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Autore: JJane    25/01/2007    20 recensioni
Ecco a voi un ipotetico settimo anno per il Magico Trio ormai molto poco Trio...Buona lettura!
Il voltafaccia dell’erede di casa Malfoy
Il diciassettenne Draco Malfoy, figlio del noto Mangiamorte Lucius Malfoy, ora detenuto nel carcere di massima sicurezza di Azkaban sembra essere direttamente convolto nelle misteriose circostanze che portarono alla morte di Albus Silente, stregone del Wizegamot e preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Secondo recenti indiscrezioni trapelate dal Ministero e da fonti certe, pare che l’erede dei Malfoy fosse stato incaricato da Colui-che-non-deve-essere-nominato di uccidere il defunto preside, ma proprio all’ultimo momento si sia tirato indietro. Pare che sia proprio a causa del suo voltafaccia che Severus Piton, professore di Pozioni ad Hogwarts, ex Mangiamorte ora latitante e probabilmente tornato tra le file dei seguaci di Colui-che-non-deve-essere-nominato, abbia ucciso Silente al suo posto. E’ quasi certo che Draco Malfoy si sia unito all’ex professore di Pozioni nella fuga, subito dopo l’omicidio, ma fonti certe ci hanno confermato che, in un secondo momento, il mago diciasettenne sia stato protetto dal Ministero della Magia che crede nella sua innocenza e gli ha immediatamente procurato un programma di massima sicurezza per la sua incolumità e ritiene il suo gesto una prova di grande devozione al Mondo Magico ed di grande coraggio, poiché si è ribellato al volere di Colui-che-non-deve-essere-nominato…
Malfoy staccò gli occhi dall’articolo, infuriato come non mai:
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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You win the challenge…

Io. Ancora io per lui. Incredibile affetto che lo lega a me, solo affetto. Forse, però. Forse, però, verrà un giorno in cui il suo sguardo fraterno e le sue carezze affettuose non mi basteranno più. Forse, però, verrà un giorno in cui deciderò che sarà ora di lasciare che l’Amore di un altro si prenda cura di me. Forse.

Daphne Greengrass entrò nella Stanza dei Prefetti con aria annoiata. Il camino scoppiettante illuminava la sua figura snella e i lineamenti eterei. Era di un’innata eleganza e bellezza. Prese il grande registro dei turni di sorveglianza e firmò con attenzione. Draco Malfoy. Lo sostituiva, ma nessuno doveva saperlo. Firma falsa: nessuno lo avrebbe scoperto. Il suo promesso sposo le aveva assicurato che ci sarebbe stato Weasley al posto della Granger. Ormai non le nascondeva più le sue scappatelle con la Grifondoro. Il vero problema, che aveva capito anche lei, era che non si trattava più di avventure. Quella era una relazione in piena regola. Aveva provato a farglielo notare: il risultato era stata una notte di squallido, ma sublime sesso. Il tutto per dimostrarle che tra lui e la Granger non era nulla di serio. Era successo due settimane prima. Da quella notte lei si era rifiutata di tornare nel suo letto e lui non le aveva più chiesto di farlo. Sembrava che l’unico a non voler ammettere che la Grifondoro fosse una cosa importante fosse Draco. Daphne sorrise con amarezza. Tempo. Era solo questione di tempo e poi non avrebbe più potuto negarlo, neppure a se stesso. Lei, però, non poteva fare altro che stare nell’ombra, cercando di non perderlo del tutto. Già: perché alla fine della scuola lei avrebbe dovuto avere quel maledetto anello. Avrebbe dovuto sposarlo, volendo oppure no, questo era il piano. E nessuno dei quattro poteva sottrarsi.

-Pensierosa?-.

Una voce alle sue spalle la fece trasalire, si voltò di scatto. Rimase sorpresa, piacevolmente sorpresa.

-Un po’. Dov’è la Granger?-. Doveva mandare avanti la farsa.

-Aveva da fare. Scusa ma tu che ci fai qui?-.

-Draco stava poco bene, mi ha chiesto di sostituirlo. Spero che non gli venga la febbre-.

-Che coincidenza- commentò il moro, poi alzò di nuovo lo sguardo -Per una volta vorrei davvero ringraziare Malfoy, ma non dirglielo-. Concluse sorridendo.

I loro occhi smeraldini si scrutavano attentamente.

-Andiamo?-.

La voce vellutata e calda della Serpeverde risuonò nella stanza e, con un cenno d’assenso, Harry le aprì la porta e uscirono per cominciare il giro.

-Allora com’è andata con il tema per Antiche Rune?-.

-Bene, per fortuna. Il tuo per Trasfigurazione?-.

-Meglio di quanto mi aspettassi-.

-Sai, Harry, ti devo ringraziare per quel torrone: è davvero squisito!-.

