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Autore: wrjms    11/07/2012    3 recensioni
Alla festa del suo diciottesimo compleanno, Bella riceve una rivelazione scioccante da Jasper: «Sei solo una stupida umana, TI ODIO!».
La cosa finisce qua, giusto?
Solo un po' di normale astio?
E invece no.
Dal capitolo 27:
"Questa vicenda era durata un anno intero.
Era stato l’anno più asfissiante della mia vita, ma anche quello più bello.
Avevo passato periodi atroci… e periodi gioiosi.
Nel dolore e nell’amore, nell’ansia e nella tranquillità…
E ora stava finendo tutto. Tutto, tutto sarebbe finito.
Avrei trovato la mia pace, finalmente.
Avrei guardato dall’alto il mio angelo, libero da ogni sorta di guai.
Avrai amato sempre e comunque quella persona che mi aveva fatta vivere davvero...
Ma ora era il momento di farla finita.
"
[ANGST.]
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                                                         Pov Bella
«I passeggeri del volo M15 sono pregati di salire a bordo. Ultima chiamata per i passeggeri del volo M15».
La voce gracchiante dell’altoparlante mi risuonò nelle orecchie mentre raggiungevo l’aereo. L’hostess mi sorrise, indicandomi dove sedermi.
Mi lasciai cadere immediatamente sul sedile, esausta, benché non fui veramente rilassata fino al momento in cui l’aereo staccò il carrello da terra.
Sospirai di sollievo. Ce l’avevo fatta.
Il sole era appena tramontato quando, non senza un grande timore, avevo lasciato il riparo di La Push. Durante tutto il tragitto verso casa – durato, con mia grande sorpresa, meno di cinque minuti – avevo immaginato ogni possibile scenario nel caso Alice mi avesse visto scappare.
Mi avrebbe rimproverato e tenuto il muso per sempre. Comi mi sarei giustificata?
Tutti mi avrebbero odiata per la mia irresponsabilità; ed Edward, Edward…
No. Edward non poteva soffrire così. Perché me ne stavo andando, perché?
Per un momento mi ero soffermata sulla possibilità di fermare in un qualsiasi e stravagante modo l’aereo e di tornare da lui prima che scoprisse cos’era successo.
Ma stare con lui e con la sua famiglia mettendoli costantemente in pericolo sarebbe davvero stato meglio che tenerli al sicuro per sempre, lasciandogli solo il dolore per la mia mancanza che dopo pochissimo avrebbe già cominciato a scemare?
Avevo fatto parte delle loro vite solo per due o tre anni, un tempo che per un certo verso mi era sembrato lungo. Ma per loro, che avevano vissuto per secoli e che avevano ancora un’eternità davanti, quegli anni probabilmente sembravano cortissimi, un tempo così breve che tra qualche decennio nemmeno se lo sarebbero ricordati. Sarei diventata solo un vago ricordo, uno scorcio di sventura che per un momento era entrato nella loro vita.
Certamente la mia scelta era quella giusta.
Perciò avevo tentato di fare più in fretta possibile per far sì che Alice non mi vedesse. Charlie era al lavoro, perciò perlomeno non dovetti preoccuparmi che mi vedesse.
Una lacrima mi aveva rigato la guancia. Charlie…
Avevo afferrato la mia valigia da sotto il letto, l’avevo riempita di vestiti a caso e avevo infilato nella tasca anteriore la misera somma di denaro che avevo tenuto da parte per il college.
Ero uscita di casa pochi minuti dopo. Sul tavolo in salotto faceva bella vista un biglietto punteggiato d’acqua salata.
“Non cercarmi, papà. Sto bene. Te lo prometto, non mi caccerò nei guai.
Non arrabbiarti con i Cullen, non hanno colpa.
Ti voglio bene… te ne ho sempre voluto.
Tua Bella
”.

