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Autore: Storm_    11/07/2012    5 recensioni
Chris ama Sid.
Sid ama Chris.
E Ciel?
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'SCC'
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Capitolo 9

L’infermiera attaccò la cornetta e si diresse verso una delle molteplici porte bianche, tutte uguali e disposte in fila come i denti nella bocca di un mostro.
Ne aprì una, aspettandosi si trovare Ciel addormentata tra le pieghe candide del lenzuolo, ma la ragazza con quei buffi capelli di un azzurro scolorito era seduta a gambe incrociate sul letto, perfettamente sveglia e sull’attenti.
Ruth non fece in tempo a richiudere la porta dietro di sé per iniziare la quotidiana chiacchierata serale con Ciel che la ragazza, senza neanche cercare di dissimulare la foga dell’interrogativo, le chiese:
 –Chi era al telefono?
Quasi che sapesse che era per lei. Di sicuro ci sperava, Ruth lo sapeva. Ormai aveva capito che a Ciel i suoi amici mancavano, ma qualcosa la bloccava dall’ammetterlo. Forse la paura di un nuovo rifiuto.
La donna si sedette vicino a lei e le accarezzò i capelli. Non sapeva quale reazione avrebbe potuto avere Ciel di fronte al fatto che i suoi amici avessero provato a contattarla. Ciel era come un neonato, dolce e vivace, ma non si sarebbe mai arrivati a capire con precisione come avrebbe reagito ad uno sconvolgimento.
Un tuo amico.
Gli occhioni grigi della ragazza si spalancarono. –Ma io vivo barricata qui dentro da più di un anno. Non.. non ho nessun amico, a parte te!
Ruth sentì il cuore riempirsi di miele quando la ragazza la definì la sua unica amica, ma si sentì in dovere di ricordarle i due ragazzi. Il ragazzo al telefono le sembrava davvero ansioso.
E Sid e Chris dove li lasci? Al telefono era di sicuro uno dei due. Si è presentato come un amico di famiglia, ma chiunque avrebbe capito che mentiva. Mi sembrava molto preoccupato.
A Ciel sfuggì un sorrisetto divertito. Sid non era mai stato capace di mentire, di sicuro era lui ad averla chiamata. Si chiese dove fosse Chris.
Tu che gli hai detto, Ruth? Domandò, accoccolandosi nel lenzuolo.
Che stavi dormendo e che loro due dovrebbero vergognarsi.
Perché?
Sai che è ciò che penso. Quei due ragazzi ti hanno fatto molto male.
Ciel cominciò ad osservare le unghie dei suoi piedi. Quel giorno si era fatta prestare lo smalto da Norma, la sua vicina di stanza, e se le era dipinte di azzurro pallido, in tinta con i suoi capelli. Ciel li preferiva quando erano blu. Ora tutta la sua vita corrispondeva alla tinta dei capelli. Sbiadita.
Cosa avrebbe potuto rispondere a Ruth? Sapeva benissimo quanto fosse stata male per Chris e Sid. Era per loro che si trovava in quello strano posto, dove per i corridoi ricoperti di moquette ispida e piena di briciole passava solo gente stramba, finita lì per qualche pazzia commessa. Come era successo a lei, d’altronde.
La ragazza cominciò a guardare fuori dalla finestra, che sfortunatamente dava sul parcheggio e le offriva quindi un panorama che non permetteva di essere ammirato per abbastanza tempo.
Come al solito, in pochi minuti la voglia di ripensare a Chris e Sid le scivolò di dosso.
Che faccio se chiamano ancora?
Ciel ci pensò su un attimo. Le parole di Ruth avrebbero influenzato le anime dei suoi amici. Spettava a lei decidere che farsene dei due cuori che aveva in mano. Poteva divorarli brutalmente, se solo avesse voluto.
La ragazza fissò lo sguardo su una vettura gialla che stava entrando nel parcheggio in quel momento, dando le spalle a Ruth.
Non voleva far soffrire Chris e Sid, non ce l’avrebbe mai fatta. D’altro canto, non era ancora pronta a perdonarli e andare indietro.
Continuò imperterrita a seguire la macchina gialla con gli occhi, fingendo di ignorare la domanda di Ruth.
L’infermiera capì.
Ti dico solo una cosa, piccola. Se non puoi tornare indietro dove diavolo vai?
Le parole di Ruth rimasero a galleggiare nell’aria asettica della stanza, in attesa che Ciel le pescasse.
La donna uscì silenziosamente dalla camera.
Durante tutto l’ultimo anno, Ciel si era sempre ripromessa di non sprecare nemmeno un pensiero nel ricordo di Chris e Sid. Che restassero in un cantuccio polveroso della sua mente, un incubo soffocato sotto un mucchio di pelle morta.
Sapeva che da qualche parte voleva loro bene. Ma quell’amore era giusto un granello, uno spillo infilato in una zona morta del cuore.
Non dimenticava le notti insonni passate a chiedersi dove avesse sbagliato, i giorni sprecati nel tentativo di decifrare i loro silenzi e interpretare i loro sguardi.
Odiava portare rancore, per quello aveva perdonato senza pensarci due volte le centinaia di chiamate senza risposta, gli appuntamenti annullati.
Ma ogni piccola cosa diventava sempre più grande, le delusioni riaffioravano, sporche del trucco nero che colava dagli occhi di Ciel.
Ciel afferrò un libro dal pavimento, intenzionata a cicatrizzare una volta per tutte quelle ferite aperte.
Iniziò a far scorrere gli occhi rossi di stanchezza sulle pagine del libro, senza davvero leggere.
L’inchiostro nero era troppo intenso, le faceva venire il mal di testa.
Qualcuno bussò alla porta. –Mh. Mugugnò Ciel, tanto per far capire alla persona oltre la porta che poteva entrare.
La persona in questione era Frank, che viveva nella camera di fronte alla sua. Aveva i capelli lunghi e biondi, degli occhi azzurri che mettevano a disagio ed un viso davvero bello. Di sicuro sarebbe sembrato un angelo, se fosse stato più pulito.
Le sue mani torturavano la lana grezza delle maniche del maglione. Doveva essere di almeno tre taglie più grande.

