solo quattro arcangeli. Uriel, Mikael, Raphael e Gabriel. Questi qui, per rimanere in vita uniscono la loro esistenza a quella degli umani, facendogli da ‘angelo custode’. Così, se muore il loro protetto muoiono anche loro-.
-Frena un secondo, play boy!-, lo interrompo. –Come si sono estinti gli angeli?-.
-Li avete uccisi voi umani. Con l’inquinamento uccidete la natura e di conseguenza gli angeli-. Annuisco e lui continua. –Però molti demoni potenti, tra i quali Nergal, vogliono distruggere la razza angelica e per farlo devono uccidere i protetti degli arcangeli. Tuttavia, Lucifero è al corrente di questo complotto e ha inviato noi demoni minori a proteggere i protetti degli arcangeli, perché questi ultimi sono troppo deboli per farlo-.
-E’ una cosa contorta-, commento corrugando la fronte.
-Lo so-.
-Ma perché Lucifero vuole preservare gli arcangeli?-.
-Per divertimento, suppongo-, fa spallucce. –Senza gli angeli il mondo per noi demoni non è divertente-. "
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Mi fai male, brutta stupida!-, esclama Nicholas ritirandosi dal contatto di Esther mentre tenta di fasciarlo.

-E smettila di lamentarti. Sei un uomo no? Resisti-, lo schernisce Mikael.

-Ma che vuol dire che suono un uomo?! Fa un male atroce!-, sospira e mentre l’angelo cerca di continuare a fasciargli il petto, lui la allontana con un gesto della mano. –Non toccarmi. Basta così, sono esausto-.

-Se continui ad agitarti ogni dieci secondi, ci credo che sei stanco. Sono due ore che tento di fasciarti!-. Ed è vero! Sono stata tutto il tempo appoggiata al muro, con le braccia incrociate a guardare la scena senza che nessuno dei due mi abbia notato.

-Rimango senza fasciatura. Non mi seccare e smamma, stupido arcangelo-.

Esther sibila infastidita e io mi lascio sfuggire un sospiro rassegnato. Mikael si accorge della mia presenza e sorride maliziosa. –Ehi, Beatrice, vieni a fasciarlo tu l’uomo coraggioso. Io ci rinuncio-.

Fregata. Mi avvicino e prendo le bende, mentre Nicholas lancia contro Mikael i peggiori insulti.

-E smettila-, lo rimprovero. –Non se lo merita-.

-Ma mi faceva male!-.

-Sopporti. Sei un uomo no?-, scherzo.

-Comunque sono felice che ci sia tu a fasciarmi e non quella strega. Tu sei molto più delicata e quasi non sento dolore-, e mi dedica un sorriso da squalo.

-Che ti serve?-, taglio corto. Di solito quando fa così è perché deve chiedermi qualcosa.

-Niente, volevo solo sorriderti-, mi fulmina con un’occhiata.

-Alza il braccio, Play Boy-. Lui obbedisce e gli fascio tutto il busto. –Ok abbiamo finito-. Aveva tutti tagli molto profondi sul petto, alcuni partivano dalla spalla e finivano sul fianco, altri erano per orizzontale sui pettorali, e altri vari. Ora invece il suo busto è coperto da bende e guariranno presto. Spero.

Prendo la sua maglietta appoggiata ad una sedia e gliela porgo. Lui la indossa poi sbadiglia.

-Mi raccomando, Sytry ha detto che devi stare a letto per un po’ prima di poter di nuovo entrare in azione o fare lo stupido-, gli dico.

-Quando potrò togliermi queste bende? Mi viene difficile respirare-.

-Non toccarle. Toglile solo quando devi fare la doccia e poi quando le devi rimettere mi chiami e ti rifascio. Come una mummia-.

-Una mummia molto carina però vero?-.

Roteo gli occhi e mi giro per cercare di non far vedere le guance rosse. Sì, una mummia veramente molto carina, non posso negarlo.

