Draco Lucius Malfoy si svegliò di soprassalto come ormai
era di sua consuetudine da molti mesi.
Si passò le mani sulla faccia,
cercando di ritrovare il fiato perso e imprecò leggermente.
Stavolta non era
stato un sogno. Lei era tornata davvero...lei...
Hermione era lì. A pochi
passi da lui.
Il cuore cominciò a battergli forte, maledetto cuore
traditore...
Era strano pensare a lei con un tale sentimento di ansia, di
eccitazione. Erano stati insieme per tanto tempo, quasi un anno scolastico.
Conosceva il meglio di Hermione Granger e anche il peggio di lei. Aveva visto le
sue paure, le sue lacrime, l'aveva fatta urlare e arrabbiare, l'aveva vista nuda
dalla sua maschera, dal suo orgoglio.
L'aveva abbracciata nelle notti gelide
e fatta bruciare con la loro passione. L'aveva vista ridere, essere
felice.
L'aveva vista combattere...e l'aveva odiata, detestata,
disprezzata... venerata e amata.
E ora che era tornata avrebbe voluto
scappare lui.
Continuò a strofinarsi il viso, nella speranza di farsi venire
in mente una qualche scusa per andarsene per qualcosa giorno, magari andare a
trovare Blaise che era convalescente dalla Febbre Galleggina ma facendolo
avrebbe dato troppo nell'occhio con May e Zabini gli avrebbe fatto il terzo
grado una volta a casa. Infatti quel maledetto di Blaise non aveva perso la
fastidiosa capacità di leggerlo come un libro aperto.
Continuando a pensare a
lei senza sosta, scese dal letto e la luce bianca e accecante della neve di quel
mattino gli ferì gli occhi. Si vestì di malavoglia, col bracciale di platino al
polso sinistro che continuava a comportarsi in maniera che dire assurda era dire
poco. Il suo Drago infatti continuava a fargli l'occhiolino e la cosa non gli
piaceva per niente.
Poi nella vasca gli faceva le bolle, come delle
pernacchie, infine ogni tanto emetteva quegli strani suoni.
C'era da uscirci
matti.
Uscito dal bagno andò alla scrivania dove prese la bacchetta ma una
volta lì si fermò, impallidendo.
L'anello col serpente troneggiava su un tomo
di veleni e lo guardava come ansioso di poter tornare da Hermione.
Avrebbe
dovuto ridarglielo? No, probabilmente no.
Forse l'aveva portato per caso quel
giorno alla cattura. Forse anche la perla nera e il corvo li aveva chiusi da
qualche parte. Forse, forse...odiava i se e i forse ma il solo fatto che
Hermione avesse avuto con sé il suo anello lo aveva riempito di una strana e
inconsueta sensazione di calore.
Insieme a quella però c'era anche la rabbia.
Quando l'aveva rivista automaticamente aveva pensato a ciò che aveva subito e il
dolore, il rimorso e l'ira gli si erano rovesciati nelle vene come un acido
corrosivo.
Se avesse avuto fra le mani Rafeus e Vanessa in quel momento li
avrebbe massacrati senza pensarci su due volte.
Davanti alla soglia, ci pensò
su due volte prima di aprire la porta. Sentiva delle voci divertite dalla sala
riunioni, collegata alla cucina e forse lei era già lì con Potter e gli
altri.
Cosa doveva fare? Come cazzo si doveva comportare?
Ormai stava
andando in palla, si stava facendo delle seghe che non si era mai fatto in vita
sua con una donna. Anzi, l'unica volta che era stato tanto ansioso con una donna
era finito irrimediabilmente per innamorarsi di lei visto che Hermione era stata
l'unica a mandarlo in crisi.
I suoi sentimenti per lei poi erano tanto
contrastanti che a malapena ci capiva qualcosa.
Voleva rivederla e avrebbe
voluto scappare, avrebbe voluto abbracciarla e prenderla a schiaffi per non
essersi più fatta sentire dopo essere andata via con il suo fottutissimo
amante...
Ecco, prima cosa, si disse. Mai pensare a Cameron! Non farlo
mai!
Doveva stare calmo. Stare calmo, essere cortese ma distaccato
e...pregare che Dio gliela mandasse buona.
Spinse la maniglia come se fosse
stato un condannato a morte e quando mise il naso nella sala riunioni, trovò
solo Dalton e Weasley. Fu abbastanza stupito di vedere la Donnola di umore così
pacifico, visto come l'aveva sentito urlare la sera prima ma non fece commenti,
bofonchiando qualche saluto vago.
Fece per andare in cucina a fregare il
piatto ad Edward ma quello stronzissimo ex Corvonero gli pietrificò il dito che
stava per piluccare del bacon. - Ma che cazzo fai?! Ti sei bevuto il cervello??-
rognò il biondo, facendo il contro incantesimo mentre Ron dalla tavola se la
rideva e Dalton continuava a cucinare.
- Non è per te.- gli disse il cuoco
improvvisato.
- C'è da mangiare per cinque!- sbottò Malfoy, sconvolto.
-
E' per Hermione.- lo informò Ron tranquillo - Ma dovremo ingaggiare una lotta
per farla mangiare.-
- Ti ho già detto che sto benissimo!- sibilò la voce
irritata sulle scale che fece perdere il fiato a Draco. Non poté impedirsi di
sollevare lo sguardo e quando la vide fu come tornare indietro nel tempo. La
sera prima aveva fatto di tutto per non alzare mai gli occhi nei suoi ma ora era
impossibile...perché era più bella di come la ricordava.
I capelli più lunghi
e le iridi più dorate e meno ingenue.