Ricacciai indietro le lacrime e tornai al presente, prestando attenzione all’hostess che mi tamburellava sulla spalla con un dito.
«Signorina? Si sente bene?».
Annuii, asciugandomi le gocce d’acqua salata che mi erano sfuggite. Da quando avevo lasciato La Push avevo iniziato a sentire una leggera sonnolenza ed i muscoli affaticati per la corsa, cosa che Edward diceva sempre di non provare. Inizialmente mi ero preoccupata, ma poi, ricordando che dovevo capire più possibile su ciò che ero, mi ero calmata un po’.
Tuttavia non riuscivo a calmare la fame d’informazioni dentro di me. Se il vampiro mi aveva morso, perché non mi ero trasformata? Perché ero rimasta sotto questa specie di forma… ibrida?
Rabbrividii.
«Mi scusi, può portarmi qualcosa da mangiare?». L’hostess mi mostrò il carrello, facendomi scegliere tra una vasta gamma di snacks. Presi solo un tramezzino, per restare leggera.
In realtà non avevo una grande fame. Avevo lo stomaco in subbuglio dopo tutto ciò che era successo; in effetti mangiare non era proprio un idea fantastica. Oltretutto, in volo.  Probabilmente avrei vomitato dritto un faccia al pover’uomo da parte a me.
Però buttar giù qualcosa m’avrebbe fatto bene. Non mangiavo da troppo tempo, ed oltretutto mi avrebbe fatto piacere scoprire se avevo bisogno ancora di cibo.
Scrollai le spalle e addentai il tramezzino. Era buono. Si, decisamente squisito. Il mio corpo non avrebbe potuto desiderare niente di più buono.
Sospirai. Almeno quello.
Passai il resto del viaggio a guardare fuori dal finestrino. Il panorama era meraviglioso, ma mi sentii davvero entusiasta quando scorsi la mia meta.
L’America del Sud.

 

Pov Alice
Jasper.
Il suo nome mi rimbombava silenziosamente nella testa, scatenando un ondata di emozioni dentro di me.
Amore. Passione. Dolcezza. Nostalgia.
I ricordi si riversarono dentro di me come le onde s’infrangono sulla sabbia.
Lui che rideva e scherzava con me.
Lui che mi scompigliava i capelli.
Lui che baciava e accarezzava ogni singola parte del mio corpo.
Lui che mi diceva che per lui ero l’unica cosa al mondo.
Nella mia vita c’erano sempre stati dei momenti bui. Rabbia per piani falliti, tristezza per qualche brutto evento, desolazione quando ripensavo al mio passato parzialmente sconosciuto.
Ma lui c’era sempre stato. Lui era sempre stato al mio fianco, pronto ad accarezzarmi la schiena ed a sussurrarmi all’orecchio che tutto sarebbe andato bene.
Lui non era mai mancato. Mai, tranne come in quel  momento.
Ero sempre stata felice, e non avendo ricordi della mia umanità, quella sembrava la vita migliore che avessi mai potuto avere. Mi ero sempre sentita una persona normale.
Ma quello era stato il giorno più terribile della mia esistenza. Per la prima volta mi ero sentita  veramente morta.  Un corpo vuoto, inerme.
Perché lui non c’era. Ogni problema sarebbe stato una nullità da affrontare con lui al mio fianco. Mi sarei sentita potente.
Ma senza di lui, non ero altro che un cucciolo che si ritrova ad affrontare il mondo senza nemmeno un piccolo aiuto.
Ma poi, la visione aveva cambiato tutto.
Lui era lì, al mio fianco. Sembrava un giorno come tutti gli altri… perlomeno, un giorno come tutti gli altri prima che Jack avesse iniziato ad incasinarci la vita.
Giorno normale o no, il fatto era che io lo aveva visto lì.
Nel futuro.
Con me.
Ce ne stavamo sdraiati su un prato, abbracciati, le nostre pelli sfavillanti alla luce del sole. Avevo memorizzato ogni particolare di quella visione. Lo sfondo della boscaglia verde, il vento che muoveva i fili d’erba sotto di noi, i fiori che coloravano tutto il prato. Mi sembrava quasi di sentire il profumo dei pini che si scorgevano dietro di noi, ai confini fra il prato e la foresta…
Ma la cosa a cui avevo badato di più, era Jasper.
Dopo quasi un secolo di vita con lui, lo conoscevo praticamente come le mie tasche. Ero stata minuti interi a perdersi in quella visione prima di ritornare alla realtà.
Il vento che gli scompigliava i capelli biondi come il grano.
Il suo viso, degno di quello di un angelo: le labbra piene e rosee, la linea dritta del naso, la mascella squadrata.
Il suo corpo perfetto, stretto al mio.
Ed i suoi, occhi, i suoi occhi così meravigliosamente dolci ed intensi…
E poi, la visione se n’era andata, per fare spazio ad un'altra, un futuro molto più immediato.
E con quella avevo capito tutto.
Avevo visto ciò che da lì a dieci minuti sarebbe stato esattamente davanti a me. L’avevo visto muoversi, contorcersi, cercare disperatamente di ricreare la forma che era una volta…
Un mucchietto di cenere. Polvere. Solo polvere.
Ed ora, quel misero mucchietto di polvere che era mio marito se ne stava tranquillo su quello che era il nostro letto.
È, mi corressi mentalmente. Lo è ancora.
Lo fissai. Si muoveva ancora, ma era meno… agitato di quando era alla radura. Sembrava come se avesse colto l’umidità nell’aria, come se avesse avuto paura.
Io stessa mi ero spaventata da morire. Lo avevo coperto con la mia giacchetta di pelle, cercando disperatamente di tenerlo all’asciutto, tremando di paura al solo pensiero di perderlo ancora.
Due minuti dopo era a casa, al sicuro.
Il secondo problema era stato dove deporre Jasper.
La bottiglia che io e Rose avevamo usato per trasportarlo fino a casa era del tutto fuori luogo, dato che non riuscivo ad immaginare come mio marito avrebbe potuto ricomporsi rinchiuso in uno spazio talmente angusto. Avevo avuto l’idea di metterlo in una delle stanze vuote del terzo piano, per donargli tutto lo spazio di cui aveva bisogno; reprimendola subito dopo al pensiero di vederlo scivolare nell’intersezione fra una tavola di parquet e l’altra.
Così lo avevo lasciato sul copriletto, la finestra della camera rigorosamente chiusa ed i miei occhi sempre attenti per osservare ogni minimo cambiamento in lui.
Chissà se aveva bisogno di qualcosa. Magari aveva bisogno di più aria. O di qualcuno che lo aiutasse a riprendere la forma giusta. O…
O di sangue.
Per quanto potesse sembrare l’intuizione giusta, repressi quell’idea. Jasper me l’avrebbe fatto capire, in qualche modo.
Vagai alla deriva con i miei pensieri. Ero così felice, ora che sapevo che sarebbe tornato.
Lo fissai. Chissà se pensava, in qualche modo.
Chissà se mi aveva riconosciuta…
Alzai una mano tremante e l’appoggiai sulla superficie uniforme del mucchietto di cenere, accarezzandolo con dolcezza. La reazione fu immediata: il mucchietto prese a tremare e sembrò avvicinarsi di più a me, trattenermi con una specie di risucchio.
Si, confermai a me stessa. Si, mi aveva riconosciuta.