-Ma stasera posso andare al cinema?-, chiede.

-No, Nick, devi restare a letto. Almeno qualche giorno-.

-Ma starò sempre solo, sai che noia-.

-Ma va! Ci sarò io no? Porto su le carte, o qualche altro gioco se vuoi, così non ti annoi-.

-O magari potresti farmi compagnia in un altro modo…-. Ma che cavolo dice?!

-Scordatelo, idiota. Si gioca a scacchi tra poco, decido io-.

-Cheeee?! Scacchi?! No a scacchi no, ti prego!-.

-Invece sì, così magari diventi più intelligente-, e gli batto l’indice sulla fronte.

 
 
 
 
 
 

-Ma non possiamo fare altro? Scacchi mi annoia-, mugugna muovendo la torre.

-Dipende da quello che vuoi fare-, lo squadro minacciosa.

-Avevo in mente un paio di cosette da fare insieme ma tu non vuoi-.

-Senti, ora perché te ne sei uscito con questa storia?! Ho sedici anni sai? Sono minorenne-.

Arriccia il naso. –Perché…. Senti Bea, io sto per scomparire e tu sei l’unica che mi sta accanto dalla mattina alla sera senza mai stufarsi della mia compagnia. Non che mi dispiaccia stare con te, ma sei l’unica con cui potrei gustarmi ancora i piaceri della vita-.

Faccio una smorfia. –I piaceri della vita sono anche altri. Non capisco perché ora ti sei fissato proprio con…quello! Scordatelo, toglitelo dalla testa. Sono troppo giovane per una cosa del genere-, sospiro. –E comunque, per stasera avevo in mente pizza e film, che ne pensi? Samuel mi presta il portatile-.

-Mi va bene. Che film ci vediamo?-.

-Non lo so. Tu che film vuoi vedere?-.

-Horror! Voglio vedere Il Rito!-.

-Scordatelo! Io l’horror non me lo vedo!-.

Scuote la testa. –Non si fa così con un ragazzo che sta per scomparire. Dovresti sempre accontentarlo. Posso capire che ti opponi per quella cosa, ma per un misero film horror. Mi stupisce che dopo tutto quello che hai passato ti facciano ancora paura i film. Vedrai che quando vedrai i film di paura non ti faranno più terrorizzare, non dopo aver visto com’è davvero Lucifero o qualsiasi altro demone-.

CI scambiamo un lungo sguardo. Ha senso. Maledizione, ha troppo senso. Ma non posso fare a meno di sorridere. –Vada per Il Rito-.

 Quando viene l’ora di cena, lascio solo Nicholas per andare a prendere la pizza e quando torno lo trovo che gira per la stanza come un lupo affamato.

-Ci hai messo tanto-, mi fulmina con un’occhiata. Alzo un sopracciglio infastidita.

-C’era la fila e poi ricordati che sto accontentando ogni tuo capriccio, caro principino-. Si rimette sul letto con un sospiro. Gli appoggio la pizza sulle gambe. –Aspettami. Vado a prendere il portatile, metto il film e mangiamo-. Annuisce con un sorriso.

Scendo di sotto. Gli altri stanno tutti a tavola a mangiare. Azazel mi guarda. –Ti serve qualcosa, cara?-.

-No grazie. Samuel potrei prendere il portatile?-.

-Certo!-.

-Come sta Nick?-, mi chiede Garrett col boccone in bocca.

-Come sempre. Vorrebbe fare un sacco di cose, ma ancora non può-.

-Beatrice… Un nome latino che vuol dire “colei che rende felici” ed è vero: stai facendo una bella cosa per Nicholas. Presto lui non ci sarà più. Goditelo ora finché puoi-, mi dice Azazel molto seria. Ha ragione. Nick…il mio Nick… presto scomparirà e non lo rivedrò mai più. La nostra avventura finirà per sempre.