- Buon giorno.- la salutò Edward,
spezzando il silenzio che si era creato fra quei due che non riuscivano a
staccarsi gli occhi di dosso - Dai Herm...siediti e mangia.-
- Non ti ci
mettere anche tu adesso.- replicò sarcastica, andando a sedersi davanti a Ron
mentre Draco restava solidamente ancorato al bancone della cucina - Sto
benissimo.-
- Stai bene un corno.- sentenziò anche Potter, scendendo a
saltelli dalle scale del piano superiore - Sai che lo ho contato le costole Ed?
E indovina quanto pesa!-
- La galanteria non sapete dove sia di casa eh?-
ghignò Dalton - Comunque stupisci Herm. Quanto pesi?-
- Quarantasette chili.-
sibilò Harry, anticipandola e facendo sgranare lo sguardo a Malfoy.
- Ehi ma
saranno ben affari miei no?- replicò la Grifoncina sbuffando - E poi mangio come
un bufalo, non è mica colpa mia se non ingrasso! E cosa sarebbe tutta quella
roba?- sbalordì, indicando i piatti stracolmi che Edward le aveva mollato sotto
il naso - Non sono un'oca all'ingrasso!-
- Frega niente. Mangia o t'imbocco.-
la minaccio Harry serio.
- Provaci se ci riesci.- lo sfidò sarcastica, col
cuore in gola perché cercava in tutti i modi di non far vedere a una certa
persona che razza di colpo fosse stato ritrovarla. Addentò un pezzo di bacon,
decisa a cambiare discorso anche perché il fatto del suo deperimento era da
ricollegare alla sua prigionia e non era ancora pronta a parlarne. Quindi chiese
ai ragazzi semplicemente come se la stessero cavando a lavorare in gruppo, senza
azzardare a dire nulla sul fatto che Potter e Malfoy stavano insieme tutto il
giorno senza prendersi a pugni continuamente.
La conversazione scorse
tranquilla per un buon quarto d'ora, con Gigì che ora bestemmiava per il ritorno
della Grifoncina, Draco che a momenti non riusciva a usare le posate e poi il
baccano che provocarono Tristan e gli altri arrivarono a salutarla.
Parlarono per circa un'oretta, ragguagliandola sugli ultimi fatti,
raccontandole dei particolari amici di Tom e dei casini che avevano già fatto,
la fecero anche parlare con Elettra e Blaise tramite il camino, poi finalmente
la marmaglia che faceva capo a Jess cominciò a defluire per andare a
scandagliare la scuola nel caso ai Lestrange fosse venuta in mente qualche altra
spiritosata e anche per lasciare soli i ragazzi con Hermione.
- Meno male
che c'è qualcuno fra voi che sa cucinare...- disse infine la Grifoncina, dopo
l'ultima fetta di torta mandata giù con un'ottima spremuta - Che t'è capitato in
questi anni Ed?-
- Ha dormito sotto i ponti e s'è giocato il patrimonio
all'ippodromo.- ironizzò Ron - Per questo ha dovuto imparare ad arrangiarsi. Una
volta, verso metà luglio, è tornato a casa quasi nudo.-
- Oh, ma perché non
c'ero...- enfatizzò sarcastica, facendo scoprire a Draco di essere orrendamente
geloso per la poca attenzione che lei gli dava e anche incazzato con Dalton che
non centrava nulla. Sembrava che stesse ricucendo i rapporti con tutti...con
tutti tranne che con lui che se ne stava ostinatamente zitto.
- Oddio!-
sbottò di colpo Harry, facendo sobbalzare mezza tavola.
- Che c'è? Che ti
piglia?- saltarono su gli altri, preoccupati.
- Ho visto... ho visto...-
Harry indicò il bracciale d'argento col sangue di Cameron al polso di Hermione -
Ho visto un occhio sotto alla cupoletta di vetro, dentro a quel liquido
nero!-
- Cosa?- fece la Granger, allucinata - Un occhio? C'è comparso di
tutto ma mai un occhio!- sollevò il bracciale sotto il naso, senza vedere
assolutamente niente. Il plasma nero era immobile, tranquillo. Un occhio?
-
Ma cos'è quella roba?- le chiese Dalton curioso.
- Eh?- Hermione si scosse
leggermente - Ah, è un globo di cristallo incastonato in un bracciale. Dentro
c'è il sangue di Caesar. Lui ne ha uno uguale col mio. Ci serve per comunicare,
lo aiuta a trovarmi quando ho bisogno. A volte quando sono in pericolo indica la
presenza nemica mettendosi a ribollire.-
- Però...- soffiò Harry scoccandole
un'occhiata di striscio, con gli occhi verdi divertiti - Poi dovrai raccontarmi
meglio di quel tipo. Come hai fatto a conoscerlo? E, domanda più importante, è
irritante come sembra?-
- Non sai quanto.- ironizzò la bella strega -
Comunque è una lunga storia. Te la racconto un'altra volta.-
- Scusate se
m'intrometto ragazzi...- s'infilò in mezzo Edward, inchiodando Hermione con uno
sguardo profondo - Stai davvero dicendo che il sangue di quel bracciale ribolle
se in giro c'è un nemico?-
- Si, succede sempre quando qualcuno con brutte
intenzioni mi viene molto vicino.- annuì la Granger, senza capire - Perché me
l'hai chiesto? I Mangiamorte non attaccano mai fisicamente. Almeno, quasi
mai.-
- Così...tanto per sapere.-
- Che hai in mente spostato?- Ron era
scettico, specialmente quando Dalton faceva quella faccia angelica.
- Niente
di niente. Lo trovo solo più utile di uno Spioscopio, no?-
- Non ricominciare
Edward, dammi retta.- sibilò a quel punto Draco, accendendosi una sigaretta dopo
il caffè.
- Tranquilli. Non vi fidate di me?-
- No.- dissero Harry, Draco
e Ron in coro.
