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Autore: LadyBlake    26/01/2007    14 recensioni
Primo di settembre. King’s Cross. Una ragazza che spinge un carrello stracolmo di stranezze si fa largo, a fatica, tra la moltitudine di pendolari che affollano le banchine della stazione. Guardiamo l’orologio, sono quasi le undici. È in ritardo. Ovviamente. Attenta a non attirare l’attenzione su di sè, eccola avviarsi tra il binario 9 e il 10, scomparendo alla vista di tutti. Il suo nome è Isabella. Ma nessuno la chiama così. È la signorina Bothwell per i professori. È Stellina per la mamma e Bells per suo fratello maggiore. Il resto del mondo la conosce da sempre come Bella. Oh, sì…sì, certo. Dimenticavo. C’è poi un ragazzo che l’ha ribattezzata ‘Torta alla Vaniglia’. Già. Proprio così. È accaduto precisamente oggi. Oggi, un anno fa.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo un po' 'sperimentale'...buona lettura!

Besos!!

Tess^^

 

 

 

Capitolo 21

Prime volte

 

Ore di agonia.

Tremenda agonia.

Davvero.

Merlino.

Merlino santissimo.

 

 

Cibo?

Ottimo.

Compagnia?

Da ricovero immediato al reparto psichiatrico del S.Mungo.

Certo.

Ricovero immediato, senza possibilità di appello.

 

 

E la pazza della madre che a momenti manda a fuoco la casa perché ‘tesoro, non mi so mai regolare con la potenza dell’Incendio quando si tratta delle frittelle di zucca flambè’?

Uno spettacolo che si sarebbe perso volentieri.

In quanto la pazza sedeva proprio di fianco a lui.

E ogni due per tre gli aveva rovesciato addosso un bicchiere di vino, o uno d’acqua oppure uno di succo al mirtillo della zia Peggy che ‘sai tesoro, ormai ha i suoi 120 anni suonati, ogni tanto parte a cercar mirtilli e sparisce per giorni’.

Bene.

Che rimanesse anche dispersa, la zia Peggy.

Insieme ai suoi mirtilli.

Non ne avrebbe sentito la mancanza, lui.

 

 

E quello squinternato del padre?

Secondo Draco doveva avere dei seri problemi di personalità.

Non seri, serissimi.

Non gli era ancora chiaro se fosse un genio o un totale imbecille.

Senza contare che scoppiava a ridere ogni cinque minuti.

Ma così, senza che ce ne fosse motivo.

OH.OH.OH.OHOHOH.OH

A parte l’intento di far morire il giovane Malfoy di infarto.

 

 

L’ombroso e tetro fratello era l’incognita più grande. Con quell’aria da bello e dannato che si portava appresso, e con quegli occhi truccati (perché era matita nera, quella. Non occhiaie. Era matita nera. Punto.) se ne stava di fronte a lui, a osservarlo.

No, a osservarlo attentamente.

No, no.

Ad analizzarlo.

No, no, no.

A vivisezionarlo.

Certo, come una cavia da tagliuzzare e utilizzare in qualche pozione.

Lo sapeva bene, lui, qual era lo sguardo di un pozionista all’opera.

Freddo e calcolatore.

 

 

Ma il momento peggiore in assoluto, quello che realmente aveva rischiato di mandare in ferie il suo self-control - Adieu! Hasta la vista! Goodbye! -  era stato quando in tavola era arrivato il dessert.

Ebbene sì.

Il dessert.

Certo, potevano mancare i cannoncini alla crema in tavola??

No. Ovvio che no.

Una congiura contro di lui.

Ma Draco Malfoy non avrebbe ceduto.

E avrebbe messo in conto anche quello alla cara B.B.

 

 

Perché, per concludere il giro della tavola rotonda, arriviamo a Bella, seduta di fianco a Draco. La ragazza non aveva perso occasione di sfiorarlo.

Era tutto calcolato.

Non potevano essere coincidenze.

Prima la mano. Poi la gamba, sotto al tavolo. Poi il piede. Poi di nuovo la gamba. Poi i capelli, quando si era alzata per aiutare a spegnere l’incendio in tavola. Poi la spalla, quando era tornata a sedersi.

Gesti così casuali che, non fosse stato per l’arguzia di Draco, sarebbero passati inosservati.

Ma quelle erano provocazioni.

E la sfida finale era arrivata da un cannoncino, stretto tra i denti di Bella, accarezzato dalle labbra di Bella.

E la crema del cannoncino?

Quella in eccedenza?

Leccata via da Bella.

Draco aveva nascosto un gemito, fingendo un attacco di tosse.

Finendo per strozzarsi veramente.