Qualcuno bussò alla porta.
Sobbalzai: mi ero totalmente incantata. Chissà quanto tempo avevamo passato così: io che accarezzavo Jasper, lui che mi traeva a sé.
Mi scossi, titubante nell’osservare l’ora sull’orologio a muro. «Avanti».
«Alice». Rosalie fece il suo ingresso, venendo al mio fianco ed abbracciandomi. Anche lei sulle labbra aveva dipinto un enorme sorriso spontaneo, il riflesso del mio. «Come va?».
«Benissimo». Sorrisi, e lo accarezzai ancora. Rosalie ci osservò, contenta.
«Invece Esme non si trova», mormorò. «Chissà dov’è», si domandò, realmente confusa.
«Bella dorme ancora?».
«Penso di si. Non sono andata a controllare, ma non sento rumori, quindi credo di si».
Per qualche minuto regnò il silenzio, poi Rosalie riaprì bocca.
«Quando pensi che tornerà?».
Aggrottai le sopracciglia, colta da un pensiero che non mi aveva ancora attraversato la mente.
Chiusi gli occhi, e mi concentrai sul mio futuro.
E rieccola: la visione più bella del mondo, la stessa che avevo avuto poche ore prima.
Lo stesso prato, lo stesso sfondo, gli stessi protagonisti.
Ancora noi, ancora i nostri corpi allacciati in un tenero abbraccio, ancora i nostri sguardi incatenati, ancora i nostri capelli scompigliati dal vento.
Ma questa volta un altro particolare si aggiunse al quadretto.
Un delizioso, perfetto fiocco di neve sfiorò il viso di Jasper, posandosi sulla sua guancia.

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Angolo Autrice
Gionbuorno, lettori (?) :)
Eccomi qua. Questo è l’ultimo dei capitoli che originariamente facevano parte di The Revolution Of A Breed, quindi è ancora uno di quelli scritti mesi fa.
Non so quanti extra ci saranno, in tutto, ma non credo più di altri dieci.
Passiamo al capitolo. Bella è partita per l’America del Sud ed Esme si è appena accorta della sua mancanza, ma Alice e Rosalie sono troppo prese da Jasper per badare alla mancanza della madre.
Come biasimarle? Anche io sarei contentissima di riavere Jasper, al loro posto *o*
E lui sarà “normale” prima dell’inverno!
(Secondo i miei calcoli, dovrebbe essere più o meno il 15/16 Settembre, quindi manca pochissimo :3).
Dal prossimo capitolo ricomparirà il resto della famiglia, che durante la conversazione fra Rosalie e Alice è appena stata avvertita della scomparsa di Bella. Insomma, una notizia buona e una cattiva in pochissimo tempo e.e
Grazie di tutto quello che fate per me. Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
WaryJMS




   
 
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