- E fate male.- disse serafico - Herm, cosa vuoi fare
oggi?-
- Oggi andrò a Londra, da sola...- aggiunse, prima che Harry aprisse
bocca - Non andrò a cercare guai, calmati. Ho solo bisogno di sistemare un
vecchio affare con una persona. E poi ho bisogno di alcuni testi che mi ha
soffiato Jeager.-
- E' pure ladro!- ghignò Ron - Perché ce l'ha tanto con te
quello lì?-
- Perché l'ho battuto. E Caesar ha scelto me.-
- Mi spieghi
come hai fatto a battere un mezzo demone?- si sconvolse Potter, tirando nel
frattempo la Mappa del Malandrino vicino per controllare la situazione.
- Volontà divina. E poi
lui era di cattivo umore.-
- Cosa cambia? È forte come Lucilla
quattro anni fa. Scusa se è poco!-
Hermione si limitò ad alzare le spalle -
Fortuna forse.-
- Se, come no.-
- Comunque prima mi hai parlato di un
appuntamento con Duncan Gillespie, no?- lo interruppe, cambiando nuovamente
argomento con nonchalance - Quand'è che dobbiamo andare?-
- Appena May torna
dal Ministero lo sapremo.- sbadigliò Ron, versandosi il secondo caffè della
mattinata visto che avevano passato quasi tutta la notte a parlare e a urlare
come matti - Ti piacerà. Sta con noi da qualche mese.-
- E' molto brava.-
aggiunse Harry, mentre Edward se ne andava in cucina roteando gli occhi senza
fare nulla per nasconderlo - Poi, appena Duncan saprà che sei tornata potrai
lavorare con noi tranquillamente. Non voglio che i Lestrange possano avanzare
storie.-
- Non ti preoccupare per loro. Il problema è Katrina.- gli disse
seria - E' lei la grana. Ci serve un altro essere empatico per fermarla. È
l'unico modo per controllare i suoi movimenti.-
- Un altro empatico? E dove
lo troviamo?- s'interessò Weasley.
- Degona la vedeva negli specchi, adesso
che ci penso.- disse Dalton, tornando a tavola con i giornali del mattino
portati da Edvige - Pensate che la bambina possa sviluppare quel genere
poteri?-
- Essendo figlia di
Lucilla non mi stupirei di niente.- rispose la Granger - Ma lei è
troppo piccola e Lucilla non sarà mai d'accordo. Trovare gli empatici è difficile, la maggior
parte di loro ha un corpo di carne e cenere e il loro vero spirito
che passa attraverso un particolare oggetto che si confà maggiormente al loro
carattere.-
- In questo caso in un'arrogante stronza vanitosa?- sibilò Draco,
rivolgendole direttamente la parola per la prima volta.
- Esatto.- Hermione
annuì, guardandolo per un breve istante - Il corpo di cenere e carne è
praticamente immortale. L'unico modo per sistemarla è rompere lo specchio in cui
è incatenato il suo vero spirito.-
- Bel problema. Conosci un empatico
disposto a darci una mano?- fece Harry.
- Caesar.-
- Caesar Cameron è un
empatico?- sbottarono tutti e quattro.
- Già. Azzarderei anche il più potente
di tutti.-
- Non stento a crederci.- rise Edward istericamente - Vuoi dire
che...legge nel pensiero?-
- Non sempre. E' considerato un potere raro per
un demone ed essendo tanto forte ha dovuto mettere un blocco mentale alla sua
telepatia. Una volta Demetrius mi ha detto che Caesar avrebbe potuto controllare
il pensiero di qualsiasi persona al mondo ma l'avrebbe portato ad impazzire, a
lungo andare. Sono secoli che ha messo una pietra sopra a questa storia
però...io e Lucilla dovremo indorargli la pillola.-
Indorargli la pillola.
Chissà che avrebbe chiesto in cambio quello lì, pensò Draco senza
frenarsi.
Davvero non riusciva a capire cosa ci trovasse in quel tizio! Ok,
era un demone e sembrava un modello ma era più pallido di una cadavere! Per non
parlare della sua insopportabile boria!
Quello magari non era neanche capace
di ridere! Aveva la faccia incementata!
- Senza offesa ma quello non è mai
stato un amante delle beghe dei maghi no?- disse Harry - Come pensi di
convincerlo?-
- Non sarò sola. Demetrius sa essere convincente con
lui.-
Se Malfoy avesse potuto sarebbe andato nel Golden Fields e avrebbe ucciso quel
maledetto. Che rabbia gli era venuta! Lo convinco, lo convinco! Tutte storie!
Potevano anche andare a letto insieme ma di certo non era stato come fra loro
due!
Fu in quel momento che sfortunatamente entrò May con un pacco di carte
sotto al braccio.
- Ciao ragazzi!- borbottò, intenta a levarsi il cappotto e
i fiocchi di neve dai capelli.
- Oh, May!- le sorrise Harry raggiungendola -
Allora? Tutto bene?-
- No, un fiasco totale!- sentenziò la Aarons, scrollando
la lunga criniera bruna - Il ladro è scappato e i Sensimaghi hanno fatto un buco
nell'acqua. In documentazione non c'era niente su nessun furto e quel maledetto
di Orloff l'ha menata a me e a Clayton tre ore insieme a Leblanc e a tutta la
congrega francese sul fatto che Milo a quanto pare passa sempre più tempo alla
Corte Leonina. L'hanno seguito.-
- Che rottura di palle. Perché non lo
lasciano in pace? Hanno voglia di suicidarsi per caso?- sbuffò Edward.
-
Tranquilli, oggi Milo andrà da Duncan e insieme troveranno una soluzione.- disse
frettolosa, infilando di corsa in cucina per versarsi qualcosa di caldo - Qua
com'è andata?-
- Niente serpi in giro.- ironizzò Harry - Se non contiamo
Malferret.-
- Ha parlato quello che doveva stare a Serpeverde.- si schifò il
biondo.
