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Autore: Rainbowcorn    11/07/2012    2 recensioni
E se l'unico motivo per cui ti danno la caccia è per amore? E' solo perchè sei gay?
-Dal primo capitolo:
E in un istante è come se la vedesse. Una pallottola, diretta al cuore di Tiziano Ferro. Con un salto rapidissimo sale sul palco, quasi come se i bodyguard al suo cospetto fossero semplicemente dei bambolotti incapaci. Nessuno l´ha fermata. Nessuno l´ha neppure vista balzare. Rapida, silenziosa, letale.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kill me softly


“Ma chi diavolo sei?” Sbraitò Tiziano ancora col fiatone per la corsa.

La ragazza sembrò non sentire quella domanda e rimase persa nei propri pensieri ingranando la quinta.

Era troppo concentrata a ripensare all’incontro appena avvenuto. Era lui. Francisco Saffi. Non era sorpresa di averlo visto. Era un’operazione di una certa importanza, e lui non poteva non esserci. Ma non avrebbe mai creduto di ritrovarsi faccia a faccia davanti a lui.

Quanto tempo era passato? Quanti anni erano trascorsi?

L’aveva lasciata andare. Le aveva permesso di salvarsi, per questa volta.

Il tocco della mano calda del suo compagno di viaggio la riportò velocemente alla realtà.

“Allora?” continuò il cantante, con gli occhi e il cuore pieni di confusione.

La ragazza gli sorrise e, scostando una mano dal volante, gliela porse.

“Io sono Nike” disse sorridendo senza spostare gli occhi dalla strada. “No, non come le scarpe. Ma come la dea greca!” precisò.

Tiziano rimase un attimo a fissare la mano della ragazza, le dita erano lunghe ed affusolate, ma rossastre. Inoltre su tutto il braccio aveva tagli e graffi. La ragazza fece un cenno di impazienza con la mano, e il ragazzo si decise ad accettare la stretta. La  mano era fredda.

Tiziano sussultò appena.

“Scusa! Cattiva circolazione!” rispose la ragazza, quasi a leggergli nel pensiero.

Tiziano iniziò nuovamente a parlare “Io sono..”

“So benissimo chi sei, non c’è bisogno di presentazioni!” Sorrise ancora la ragazza riportando la sua mano destra sul volante.

L’asfalto dell’autostrada scorreva veloce sotto l’automobile che viaggiava ai limiti di velocità.

Il ragazzo voleva parlare, aveva bisogno di spiegazioni. Ma la situazione gli sembrava così pazzesca da non crederci. E così non aprì bocca, aspettando di riordinare le idee.

Il rombo del motore ruppe il silenzio.

“Mi sa che dovremo fermarci a fare il pieno” constatò la ragazza indicando il contatore con la spia ancora completamente verde

Tiziano guardò il contatore e poi ancora la ragazzina al suo fianco “Ma è ancora pieno!” Esclamò.

La ragazzina rispose maliziosa “Sì, ma non abbastanza da affrontare un lungo viaggio”

“E dove andiamo” chiese di getto il ragazzo.

“Al sicuro.” Fu la breve risposta della ragazza mentre svoltava per entrare nella piazzuola del benzinaio e dell’autogrill.

Scese velocemente dall’automobile. Non pioveva più. Infilò trenta euro nella macchinetta e riempì il serbatoio di carburante.

Poi bussò al finestrino di Tiziano con un sorriso invitante “Caffè?” scandì facendogli leggere il labiale.

Il ragazzo aprì la portiera. “Caffè? Non voglio il caffè. Voglio solo spiegazioni!” rispose esasperato.

“Le avrai. Ora scendi. Il viaggio è lungo ed entrambi abbiamo bisogno di restare svegli.” E così dicendo si allontanò verso l’entrata di quel bar desolato e che puzzava ancora di birra e urina.

Tiziano, pur di malavoglia, la seguì dentro. Entrambi ordinarono un caffè.