-Sono contento che ti piaccia- disse il Grifondoro sorridendo -così so cosa regalarti per Natale: una cassa di Torrone Cremoso!-.

-Non vorrai farmi davvero un regalo?!-. Domandò lei stupita.

-Perché no? Mi fa piacere-.

-No, Harry non è il caso: lascia perdere-.

Il moro si fermò e la guardò. La Serpeverde si voltò ad osservarlo.

-E’ per lui che non vuoi?-.

-Se parli di Draco sei fuori strada. Ti ho già detto che non c’è assolutamente niente di più di un’amicizia-.

-Allora il problema è risolto. Se mi andrà ti farò un regalo di Natale-.

-No, Harry. Il problema è che l’unica ragazza a cui devi fare un regalo è la tua!-.

Ginny. Improvvisamente la sua immagine si fece largo nella sua mente.

-Perché ogni volta che siamo soli ti preoccupi di ricordarmi che sono fidanzato, Daphne?-.

-Perché ogni volta che siamo soli tu te ne dimentichi-. Rispose lei in un sussurro.

Era la verità, pensò Harry.

 

 

 

Dieci e tre minuti. Il corridoio del Terzo Piano era buio pesto. Non si vedeva ad un palmo dal naso. La Grifondoro teneva le orecchie tese in caso sentisse qualche rumore sospetto. Se Gazza l’avesse scoperta avrebbe dovuto spiegare perché non stava facendo il giro di sorveglianza e, soprattutto, perché era da sola.

Prima che potesse anche solo provare ad urlare una mano si posò con decisione sulle sue labbra, mentre l’altro braccio della persona alle sue spalle le circondò la vita. Avrebbe riconosciuto quella tenera stretta tra mille. Annuì con il capo, sperando che lui avrebbe capito. Fu così.

-La prossima volta evita di assalirmi, Malfoy-. Disse tranquilla.

-Se continuerai a farmi aspettare non ci sarà una prossima volta-. Replicò lui deciso, lasciandola andare.

-Per tre minuti…chissà per cosa ti avrò mai fatto aspettare-. Commentò ironica la Grifondoro.

-Per questo-. Rispose il bel biondo.

La strinse forte a sé e catturò quelle labbra che, anche se non poteva vederle, sapeva essere incredibilmente sensuali ed invitanti. Penetrò con la lingua nella sua bocca, giocando freneticamente con quella di Hermione che, colta alla sprovvista, ci mise qualche secondo a ricambiare il bacio.

L’aveva baciata dozzine di volte. Ma quella volta era diverso. Anche per lei, quella volta era diversa. Non riuscivano più ad aspettare. Si volevano, si volevano troppo. Si baciavano con passione, con urgenza. Draco le accarezzava la schiena spingendola verso il suo petto: nonostante fosse schiacciata contro di lui sentiva il bisogno di averla ancora più vicina. Hermione gli aveva slacciato qualche bottone della camicia e gli accarezzava freneticamente il petto e i forti muscoli delle spalle: quella pelle rovente sotto le sue mani la stava facendo impazzire.

Draco fece violenza su di sé per staccarsi dalle sue labbra, poi le prese una mano e iniziò a camminare velocemente. Hermione non aveva chiesto nulla: sapeva dove la stava portando e la cosa la sorprese molto, ma aveva troppa voglia di lui per ribellarsi. Percorsero corridoi bui, scesero due rampe di scale, un altro corridoio, passarono davanti alla Sala Grande e scesero di nuovo delle scale. Sotterranei. Davanti alla Sala Comune di Serpeverde.

-Aspetta qui-.

Rimase da sola nella semioscurità, appoggiata a quel muro freddo e umido. Ascoltando. Se avesse udito rumori sospetti si sarebbe nascosta nella nicchia che c’era più avanti, alla sua destra. Non ce ne fu bisogno. Il passaggio davanti a lei si aprì e Draco le tese la mano. La Grifondoro la prese ed entrò in quel covo di serpi. Lei, Mezzosangue rosso-oro, nella purissima Casa di Salazar Serpeverde. Ironico, pensò. Il futuro non smette mai di sorprenderci. Lei con il Principe delle Serpi. Le venne quasi da ridere, ma vedere quel corpo perfetto davanti a lei, che camminava elegante, e sentire il calore di quella mano diafana che stringeva la sua la fecero desistere. Malfoy si fermò di fronte ad una pesante porta di pregiato legno scuro, in fondo ad un corridoio semibuio. Brividi. Dei brividi le percorsero la schiena quando la porta di fronte a lei si aprì. La camera di Draco Malfoy. Il mondo del nemico lì, di fronte a lei. Ad un passo. La voglia di fuggire la invase. Altri brividi la scossero. Il Serpeverde si voltò, quando fu dentro, accorgendosi che lei non gli era accanto. Aveva guardato nei suoi occhi. Tutta la paura che aveva avuto nel fare quel maledetto passo e varcare quella soglia improvvisamente si era dissolta. Aveva guardato nei suoi occhi. Si richiuse la porta alle spalle, convinta più che mai di adorare quegli occhi. Si guardò attorno.