- Bhè, qua è il caso di fare le presentazioni allora.- finì Potter,
ignorando Malfoy che come minimo sarebbe stato di pessimo umore per un sacco di
tempo - May, ti presento Hermione Granger.-
- La famosa Hermione Granger.-
sorrise la Aarons da dietro il bancone della cucina, tenendosi a distanza come
per non violare l'intimità ritrovata fra i vecchi amici - O dovrei dire Hermione
Hargrave?-
La Grifoncina non rispose immediatamente. Scrutò a lungo la nuova
arrivata che evidentemente, da come si era comportata con Harry e gli altri, era
entrata del tutto in sintonia con loro. Aveva un bel sorriso simpatico, era
anche molto carina anche se sembrava volerle stare alla larga. Doveva essere una
persona abbastanza discreta comunque perché non cercò di esserle simpatica a
tutti i costi.
- Hargrave.- rispose allora, restando seduta a tavola.
-
Perché hai cambiato cognome?- le chiese Ron stranito.
- Problemi di
famiglia.- si limitò a rispondere la strega dagli occhi dorati.
- Herm, lei
invece è May Aarons. Viene dall'Irlanda. Sta con noi da giugno. È la nostra
Osservatrice.-
La Grifoncina tacque di nuovo ma stavolta sollevò lentamente
lo sguardo su Potter...come se non avesse capito bene.
- Osservatrice?-
sussurrò mentre fra tutti solo Edward rideva a mezze labbra.
- Si, ce l'ha
mandata Orloff. Deve controll...Herm, dove vai?-
La Grifoncina era andata
alla porta e si stava mettendo il mantello imbottito di pelo. Una volta vestita,
guardò di nuovo Harry in faccia - Ripeti quello che stavi dicendo prima e
ascoltati mentre lo fai.-
- Ho detto che May è la nostra
Osservatrice...-
- ...e che la manda Orloff.- concluse Hermione con sussiego,
ridendo in maniera inspiegabilmente gelida - Ok, quindi non sono io che sono
finita in una dimensione parallela, ma sei tu che sei impazzito tutto di
colpo.-
- Calma, si può sapere che ti prende?- si mise in mezzo Weasley.
-
Mi prende che quella è una sottoposta di Orloff.-
- Io mi chiamo May.- disse
la Aarons con tono sicuro.
- Bhè May...- Hermione fece una smorfia,
continuando a ridere acidamente - E' stato un vero piacere e a mai più
arrivederci spero.-
- Insomma, calmati un attimo!- sbraitò Potter - Mi dici
che ti piglia di colpo?-
- Mi prende che avete nella squadra un elemento che
fa rapporto tutti i giorni al capo del Ministero della Magia. Orloff è quello
che ha cominciato la guerra con gli Zaratrox e che utilizza i Mangiamorte e te
Harry, per coprire la guerra che vuole scatenare con il casato dei Leoninus e la
Dama Nera. Capisci adesso?-
- May è fidata!-
- Ehi, guardami in faccia!-
sbottò allora la Grifoncina - Io mi fido solo di due persone al mondo ma a
quanto pare queste due hanno perso totalmente il cervello! Non puoi avere la
certezza che la tua Osservatrice stia veramente con te! La sera può benissimo
andare da Orloff e spifferare tutto!-
- Io sono presente, parla con me!-
sbottò May perdendo la pazienza e andandole di fronte.
- Cosa sei? Sorda per
caso?- replicò la Granger senza battere ciglio - Ho detto che non mi fido di
te!-
- E' vero, prima lavoravo per Orloff ma da quando ho capito che Harry è
in pericolo sono qui solo per aiutare lui e Draco!- e scandì bene quell'ultimo
nome, come solo una donna poteva fare, avvisando in silenzio la sua avversaria
di qualcosa ma Hermione continuò a non fare una piega, granitica - Potresti
anche essere venuta qua per salvare Godric Grifondoro in persona, non me ne
frega niente.- rispose - Harry prima aveva fiuto per i nemici, a quanto pare ora
crede che basti qualche mese per inquadrare una persona. Ma io no. Spiacente
ragazzi, non butterò via il lavoro di anni per colpa di un'Osservatrice di cui
non mi fido. Sistemate la faccenda. Quando torno stasera voglio che abbiate
risolto la cosa o andrò avanti da sola.-
- Aspetta un attimo, non abbiamo
finito di discutere!- sibilò May afferrandola per il gomito ma un attimo dopo si
ritrovò con gli occhi dorati della Granger puntati addosso...e non riuscì più ad
articolare un pensiero sano. Mollò la presa, indietreggiando mentre tutti erano
rimasti a bocca aperta.
Una volta uscita la Grifoncina, nella torre oscura
ritornò il silenzio.
- Perché non la smette di fissarmi quello lì?
Non lo sopporto!-
Claire King alzò lo sguardo dalla sua pozione, guardando
Beatrix attraverso il fumo argenteo che si sollevava dal pentolone. Stavano allo
stesso banco, cosa che Piton non aveva mai gradito ma non avevano fatto disastri
quella mattina, anche perché Cloe, Damon e Tom avevano la testa completamente
fasciata a causa della brutta avventura della sera prima. Avevano saltato le
prime due ore con la Cooman, con sommo giubilo dei due maghetti, ma Piton non
avevano proprio potuto aggirarlo. Severus era ancora parecchio incazzato per i
punti persi e sbraitava contro qualsiasi Grifondoro facesse qualcosa che non
andava, tutti tranne Tom che in pozioni era il migliore.
Beatrix Vaughn
invece era arrabbiatissima. Lei era guarita subito naturalmente ma ora c'era
qualcuno che continuava a tenerle gli occhi incollati addosso e questo la faceva
diventare un aspide.
Era Matt Rogers, Corvonero, che quella notte aveva avuto
la sua prima avventura con il quartetto. Peccato però che fosse anche venuto a
sapere che Beatrix era una Diurna e anche se aveva solennemente promesso davanti
a Silente che non ne avrebbe mai fatto parola con nessuno, la Vaughn era
comunque molto scettica sulla cosa.