…Come sarà la mia vita senza di lui? Non riesco a immaginarmela. Lui doveva crescere insieme a me, starmi sempre accanto, qualunque cosa accada. Perché proprio lui doveva scomparire? Non poteva succede ad Angie?!

Ringrazio Samuel, prendo il pc e salgo di sopra.

Appoggio il computer sulle gambe di Nick e mentre il film sta per partire gli dico: -Fammi un po’ di posto, dai-.

Lui si sposta un po’ e iniziamo a vedere il film mentre mangiamo la pizza.

Aveva ragione Nicholas. Il film, anche se parla del Diavolo, non mi fa paura. Ormai so che chi aveva fatto il film, era su una falsa pista. Ho conosciuto Lucifero, ed è molto più prudente del Lucifero che fanno vedere nei film. Inoltre non si impossessa della gente.

Vicino a me, Nick guarda il film assorto. Come farò senza di lui? Senza le sue battutine fuoriluogo, senza sentire la sua voce, senza vedere le sue ali, senza affondare il mio sguardo nei suoi occhi d’argento. Come farò? Sarò solo Beatrice.

Sento le lacrime che salgono ma non faccio in tempo a ricacciarle indietro. O meglio, non ci riesco. Piango in silenzio per qualche secondo, poi Nick si gira verso di me, allarmato.

-Perché piangi?-.

-Mi andava-, taglio corto. Non voglio dirgli la verità.

Lui sorride mi avvolge le spalle col braccio per poi attirarmi lui. –Non mi inganni, Bea. Perché piangi? Il film ti fa paura?-.

-Non è per il film-, riesco a dire. Prende il pc con l’altra mano e lo appoggia terra. Si gira verso di me.

-Allora perché?-.

-Lo sai perché. Me lo ripeti spesso nelle ultime otto ore-.

Appoggia la testa al cuscino. –Ti fa soffrire così tanto?-.

-Certo. Cosa farò io dopo, senza di te?-. Il poche parole, gli riesco a dire il mio ragionamento di prima e lui si rimette seduto. Noto che nei suoi occhi c’è un barlume di lucidità, come se stesse per piangere.

 -Vivrai come ogni essere umano, Beatrice. Se il destino ha voluto questo dobbiamo subire-.

Mi guarda con molta attenzione.

…Impossibile. Una lacrima scivola lungo il suo viso e cade sul lenzuolo. Il suo viso però rimane serio, il suo corpo non trema. È un pianto immobile.

-Nicholas tu…-. Ricordo quello che mi aveva detto riguardo i demoni che piangono. Disse che le lacrime di un demone sono molto più sincere di quelle di un angelo, molto più vere, più autentiche. Le lacrime di un demonio sono molto più sconvolgenti di quelle di un angelo.

Si asciuga il viso con un sorriso. –Beh, come potrei non piangere in una situazione del genere? Non voglio abbandonarti, lo sai. Chiamala attrazione, o come ti pare, ma non voglio lasciarti sola. Ti voglio molto bene, Beatrice, dovresti averlo capito ormai-.

Cerco di trattenermi ancora ma è troppo forte. Lo abbraccio forte, e tento di rimanergli aggrappata. Voglio scomparire con lui. Non importa se lo rivedrò dopo, l’importante è che non rimango sola senza di lui, qui, in questo mondo.

Mi allontana leggermente. –Ehi, non puoi scomparire con me. Non è possibile. È il mio di destino, non il tuo-.

-Nicholas…-.

-Sì?-.

-Niente. Volevo solo dire il tuo nome-. Mi allontana e mi guarda molto attentamente. Mi asciuga le lacrime dal viso e sorride. –Ora devi farmi il sorriso più bello della tua vita-.

-Mh? Perché?-.

-Così mentre scompaio mi torna in mente e sono tranquillo no? Avanti sorridi, Gonzalés-.

Rifletto un attimo, poi cerco di sorridere ma non so cosa è uscito fuori. Infatti lui scoppia a ridere. –Quello non era un sorriso!-.