Tiziano sotto la luce riuscì a vederla meglio. Era magra, di media altezza e aveva dei capelli lunghi tra il nero e il castano. Era vestita quasi completamente di nero, mentre la sua pelle diafana risaltava moltissimo, esaltando i tratti dolci e delicati del viso. Era bella. Era decisamente molto bella. Ma la ragazza sembrava felice. Aveva un’espressione serena. Eccetto gli occhi, scuri, che sembravano più due finestre che non dei semplici cerchi colorati. Sembravano pieni di pensieri e ricordi.

La ragazza si avviò verso la cassa, mentre Tiziano trattenendola con una mano la sorpassò e pagò al suo posto. Nike dolcemente mormorò un “Grazie”.

E’ gentile pensò sorridendo e mordendosi il labbro. Non era abituata a queste premure.

Risalirono in macchina e si ritrovarono nuovamente sulla stessa strada, verso la stessa meta, a quanto pare, per lei molto familiare, per lui semplicemente sconosciuta.

Dopo un quarto d’ora di viaggio Tiziano ruppe il silenzio, completamente snervato dall’attesa di scoprire la verità.

“Allora.. Chi era quell’uomo? Perché mi vogliono morto?” chiese nel tono più calmo possibile, mentre al ricordo di quegli attimi gli si gelava ancora il sangue nelle vene.

Nike ridacchiò. “Non vogliono mica morto solo te!”.

Ma vedendo il suo passeggero sempre più confuso si decise a raccontare la storia dall’inizio.

“L’Italia non è più un luogo sicuro. E presto nessun luogo lo sarà più. Gli uomini che ti hanno sparato e il ragazzo..” fece un attimo di esitazione ripensando a Francisco. “Non appartengono allo stesso gruppo, diciamo. Gli uomini che hanno tentato di ucciderti appartengono alla sede segreta della “Nesa”.. E il loro intrento è quello di ucciderti. Di ucciderci tutti, senza alcuna pietà. Perché.. noi” e pronunciò quella parola esitando  “siamo diversi. E ci temono. Non conoscono il dolore. E non credono in niente, se non al loro capo che ancora il suo nome resta un mistero. Si fa chiamare ‘Craln’, e sono in pochi che hanno avuto l’occasione di vederlo. Comanda un’armata infinita di uomini, senza farsi mai vedere, se non da pochi dei suoi uomini più fidati. E per noi resta un mistero.” Guardò Tiziano che ascoltava senza capire chi dava la caccia chi e per quale motivo.

Continuò il suo discorso pronta a fornire successivamente i dettagli.

“L’uomo che hai visto.. Lui è Francisco. Il capo della seconda associazione, gli “Spa” “Solo Per Amore”. Anche lui ci cerca, ma non per ucciderci. Lui vuole semplicemente prenderci e guarirci. Per lui siamo semplicemente dei pazienti invalidi. Che con i farmaci giusti possono tornare a vivere sereni.”

Gli occhi di Tiziano si riempirono di cupa tristezza ed esasperazione. Aveva paura di dire ciò che pensava. Credeva di aver capito, e aveva paura che ciò che pensava potesse essere la realtà. Il punto nevralgico. Un pensiero terribile.

“Io appartengo a una terza associazione.. Noi siamo semplicemente i topi, inseguiti dalle due pantere. Ma almeno siamo leali. E cerchiamo di far fronte a ogni minaccia e proteggere. E’ nostro dovere proteggere quelli come noi.

Abbiamo anche un progetto per far crollare gli avversari.. Ma è ancora solo teorico. Per ora raccogliamo e salviamo tutte le persone in pericolo. Come me.. E te.”

Il volto del ragazzo si fece livido in volto. Aspettando l’attimo in cui i terribili pensieri diventassero realtà. Sperando ancora di sbagliarsi.

Guardò la ragazza con sguardo fermo, aspettando la sua conferma.

Nike lo guardò con gli occhi pieni di dolore e sospirò facendo un cenno di assenso con il capo.

“Sì” disse piano, confermando con le parole il cenno “Sì, ci danno la caccia perché siamo omosessuali.”

   
 
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