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Autore: Asia_A    11/07/2012    23 recensioni
Pensai che fosse solo un sogno, che questo non sarebbe mai accaduto. Era l'unico sogno che avevo nel cassetto, ed ora si è realizzato. E non devo dire grazie solo ai miei genitori, ma anche a me stessa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci qui, la quarta superiore è già finita e io sono già in vacanza. Come passa veloce il tempo? Quest’anno è stato il più bello della mia vita. Ho conosciuto persone stupende, amici veri e a scuola sono diventata la secchiona della classe. Mi hanno regalato anche una borsa di studio, sia a me, sia a un mio caro amico. Appena ho saputo questa notizia mi sono venute le lacrime, e quando l’ho detto ai miei genitori erano molto felici.
Ovviamente io non ho chiesto nessun regalo, perché è il mio dovere. Insomma, sono una studente, perché se prendo bei voti i miei genitori devono per forza premiarmi?? Questo ci pensa già la scuola, e a me va bene così.
Mi chiamo Asia, e sono una ragazza a cui non piace vantarsi, che si accontenta di quello che ha.
Come tutte le mattine mi alzai dal letto e andai in cucina a fare colazione. I miei genitori mi salutarono come se nulla fosse, ma vedevo che ridevano sotto i baffi. ‘Qui c’è sotto qualcosa!’ pensai. E così fu. Appena finito di bere il mio latte sia papà sia mamma si sedettero a tavola. Mamma aveva la sua borsa sulle gambe, papà la guardava.
-Asia mia, quest’anno sei stata bravissima, hai superato te stessa, e mi è sembrato giusto premiarti. Così io e papà abbiamo pensato di farti un pensierino-
Così lei tirò fuori una busta dalla borsa.
-         No mamma, non voglio i soldi- Pensai subito. Ingenua, pensai che si nascondesse del denaro.
-         No, insisto, aprila. Non ti aspetterai mai quello che c’è li dentro.-
Io guardai entrambi i miei genitori, mi guardavano con orgoglio. Presi la busta dalla mano di mia madre e l’aprii con cautela. Mi aspettai di tutto, ma non quello. Mi vennero le lacrime agli occhi, saltai come una pazza e urlai per tutta casa. Non ci potevo credere, era un sogno. Abbracciai mia madre e mio padre in una stretta quasi soffocante talmente ero felice. Il mio sogno impossibile si era realizzato. Mi diedi perfino un pizzicotto, pensando che non fosse realtà.
Dentro quella semplice busta bianca c’èra la cosa più importante della mia vita. Il biglietto per andare a vedere i One Direction a Roma. Era un biglietto completo. Sia per vederli sulla passerella per andare sul palco, sia per farmi fare un autografo e una foto con loro.
Stavo piangendo, e nello stesso tempo sorridendo. Ero la persona più felice al mondo.
Dentro a quella busta c’èrano anche due biglietti per l’aereo. Io li guardai straniti.
-Perché due?-
-Bhe, perché so che anche a Elettra piacciono, ed essendo la tua migliore amica abbiamo pensato che ti avrebbe fatto piacere-
-Oh grazie papà- Lo abbracciai ancora  - Siete unici, tutti e due-
-Però sbrigati Asia! Il volo è questa sera e il concerto è domani!-
‘Asia mantieni la calma, Asia mantieni la calma’. Era quello che provavo a dirmi ma fu tutto inutile. Girai per la casa a vuoto, non sapevo che mettere in valigia, ero inesperta.
 
Alle 18 di sera mi trovai all’aeroporto di Torino con i miei genitori ed Elettra. Il volo era alle 19 ma essere in anticipo non fa per nulla male. Avevo con me una valigia di media grandezza con dentro l’occorrente. In fondo sarei stata via due giorni, tre al massimo.
Il tempo trascorse molto in fretta e una voce annunciò che stava per partire l’aereo per Roma. Salutai i miei genitori e mi affrettai a salire sopra, con Elettra. Il viaggio durò molto poco e nel frattempo ci facevamo i soliti filmini mentali, su come sarebbe andato tutto, su come saremo state vedendo i nostri Idoli.
 
Guardammo il nome dell’albergo e ci facemmo portare da un taxi. Entrammo, prendemmo la chiave della nostra stanza e ci allontanammo dal banco della Reception. Mi girai per prendere l’ascensore e vidi una cosa che non mi sarei mai aspettata. Sia io che Elettra rimanemmo esterrefatte.
Cinque persone, della nostra età o poco più grandi entrarono dalla porta e chiesero la chiave della propria stanza. Uno dei quali si girò e mi sorrise pure.

Angolo dell'autrice:
è la prima storia che scrivo, mi piacerebbe che mi daste un parere per migliorare!
Grazie a chi leggerà, un bacio!
 
  
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