Ciao Frank. Stentò un sorriso amichevole. 
Il ragazzo fece qualche passo incerto sulla moquette grigia della stanza di Ciel.
Da quanto tempo siamo qui? Le chiese. 
Più di un anno di sicuro. Rispose Ciel, senza capire a cosa stesse puntando Frank.
Ecco! Un anno mi è bastato per capire che ho sbagliato. Non ce la faccio più! Sbottò istericamente.
Ciel non aveva mai capito con esattezza cosa avesse portato Frank alla clinica psichiatrica George Washington, e nemmeno ci teneva a saperlo.
Beh.. immagino che allora tra poco ti faranno uscire.. Borbottò senza troppa convinzione.
In quel momento voleva solo che Frank se ne andasse, la sua presenza la stava irritando. Che diavolo pretendeva da lei quel ragazzo?
Dai, non credi neanche a ciò che stai dicendo. Non farmi ridere. Io stanotte scappo, ho già organizzato tutto.
Perché lo stai dicendo proprio a me? Come faceva Frank a prendersi così tanta confidenza con una ragazza che aveva solo incrociato un paio di volte nel corridoio?
Perché oltre a noi due su questo piano ci sono solo Norma, Jack e Tammie. Norma dorme sempre, Jack si dimentica le cose e Tammie mi sta sul cazzo. E io dovevo dirlo a qualcuno. Poi immaginavo che anche tu fossi stufa di questo posto di merda. 
Che finezza. Commentò Ciel, cercando di deviare il bersaglio al quale Frank stava puntando.
Se scappiamo insieme abbiamo più probabilità di riuscirci, non credi?
Quindi tu non mi conosci quasi per niente e vorresti scappare con me?
Così suona abbastanza squallido, ma l'intenzione di base era quella...
Ciel lo squadrò scettica. Era un'idea talmente assurda. Sapeva che Frank non sarebbe riuscito ad arrivare oltre la porta della reception. Non erano mica in un assurdo film di spionaggio.
Non riusciva a dirgli in faccia ciò che pensava.
L'unica cosa che riuscì a fare fu continuare ad ispezionarlo con lo sguardo.

Ok, forse mi devo organizzare meglio, va bene! Sbottò il biondo, interpretando male lo sguardo dubbioso che Ciel aveva dipinto in volto.
Argomento chiuso. Posso restare? Mi annoio da morire.
Ciel annuì. Se Frank aveva davvero accantonato il brevissimo lampo di follia che l'aveva spinto a voler scappare, a Ciel avrebbe fatto tantissimo piacere avere un po' di compagnia.
Vado a prendere una cosa.
In un secondo Frank era di nuovo nella camera di Ciel, accompagnato da una chitarra piuttosto malandata.
Si sedette a gambe incrociate sul bordo del letto di Ciel e la fissò.

Sei capace di suonare qualcosa? Hai mai provato?
No. Mentì Ciel. Cercò di scacciare il ricordo di quando Sid aveva tentato di insegnarle a suonare la chitarra, mentre Frank borbottava un -Ok. ed iniziava a pizzicare delle corde.
L'assoluta ignoranza di Ciel in campo musicale le impediva di capire cosa significasse l'armeggiare delle lunghe dita sottili di Frank intorno al manico della chitarra.
Ma quando Frank iniziò a cantare, non le importò più niente di capire qualcosa.
La voce del ragazzo, dolce ma rovinata dal fumo di troppe sigarette, era il suono più ipnotico e perfetto che avesse mai sentito.
La voce di Frank era la colla giusta da far scivolare nelle incrinature del suo cuore.
 

Spazio autrice.

Hey, sono ancora viva. Faccio davvero schifo a mandare avanti una storia, lo so lo so lo so. Chiedo venia!
Spero che il capitolo sia valso la pena dell'attesa. Mi sono impegnata molto per scriverlo e devo dire che mi son divertita come una polla! Bene, la bozza del capitolo era già pronta da un po' ma non ho avuto tempo di sistemarla, e dire che d'estate non ho mai un cacchio da fare... 
Oggi è stato un giorno tristissimo, ma non penso v'interessi.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Dite ciao a Frank! Indovinate da chi ho preso spunto per lui c:
Vi DEVO assolutamente raccontare una cosa.
E' interessante, o almeno credo.
L'altro giorno, in piscina, ho visto una coppia di ragazzi. Erano uguali a Chris e Sid. 
Non vi dico che fatica trattenermi dal correre ad abbracciare i "miei personaggi".
Cristo se erano uguali. Erano così dannatamente dolci.
Un'ultima cosa. Su consiglio di zxcvbnm8, sto iniziando a scrivere dei missing moments di questa storia. 
Se magari c'è un momento in particolare che vi piacerebbe leggere, dite pure a zia Aurora!
Grazie a tutti quelli che recensiscono eccetera eccetera. Davvero. Alla fine di questa storia mi imparerò a memoria i vostri nickname (anche se già li so puahahahah) e boh... qualcosa farò!
Ok, un'ultimissima cosa. Ho disegnato sia Chris che Ciel. Sono venuti un po' strani, ma oh, non sono Van Gogh.

Chris: http://a3.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/602524_395179657206140_1059123652_n.jpg
Ciel: http://a2.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash3/552713_395179867206119_1715902977_n.jpg

 

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