- Non è che ti guarda perché magari gli
piaci?-
Trix e Cloe rotearono gli occhi, sentendo Maggie Clark, Grifondoro,
fare quel pettegolezzo.
- Figurati, non è per quello!- sbottò la Diurna
seccata.
- Io lo trovo carino.- cinguettò anche Mary J. Lewis con fare
civettuolo.
- Io lo trovo solo un ficcanaso!- sibilò la Serpeverde gelida, mentre
anche Cloe in effetti si rendeva conto che Matt non faceva altro che
guardarla...e arrossiva anche. Forse quelle due pettegole delle sue compagne non
avevano tutti i torti.
Usciti dall'aula con le orecchie che fischiavano a
causa di tutti i barriti di Piton, i ragazzi si ritrovarono un attimo sotto le
arcate a riprendere fiato.
- Ma si può sapere che cos'avete voi due oggi?-
fece il piccolo Tom Riddle stranito, quando anche Damon cadde dalle nuvole alla
sua ennesima domanda a vuoto - Siete un po' strani ragazzi.-
- Sarà perché
noi non siamo abituati alle botte in testa.- frecciò Howthorne perfido.
-
Ahah...che spiritoso.-
- Comunque il mio problema è solo uno! E giuro che me
lo bevo se non la smette!- ringhiò Trix fra i denti quando vide Matt Rogers
dirigersi a passo spedito verso di loro. Il ragazzino dai capelli color mogano
li salutò un po' imbarazzato ma alla fine la tranquillità di Cloe e Damon riuscì
a metterlo a suo agio. Gli chiesero come stava e disse che si era ripreso dallo
spavento, anche se Vitius gli aveva tolto venti punti, e come accade ogni volta
riuscì a farsi raccontare più o meno in generale i motivi per cui i Mangiamorte
volevano Tom. Tutto questo però senza smettere di scoccare ogni tanto strane
occhiate alla Vaughn che stava seriamente per perdere la pazienza. Prima di fare
qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi decise di andarsene, piantando Matt
senza neanche salutarlo.
- Dovresti smetterla di guardarla con tanta
insistenza, sai?- gli consigliò Cloe, vedendolo spiazzato.
- Cosa?
Oh...bhè...- il Corvonero arrossì - E' solo che non pensavo fosse...una mezza
vampira...-
- A Trix non piacciono i ficcanaso. E neanche gl'insistenti.-
aggiunse Damon serafico.
- Mi spiace...non volevo darle fastidio, davvero!-
si scusò Rogers - Ora però devo andare. Howthorne...potresti farle le mie scuse
se la vedi? Sul serio, volevo solo conoscerla meglio visto che so il suo
segreto, non pensavo di farla arrabbiare. Allora...ci vediamo oggi pomeriggio da
Ruf.- e se ne andò un po' mogio, tanto da far alzare le sopracciglia a Cloe.
Chissà che quelle oche di Mary e Maggie avessero avuto ragione!
- Quel
corvaccio si è innamorato della yankee.- sentenziò mentre attraversavano i
corridoi.
- Ma lascia stare duchessa!- Damon scosse il capo - Non ti ficcare
in mezzo a queste cose, dammi retta!-
- Ah già, parli per esperienza vero?-
ironizzò sarcastica e a quel punto Tom vide per la prima volta Damon arrossire.
Non era mai capitato e la cosa gli sembrava molto strana, anche perché non
capiva di che stessero parlando.
- Ma dai Tom!- rise Cloe mentre Damon le
stava addosso per farla star zitta - Non te ne sei accorto ieri sera?-
- Ieri
sera cosa?- chiese il Grifondoro imbambolato.
- Ieri sera niente!- sbraitò il
futuro lord rabbioso, cercando di tappare la bocca alla King ma lei lo morse e
strappandogli una leggera imprecazione, visto che gli aveva lasciato l'impronta
della dentiera, si accostò a Riddle e gli disse una cosa che sarebbe andata
avanti parecchio.
- Il serpente ieri sera ha perso la lingua davanti a tua
madre!-
- Eh?- Tom allargò gli occhi blu - Come scusa?-
- Quando l'ha
vista è diventato tutto rosso!-
- Ma insomma Cloe, te la cuci quella
boccaccia?- ululò Howthorne - Sta zitta! Non è vero poi!-
- Cosa non è vero?
Che ti piace Lucilla dei Lancaster?- lo prese in giro la biondina - Eddai, non
c'è niente di male!-
- Ti ho detto di finirla di dire cretinate o ti riempio
il letto di topi, capito?-
Cloe, che aveva una strana paura per i roditori
anche se non sapeva bene da dove veniva, assottigliò gli occhi nocciola, pronta
a fargli ingoiare quella minaccia e come sempre si misero a discutere fra loro
due ma Tom stranamente quel giorno non si mise in testa di sedare i loro
bollori. A dire il vero stava per farlo ma poi Vanessa Lestrange era uscita da
un'aula con un gruppo di studenti del quarto anno di Serpeverde e se n'era
scordato.
Ricordò la foto di Bellatrix che aveva nascosto sotto il letto e
ora guardando la sua sorellastra gli sembrava di rivedere sua madre. Quando
Vanessa si accorse di lui gli sorrise ma il maghetto si affrettò a distogliere
lo sguardo.
Lei però era già soddisfatta. Secondo il modesto parare di
Vanessa con un bambino non era necessario ricorrere alla violenza, come invece
voleva fare Rafeus. No, con il piccolo Tom Riddle sarebbe bastato usare la
delicatezza e la pazienza. E poi...la carne e il corpo di quel piccolo mago le
erano sacri.
In lui scorrevano il sangue di sua madre, dei Black...e quello
di Lord Voldemort.