Niente cannoncini per lui, grazie.

 

 

Ma ora, grazie al cielo, era tutto finito.

Il peggio era passato.

 

 

Genitori partiti.

Meta: parenti lontani.

Saluti: una stretta di mano col padre, accompagnata dalla solita risata, un abbraccio da parte della madre, corredato da un ‘Tesoro, passa a trovarci ancora’.

Certo, contaci.

 

 

Fratello volatilizzato.

Meta: incognita.

Saluti: pacca sulla spalla. Ghigno. ‘Ciao, cognatino’. Occhiolino.

Il cervello di Draco aveva accuratamente evitato di registrare tutto ciò che aveva seguito la pacca sulla spalla.

 

 

 

Silenzio.

La casa era finalmente vuota.

E loro due eran soli.

Bella, seduta sulla poltrona di fronte alla sua, con l’enorme gatto MoMo sdraiato in grembo, ricambiava il suo sguardo, intensamente.

-Mi ha fatto piacere che tu sia venuto oggi.

-Mmm.

-Mi hai stupito.

Silenzio assorto.

-B.B?

-Che c’è?

-Fammi strada.

Pausa.

-Per dove?

Sbuffo irritato.

-Lo sai.

Mano ferma a mezz’aria.

-No che non lo so.

-Non fare la finta tonta con me, signorina!

-Draco, ascolta. È da quando sei arrivato che ti comporti in modo strano, mi vuoi spiegare che sta succedendo?!

-B.B., ti prego, basta! Sto per esplodere – implorò lui.

-Draco, ma che-

-Non puoi lanciarmi tutti quei segnali ambigui e poi ritrattare! Al punto a cui siamo arrivati non ti permetto di ritrattare!!

-Ma ritrattare che?? Si può sapere?

-Avanti, non fare l’ingenua con me.

Bella continuava a guardarlo con un’espressione beota.

-B.B., non sono così stupido! E se mi hai provocato in questa maniera senza avere intenzioni serie, sappi che non te la perdonerò!! Non te la caverai questa volta.

Detto questo, si alzò di scatto, avvicinandosi.

Prese MoMo in braccio e lo lanciò sul tappeto, ignorando le sue proteste miagolate.

Bella fece per alzarsi a sua volta, ma lui la spinse indietro con la mano.

Senza pensarci due volte, le si mise sopra a cavalcioni, costringendola ad appoggiare la testa allo schienale per guardarlo dritto in faccia.

Le piazzò le mani da parti opposte della testa e si avvicinò pericolosamente. Senza interrompere il contatto visivo con lei, cominciò a baciarle la guancia.

-Andiamo B.B., fosse stato solo per il tipo di pasticcini, mi sarei dato del represso e tutto sarebbe finito lì.

-D-d…represso? Tipo di pasticcini??

-Cannoncini alla crema e tortine alla vaniglia!!! Non ti dicono niente?!

-Eh?

-Ma quante volte devo dirtelo che nella mia mente ormai c’è radicato questo insano collegamento??? Tu sei la mia torta alla vaniglia, B.B!!! E non far finta di non saperlo!

-Ma…oh santo, le tortine. Tu hai visto le tortine e hai pensato a me? Ma Draco, che c’entra?? E i cannonci-oh!! I cannoncini…Ahahah!! Ma dai!!! Tu SEI un represso!!!

Draco, reprimendo l’impulso di strozzare la ragazza che stava ghignandosela di tutta quella situazione,  infilò nervosamente una mano in tasca ed estrasse un bigliettino tutto stropicciato, sventolandoglielo sotto al naso.

-Non fare la santarellina con me! – esclamò, concedendosi un sorrisetto vittorioso alla vista di Bella che, improvvisamente la smetteva di ridere.

-Che c’è scritto su quel biglietto?

-Lo sai.

-No che non lo so!

Era un bluff. Draco ne era convinto, però si preparò a declamare il contenuto del biglietto, schiarendosi la voce.

-“Caro Draco, spero che tu gradisca questo dolce pensiero. Certo che, se tu venissi a pranzo da me, diciamo domani, potremmo goderci insieme questo ben di Dio. Ti va? Potrebbero esserci degli sviluppi interessanti…Ti prego, dì di sì. Mi manchi un sacco, non vedo l’ora che tu sia qui. Tua, Bella”.

Beh, poteva andarmi peggio, pensò Bella, tirando un sospiro di sollievo.

-Guarda che non è come pensi.

-Cosa?

-Non è così incriminatorio quel biglietto!!

-Oh, sì che lo è! In codice, ma lo è!!

-Sei un represso!! Un maniaco!!

-Non sono un maniaco! Ma ho le mie esigenze!

-Draco?

