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Autore: Slits    12/07/2012    0 recensioni
Quelle intraprese contro i mulini al vento alla fine erano battaglie inutili.
#05. « and then the end. »
[Sanji/Nami] [AU]
[To Jailer] perchè era anche ora.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#05. and then the end



1.
Nami poggiò i gomiti sulle ginocchia e si rigirò la pistola fra le mani. Era ancora calda.
- Non hai nient’altro da dire? -
Sanji chiuse gli occhi per un istante ed annuì.
- Le giostre non erano poi questo granché. -

2.
Robin aveva perso tante volte in vita sua contro tanti nemici.
Quando aveva otto anni aveva dovuto chinare il capo alla malattia che le stava portando via la madre.
A nove arrendersi ad un Sistema che mai le avrebbe prestato gli aiuti necessari. Poco prima di compierne dieci alla morte.
E dagli undici in poi alle regole non scritte della strada ed a quelle impresse nella fame (ma anche nel sangue e nei bastoni) da chi la popolava.
Si era sempre trattato di forze inconsistenti e, con il passare del tempo, Robin aveva imparato suo malgrado che quelle intraprese contro i mulini al vento alla fine erano battaglie inutili. Era riuscita ad accettarlo, nonostante tutto.
Seduta sul sedile anteriore della macchina di Sanji, la senzatetto raddrizzò lo specchietto retrovisore e da lì seguì con lo sguardo le ombre della periferia allungarsi fino al giardino, oltre e dentro l’edificio che negli ultimi cinque anni era stato il suo riparo contro il vento che agitava i mulini. Il corpo dell’uomo era ancora sepolto fra le neve.
Robin strinse il volante con così tanta forza da far sbiancare le nocche.
A fare questo (spostare un corpo, ucciderlo e poi seppellirlo) questa volta non era stato un nemico invisibile, ma una persona fatta di carne e di ossa; una persona per cui l’uomo aveva programmato passo dopo passo gli ultimi cinque anni della sua vita (e Dio soltanto sapeva quanti ancora prima).
Questa volta il nemico era tangibile e difficile da affrontare così spesso e solido come un muro.
Robin inserì la chiave nel cruscotto e fece del proprio meglio per ignorare il nodo che le stava serrando la gola.
- Non posso. …ci ho provato, credimi, ci ho provato con tutte le mie forze, ma non posso. -
Lo scoppio del motore che si accendeva coprì l’urlo dell’assassino.

3.
C’era questo vecchio libro che diceva quanto bello fosse sacrificarsi per qualcuno che si ama. L’improvvisa morte dello scienziato pazzo, la scelta del suo erede di non consegnare al Governo la conclusione delle ricerche del padre, Nami che era stata mandata ad ucciderlo, Sanji che aveva fatto del proprio meglio per aiutarla ad organizzare il delitto perfetto e Nami che alla fine aveva ucciso sia lui che Yokomine – ogni cosa per la prima volta trovò il suo giusto posto, incastrandosi perfettamente nella storia come in un puzzle.

Perdere qualcosa a cui si tiene è un passo necessario per riuscire a tenere stretto a sé ciò che realmente è importante.

- E quando non hai più niente di importante per cui lottare allora forse è il momento di sacrificare te stesso. – Nami sussurrò nel buio puntandosi la pistola alla tempia.



---
E'
finita.
Finita nel peggiore dei modi, sbrodolata nell'angst, perchè a noi in fondo è così che piace. O forse no. Non ne ho la più pallida idea.

Mi dispiace soltanto di averti trascinata in quest'idea malsana.
   
 
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