-Il mio regno, Granger-. Disse tranquillo il bel biondo togliendosi il maglione e sedendosi sulla poltrona di fianco al camino.

Hermione osservò la scrivania in mogano in fondo alla stanza, proprio sotto la piccola finestra, poi volse lo sguardo al grande letto a baldacchino alla sua sinistra. Un armadio piuttosto grosso troneggiava proprio di fronte al letto, alla sua sinistra, e accanto al camino c’era una seconda porta, anch’essa in legno. Probabilmente il bagno, si disse.

-Vieni qui-. Le disse il bel biondo guardandola.

La Grifondoro si mosse decisa. Tremava, dentro stava tremando. Ma lui non l’avrebbe visto, non poteva farsi scoprire terrorizzata dall’effetto che lui le stava facendo. Sapeva di volerlo, ma, al contempo, si odiava per desiderarlo e il suo orgoglio le impediva di manifestare la sua bramosia. Gli si parò di fronte, incrociando le braccia e piegando leggermente il viso, lo sguardo fiero. In attesa. Con un gesto tranquillo Draco le fece segno di sedersi sulle sue gambe. Lei parve pensarci per un istante, ma poi lo fece.

-Accio Champagne-. La sua voce pacata la infastidiva.

Per lui non doveva essere niente di speciale averla lì. Chissà quante erano entrate e uscite da quella stanza, dal suo letto. Si sentì una sciocca. Una povera illusa. Si impose che una volta essere andata a letto con lui avrebbe chiuso definitivamente quell’assurda relazione. Non si sarebbe lasciata sedurre, usata e poi gettata via come una sgualdrina. No, lei no. Lei era diversa. Quello che non sapeva, però, era che lui aveva definitivamente gettato la spugna. Draco Malfoy si era arreso. Hermione Granger era entrata, era entrata dentro di lui. Aveva vinto la sfida, ma non poteva saperlo. Forse non l’avrebbe mai saputo, ma non era importante. A lui importava solo che lei restasse con lui, e basta. Ma mai le avrebbe chiesto una cosa simile, non avrebbe costretto nessuno. Se voleva andare era libera di farlo.

-E’ qui da un po’, ma può solo essere migliorato- disse porgendole una coppa piena di liquido dorato -cin cin Caposcuola Granger-.

-Caposcuola Malfoy-. Rispose lei alzando il bicchiere per poi bere tutto d’un sorso quel buonissimo e costoso champagne.

Draco le prese il bicchiere e li appoggiò entrambi sul basso tavolino alla sua destra. Le circondò la vita con un braccio, l’altra mano posata pacificamente su una coscia della riccia.

-Sei ancora in tempo per andartene-.

-Perché mi hai portato qui se vuoi che me ne vada?-. Rispose tranquilla.

-Non mi sembra di aver detto che voglio che tu te ne vada, ma tu stai tremando e se non sei sicura di ciò che vuoi fare sei libera di andartene-.

-Tremo perché ho freddo. Sono grande e vaccinata, Malfoy, sapevo dove stavamo andando e se non avessi voluto non ci sarei venuta-. Replicò lei saccente.

Draco la guardò con occhi attenti. Fece passare una mano sotto le sue ginocchia, strinse di più la presa dietro la sua schiena e, con il minimo sforzo, si alzò dalla poltrona tenendo in braccio la Grifondoro. La posò delicatamente sul letto e si sdraiò di fianco a lei, sovrastandola col proprio busto.

Hermione guardò quelle preziose pietre cerulee negli occhi di Draco, osservò le sue labbra rosee e sottili, il suo viso etereo. Era bellissimo.

 

 

-Voglio sapere cosa c’è tra te e Malfoy, ora-. Disse deciso, ma con voce bassa.

-Vuoi dirmi perché questa domanda ti assilla, Harry?-. Chiese la Serpeverde infastidita.

-Perché è vero: ogni volta che siamo soli io non lo so più che Ginny è la mia ragazza. Prova a chiederti perché e il motivo per cui mi interessa tanto sapere se tu sei legata a lui!-. Replicò Harry voltandole le spalle e fissando la finestra di fronte a sé, le mani strette al muro freddo del davanzale.