-Che c’è?

-Ti senti un cannoncino, piccolo Draco??- sussurrò maliziosamente lei, prima di sghignazzare senza pudore.

-Io non mi sento un cannoncino!!! – si spazientì lui. –Devo spiegartelo con un disegnino, B.B.?? E a pranzo, che leccavi quella-quella…quella dannata crema davanti al mio naso!! L’hai fatto apposta!! Tu—tu….tu, piccola insolente!!!

-Tu sei un malizioso!!! E un perverso!!! Non ti si può neanche mangiare un cannoncino davanti che subito vai a pensare a me là sotto che ti lec-…ecco, sì, insomma!!!

Bella si zittì e Draco rimase silenzioso per qualche istante.

Con un’espressione seria e concentrata, in netto contrasto con il siparietto appena svoltosi, disse:

-B.B.?

-Draco?

Lui le tese la mano, che tremava un po’, forse per l’imbarazzo.

-Io voglio fare l’amore con te, Bella. Qui, ora.

Lei arrossì, ma non distolse lo sguardo dal viso di Draco.

-E tu?

Chiese, un po’ meno sicuro di sé.

-Tu mi vuoi?

Lei finalmente annuì, allungando la mano e stringendo quella che Draco gli aveva teso.

Lui la tirò verso di lui, fino a fare aderire i loro corpi e, senza tanti complimenti, abbassò il capo e la baciò.

Non un bacio gentile, ma prepotente, pieno di desiderio.

La lingua di Draco si fece largo tra le labbra di Bella, costringendola ad assecondare i suoi movimenti, poi, con un gemito, si allontanò quel tanto da poterla guardare negli occhi e le sussurrò, per la seconda volta:

-Fammi strada.

Lei gli strinse la per mano e cominciò a trascinarlo su per le scale, verso camera sua.

 

 

 

La camera in questione era un assoluto disastro, ma i due ragazzi non ci fecero molto caso. Bella buttò per terra tutti i vestiti che erano ammucchiati sul letto e poi corse a chiudere la porta dietro Draco.

-Non si sa mai – mormorò con un mezzo sorriso, iniziando poi a torcersi le mani, già sudate.

Si voltò verso di lui e gli andò incontro.

-Draco, io non l’ho mai…sì, insomma, io sono…ecco…

-Sono il primo?- le suggerì lui, brusco.

Ma solo per l’imbarazzo.

La tensione.

-Sì. E tu?

-Cosa?

-Tu l’hai già fatto?

Lui ci pensò un istante e poi decise di essere sincero.

-No…no. No, anche per me è la prima volta.

-Bene.

Lui aggrottò le sopracciglia.

-Come sarebbe a dire ‘bene’??

-Bene. Sono contenta che tu non l’abbia fatto con nessun’altra. – cominciò a dire lei veloce, in modo pratico, togliendosi la maglia e rimanendo in reggiseno di fronte a lui.

-B.B.?

-Forza! Sei ancora lì?- esclamò poi, spingendolo verso il letto, sedendosi sopra di lui a cavalcioni e iniziando a slacciargli la camicia.

Le dita le tremavano visibilmente.

Lui le bloccò le mani.

-B.B. Se qui parliamo di farlo il prima possibile, il primato spetta a me. Datti una calmata.- le disse, ribaltando la situazione.

-Okay.

-Okay.

 

 

Poche parole sussurrate.

Qualche gemito.

Mani che accarezzano e labbra che sfiorano parti del corpo mai violate.

Un po’ di goffo imbarazzo.

Un po’ di paura.

Certo.

Un tocco diverso e un’emozione forte.

Un lieve dolore, forse.

Ma nulla di tragico.

Un piacere intenso.

Nuovo.

 

 

...

-Allora?

-Allora che? Non vorrai mica un voto, spero.

-No. Quello lo so già.

-Ma dai?

-Già.

-E sarebbe?

-Il massimo, come sempre.

-Esagerato.

-…

-…

-Beh? Allora?

-Allora che, Draco? È stata la prima volta per tutti e due. Che ti aspettavi? Fuoco e fiamme?

-Io ho fatto fuoco e fiamme, B.B. – la stuzzicò, pizzicandole il fianco.

-Sì, una bestia, un drago! Piantala!

-Certo, un drago.

Risolino.

-Che hai?

-Beh, miglioreremo.

-Oh, sì. Ci puoi scommettere.

-Ci saranno un sacco di occasioni.

-Molte, moltissime occasioni. Milioni di occasioni.

-Esagerato.

-…

-…

-Però è stato bello.

-Già.

 

Bella si annotò mentalmente che forse, per quella volta, Will non sarebbe stato punito.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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