Con quei pensieri ritornò alla torre degli insegnanti ma
aprendo della sua stanza ma rimase ferma sulla soglia, bloccandosi di colpo. O
ci era passato un tornato, o qualcuno era molto arrabbiato...
Chiuse il
battente con la magia e si tolse il mantello imbottito, visto che da qualche
tempo a Hogwarts faceva un freddo infame e sorridendo con aria di sussiego andò
a sedersi davanti alla specchiera.
- Ciao tesoro.- sospirò cominciando a
levarsi le forcine che le trattenevano i capelli - Cos'è successo?-
Le giunse
un ringhio sommesso e la strega sorrise ancora.
- Andiamo, non può essere
così grave. Ti è venuta una ruga?-
"Al diavolo...quella sporca mezzosangue mi
ha gelato il sangue nelle vene!"
L'altra stavolta corrugò la fronte, senza
fermare il suo lavoro - Mezzosangue? Sei andata a caccia con Jeager e hai visto
l'Hargrave?-
"E' allora torre oscura, carina. Ecco dov'è. Alla Torre Oscura
con Potter."
Vanessa, dopo essersi tolta tutte le forcine, si passò le dita
fra i capelli fino a renderli di nuovo vaporosi, ridacchiando - Mia cara, non
pensavi certo che l'essere stata mangiata viva l'avrebbe fermata no? Si vede che
Cameron ha curato il suo giocattolino a letto con qualche cura a noi
sconosciuta. Oppure è del tutto impazzita e non ne dà segni.-
"E adesso che è
tornata con Potter come facciamo?"
- Non so Kat. L'empatica sei tu. Trova un
modo per aggirare l'ostacolo.-
"E come vuoi che faccia? Quella maledetta
fatina e la figlia della Lancaster mi vedono!"
- Bhè, la bambina non c'è
sempre mi pare. E la fata può essere fatta sparire.-
"No ma io devo anche
controllare Orloff! Non posso farmi in tre!"
- Già, due di te bastano e
avanzano.-
"Che spiritosa Lestrange, mi fai morire. Piuttosto, l'Hargrave è
uscita mezz'ora fa dicendo che andava a Londra. D'ora in avanti la sua presenza
mi provocherà parecchi problemi, quindi mi farò sentire meno del solito. Se ci
saranno guai vi farò mandare messaggi tramite Jeager."
- Perfetto.- Vanessa
si spazzolò velocemente i capelli - C'è altro?-
"Non ti fa nessun effetto che
sia tornata?"
- Non molto...anche perché ci sei tu a tenerla d'occhio e
Jeager ha quasi terminato la ricerca.-
"E
Minus l'ha trovato?"
- Jeager
dice che dei suoi amici l'hanno visto in Romania.-
"E cosa aspetta ad andare
a prendergli ciò che ci serve?"
- Forse aspettava proprio che saltasse fuori
l'Hargrave.- sibilò Vanessa seccata - Comunque ci metteremo d'accordo dopo
Natale, intesi? Quando quelli festeggeranno ci prenderemo una pausa anche noi.
Mia nonna tiene troppo alla forma e poi voglio lasciare a mio cugino abbastanza
fiato per respirare prima che Rafeus torca il collo a lui e alla sua
mezzosangue. Ops...- fece poi, ridendo malignamente - Non te la sei presa, vero
Kat?-
Lo schiocco secco del vetro rotto fu una chiara risposta ma Vanessa
Lestrange non se la prese minimamente. Continuò a ridere a crepapelle, agitando
la mano davanti allo specchio e riparandolo con il semplice tocco delle
dita.
Che caratterino...e se n'era andata senza neanche salutarla.
Accidenti.
- Povera Katrina.- sospirò, alzandosi e andando a sedersi sul
letto dove il mantello dell'Invisibilità rubato a Tom troneggiava ora sul suo
copriletto. Ci giocherellò un poco pensando a quali divertenti usi avrebbe
potuto destinarlo quando finalmente la lettera che aspettava giunse legata alla
zampa di un grande e sgraziato allocco scuro.
Dopo aver controllato di non
essere vista da nessuno, considerato che Silente non era uno sciocco e la
Mcgranitt neanche, si chiuse la finestra alle spalle e scartò la
missiva...
Dopo poche righe, l'accartocciò rabbiosa e la gettò nel caminetto,
cominciando a camminare freneticamente su e giù per la sua stanza. Ora erano nei
guai...ora erano davvero nei guai!
Dannazione, le servivano le ossa! Quelle
maledette ossa!
Borgin,
Burkes & Mortis era silenzioso come sempre.
Tutta
Nocturne Alley lo era, a dire il vero, e Draco Malfoy lo sapeva bene.
Non che
fosse di casa, ma lì i gagia e i reietti del mondo dei maghi non facevano più
caso se i suoi capelli biondissimi e i suoi occhi troppo chiari facevano
capolino dal cappuccio scuro di un mantello una volta al mese.
Sotto la neve
poi raramente gente come quella che bazzicava lì si sbatteva ad alzare il naso
dalle mani su cui soffiavano continuamente, per scaldarsi.
Nascosto sotto
una piccola galleria a cui erano appese delle stalattiti che gocciolavano, Draco
attese paziente che lei uscisse. Andare a Londra a sistemare una cosa eh? Hn,
ridicolo.
Non che ormai non avesse capito che Hermione Granger era diventata
molto diversa dalla Grifondoro che aveva conosciuto un tempo, si era anche
ficcato in testa che era una gagia e come tale ora conosceva le arti oscure, ma
proprio non gli era andato giù il fatto che seguendola, l'aveva vista passare
tutti i negozi di ingredienti e ritrovati chimici di Nocturne Alley, il posto
più tetro e pericoloso in cui i maghi per bene, come diceva la cara tata di
Tristan, non si sarebbero mai sognati di mettere piede. Invece Hermione doveva
frequentare un giro parecchio diverso ora...