La bella bionda alle sue spalle si sentì come se avesse visto una grossa scritta di fronte a lei dopo un lungo periodo di cecità. Si avvicinò piano al Grifondoro. Non poteva certo spiegare a Harry perché di li a qualche mese si sarebbe sposata. Non avrebbe potuto capire, ma non era certo colpa sua. Non voleva mentirgli e dirgli che non provava niente per Draco. Però…non poteva neppure mentire a sé stessa. Era una settimana che la sua mente si ostinava a rievocare quello sguardo, quegli occhi. Quegli occhi verdi che ora non volevano guardarla. Era giusto che lo strappasse alla Weasley solo per un capriccio? No. Si rispose immediatamente e la tentazione di abbracciare quel corpo forte si dissolse pensando al piano che lei, Blaise, Pansy e Draco dovevano portare avanti. La mano che aveva alzato si ritrasse prima di toccare quella spalla muscolosa. Con una nota di tristezza nella voce disse a Harry di continuare il giro e s’incamminò sentendo l’eco dei suoi passi dietro di lei. Non poteva sapere che il Grifondoro aveva visto il suo gesto. Il vetro. Aveva visto il riflesso mentre guardava fuori dalla finestra. Scosse la testa, tanto lei non l’avrebbe visto. Perché si era trattenuta? Cosa c’era dietro il suo atteggiamento ambiguo? Sembrava che volesse anche lei quello che voleva lui, ma quando poi erano ad un passo lei tornava indietro, allontanandosì inesorabilmente. Forse non l’avrebbe mai capita, o forse lei avrebbe cambiato atteggiamento. Una cosa era ormai certa. Lui non poteva continuare così. Lo sapeva. Guardò un’ultima volta quella bellissima ragazza davanti a sé. Uno sguardo triste, amareggiato, poi la raggiunse e si chiuse in un silenzio tagliente.

 

 

Respiri. L’unico rumore oltre a quello scoppiettante del camino erano i loro respiri. Hermione era distesa sul letto con la camicia slacciata e Draco che la sovrastava a petto nudo. Lei gli accarezzava lentamente la schiena, facendolo impazzire, mentre lui la accarezzava con mani esperte le cosce e la pancia. Si baciavano. Le loro lingue si rincorrevano al ritmo di quella danza antica chiamata passione. Draco la guardò negli occhi, mentre con la mano le accarezzava delicato un seno da sopra il reggiseno nero in pizzo. Hermione gli sorrise maliziosa e lui sorrise a sua volta. Con lentezza esasperante le tolse la camicia e poi il reggiseno. La baciò dolcemente e poi si gettò a torturarle i seni pieni e tondi, strappandole sospiri sommessi. La Grifondoro lasciò andare la testa all’indietro deliziata da quelle mani abili e da quella bocca così eccitante. Draco si perdeva sulla sua pelle morbida e liscia e impazziva accarezzandola e baciandola ovunque. Sentiva che la voglia di lei lo stava consumando, così decise di accelerare un po’ i tempi. Iniziò a baciarle le labbra invitanti e la sovrastò con il suo corpo. Evidentemente anche Hermione lo desiderava, perché a quel gesto si affrettò ad afferrare la cintura in pelle del Serpeverde e la slacciò velocemente, in modo che Draco, con qualche mossa, riuscì a liberarsi dei pantaloni. Senza fretta le sfilò la gonna e la guardò. Osservò con bramosia quel corpo snello tra le sue braccia: era bellissima. Forse non era bionda, non aveva gli occhi verdi, forse non era una snob purosangue: ma ora più che mai fu certo che avrebbe preferito la sua Dea Mezzosangue a tutte quelle che erano entrate e uscite dal suo letto. A tutte…sì: anche a lei. Lei, la sua futura sposa. Fu un secondo, solo un attimo. Poi sentire quel corpo sinuoso che si muoveva sotto di lui gli fece dimenticare tutto. Tutto il suo mondo svanì nel momento esatto in cui incontrò quei teneri e profondi occhi color cioccolato.

Hermione Jane Granger aveva vinto la sfida contro Draco Malfoy.

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Ragazze mi dispiace non avere il tempo di salutarvi una per una, però sappiate che è grazie a voi se ogni sera mi metto qui a scrivere con il sorriso sulle labbra! Premetto che ho dovuto postare un capitolo così corto e che sembra tagliato a metà per due motivi: il primo è che succede, ormai l’avrete capito, una cosa talmente importante tra i nostri piccioncini che non volevo renderla banale, perciò ho bisogno di tempo, quindi il secondo motivo è che, per questo, però, non volevo farvi aspettare troppo, quindi ho deciso per una via di mezzo pubblicando questa prima parte che, in realtà, è un capitolo fatto e finito. Insomma dopo avervi espresso i miei pensieri contorti vi anticipo che il net chappy arriverà a breve. Mi scuso per non ringraziarvi separatamente ma non ho davvero tempo: un GRAZIE DI CUORE, spero che mi diciate come vi sembra questo capitoletto!

Alla prossima,

BACIONI ^^

  
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