Riprovo e probabilmente mi è venuto perché lui mi guarda con occhi sorridenti. –Benissimo-, si fa serio. –Devo scomparire proprio sul più bello… Che peccato-.

-Nick io devo veramente ringraziarti. Sei stato catturato, minacciato, ferito e quasi morto a causa mia-.

-Sono io che devo ringraziarti. La mia vita cominciava a farsi noiosa e per noi la noia è un cosa insopportabile. Poi arrivi tu e mi stravolgi l’esistenza. Erano secoli che non parlavo così con qualcuno, che niente stimolava la mia curiosità. Per questo sono sicuro che mi mancherai, qualunque cosa ci sia dopo la mia morte, e anche per questo ti auguro ogni bene-.

Mi abbraccia di nuovo. Un abbraccio vero, sincero, carico di tristezza. Alzo leggermente una mano e gli sfioro il petto. Vorrei sentire l’ultima volta il suo battito. Con mia grande sorpresa, i nostri cuori battono all’unisono. Credo che sia per via del legame.

È vero. È un demone ma è pur sempre Nicholas. Aveva ragione quando diceva che se io non fossi stata come sono non gli sarei mai andata a genio. Lo stesso vale per lui. Se non fosse così sciocco, a volte, così buffone… se non fosse così non mi sarebbe mai piaciuto. Mi piace per quello che è, demone o no. Di Nicholas ce n’è uno solo e non posso credere che ora se ne vada così. Tutto troppo in fretta, tutto troppo ingiusto. Ho aspettato per qualcuno come lui. Non ve l’ho mai detto, ma è così. Ho aspettato per qualcuno come lui.

Ho aspettato per lui. Per qualcuno che mi stravolgesse la vita. Ero stufa di viaggiare sempre con mio padre. Sì, vedevo sempre visi nuovi ma non attiravano la mia curiosità. Poi arrivo a Barcellona. Credevo fosse la mia città natale, ma in realtà ho scoperto da poco che non lo era. Fino a quando mia madre non mi disse che sono nata a Roma, io non sapevo dove fossi nata e, a giudicare dal cognome spagnolo, optavo per Barcellona o Madrid, o comunque altre città spagnole.

Barcellona è una splendida città, e lo è ancora di più ora visto che mi rendo conto che è lì che ho conosciuto il demonio che mi stringe tra le braccia.

Voglio dirgli ciò che provo. Ora o mai più, giusto?

-Nicholas, io… tu…-.

Mi allontana un po’ e sorride. –Lo condivido Bea. E credimi, è più forte di tutto quello che ho provato nella mia lunga vita. Con te ho vissuto esperienze fantastiche e momenti indimenticabili, sarebbe comunque andata a finire così-, un’altra lacrima gli bagna le guance e un lampo di sorpresa gli attraversa gli occhi per un istante. –Voglio farti una promessa-, dice dopo un attimo di riflessione. -Tranquilla, sembra impossibile, ma ho avuto come un flashback proprio ora e quindi questa promessa la rispetterò-.

-Di che si tratta?-, chiedo ansiosa.

Allarga il sorriso e mi accarezza il viso. Poi si ferma,appoggia la fronte sulla mia e i nostri nasi si sfiorano leggermente. Si allontana di pochi centimetri. Se voleva baciarmi evidentemente ha cambiato idea. Fissa i suoi occhi nei miei e mi dice. –Tornerò-,sorride.

-Non mi sembra il momento migliore per fare delle battute-, gli faccio notare.

-Non era una battuta-, replica con un sorrisetto astuto. Arrossisco di botto e lui mi alza la frangia per baciarmi sulla fronte.

-Allora ti aspetterò-.

 

C’è un ragazzo, sui diciotto anni, con i capelli neri e gli occhi color argento. Guarda il cielo, le stelle, con un sorriso soddisfatto.

Si gira lentamente verso di me e mi dedica un sorriso così bello da farmi gelare il sangue.