Attese paziente, anche se ormai
cominciava a farsi tardi. Erano le quattro di pomeriggio e tempo un'ora avrebbe
cominciato a far buio. Inoltre aveva detto con incredibile faccia a tosta a
Potter e a May che andava a trovare Blaise, sempre per quella storia della
febbre e se la Aarons non aveva fatto commenti, vista la girata che Hermione le
aveva rifilato, Harry l'aveva guardato un po' di sottecchi...quasi scuotendo il
capo.
Che pensasse quello che gli pareva quel piantagrane, ora lui doveva
trovare una soluzione per convincere quella testarda della Granger ad accettare
May.
Accidenti però, pensò accendendosi una sigaretta, com'era cambiata la
sua mezzosangue...
Sua...ancora, continuava a considerarla sua.
Chiuse gli
occhi e inspirò, deciso a dimenticare. Doveva farlo o sarebbe impazzito. Lei non
era più la stessa, anche lui era cambiato stando con lo Sfregiato e poi...la
magia non avrebbe potuto ripetersi, ne era sicuro.
Aspettò altri quindici
minuti, cominciando a spazientirsi. Dannazione, ma che stava combinando là
dentro?
Imprecando decise di entrare, tanto non si sarebbe fatto vedere.
Giusto per controllare che non le fosse successo qualcosa. In fondo lì in giro
era pieno di Mangiamorte e la faccia della Granger era sempre molto
conosciuta.
Entrato nella bottega fatiscente col capo rigorosamente coperto,
si mise a girare sinuoso come un gatto fra gli scaffali, gl'intrugli vaporosi e
luminescenti, fra l'aria che odorava di chiuso e erbe, fra i libri incatenati
che si agitavano andando a sbattere contro gli altri. Dietro alla cassa non
c'era nessuno ma Burkes doveva essere da qualche parte nel retrobottega, come al
solito ad inventarsi qualcosa di losco...poi ad un tratto Draco la
vide.
Separati da uno scaffale stracolmo di libri, vide Hermione aggirarsi
fra barattoli e boccette colme di polveri di diverso colore ma il suo sguardo
era vuoto, del tutto inespressivo. Che strano...
All'improvviso Malfoy serrò
i denti, sentendo qualcosa di appuntito contro la schiena. Cazzo.
- Potevi
dirlo che volevi venire a fare la spesa con me.- disse una voce conosciuta alle
sue spalle. Poi sentì uno schiocco di dita ed Hermione svanì sotto i suoi occhi.
Una copia
! Imprecando e dandosi dell'idiota per essersi fatto beccare come un
principiante si voltò con la faccia più angelica del mondo, trovandosi di fronte
la vera Grifoncina che lo scrutava coi suoi grandi occhi dorati attenti e
indagatori. Ripose la bacchetta che si era fatta dare da Harry, quella prodotta
col capello di Cameron, senza però staccare lo sguardo da lui.
- Non ho
bisogno della balia.- scandì con un tono seccato misto all'ironico.
- E come
sempre ti sopravvaluti.- rispose Draco a tono, sentendo il sangue galoppargli
nelle vene per la loro troppa vicinanza - Potter ha altro a cui pensare che
stare sempre a preoccuparsi per te.-
- Hn...e tu cosa fai qua?-
Abilmente
sollevò la mano in cui c'era un globo di quarzo bianco, la prima cosa che gli
era arrivata a tiro per salvarsi la faccia e glielo sventolò sotto il naso. - Tu
invece Granger? Hai cambiato giro?- e senza aspettare una sua replica andò
dritto alla casse dove finalmente apparve quello squinternato di Burkes,
silenzioso e spiritato come suo solito.
Pagò la sfera di quarzo senza fiatare
ma poi vide Hermione consegnare a Burkes un foglietto. Sopra doveva esserci
scritta una sorta di lista perché il padrone della bottega cominciò a tirare
fuori un po' di oggettistica che sinceramente Malfoy non aveva mai visto neanche
sui libri di suo padre.
Mentre posava una strana lente rotante, incastonata in
un'elaborata mano grifagna dalle lunghe unghie placcata in rame sul bancone,
Burkes guardò di sottecchi i due Auror.
- Non l'ho mai vista da queste
parti.- squittì, fissando Herm - E' una sua amica signor Malfoy?-
Bella domanda. Draco ed Hermione si scambiarono una rapida occhiata ma mentre lei
rise in un modo che non gli piacque per nulla, Burkes era già passato ad altro.
Con la lente sul bancone apparvero due piccole boccette che contenevano della
polvere scintillante che vorticava da sola, come se chiuso dal tappo di sughero
dentro ci fosse stato anche una piccola tromba d'aria, ma arrivato alla fine
della lista, l'uomo si bloccò.
Sollevò gli occhi acquosi su Hermione e dopo
un attimo scosse il capo.
- No?- fece la Grifoncina seccata - Senta, non mi
faccia storie per favore!-
- E' illegale.- scandì Burkes, mentre Draco non
capiva che cavolo stesse succedendo.
- Non è il caso che mi dica che è
illegale, sono un'Auror.- sbottò Hermione - Quella maledetta polvere mi serve!
Se sono venuta qua è perché ne ho bisogno. Non ho intenzione di metterla nei
guai.-
- Mi spiace, non posso signorina.-
- Se si tratta di soldi non c'è
problema.-
- Non è questo.- disse il mago sollevando le spalle - Ma ciò che lei cerca
è stato decretato fuori legge da circa cent'anni. Si contano sulle dita di
una mano quelli che ancora ne hanno riserve e io ho finito le mie trent'anni
fa.-
Anche senza essere dei geni era chiaro che quella maledetta mezzosangue
ne stava combinando una delle sue. Roba illegale...di cosa si trattava? Che le
serviva? Una volta a Lane Street avrebbe dovuto fare una ricerca ma uscendo
dalla bottega con lei a fianco si ritrovò solo a pensare che non voleva
lasciarla andare via.