-Bella serata eh?-. Rimango impietrita poi sorrido e annuisco. Dalla sua schiena spuntano due enormi ali che sembravano fatte di fumo.

A quanto pare qualcun altro oltre a me ha deciso di vestirsi da demone. Meglio così, mi sento meno ridicola.

-Come ti chiami?-, mi chiede tornando a guardare le stelle.

-Beatrice-.

-Dai l’aria di essere una che l’ha ripetuto un sacco di volte-, commenta.

-Infatti è così. Tu sei?-.

-Nicholas, per gli amici Nick-.

Lo osservo. Emana uno strano fascino misterioso, e un po’ pericoloso, forse. Ha una voce particolare: roca ma che ti fa pendere dalle sue labbra.

Ha una frangia tutta sparata da una parte, che gli da’ quel tocco in più di mistero. Solo allora noto il suo abbigliamento. Ha uno smoking che lo rende ancora più affascinante.

Io ho un misero vestitino senza spalline, corto, nero e gli stivali alti, neri.

-Ti va di ballare?-, mi chiede tutt’a un tratto fissandomi speranzoso. Mi porge la mano con un sorriso sghembo.

-D’accordo-. Gli prendo la mano e lui mi attira a sé. Ok, sono certa di essere diventata rossa come un pomodoro.

E’ più alto di me, gli arrivo a malapena sotto il mento.

Mentre balliamo a ritmo di musica (lento e snervante), continua a guardarmi negli occhi.

La musica finisce e ne comincia un’altra, lenta. Lui si allontana e guarda l’orologio da taschino.

  -Ops, si è fatto tardi. Devo andare-.

Le dieci di sera. Tardi?

-Ok. Ciao Nicholas-.

Ride. –Chiamami Nick, Bea! Ci si vede-.

 
 

Il respiro mi si strozza in gola. Ho sentito una parte della mia coscienza sparire. Una parte di me se n’è andata. Mi sento con un vuoto nello stomaco. Quella parte di me si è volatilizzata. E quella parte di me era proprio Nicholas. Non tanto perché non sento più il contatto, ma perché… non so spiegarlo, è stata proprio una sensazione interiore. Come si avessero portato via una parte della mia coscienza. Come se avessero portato via una parte di me. Solo ora mi rendo conto che non ho mai provato questa sensazione perché anche se non lo conoscevo, eravamo legati e ora che il legame si è spezzato, bye bye parte di coscienza.

Il ricordo di quando ci siamo conosciuti e tutti gli altri vissuti insieme mi assalgono e scoppio a piangere. Il mio Nicholas….

Stringo il suo cuscino al petto, bagnandolo un po’ con le mie lacrime. È una cosa straziante. Fino a pochi attimi fa sentivo le sue labbra sulla mia fronte, le sue braccia intorno a me ma ora sono sola nella nostra stanza.

Non ho neppure una foto di lui. O meglio, sì ce l’ho: tatuata nella mia memoria. Il suo sorriso, le sue espressioni, la sua voce, i suoi occhi. Mi mancherà il suo contatto, la sua mano quando stringeva all’inizio il mio polso, poi ha cominciato a stringermi la mano, sempre per tirarmi via dai guai. Orias aveva ragione, come sempre. Sotto la corazza fatta della più nera oscurità, Nicholas ha un cuore di panna. Anche mia madre aveva ragione. I Custodi sono demoni speciali e ora capisco perché. Da come parlava, Nives dava l’idea di stimare molto Nicholas proprio perché, oltre l’apparenza e l’atteggiamento, lui è un tenerone. L’ha detto anche lei: ‘Guardò la mia pancia e abbassò l’arma. Rimasi molto colpita. Un altro demone mi avrebbe ucciso, non gli sarebbe importato niente della mia condizione. Sorrise. Un sorriso così tenero da far impallidire un angelo’.

Comunque ha promesso che tornerà e io, in tutta risposta, gli ho promesso che l’avrei aspettato. Ed è esattamente quello che farò. 


 
  

  
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