Voleva stare ancora con lei.
- Al diavolo.- borbottò
Hermione, incenerendo con una mano il foglietto su cui c'era scritto il nome di
quella cosa tanto pericolosa - Dannazione, dovrò girare tutta la Gran Bretagna
adesso! Ed è tutta colpa di quell'idiota!-
Chissà chi era l'idiota in
questione...non che gl'importasse, chiaro. Era intirizzito dal freddo e stare lì
a parlare di come farsi sbattere ad Azkaban per contrabbando di polvere illegale
non era il massimo, quindi si limitò a rimettersi il cappuccio sulla testa e a
guardarla di sottecchi.
Non seppe bene spiegare come ma qualche minuto più tardi erano
al Paiolo, in una tavolo accanto al fuoco con un bicchiere di brandy alle ciliegie
fra le mani. Non parlarono granché, anzi...non parlarono affatto ma come si
erano ritrovati a camminare sotto i fiocchi di neve per raggiungere il pub
all'ingresso di Diagon Alley, tutto il resto era venuto da solo.
E poco
importava se non sapevano cosa dirsi, da che parte cominciare. Un silenzio
tranquillo per ora bastava.
Però c'erano domande che necessitavano di
risposte...come il fatto che Hermione, durante la prigionia, avesse chiamato lui
disperatamente ogni notte. O il perché portasse il corvo e la perla nera al
collo in quel momento come allora.
- Vado a trovare Blaise più tardi. S'è
preso la Febbre Galleggina.- disse il biondo all'improvviso - C'è anche
Elettra.-
- Sono qua a Londra?- sussurrò Hermione a bassa voce.
- Si,
abitiamo tutti al numero 4 di Lane Street.- e vedendo la sua espressione, si
sentì quasi in dovere di spiegare. In fondo non c'era mai stato presupposto di
un tale e viscerale amore fra lui e San Potter da convincere il principe di
Serpeverde ad andare a vivere col bambino sopravvissuto e la Donnola.
- Qual
è il passaggio che mi manca?- gli chiese infatti Hermione, continuando a
mantenere un tono di voce basso che lo faceva quasi impazzire - Perché detta
così fa tremare la mia convinzione nell'esistenza di un dio benevolo.-
-
Appena presa la licenza di Auror io e Potter siamo rimasti invischiati in un
problema.-
- Che problema?-
- Diciamo che è materia tua.-
Gli occhi di
Hermione sfavillarono, mentre si portava alle labbra il bicchiere - E
sarebbe?-
- Non possiamo separarci.- scandì lapidario.
- In che
senso?-
- Nel senso che hai capito. Non posso allontanarmi troppo da lui e
per Potter è la stessa cosa.-
- Che maledizione crudele.- rise appena,
stentando a crederci - E chi sarebbe stato?-
- Un gagia. Un vecchio nano
rintronato.-
- Che gli avete fatto a quello per farlo arrabbiare tanto?-
-
L'abbiamo ignorato. E s'è vendicato tanto che è da due anni che io e lo
Sfregiato viviamo insieme.-
- Un gagia non fa niente per niente.- disse la
Grifoncina, posando il bicchiere vuoto sulla tavola.
- Ah si?- rispose,
alzando uno sguardo intenso su di lei ma come si aspettava la mezzosangue non
fece una piega, continuando a sostenere i suoi occhi grigi come la tempesta
senza battere ciglio. E pensare che un tempo si guardavano in quel modo solo
prima di finire a fare l'amore per ore e ore.
- Ti sembrava il caso di dare i numeri
in quel modo prima, alla torre?- le chiese di punto in bianco, accendendosi
l'ennesima sigaretta - Non che me ne fregi, ma il sistema mentale di
Potter quest'anno ha già avuto la sua battuta d'arresto quando s'è trovato il mostriciattolo...cioè
Tom davanti a casa, quindi fossi in te ci andrei più
piano.-
- Non sapevo che anche a te piacesse avere una baby sitter.- replicò
lei e stavolta il suo tono si fece acido.
- Ti posso assicurare che
è molto preparata. Ha un po' la fissa per le schede e ficca il naso nei registri
al Ministero ma May ci è stata molto utile.-
- Lo immagino.- sibilò
fredda.
- E con questo cosa vorresti dire?- saltò su lui che aveva recepito
chiaro e tondo il messaggio di sfida.
- Niente.-
- Invece hai insinuato
qualcosa.-
- Cos'è, hai la coda di paglia per caso?-
- Senti, io non ti
devo nessuna spiegazione capito?- sbottò Draco rabbioso - Sei stata tu
a...-
- Io a fare cosa?- lo interruppe Hermione, fulminandolo con un'occhiataccia -
Non mi pare il momento né il luogo adatto per mettersi a discutere di questo. Io
ho solo detto che quella che non mi piace a pelle. Senza contare che la manda
Orloff che mi ha tenuto in cella per tre mesi e che sa anche cosa combinano i
Lestrange perciò dammi fiato se penso che non proprio tutto di lei sia così
ineccepibile. Va bene signor Malfoy?-
- Dio, sei insopportabile mezzosangue!-
rognò già furibondo.
- Senti chi parla! Non sei cambiato di una
virgola!-
- Bhè, una volta non hai mai fatto storie mi pare!- la rintuzzò
velenoso.
- Se è per questo neanche tu!-
- Bene, perfetto! È tutto chiaro
ora.- ironizzò sarcastico - Queste sono proprio le spiegazioni che volevo!-
E
continuando a punzecchiarsi, non trovando altro modo per comunicare, uscirono
dal Paiolo Magico per raggiungere Lane Street sotto una pioggia di fiocchi di
neve e ricordi.